• Associazione
    • Collaboratori
    • La storia
    • Contattaci
    • Collabora con noi
    • Dramma.it nel tuo sito
    • Rubriche
    • Recensioni
    • Articoli e interviste
    • Cartelloni teatrali
    • Bacheca spettacoli
    • Materiali
    • Siti teatrali
    • Il vostro spazio
    • Comunità
    • Libreria virtuale
    • Concorsi drammaturgia
    • Formazione
    • Traduzioni
    • Spettacoli
    • Rassegne e festival
    • Formazione
    • Concorsi e opportunità
    • Altre notizie
    • Invia un comunicato
    • Pubblica una notizia in evidenza
    • Drammi
    • Libri
    • Promo spettacoli
    • Dossier
    • Scritture sulla scena
dramma.it
  1. Sei qui:  
  2. Home
  3. Segnalazioni
  4. Drammi

Il dramma del mese

Semi d'acciaio di Petrillo Brancale Di Noto

Scritto da Administrator
Visite: 2219

Semi d'acciaio debutta a Roma dal 18 al 21 marzo 2010 al Teatro Quarticciolo, per continuare al Teatro Tor Bella Monaca dal 23 al 26 marzo e concludere le repliche al Teatro India dal 28 al 30 marzo. Prodotto da Neraonda per la regia di Leonardo Petrillo, con Paola Pitagora, Massimo Wertmuller, Nadia Kibout, Emmanuel Dabone, Djibril Kebe, Gaston Biwole. Scene di Roberto Banci, costumi di Sandra Cardini.

Di cosa parla
In un non precisato Paese dilaniato dalla guerra civile, Francesco, medico della Croce Rossa, si trova ad allestire un ospedale in una scuola ormai abbandonata. Qui incontra Rukya, giornalista televisiva del posto, che, insieme al suo operatore, Mamadou, gli porta a curare un ribelle catturato e ferito da un ufficiale dell’esercito governativo. Accanto a loro una suora, che insegnava in quella scuola, convinta di avere ancora vicino a sé tutti i suoi piccoli allievi, ed un robot anti sabotaggio ormai fuori uso che, privo di una rotella, rappresenta tutte le vittime delle mine antiuomo. Al centro della vicenda è un deposito di armi, tra cui le meschine e feroci mine. L’ufficiale governativo cerca di scoprire l’ubicazione del deposito tenuto occultato dai ribelli. Le sue ragioni sembrano inattaccabili, ma nella evoluzione della storia le intenzioni di entrambi gli schieramenti evidenzieranno come la responsabilità non si trovi da una sola parte. Mentre la ragione sì, quella è sempre dalla parte delle vittime. E’ a loro, ma soprattutto ai bambini, che “Semi d’acciaio” è dedicato, nella speranza di riuscire, con l’aiuto del teatro, a raccontare come un mondo senza di loro è un mondo senza futuro.

Leggi

Il progetto:
“Semi d’acciaio” è un progetto articolato che comprende un’opera teatrale, un convegno e una serie di incontri con gli studenti delle scuole superiori, sul drammatico tema delle mine antipersona. Il progetto, ideato e scritto da Leonardo Petrillo, con la collaborazione drammaturgica di Giancarlo Brancale e Angela Di Noto, è un progetto teso a richiamare l’attenzione sul delicato argomento delle mine antipersona che tuttora uccidono, feriscono o mutilano ogni anno milioni di persone tra cui soprattutto bambini, i più esposti ai pericoli degli ordigni inesplosi.
Una grave minaccia, che purtroppo si presenta ancora prepotentemente a dieci anni dall’entrata in vigore della Convenzione di Ottawa, e ricordata dallo stesso Santo Padre in un suo appello a quei paesi che ancora non hanno aderito alla Convenzione. Questo richiamo, all’indomani della IV Giornata internazionale promossa dall’ONU per la sensibilizzazione sul problema delle mine antipersona, giunge da stimolo ulteriore per coinvolgere l’opinione pubblica e per diffondere i problemi relativi alla questione delle mine, rivolgendo una particolare attenzione ai giovani, cui affidiamo il futuro dell’umanità.

Nonostante vari trattati internazionali, tra cui fondamentale la convenzione di Ottawa del 1997 per la Messa al Bando dell’Uso, Stoccaggio, Produzione e Trasferimento di Mine Antipersona, e per la loro Distruzione, ancora oggi milioni di mine terrestri e di residuati bellici, comprese le munizioni cluster giacciono inesplose nei campi e ai bordi delle strade di più di cento paesi e aree, in particolare nei territori di Iraq, Cambogia, Afganistan, Colombia, Angola. Ancora oggi le cluster bomb (le micidiali bombe a grappolo, con effetti simili alle mine antiuomo) non sono state incluse tra gli ordigni messi al bando. Ancora oggi non tutti i produttori mondiali di mine antiuomo e cluster bomb hanno aderito alla convenzione di Ottawa. E’ importante quindi continuare, con tutti i mezzi, una campagna di sensibilizzazione e di approfondimento culturale su armi che uccidono e feriscono centinaia di persone ogni settimana, perlopiù innocenti e civili senza difese e soprattutto bambini, impediscono lo sviluppo economico e la ricostruzione di paesi già devastati dalla guerra, inibiscono il rimpatrio dei rifugiati e degli sfollati all'interno di un Paese, e comportano ulteriori gravi conseguenze anni e anni dopo il loro utilizzo.

Il progetto Semi d’acciao è realizzato da NERAONDA srl con il sostegno di:
Comune di Roma in collaborazione con Zètema – Ministero della Gioventù - ETI
e con il patrocinio di
Regione Lazio - Provincia di Roma - Camera di Commercio di Roma - Arma dei Carabinieri - Croce Rossa Italiana - UNICEF - BANCA ETICA

Sudore di Laura Sicignano e Alessandra Vannucci

Scritto da Administrator
Visite: 2996

Sudore ha debuttato lo scorso maggio 2009 al Teatro Cargo e poi al Teatro della Tosse di Genova con la regia di Laura Sicignano. Con Fiammetta Bellone, Arianna Comes, Beatrice Schiros, Irene Serini, Raffaella Tagliabue. Con la voce di Roberto Serpi, le coreografie di Nicoletta Bernardini, le scene di Laura Benzi, i costumi di Francesca Marsella, le Luci e le musiche di Enzo Monteverde.

Leggi

Di cosa parla
La palestra, quella cattiva, con l’istruttore che urla nel microfono, quella con la musica tunz tunz che ti assorda e tu che ti guardi allo specchio salire e scendere da uno scalino, violenta come un marine lanciato all’attacco del nemico. Quale nemico? La solitudine, la frustrazione, la bulimia mentale, il consumo di beni e di sé.
Perché vai in palestra?
Per non pensare!
Per scaricarmi!
Per potenziarmi!
Benessere, euforia!
La contemporaneità possiede una dimensione grottesca, più che tragica.
Cinque donne in palestra: una poliziotta che cerca il pugno in grado di abbattere un uomo. Una divorziata che vuole rifarsi la vita e anche la faccia. Una madre divorata dai figli. Un’eterna adolescente impasticcata
un’inadeguata a sé e al mondo. Le tragedie di queste cinque donne occidentali e benestanti sono comiche. Emancipate? Evolute? Padrone di sé e del proprio corpo? Hanno introiettato un aguzzino nella testa e non riescono più a liberarsene. Non sanno crescere. Masochiste? Votate al sacrificio, chissà perché? Amano il loro invisibile istruttore che le massacra di esercizi e regole. Sudano per espiare. Vanno in palestra per allenare il corpo in un movimento ripetitivo che non porta all’estasi, ma all’alienazione. La liberazione delle donne è un processo che deve ancora avvenire nelle nostre teste e nei nostri corpi. Speriamo che tutte le ragazze si vedano e ridano di sé

La stampa:
La recensione su dramma.it di Maria Dolores Pesce

IRENE LICONTE Corriere Mercantile, Domenica 10 Maggio 2009
Cinque donne rivaleggiano in palestra, sferzate dalla voce impersonale di un invisibile istruttore, e riversano le proprie frustrazioni e infelicità su un corpo teoricamente oggetto di culto ma, in realtà, masochisticamente bistrattato. (….) Amanda e' una quarantenne che riversa i cospicui alimenti versati dall'ex marito in interventi di chirurgia estetica (Beatrice Schiros); Eva una madre appesantita dai parti e che ha annullato la propria identità per i figli (Raffaella Tagliabue). Agnese e' un'adolescente schiacciata dal confronto con la prestanza fisica del fratello morto in un incidente (Irene Serini), mentre Bibi, poliziotta, (Fiammetta Bellone) ha una conflittuale relazione con un uomo sposato. La giovane Alice (Arianna Comes), è dipendente da psicofarmaci e beveroni energetici. Cinque donne con storie personali diverse ma un punto di approdo comune (anche se non condiviso, ma vissuto in artistico isolamento e feroce antagonismo): il fitness, la palestra come luogo in cui liberarsi di tossine, pensieri e insoddisfazioni - e' una battuta ricorrente - accanendosi sul proprio corpo. Un corpo non accettato, da emendare con il silicone o scolpire di muscoli di potenza mascolina, da "svuotare di viscere" chimicamente contaminate per farlo librare come un "aeroplano acrobatico" prima di schiantarsi al suolo. La frenesia atletica in cui si cimentano le brave attrici in scena e' interrotta da impennate di intensità drammatica: la vera "forma fisica" a cui aspira Eva e' il recupero dei figli nel grande "cesto tiepido" del proprio grembo. Aleggiano miti femminili antichi e moderni, feticci irreali e irraggiungibili, da Pentesilea regina delle Amazzoni a Barbie. Ma l'angoscia non esclude la risata: Agnese e' irreparabilmente scoordinata, Eva, madre asfissiante, infila nello zaino del figlio un toblerone da 1 kg per merenda: donne vessate e che vessano, quindi, come Bibi che allena il suo pugno per abbattere un uomo. La regia ambienta l'odierna ossessione per la cura del corpo in un'atmosfera buia e soffocata, squarciata da musica martellante e sincopate pulsazioni; specchi assediano le protagoniste e le costringono a confrontarsi con un'apparenza in cui non si riconoscono.

SILVANA ZANOVELLO Il Secolo XIX, Domenica 10 Maggio
Bicipiti e Roipnol, torsioni ed Enervit, due calci e un pugno, duecento calorie da bruciare ed un istruttore invisibile che ti ordina di sentirti libera. E' raro che le donne siano cosi' magnificamente spietate con se stesse come accade in Sudore di Laura Sicignano e Alessandra Vannucci (…) Nello spettacolo (…), a ritmo adrenalinico, con l'ossessiva ripetitivià di un bolero senza estasi, cinque palestrate cercano di sfogare le frustrazioni di una vita nella cattiveria gestuale ed in una competitività completamente autoriflessa. In una palestra che sembra la versione femminile e piccolo borghese dei tormentoni allenatori di Full Metal Jacket, ciascuna e' sola come Alice davanti ad uno specchio che non porta a nessun paese delle meraviglie. C'e' la madre calpestata dai figli, la single che le sbatte in faccia la propria solitudine come una conquista, la poliziotta che sogna un pugno tanto forte da abbattere la propria dipendenza dall'amante, l'eterna ragazza oppressa dai sensi di colpa: per tutte "espiare", attraverso la fatica, il lavoro tra gli attrezzi e' la parola d’ordine. Per nessuna c'è assoluzione perchè il teatro non può essere consolatorio ma deve assumersi il ruolo scomodo, di coscienza critica. Perchè ha il dovere di essere alternativo rispetto a quegli spot pubblicitari che in Tv cavalcano questa nuova illusione di potenza femminile con l'immagine di mamme pugili vincenti, naturalmente pronte a sfoggiare la loro grinta acquistando senza più freni. Frutto di una conoscenza e di un'osservazione molto precisa ma anche grottesca e surreale nei costumi e nelle movenze, Sudore conta su una squadra di attrici che è l'amalgama di due grandi scuole: Beatrice Schiros, Arianna Comes, Fiammetta Bellone, Raffaella Tagliabue sono formate allo Stabile di Genova, Irene Serini al Piccolo di Milano, palestre che in scena non tradiscono.

Banchetto di sangue di Roberto Agostini

Scritto da Administrator
Visite: 3988

I banchetti rinascimentali non erano puri eventi gastronomici, ma pranzi spettacolo e dimostrazioni di ricchezze e magnificenza. I banchetti più importanti si aprivano di solito alle 9 di sera per terminare all’alba ma potevano iniziare anche all’ora di colazione e terminare la sera, dopo intermezzi teatrali, per poi ricominciare a notte inoltrata. Alcuni si aprivano con la rappresentazione di una commedia e continuavano con balli, rime e madrigali. ( Ma erano anche teatro di alleanze, tranelli, delitti d’amore e di potere e spesso dietro la gaiezza apparente degli invitati si nascondevano gravi insidie). Studiando quell’epoca si ha l’impressione che l’uomo sentisse la necessità di domare il “caos” attraverso rigorosi codici di maniera, (non a caso si scrissero trattati comportamentali come il “Galateo di Monsignor Della Casa o “il Cortigiano” di Baldassarre Castiglione.) Ma la realtà dietro le apparenze era ben diversa....

Di cosa parla
Lo spettacolo parte dalla lettura di un menù tipico delle cene di corte rinascimentali, ipotizzando dialoghi da invitati esemplari, che gustano pietanze altrettanto impeccabili. Ambienti dove tutto è soave, lirico, dolce e bello da vedere. Nello stesso tempo, in luoghi vicinissimi, avvengono e si raccontano storie delittuose, narrate indirettamente attraverso un Ipotetico carteggio. È quello fra Cesare Borgia (figlio del Famigerato Papa Alessandro sesto ) e la sua amante Fiammetta Michaelis (Famosa cortigiana romana del rinascimento ). Due storie parallele (che a volte si confondono) e due registri linguistici differenti: quella del banchetto e dei madrigali, “offerta” in lingua strettamente dell’epoca, e quella dei delitti infami, raccontati, con una lingua più vicina a noi...

Leggi

“ Mischiare il sangue di maiale, al sangue di altri porci, confondere i veleni con le carni brasate...Il tutto annaffiato da Vini rossi che schizzano e macchiano in modo indelebile ricche camice immacolate. Una mattanza continua consumata dietro stoffe di broccato dorato e motti di spirito citati al momento giusto, da veri gentiluomini.”

gli attori/cantanti, e i musicisti, diventano cerimonieri, giullari e “maestri dei fuochi”, attraverso l’analogia tra arte culinaria e arte dicitoria; la cena diventa cornice e antefatto del componimento poetico, il testo è vivanda apparecchiata per lo spettatore destinatario. Insomma, tra aneddoti di galateo e storie d’amore e morte, lo spettatore potrà saziarsi...lo spirito.
Roberto Agostini, classe 63, dopo una formazione attoriale - ha lavorato tra gli altri con Manfrè, Vacis, Solari, Sepe - ha iniziato la sua carriera di autore e regista nel 2001 con una rivisitazione teatrale del film “Le Iene” di Quentin Tarantino. Da allora molti dei suoi testi sono stati rappresentati e premiati. Nel 2002 “Cuore di Cenere”, arriva finalista al premio Napoli Drammaturgia. Lo stesso testo è presentato in forma ridotta (in lettura) al festival “scrittori della pace 2001 che gli permetterà di ottenere il premio histryo alla drammaturgia 2002- Nello stesso anno firma testo e regia di “Forme di allergie” e “Diavolo o Padreterno” finalisti al premio “M. Ponchia 2001” e collabora con Michael Zampino alla sceneggiatura del cortometraggio “Agostino” (finalista a “Cinema in Diretta” e vincitore del Festival di Trevignano) e alla sceneggiatura di “Dorothy Nelson”, lungometraggio per il cinema. Del 2003 sono “Conati” e “O.Leo. Gender”. (quest’ultimo con la partecipazione di Vanessa Gravina) Nel 2004 viene rappresentato da Massimo Venturiello il suo “Scaramouche” scritto in collaborazione con Fortunato Cerlino. Affronta ancora la scrittura per il cinema nel 2005 con “il Viaggio di Cesare” sceneggiatura per lungometraggio scritta con Michael Zampino.(la sceneggiatura è finalista al riff- Rome indipendent film festival e vincitore della foglia d’argento- primo premio -dell’autumn film festival di Verona) Nel 2006 Scrive per la Triennale degli Strumenti ad Arco (CR) Palazzo Pallavicino con Alberto di Stasio e Daniela Coelli “Il Violino, la Voce e la Musica”. Nel 2007 debutta al Teatro Eliseo di Roma “Romana”, spettacolo scritto in memoria di Gabriella Ferri interpretato da Tosca. Nel 2009 scrive nuovamente per il cinema, un soggetto per lungometraggio in collaborazione con Liliana Cavani e Riccardo de Torrebruna. Attualmente è impegnato nella scrittura di uno spettacolo musicale per la regia di Marco Mattolini mentre nel 2010 debutterà alla Sala Gassman del Teatro dell’Orologio di Roma “Scarti Nobili”, monologo ispirato alla vita di Beatrice Cenci, interpretato da Annalisa Picconi, di cui curerà anche la regia. Ancora nel 2009 alcuni suoi monologhi sono messi in scena dal regista Marco Maltauro e altri sono stati selezionati per la rassegna –Paspartù- di Max Bruno e Sergio Zecca.


La guardiana del faro di Francesco Scotto

Scritto da Administrator
Visite: 2775

La guardiana del faro ha vinto il Premio "Per voce sola 2007" nell'ambito della rassegna "Scrittori in città". E' stato portato in scena, per la regia di Norma Martelli, Produzione Compagnia dell’Ambra, da una straordinaria protagonista del teatro italiano: Angela Pagano, erede di una grande tradizione teatrale. Uno spettacolo poetico e vitale in cui l’attrice è accompagnata nel suo monologo da Sara Convertino, talentuossissima giovane fisarmonicista, con le musiche composte per lo spettacolo da Nicola Piovani. “La Guardiana del Faro” ha debuttato lo scorso settembre al Festival Benevento Città Spettacolo ed è stato poi presentato a Roma al Teatro dell’Angelo.

Di cosa parla
“La guardiana del faro” è un testo liberamente ispirato alla storia vera dell’unica donna che in Italia – in Puglia, sul Gargano - è stata guardiana di un faro. Qui è vissuta per decenni in un luogo impervio in completa solitudine, ma appagata dalla convivenza con la natura e con qualche animale domestico. Nel suo habitat - scelto e strenuamente difeso - figure familiari e personaggi mitici, diventano compagni di conversazione, interlocutori a cui confidare le riflessioni su un mondo diventato per lei sempre più lontano e indecifrabile. Il momento di frattura avviene quando i fari vengono automatizzati: la donna viene costretta ad abbandonare la sua vita isolata e silenziosa e ad accettare “l’inferno degli altri”.

Francesco Scotto, medico, autore di testi teatrali, con il testo “Intermittenze” – prima stesura de “La guardiana del faro” – è stato segnalato tra i finalisti del premio Oltreparola 2006 ed è risultato vincitore del premio Per voce sola 2007. Nel 2009 ha vinto il premio Fersen con il monologo “L’orribile regalo”.

Leggi

Pagina 20 di 40

  • 15
  • 16
  • 17
  • 18
  • 19
  • 20
  • 21
  • 22
  • 23
  • 24

I libri

Che peccato essere una curiosità di Enrico Pastore

In Europa tra fine '800 e inizio '900, per poi oltre proseguire, esplode, dentro una concezione borghese del patriarcato che riproponeva i consueti schemi di subordinazione e sudditanza ma insieme paradossamente li smentiva nel trionfo della libertà

La vita delle parole di Maria Dolores Pesce

Della straordinaria figura di Dacia Maraini molto si è scritto e pubblicato ma, evidentemente, non è mai abbastanza. Così Editoria & Spettacolo pubblica questo volume che Maria Dolores Pesce dedica a Maraini drammaturga. Nella prima parte del

A teatro nessuno è straniero a cura di Giulia Tollis

Questa pubblicazione di Franco Angeli editore, curata da Giulia Tollis drammaturga e docente di scrittura teatrale presso la Scuola Paolo Grassi di Milano, rappresenta allo stesso tempo la documentazione di un'esperienza rilevante dal punto di vista

Altrimenti il carcere resta carcere di Ornella Rosato e Alessandro Toppi

A partire dall'esperienza ultradecennale della compagnia Petra di Potenza, questa pubblicazione di Bulzoni, curata da Ornella Rosato e Alessandro Toppi, affronta, attraverso una serie di testimonianze e interventi, un discorso più generale sul

Dramma.it on line dal 15 settembre 2000 - direttore Marcello Isidori
© 2000-2025 Ass. Cult. Dramma.it c.f. 97266180583