I libri del mese
Per la segnalazione in questa rubrica inviare esclusivamente libri di teatro o drammaturgia a
Associazione Dramma.it - Via dei Monti di Pietralata 193/c 00157 Roma
L'America di Elio De Capitani di Laura Mariani
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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L'interesse, o meglio la sensibilità, che da molto tempo contraddistingue gli studi di Laura Mariani nei confronti dell'attorialità, torna ad incontrare e ad intersecarsi con l'attività ormai ultratrentennale di uno degli attori che, meglio di tanti altri, ha saputo interpretare non soltanto i singoli e innumerevoli personaggi che ha incarnato, quanto il “Teatro” tout court, visto come espressione artistica ma ancor più come una rete in cui si può impigliare il mondo e la storia e attraverso la quale essi si possono riportare almeno un po' sulla riva della vita, singola o collettivamente intesa. Ne nasce questo volume che non vuole essere una semplice ristampa, ampliata, riveduta o corretta fin che si vuole, ma che diventa un ulteriore completamento di una analisi che però forse non ambisce ad essere completata. Lo sguardo della Mariani infatti era aperto, ed è una sua qualità indubbia, e tale rimane e desidera rimanere, aperto al futuro ma anche al presente della nostra, analoga o diversa che sia, percezione di quella vita e di quella storia scenica. Un bel volume che ripercorre le tappe di una lunga carriera in maniera essenziale, soffermandosi però con maggiore intensità, come già suggerisce il titolo, sul rapporto, che è stato ed è illuminante per Elio De Capitani, quello con la letteratura americana, non solo teatrale, dal fondamentale “Angels in America” all'Ahab dell'ultimo “Moby Dick alla prova”. Un testo interessante per contenuto, per scrittura densa e significativa, e, non ultimo, per ampio e suggestivo apparato iconografico.
L'America di Elio De Capitani
Interpretare Roy Cohn, Richard Nixon, Willy Loman, Mr Berlusconi
di Laura Mariani
Cuepress 2023
pagg. 252 € 34,99
Atti unici di Andrea Scrimali
- Scritto da Marcello Isidori
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Premiato all'ultima edizione del premio Vallecorsi per un testo non presente in questa piccola raccolta edita da Il Convivio, Andrea Scrimali fa parte di quella grande schiera di drammaturghi "part time" che cioè non vivono di sola scrittura e di teatro ma che ad essa dedicano comunque tempo e passione. Le quattro brevi drammaturgie pubblicate in questo volume, da cui il titolo Atti unici, consentono al lettore di farsi un'idea molto chiara sulle tematiche e la poetica, molto più che sullo stile, di questo autore poco noto. Evidente appare il tema della pluralità di aspetti, spesso in contraddizione tra loro, che caratterizzano la personalità, l'approccio mentale ma anche il ruolo di ogni essere umano nelle dinamiche relazionali generali ma qui, in particolare, in quelle amorose. Questo il nucleo centrale di tre dei testi pubblicati che, tutti basati s'un idea abbastanza originale, si sviluppano agevolmente in una struttura semplice ma solida. Punto debole che ho colto in queste drammaturgie soprattutto lo stile e il linguaggio troppo scritto e letterario, che sembra inoltre raccogliere l'eredità del teatro classico ignorando, volutamente o meno, quello contemporaneo. Altro elemento che, se non fosse funzionale al tema, potrebbe lasciare perplessi è l'assenza di personaggi poichè tutti gli attanti delle tre drammaturgie sono appunto ruoli, stereotipi, aspetti della personalità, maschere. Il quarto atto unico, Il caso Förster, rappresenta una parziale eccezione rispetto agli altri lavori perchè risulta assai meno lineare nello sviluppo e certamente più interessante. Qui il linguaggio, pur essendo di un'altra epoca, è più parlato, più godibile, più efficace. Qui, inoltre, abbiamo due vere dramatis personae anche se la tematica del ruolo e della maschera si fa nuovamente presente nel gioco finale del discepolo. L'introduzione ai testi è firmata da Cristian Calabretta.
Atti unici
di Andrea Scrimali
Il convivio editore 2022
pagg. 120 € 13,00
Fra memoria e gioco: rinunciare all'assenza a cura di Ginaluca De Col
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Renata Molinari, studiosa di teatro ma direi, essendo stata a lungo dramaturg, un pensiero e una vita 'dentro' il teatro, ritornata nella sua Bagnacavallo, sorgente anch'essa di teatro prossima a Ravenna, ha inventato qualcosa che assomiglia ad un bagaglio che, tanto pieno è di cose e di noi, fatichiamo a svuotare fino in fondo. Parlo de “La Bottega dello sguardo”, biblioteca e archivio che rifuggendo ogni museo si aggroviglia ancora alla vita che il teatro sempre custodisce. E non è paradossale che una persona che della parola ha fatto lo strumento privilegiato della sua indagine sul mondo abbia battezzato quel luogo in quel modo.
Non lo è perché la parola di Renata Molinari è stata in buona parte, quella privilegiata intendo, una parola drammaturgica e il teatro etimologicamente è appunto il luogo del vedere (theatron da theaomai), quindi costruire la parola (in teatro) è anche il frutto di una fecondazione che parte da uno sguardo (quello degli occhi e soprattutto quello della mente e del cuore) e finisce per realizzarsi elaborato in un altro speculare 'vedere', il vedere che è il partecipare dello spettatore. Infatti questa “Bottega dello sguardo” non si chiude in se stessa ma produce e diffonde parole, che la riguardino direttamente o non la riguardino affatto. Queste nuove parole sono i suoi “Quaderni”, editi da Poliniani Editore in una versione, non solo nella sua raffinata grafica, molto curata e di grande efficacia.
Qui vogliamo rapidamente presentare, ad esempio se non ad esergo, il Quaderno n. 3, dal suggestivo titolo “Fra memoria e gioco: rinunciare all'assenza”, che ripercorre e ripropone un progetto della Bottega stessa dedicato all'infanzia. È un testo breve, supera di poco le cinquanta pagine, ma è di grande consistenza intellettuale e individua nelle due funzioni del titolo il mezzo più efficace di “esplorare, con la lente del teatro, il mondo dell'infanzia”.
Un mondo, quello degli infanti, che viene tra l'altro definito nella tragedia greca senza voce (àphona pròsopa) e senza udito (kophà pròsopa), capace di coagulare suggestioni e disvelare sensazioni che gli adulti faticano a ritrovare in sé dalla memoria dell'infanzia, quella che erano e quella che con fatica o spesso disinteresse osservano. Un bel libro, agile ma profondo in cui il teatro è il luogo quasi di un esperire anche ciò che non lo coinvolge direttamente e dunque consigliabile anche a chi il teatro non lo pratica o non lo frequenta.
I QUADERNI DELLA BOTTEGA DELLO SGUARDO N. 3
Fra memoria e gioco: rinunciare all'assenza
Conversazioni di Renata M.Molinari e Giusi Quarenghi.
A cura di Ginaluca De Col.
Poliniani Editore, luglio 2022.
pagg. 55 € 12,00
Abitare la battaglia di Sergio Lo Gatto
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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All'interno del più generale processo di trasferimento dell'informazione dal suo tradizionale supporto cartaceo allo spazio virtuale del web, innescato magari da problematiche di carattere economico ma poi più effettivamente motivato da un cambiamento linguistico/sistemico che tutti ci riguarda, questo volume affronta un aspetto specifico, quello della critica teatrale che forse più di altri ne espone i segni della rivoluzione anche concettuale. Questo, credo, perché Sergio Lo Gatto, che lo cura e lo affronta con una non comune attenzione e profondità, individua una inaspettata sovrapponibilità nelle linee di evoluzione del teatro, come fenomeno sociale ed artistico insieme, e degli strumenti della critica che lo riguardano, nella loro tendenza ad affrancarsi dagli aspetti più tradizionali ed istituzionali (della critica e del teatro intendo) per inseguire le innovazioni del cosiddetto “teatro di ricerca”, riuscendo contemporaneamente a promuoverle. L'argomento ci riguarda da vicino, essendo quello di Dramma.it dal 2001 uno dei primi spazi e comunità virtuali dedicati alla drammaturgia contemporanea, e le argomentazioni appaiono utili a portare avanti una riflessione difficile ma da condividere, anzi ormai direi necessaria visto che sono più di vent'anni che il fenomeno è nato e viste le sue attuali dimensioni anche relative. In particolare a partire dalla cosiddetta interattività, propria più degli ambiti 'social' connessi che della stampa web in quanto tale, che secondo l'autore è uno degli elementi che più ha contribuito alla evoluzione del linguaggio della critica teatrale, anche nelle sue ricadute 'operative' sul mondo del teatro nella sua complessità, con interferenze potenziali talora sulla stesse politiche produttive o di finanziamento. Tra l'altro avuto riguardo anche alle sovrapposizioni e agli intrecci tra le diverse realtà del web, e le loro diverse forme (dal blog singolo a strutture redazionali), che non sempre favoriscono una selezione in merito, sensibilità ed efficacia. Da questa problematica di fondo il testo si addentra in altri cruciali snodi che, dal piano linguistico, vanno a riguardare tra gli altri il tema della “autorità e autorevolezza” degli operatori, stante la praticamente universale accessibilità al mezzo, nelle loro relazioni con la tradizionale critica militante se non addirittura accademica, il cui ruolo rimane comunque culturalmente essenziale. Un libro accurato, dal titolo assai intrigante e corredato da un apparato bibliografico robusto, che ricerca e seleziona con efficacia le sue fonti tracciando un quadro che, 'privilegiando i 'problemi', non offre soluzioni e risposte facili ma, bensì, adeguati strumenti per tentare entrambe. Utile dunque al critico di rivista e di rete, nella loro comunque conservata e positiva interscambiabilità, ma utile anche a chi il teatro lo fa e a chi il teatro vuole continuare a frequentare.
Abitare la battaglia
Critica Teatrale e Comunità Virtuali
di Sergio Lo Gatto
Bulzoni Editore 2022
pagg. 196 € 19,00