Il dramma del mese
Prima di andar via di Filippo Gili
- Scritto da Damiano Pignedoli
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Dirompe l’amore, in questa pièce che ho scritto. Rompendosi violentemente un sentimento, e più diabolicamente un’affettività. La famiglia ne esce con le ossa rotte, ma in piedi. Il tormento di un uomo solo mantiene salde le sue ossa, ma rimane a terra. È la storia di una notte drammatica, dove le colluttazioni che legano padri madri e figli, sembrano il rovescio di una vita intera, un istante sempre possibile nel mare magnum del silenzio. Tutto, tutto, girando sempre intorno a un Ego che non si dissolve mai: e nonostante l’impensabile, l’incredibile, l’ignoto, si presenti a cena...
Filippo Gili
“È possibile che lui, quell’uomo là, figlio e fratello taciturno, compia quel gesto definitivo, ostile, violento: la sua non è né una minaccia, né un gioco crudele e sterile. Il perché lo scopriremo gradualmente, seguendo questo aspro spaccato di famiglia in un interno che è PRIMA DI ANDAR VIA, scritto da Filippo Gili”.
Andrea Porcheddu (da “Myword.it/teatro”)
Da questo testo, una captante messinscena prodotta da Il Suonatore Jones e Argotstudio, diretta da Francesco Frangipane e interpretata da Giorgio Colangeli, Michela Martini, Vanessa Scalera, Aurora Peres e dall’autore stesso. Di nuovo in scena dal 12 febbraio al 3 marzo 2013 al Teatro Argot Studio di Roma (www.teatroargotstudio.com).
“PRIMA DI ANDAR VIA rappresenta la prima tappa di un intenso percorso drammaturgico e teatrale in cui si vogliono affrontare grandi temi universali, come la vita e la morte, il destino e il libero arbitrio.”
Dalle note di regia
“La storia, umanissima, complessa, struggente si ‘legge’ nei silenzi, negli sguardi, negli scatti improvvisi, nelle urla, nelle gocce di sudore e nelle lacrime […] senza ‘pseudo psicodrammi’ da reality show, tiene letteralmente sospesa la platea e coinvolge”.
Fulvio Pennacchio (da “SaltinAria.it”)
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Filippo Gili nasce a Roma nel 1966. Dopo il diploma all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, partecipa come attore a diversi spettacoli di Luca Ronconi: BESUCHER, GLI ULTIMI GIORNI DELL’UMANITÀ, LA PAZZA DI CHAILLOT, MISURA PER MISURA, STURM UND DRANG. Nel 1998 produce e dirige il lungometraggio, trasmesso da Raisat Cultura, CASA DI BAMBOLA (co-regia con Roberto Freddi). Dal 2000 in poi scrive sette sceneggiature, una delle quali diventerà il film – da lui stesso diretto – PRIMA DI ANDAR VIA (presente al Cinemed 2004 di Montpellier). A partire dal 2008, come regista teatrale mette in scena SOLO PER ATTENDERTI (le ultime lettere di Eleonora Duse a Gabriele D’Annunzio), TRE SORELLE di Anton Cechov, DONNE DI VAPORE, DONNE DI SPIRITO (atto unico di Paolo Puppa tratto da Carlo Goldoni), L’URLO DI MAZZINI (drammaturgia di suo pugno dalle memorie di Giuseppe Mazzini) e SPETTRI di Henrik Ibsen, spettacolo da cui trae il film L’ULTIMO RAGGIO DI LUCE (co-regia con Andres Arce Maldonado). Su commissione di Marco Bellocchio, per il Festival di Teatro Antico di Veleia 2012, scrive e dirige un ORESTE che contamina la tragedia classica euripidea con il film I PUGNI IN TASCA dello stesso Bellocchio. All’Argot di Roma, sta per andare in scena con A PORTE CHIUSE di Jean-Paul Sartre.
Presentazione a cura di Damiano Pignedoli
Una fossa in comune di Carolina De La Calle Casanova
- Scritto da Damiano Pignedoli
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“Questa non è la storia di una malattia; non è la storia di un trauma infantile divenuto un cambio d’identità; non c’è una vendetta da servire fredda, né un tiranno da far crollare. Non c’è un disabile, un immigrato, una prostituta, un carcerato né un mistero da risolvere nella periferia di una città. È priva di conflitto generazionale, di una particolare morte e di una travolgente storia d’amore. Questa è la storia di due uomini che, come tanti altri, si scavano la propria fossa”.
Così si presenta UNA FOSSA IN COMUNE – testo mai andato in scena – dopo l’elenco dei personaggi, tra cui Salvatore e Mario: i protagonisti, molto diversi tra loro. Salvatore è un uomo sulla cinquantina che tiene dietro alla malattia della moglie e Mario è un precario qualsiasi sulla trentina con qualche problema con la criminalità organizzata. Aspetti che, però, nella pièce non assumono il centro del conflitto, bensì aiutano a tracciare i caratteri dei personaggi.
Il custode del cimitero, una giornalista, un cameraman e altri partecipanti sono, invece, i personaggi secondari che accompagnano l’instancabile e ineluttabile vicenda: una gara comunale in cui il primo che finisce di scavare una fossa al cimitero vince una grande somma di denaro.
Da tale antefatto paradossale sino al finale onirico, la commedia si svolge secondo il tempo di una maratona dove, a tagliare il traguardo per primo, non è chi corre più veloce ma chi sa resistere fino alla fine. L’autrice, tuttavia, non segue o emula un filo realistico del plot, bensì lo esalta e lo esaspera facendolo diventare metafora di qualcos’altro.
A differenza del resto di opere della Casanova, questa sua ultima drammaturgia non nasce dalla prassi di scrittura scenica con cui lei, in genere, accompagna i lavori di produzione con la sua compagnia o altri artisti: infatti, “è una storia nata a tavolino” – citando parole sue – eppure è pronta per andare in scena.
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Carolina De La Calle Casanova (Foto di Alessandro Brasile) nasce a Siviglia nel 1979 ed è residente a Milano da dodici anni. Si diploma prima come attrice alla Scuola d’Arte Drammatica di Siviglia e in seguito come drammaturga alla Civica d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano. Nelle sue prime esperienze in Italia, studia e lavora con il Teatro Tascabile di Bergamo diretto da Renzo Vescovi. Segue poi laboratori e master di drammaturgia e regia con – tra gli altri – Giampaolo Spinato, Antonio Albanese, Gino & Michele, Spiro Scimone e Francesco Sframeli, Rosario Palazzolo, Wu Ming 1, Roberto Traverso, Emma Dante, Giorgio Rossi. Nel 2002 fonda BabyGang, compagnia con la quale vince la residenza teatrale del “Progetto Être” 2008 della Fondazione Cariplo e che l’anno dopo è tra i fondatori dell’Associazione Être a Milano. Con il suo gruppo realizza vari spettacoli, tra i quali: CASA DI BERNARDA (“Miglior spettacolo” alle rassegne Nuovespressioni 2005 e Sipari D’occasione 2006), IL MATRIMONIO DI DON QUIJOTE (1° premio nazionale di drammaturgia Oltre Parola 2007), D’ORA IN POI (spettacolo vincitore del concorso Nuove Sensibilità 2007), LO SCHERZO (lavoro scritto con Sarah Chiarcos) e NOI NON SIAMO QUI che ha debuttato con successo all’Edinburgh Festival Fringe 2012.
Ideatrice e docente del Laboratorio di Drammaturgia Attiva a Milano (realizzato con la Compagnia BabyGang e alla terza edizione nel 2013), ha lavorato come autrice con Paolo Rossi: dalla messinscena IL SIGNOR ROSSI E LA COSTITUZIONE al più recente IL MISTERO BUFFO DI DARIO FO - NELLA UMILE VERSIONE POP DI PAOLO ROSSI, di cui è anche regista. Con lui a far da capocomico ed il suo gruppo si dedica inoltre da autrice/attrice al progetto “Teatro Popolare”, da cui spettacoli come POVERA GENTE e il libro LA COMMEDIA È FINITA! (scritto insieme a Rossi per l’Editrice Elèuthera, Milano 2010). Sua pure l’introduzione a GLI ULTIMI GIORNI DI POMPEO di Andrea Pazienza edito da Fandango. Finalista a Subway 2011 col racconto SOLE DI FEBBRAIO, vince nello stesso anno il concorso “La mia poetica” coi MONOLOGHI DEL CAZZO per la rassegna organizzata dall’A.T.C.L. al Teatro in Scatola di Roma e conquistando anche il premio come progetto teatrale che andrà in scena all’E45 Fringe Festival di Napoli nel 2013. Traduce dall’italiano allo spagnolo (e viceversa) per teatro, radio e televisione.
Il suo sito è www.carolinadelacallecasanova.wordpress.com.
Presentazione a cura di Damiano Pignedoli
L’ultima notte di Antonio di Mariano Dammacco
- Scritto da Damiano Pignedoli
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L’ULTIMA NOTTE DI ANTONIO offre una storia di malessere crescente, di tentativi falliti, di percezioni alterate, di ossessioni quotidiane. Il testo racconta le innumerevoli “ultime notti” di Antonio prima della sua fine, dando voce e corpo ai suoi incubi, alle sue forme di dipendenza, attraverso l’alternanza di un registro lirico-poetico e di uno comico-grottesco.
La drammaturgia è nata a tavolino nel 2010 già seguendo gli intenti poetici che Dammacco persegue sulla scena: realizzare una visione, agire un rito, offrire allo spettatore l’evocazione di uno stato altro/alto, poetico, un luogo di analogia della vita. La versione definitiva dell’opera è stata tuttavia composta durante il lavoro di creazione e allestimento dello spettacolo omonimo, realizzato dalla Piccola Compagnia Dammacco in co-produzione col festival Asti Teatro 34, presso cui è andato in scena in prima nazionale il 4 luglio 2012 dopo l’anteprima del 29 giugno avvenuta al Giardino delle Esperidi Festival.
Tale drammaturgia costituisce il primo esito della “Trilogia della Fine del Mondo” che, secondo le intenzioni dell’autore, sarà completata da altre due pièce dal titolo ESILIO e L’ESORCISTA.
Il testo che qui si presenta ha conquistato il Premio nazionale di drammaturgia contemporanea “Il centro del discorso” nel 2010, allorché la giuria composta da Arturo Cirillo, Valentina Diana, Giovanni Giovanetti, Osvaldo Piliego e Andrea Porcheddu, ne ha motivato la vittoria in quanto “L’ULTIMA NOTTE DI ANTONIO di Mariano Dammacco è sicuramente un lavoro compiuto, ‘pronto’ alla messa in scena, strutturato dal punto di vista formale e stilistico. Spicca tra tutti per la qualità della scrittura, per una sua poetica interna capace di lirismi toccanti. La varietà di registri vivacizza la lettura grazie alla moltiplicazione dell’io narrativo che crea un effetto polifonico e una dialettica tra coro e individuo. Tra questi passaggi spicca la figura femminile che assume il ruolo dell’ascolto nel divenire della narrazione amplificando la poeticità di alcuni scorci. A questo si aggiunge la capacità di affrontare un tema di grande attualità, e per questo abusato, con originalità e senza mai cedere alla retorica”.
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Mariano Dammacco è attore, autore e regista teatrale. Nato a Bari nel 1970, attualmente vive a Modena dove porta avanti l’attività della sua Piccola Compagnia Dammacco (www.facebook.com/piccolacompagnia.dammacco). Dopo le esperienze di formazione – tra cui quelle con Robert McNeer, Carlo Formigoni, Marco Baliani, Renata Molinari e Danio Manfredini – si dedica alla ricerca teatrale intorno alla propria autoralità. In quasi vent’anni di lavoro, nascono così numerosi spettacoli da lui ideati, scritti e diretti quali SONIA LA ROSSA (insignito del Premio ETI/Scenario 1992-1993), AMLETO E LA STATALE 16 (vincitore del Premio ETI/Vetrine 1996), DIALOGHI CON LE PIANTE (distintosi ai Premi Ubu 1999 grazie a diverse segnalazioni) e L’ULTIMA NOTTE DI ANTONIO che vince il premio di drammaturgia “Il centro del discorso 2010”. Dammacco ha inoltre sviluppato negli anni disparate collaborazioni: si ricordano, tra le altre, quelle in qualità di drammaturgo con Maria Paiato, Lella Costa e Silvio Castiglioni; quelle come regista d’opera presso il Circuito Lirico Lombardo per COSÌ FAN TUTTE e DON PASQUALE; mentre s’è cimentato col Teatro Sacro e di Comunità collaborando lungamente col festival Crucifixus, anche in veste di pedagogo. Fra le sue pubblicazioni figurano DIALOGHI CON LE PIANTE (Manni, Lecce 1999 e su “Prove di Drammaturgia”, dicembre 2000), ANTOINE-ANTOINE (Papageno, 2003) ASSEDIO (Pensa Multimedia, Lecce 2007) e FIORI NEL GHIACCIO (Valgrigna-Associazione Nazionale Alpini, Esine BS 2010).
Presentazione a cura di Damiano Pignedoli
Col sole in fronte di Maurizio Camilli
- Scritto da Damiano Pignedoli
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Il testo s’ispira a un caso di omicidio dei genitori che, nei primi anni ’90, ebbe come protagonista il giovane Pietro Maso. Figlio di benestanti industriali della provincia veneta, il ragazzo tentò di sviare le indagini con una studiata messinscena del delitto, al fine di scagionarsi e potere così intascare la sua ricca parte di eredità.
Da questa vicenda efferata, è nata l’idea di uno spettacolo rivolto a raccontare quel mondo di gretto individualismo sfrenatamente edonista e superficiale, dove è considerato normale cercare scorciatoie per arrivare il prima possibile al maggior risultato con il minimo sforzo: costi quel che costi e togliendo di mezzo chi può porre ostacoli di natura ideale o di autentica condivisione umana.
Lavorando alla creazione teatrale, l’autore – e interprete protagonista – Maurizio Camilli ha distillato progressivamente le parole e la strutture espressive del testo, componendole sulla base delle suggestioni che scaturivano nel corso delle prove con Michela Lucenti, la quale ha dato così un contributo decisivo curando la messa in scena e la scrittura fisica dell’opera.
L’esito, dunque, è una drammaturgia consuntiva contraddistinta da un linguaggio in dialetto veneto di estrema comprensibilità e comunicativa, mischiato opportunamente a tratti in Italiano, con in più alcune indicazioni utili a restituire quei peculiari aspetti di fisicità espressi in scena. Al centro della quale, primeggia un giovane rampollo di una famiglia di industriali dell’alluminio, sospettato della morte del padre rimasto schiacciato sotto un muletto. Il figlio – unico erede del patrimonio aziendale – ha modi sfrontati ma brillanti, fin troppo schietti; eppure, sciorina una parlantina trascinante che conduce nella sua versione dei fatti e, soprattutto, nel suo sistema di valori dominato da ricchezza facile, bella vita indifferente agli altri e ignoranza senza futuro.
Alla fine, perciò, l’unica forma per esprimere veri sentimenti rischia di essere solo quella di un’algida violenza totalmente aliena da pietà e amore.
“Io mi chiedo se proprio quei figli che noi siamo tentati di definire come mostri non siano invece i figli più logici, più sinceri, più coerenti al sistema di cui noi stessi siamo protagonisti”.
David Maria Turoldo, riguardo al delitto di Pietro Maso
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Leggi la recensione allo spettacolo di Angela Villa
Maurizio Camilli nasce a Valdobbiadene (Tv) nel 1975. Nel 2000 si diploma All’Accademia d’Arte Drammatica “Nico Pepe” di Udine ed entra ne L’Impasto - Comunità Teatrale Nomade diretta Alessandro Berti e Michela Lucenti. Tre anni dopo è tra i fondatori di Balletto Civile: gruppo di performer – diretto da Michela Lucenti – impegnato in un’indagine sul linguaggio scenico totale, secondo una fusione originale di danza, canto e parola. Interprete di numerosi spettacoli di questo ensemble (di cui tuttora è una delle anime), nel 2005 debutta con la prima versione del suo monologo ’CCELERA! con cui vince il Premio “Tuttoteatro.com” Dante Cappelletti alle Arti Sceniche. Un altro prestigioso riconoscimento gli viene attribuito nel 2010 dall’ANCT-Associazione Nazionale dei Critici di Teatro per il suo spettacolo COL SOLE IN FRONTE; mentre, nel 2012, è la volta del Premio Cittàimpresa Fabbricatore di Idee: “per aver contribuito, attraverso la sua attività creativa, allo sviluppo economico, sociale e culturale dell’intero Paese”.
Presentazione a cura di Damiano Pignedoli
Per info su Maurizio Camilli e Balletto Civile, cfr. www.ballettocivile.org.
Gli spettacoli prossimi al debutto sono:
GENERALE!! O L’AZIONE DI UN FUCILE
spettacolo vincitore del Premio My Dream 2012 – Fondazione CRT
19/07/2012 al festival Teatro a Corte (www.teatroacorte.it)
28/07/2012 in versione site specific a VolterraTeatro (www.volterrateatro.it)
01/08/2012 al Castello di Malgrate (MS, www.lunaticafestival.com)
Tentativo #1 – BOLZANOPEOPLE/BALLETTO CIVILE (I)
23-24/07/2012 al festival Bolzano Danza (www.bolzanodanza.it/it)
IL CORPO DI GIULIETTA
25-28/07/2012 a VolterraTeatro (www.volterrateatro.it)
Si segnalano infine le coreografie e le interpretazioni per LA BOHÈME e CARMEN il 21 e il 22 luglio al Macerata Opera Festival (www.sferisterio.it)