Il dramma del mese
Cittadine di Lucia Poli e Valeria Moretti
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Quattro monologhi ed un cortometraggio interpretati da Lucia Poli su altrettante donne protagoniste del Risorgimento italiano, raccontate senza retorica e con un pizzico di ironia.
Un accenno all’età dei lumi, un ricordo della lotta partigiana, per seguire il cammino delle donne nella conquista della loro coscienza politica, e al centro ci sono i moti rivoluzionari dell’Ottocento in cui, accanto a tanti uomini famosi, brillano figure di patriote italiane e straniere. A questa galleria si aggiunge un personaggio di pura immaginazione, narrato con la macchina da presa.
Ci soffermiamo sulla poetessa romantica Elisabeth Barrett che, tra una seduta spiritica e l’altra, inneggia alla libertà e all’indipendenza e scrive odi allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica europea su quanto di rivoluzionario accade in Italia in quegli anni roventi.
A seguire l’eccentrica Cristina di Belgioioso che si aggira, di notte, al lume di candela, tra i suoi feriti nell’Ospedale romano della Pietà dei Pellegrini. Sta organizzando le volontarie che costituiranno un corpo di infermiere, improvvisate quanto efficienti, durante il periodo della repubblica romana del 1849. Cristina cura amorevolmente i suoi eroi: tra questi Bixio si salverà e partirà con i Mille, mentre il giovanissimo Mameli morirà tra le sue braccia.
Improvvisamente eccoci a Napoli, quando l’arrivo di Garibaldi, reduce dalla spedizione dei Mille, suscita entusiasmo, emozione e tante speranze. Dal chiuso del convento, Enrichetta Caracciolo, monacata per forza, fervente libertaria e anti-borbonica, trova lo slancio per abbandonare il velo, uscire all’aria aperta e godersi finalmente la libertà di essere una cittadina tra le cittadine.
Nel frattempo Miss Uragano – al secolo Jessie White Mario – percorre l’Italia in lungo e in largo offrendo ai principali artefici della nostra storia patria i suoi servigi di abile diplomatica, di coraggiosa infermiera, di cronista, conferenziera e preziosa sostenitrice della causa fino alla fine dei suoi giorni.
A conclusione assistiamo, in un cortometraggio, alla storia sorprendente di Evelina Landi del Vascello, eroina risorgimentale di fantasia, che si risveglia nell’Italia di oggi ed è costretta a misurarsi amaramente con i propri sogni irrisolti.
Senza la presunzione di voler descrivere la complessità del Risorgimento italiano, ci interessa mettere in evidenza alcuni sprazzi di luce e di creatività femminile, spesso dimenticati o sottovalutati, che hanno offerto un prezioso contributo al cammino della nostra storia.
Il cortometraggio Evelina s’è desta, scritto da Lucia Poli e Valeria Moretti, diretto da Lucia Poli e da lei interpretato con Roberto Herlitzka, Stefano Gragnani Roberta Cartocci e Eva Piccirilli, è stato giudicato di “Interesse Culturale” dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Cinema, ha ricevuto la “Menzione Speciale” del Festival Cortolazio ed ha ricevuto il “Premio Segretariato Sociale RAI” nell’ambito del Festival Tulipani di Seta Nera.
Lo spettacolo debutterà il 25 Luglio a Villa Cavour – Santena (TO) nell’ambito del Festival “Teatro a Corte 2011”, sarà poi a Roma il 29 Luglio nei Giardini della Filarmonica per “I solisti del Teatro”, l’11 agosto al “Pride Village” di Padova e il 9 e 10 settembre al Museo della Centrale Montemartini di Roma per “Estate nei Musei 2011”.
Indovina da chi andiamo a cena? di Donatella Diamanti
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Indovina da chi andiamo a cena? di Donatella Diamanti prodotto dal Teatro delle donne, ha debuttato nell’aprile del 2001, per la regia di Andrea Taddei. In scena, Katia Beni nel ruolo di Katia, Sonia Grassi nel ruolo di Sonia, Niki Giustini nel ruolo di Fabio, Graziano Salvadori nel ruolo di Daniele, Francesca Mainetti nel ruolo di Maria e Francesco Lucente Stabile nel ruolo di Giuseppe. Prestava la voce allo speaker del TG Gabriele Galeotti, oggi noto agli ascoltatori di RTL come Conte Galè.
Perché leggerlo.
“Indovina da chi andiamo a cena?” parafrasando il celebre film degli anni sessanta di Stanley Kramer con Spenser Tracy e Katharine Hepburn, ci ripropone un mondo fatto di “normalità” e “diversità”. Dove al posto del Bianco e Nero ci sono etero ed omosessuali. In un ipotetico e futurista ventennio che va dal 2048 al 2068, a cento anni dalla nostra sofferta rivoluzione sessuale, ci ritroviamo in una società “governata” dagli omosessuali che reprimono e osteggiato l’eterossessualità. Stereotipi e condizionamenti, seppur ribaltati, rimangono gli stessi Ma proprio grazie a questo espediente balzano agli occhi in tutta la loro mostruosa inaccettabilità. Il pregio di Donatella Diamanti è quello di scrivere un testo che attraverso l’ironia ed il paradosso tiene viva l’attenzione sulle ingiustizie, ed in alcuni paesi i drammi, che un omosessuale deve ancora subire. Solo per il proprio orientamento sessuale. “E tutto questo per un po’ d’amore… chissà che cosa succederebbe se l’omosessualità avesse a che fare con il petrolio.”
Chi non ricorda in Amici, complici, amanti, la scena in cui il protagonista prefigura, provocatoriamente alla madre un mondo alla rovescia, dove sia l’eterosessualità la devianza e l’omosessualità la norma?
Lo spunto di Indovina da chi andiamo a cena? è più o meno quello. Si immagina infatti che le cose siano andate diversamente e che sia l’omosessualità ad essere “normale” e l’eterosessualità, di contro, costituisca la deviazione, la malattia, la perversione…
Il 12 agosto 2048, alle 3 e 45 due donne - ciascuna al nono mese di gravidanza, ciascuna con un buon motivo per nascondersi – si incontrano/scontrano in un angusto e buio spogliatoio del reparto maternità di un ospedale come tanti. Una, Katia è una madre donatrice, l’altra una self-service. Due ore dopo, nello stesso spogliatoio, due vagiti in sincrono squarciano l’aria: Giuseppe e Maria sono venuti al mondo 12 agosto 2048 contemporaneamente alle cinque e quarantacinque circa, nel buio e angusto spogliatoio del reparto maternità di un ospedale come tanti. Come negare allora, 20 anni dopo, l’assoluta inevitabilità del loro folle amore? E perché negarla?
Di fatto in vent’anni molte cose accadono.
Accade, ad esempio, che la figlia di Katia, madre donatrice appunto, viene e spedita a domicilio presso la coppia di padri che ne ha fatto richiesta, ma a Katia, madre donatrice single quel parto in comune ha folgorato la mente: adesso ama Sonia alla follia, pur sapendo poco e niente di lei. Dal canto suo Sonia, madre self service con figlio a carico, viene mollata dalla compagna all’indomani del parto: a chi chiedere aiuto? Così Katia e Sonia, si ritrovano, si amano, si sposano e crescono Giuseppe, ciascuna con un segreto nei confronti dell’altra. Un piccolo segreto, ma pur sempre un segreto. Maria (che è la figlia di Katia come si scoprirà più avanti) cresce bella e sana grazie all’amore dolce di Fabio e a quello autoritario di Daniele, rispettivamente papino e papone. Vent’anni dopo Maria e Giuseppe si incontrano e si innamorano… Preso coraggio, manifestano a un etero pride. Il loro bacio è talmente bello che viene mandato in eurovisione e… succede il finimondo.
In un rocambolesco susseguirsi di svelamenti e svenimenti, in cui molti nodi vengono al pettine, la commedia si chiude con un bacio collettivo: l’agosto 2068, la rivoluzione alle porte, o forse è già in casa. Sullo sfondo l’evoluzione di vent’anni di riflessioni sul tema: dal rifiuto totale, alla convinzione che l’eterosessualità sia una malattia, per cui poverini… alla paura che sia invece una scelta, per cui… aiuto!
Molto liberamente ispirata a Indovina chi viene a cena? di Stanley Kramer, Indovina da chi andiamo a cena? è una satira forte e pungente sulla finta tolleranza, sul senso del peccato; ed è, insieme, una commedia dal ritmo narrativo incalzante, in cui si parla d’amore, di sesso e di conflitti generazionali, ma anche, attraverso un gioco di specchi spinto fino alle estreme conseguenze, di intolleranza, di emarginazione per tutto ciò che secondo i più esce dalla norma, collocandosi nello spazio aberrante del contro-natura.
Entro i limiti della media europea di Nino Romeo
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ENTRO I LIMITI DELLA MEDIA EUROPEA
oratorio in nero per le morti bianche (così le chiamano)
scritto e diretto da Nino Romeo
con Graziana Maniscalco e Nino Romeo
Il testo ha vinto il Premio Calcante della Società autori drammatici con la seguente motivazione:
Entro i limiti della media europea di Nino Romeo è – al contempo – un assai incisivo pezzo di “teatro politico” e una suggestiva prova di teatro delle passioni, dell’ira e della dignità offesa. La tragedia continua delle morti sul lavoro (le “morti bianche”, come alquanto indecentemente le si definisce) è in realtà una catena di morti “per il lavoro”, cioè a causa di un sistema produttivo cinicamente fondato sulla pesantezza dei ritmi e la carenza dei controlli. La terribile vicenda del rogo della Thyssen risulta emblematica e incancellabile nella nostra memoria individuale e sociale; e Romeo ha avuto, anche sul piano strettamente drammaturgico, la capacità di renderne il senso atroce con un linguaggio scarnificato eppure densissimo, incandescente e tuttavia raggelante. Dal pozzo oscuro del suo dolore, la moglie di un operaio morto da poche ore in un incidente sul lavoro, incarnata sulla scena da un’attrice di plastica sensibilità come Graziana Maniscalco, impartisce una dolorosa lezione di consapevolezza civile col suo rifiuto di prestarsi al gioco delle cerimonie ufficiali, che sempre più somigliano a una pantomima autoreferenziale e ipocrita, opponendo invece a tutto ciò un percorso di disperato ritrovamento memoriale e onirico del compagno perduto. Un monologo di lacerata compostezza.
Una donna si presenta al pubblico; è la moglie di un uomo vittima di un incidente sul lavoro. Parlamad un immaginario uditorio; emerge così il rapporto con il suo uomo. La gente le chiede di accettare le interviste e di partecipare a trasmissioni televisive: lei rifiuta: non vuole che il suo dolore privato diventi pubblico spettacolo. Più procede il flusso di ricordi più emerge in lei la consapevolezza che la vera lezione di vita che quella morte porta in sé è il rifiuto di un modello produttivo basato sull’asservimento del lavoro e della vita dei molti da parte di pochi. Compressa dal dolore, la donna mantiene la lucida autonomia del giudizio: il suo linguaggio è parola spezzata, consapevolezza linguistica che avanza in parallelo alla consapevolezza di sé acquisita attraverso un trauma insanabile. Ci sta un uomo che ostinatamente ripete le stesse battute: sono le parole che il padre di uno degli operai morti nel rogo della Thyssen ripeteva mostrando la fotografia del figlio.
Se io ho perso chi ha vinto? di Abner Rossi
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SE IO HO PERSO… CHI HA VINTO?
di Abner Rossi & Mario Berlinguer
quando il teatro-canzone è anche teatro civile
con Anna Maria Castelli
ed i musicisti: Simone Guiducci (chitarra), Thomas Sinigaglia (fisarmonica), Marco Cremaschini (pianoforte e tastiere)
canzoni originali di: Abner Rossi, Mario Berlinguer, Alessandro Hellmann
Pubblichiamo questo mese il testo del nuovo spettacolo di Anna Maria Castelli scritto da Abner Rossi. Essendo uno spettacolo di Teatro-Canzone avrà ovviamente su questo sito la limitazione della mancanza delle musiche originali e dell’interpretazione di Anna Maria Castelli.
Ma ci è sembrata comunque una drammaturgia forte e intensa di per se, una scrittura poetica e moderna al tempo stesso che tocca i temi eterni dell’uomo, le relazioni ed i sentimenti, ed i temi più attuali e concreti presenti nella nostra malandata società.
Abbiamo comunque mantenuto nel testo l’indicazione delle canzoni eseguite nello spettacolo.
Questo inedito spettacolo di Teatro-Canzone nasce dalla volontà di Anna Maria Castelli (una delle artiste italiane più rappresentative di questo genere, già segnalata nel 2004 dallo stesso Festival teatro-canzone “Giorgio Gaber” come una degli artisti che, con i suoi progetti, ha proseguito nel percorso di teatro canzone) e un gruppo di artisti fra cui Abner Rossi, Mario Berlinguer, Alessandro Hellmann, di riflettere su quale potesse essere il futuro di questo genere in Italia. Due gli scenari possibili: raccogliere il testimone artistico lasciato da Gaber – Luporini per proseguire dando originalità alla produzioni posteriori o limitarsi a riportare in scena, con altri protagonisti, i loro lavori più rappresentativi.
Il risultato scaturito da questa riflessione comune li ha portati a credere che il significato profondo del teatro canzone (la critica sociale) permetta ed anzi auspichi che si prosegua sulla strada tracciata indirizzandosi verso un’analisi ed una critica attenta della società attuale e verso i limiti, oggi sempre più evidenti, di un’umanità sempre più autodistruttiva e votata all’arroganza della stupidità, scartando i più o meno legittimi rifacimenti di lavori che, seppur caratterizzati da una grandissima vena artistica, risultano oggi ovviamente datati storicamente e socialmente.
“Se io ho perso, chi ha vinto?” mira a salvaguardare questo genere e le sue peculiari caratteristiche di critica sociale ed osservazione attenta dei comportamenti umani e delle sue degenerazioni. Per farlo parla al tempo presente, avvalendosi di monologhi e canzoni originali, scritti appositamente per Anna Maria Castelli che, ovviamente, essendo una donna affronta tutto ciò da un’angolazione particolare offrendo uno spettacolo di forte impatto emotivo, di amara ironia e di straordinaria sensibilità.
(dalla presentazione dello spettacolo prodotto da Isabella - Network Internazionale Donne in Arte)
Lo spettacolo sarà in scena:
13 Febbraio – Teatro Rossetti di Vasto (Ch)
10 Marzo - Teatro Fabrizio De André Casalgrande (RE)
29 Marzo - Teatro del Popolo di Colle Val d’Elsa (Si)
26 aprile / 8 maggio - Teatro dei Comici di Roma
Abner Rossi (Firenze)
1977
- Responsabile del Settore “Organizzazione” dell’ ARCI di Firenze
- Membro della Direzione Regionale dell’ARCI Toscana
Dal 1977 fino al 1980, proprio per gli incarichi qui citati, è in contatto, conosce e partecipa in vario modo alla emersione dell’importante gruppo di comici toscani (Alessandro Benvenuti, Athina Cenci, Francesco Nuti a altri). Conosce e frequenta Roberto Benigni fino al trasferimento dell’Attore a Roma e ne segue il periodo della scrittura del Film “Berlinguer ti voglio bene”
1978 / 1983
- dirige la scuola di Teatro di Artemusique Européenne (finanziata dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali) e fonda tre diverse compagnie professionistiche. 1) “Donne InScena”, 2) “Compagnia degli Strami”, 3) Compagnia Teatro Classico”. Con queste porta in scena alcuni lavori originali, che lo vedono impegnato anche come autore, come “Le voci della luna”, “Monologhi per organi caldi” (Dedicato allo scrittore Charles Bukowski), “Gershowitz” visioni oniriche sulla morte di George Gershwin e lavori drammaturgici come “Il Berretto a Sonagli”, “Sogno di una notte di Mezza Estate”, “L’Avaro”.
Parallelamente a questo, fino al 2000 conduce stage di lavoro corporeo indirizzato al teatro in Italia (Sarzana, Firenze) e in Svizzera (Lugano)
Dal 2000 elabora un personale metodo di insegnamento che integra le tecniche classiche di recitazione con i vari elementi legati alla gestalt therapy, alla bioenergetica e allo psicodramma moreniano.
2002 - firma la regia in Lituania della prima mondiale assoluta dell’opera inedita (e mai rappresentata prima) di Léo Ferré “L’Opéra du Pauvre” con l’Orchestra Sinfonica ed il coro della Lithuanian State Symphony Orchestra diretta dal Maestro Gintaras Rinkevicius. Per questa regia Abner Rossi ottiene il plauso di una Associazione di Registi teatrali della Lituania.
Sempre nel 2002 un’altra produzione originale dedicata al tango dal titolo “La notte delle Dee del sogno” per voce, quartetto d’archi e danzatrici contemporanee, viene rappresentato e premiato al prestigioso Festival “Porto Venere Donna”.
Nello stesso anno assume la carica di Responsabile della Organizzazione del “Versilia Jazz Festival” e collabora con la Direzione artistica di questo Festival, con la quale da vita, nel 2004, al Premio Internazionale “Premio Musica Europa”
2003 – il Comune di Pontremoli gli affida la direzione artistica del Teatro della Rosa che viene riaperto dopo alcuni anni di chiusura per restauro
2005 – Ancora come autore in una produzione originale, “Fiori d’Amore e d’anarchia”, interpretato da Anna Maria Castelli con il quale partecipa al primo “Festival Teatro – Canzone Giorgio Gaber” (Viareggio – Cittadella del Carnevale”)
2005 – Inizia la sua collaborazione con il Maestro Luis Bacalov (Premio Oscar per le musiche del Film “Il Postino”) ed insieme producono un memorabile Cd dedicato al tango e a Carlos Gardel dal titolo “La meravigliosa avventura di Carlos Gardel”, distribuito in Italia per “i Materiali Musicali” del quotidiano “Il Manifesto”.
2006 – Sempre per Luis Bacalov e per la cantattrice Anna Maria Castelli, scrive i testi e firma la messincena de “La meravigliosa avventura del tango”. Questo recital, che ha ormai al suo attivo sia in Italia che all’estero oltre 50 repliche, riscuote ancora oggi un grande successo di critica e di pubblico.
2007 – Si occupa della “ripresa” dello spettacolo teatrale “Borges in Tango”, scritto, diretto e interpretato da Giorgio Albertazzi.
2007 – Scrive il copione teatrale di “Tu non eri che la notte” che verrà rappresentato nel 2008 e nel 2009 e che vede fra i suoi interpreti l’attore cinematografico Omero Antonutti ( “Padre Padrone”, “La notte di San Lorenzo” “Kaos”, “I banchieri di Dio”, “N, io e Napoleone”, “La ragazza del lago”, “Miracolo a Sant’Anna” etc.).
2008 – Viene nominato responsabile della sezione “Edizioni Musicali” di Isabella Network
2008 / 2009 – scrive, rileggendo alcuni monologhi della poetessa Maria Gloria Grifoni, il copione di “Religioni Contro”, prodotto e rappresentato dal Teatro Coccia di Novara e che rinnova la sua collaborazione con il già citato Omero Antonutti.
2010 – Ha concluso la scrittura del lavoro di Teatro Canzone (genere creato da Giorgio Gaber) interamente originale dal titolo “Se io ho perso….chi ha vinto?” . In questa ultima produzione oltre ai monologhi, si è cimentato nella scrittura dei testi di alcune canzoni, musicate dal compositore Mario Berlinguer.
Lo spettacolo debutterà nel 2011 in diversi teatri italiani fra i quali il “Teatro dei Comici – Palazzo Santa Chiara” di Roma dove sarà in cartellone per due settimane.
2010 – Sta iniziando a preparare i piani di regia di due lavori letterari (mai portati in Teatro) della scrittrice Dada Montarolo (edita da Mursia) dal titolo 1) Nessun Messaggio Nuovo (N.M.N.) e 2) La Valigia.