I libri del mese
Per la segnalazione in questa rubrica inviare esclusivamente libri di teatro o drammaturgia a
Associazione Dramma.it - Via dei Monti di Pietralata 193/c 00157 Roma
Cicoria a cura di Simone Soriani
- Scritto da Marcello Isidori
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Cicoria
del teatro di Ascanio Celestini e Gaetano Ventriglia
a cura di Simone Soriani
Titivillus edizioni - 2006
pagg. 211 € 14,00
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Crocevia e punto di partenza allo stesso tempo di due percorsi artistici differenti ma egualmente interessanti, "Cicoria, in fondo al mondo, Pasolini" è lo spettacolo costruito insieme da Ascanio Celestini e Gaetano Ventriglia in un 1998 che appare più lontano di quello che in realtà è realmente. Il valore di questo lavoro, considerato dai critici all'epoca del suo debutto innovativo e originale, viene in questa pubblicazione preso in considerazione soprattutto nel suo rappresentare incontro di due prospettive poetiche e drammaturgiche, affabulatoria quella di Celestini, sognatrice quella di Ventriglia, che hanno caratterizzato i due percorsi successivi dei due autori-attori. Il punto di contatto tra i due autori, è quel Pasolini che appare nel titolo, che nel testo non viene mai esplicitamente citato, ma di cui viene sottilmente evocato, in questo spettacolo, l'oggetto di osservazione ed ispirazione. Il saggio, curato da Simone Soriani, ricercatore di studi italianistici all'università di Pisa, dove collabora con la cattedra di drammaturgia, è un mosaico di mini saggi, brevi articoli, interviste che fa da cornice al testo della drammaturgia. I saggi sono firmati dallo stesso Soriani e da Gerardo Guccini, Concetta D'Angeli e Attilio Scarpellini. Interessante la sezione composta dai critici e da coloro che in modi e misure diverse hanno avuto a che fare con lo spettacolo (Andrea Porcheddu, Antonio Audino, Andrea Mancini, Vincenzo Maria Oreggia, Dario Marconcini, Andrea Cosentino, Francesca Pompeo, Giovanni Balzaretti). A loro è stato chiesto di scrivere quello che ricordavano, a seconda del loro differente ruolo, e di conseguenza, differente punto di osservazione, dell'esperienza fatta di questo spettacolo. L'ordine di questi tasselli è stabilito, nella parte che precede la pubblicazione del testo di "Cicoria", in funzione di una evocazione dei contenuti e del senso artistico e tematico dello spettacolo mentre nella seconda parte, si da ampio spazio alle conseguenze che questo spettacolo ha avuto, col senno di poi, nella carriera dei due artisti.
Nuova guida di animazione teatrale di Paolo Beneventi e David Conati
- Scritto da Marcello Isidori
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Nuova guida di animazione teatrale
di Paolo Beneventi e David Conati
Sonda Edizioni - Bergamo 2006
pagg. 229 € 14,00
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Si parla molto del teatro per ragazzi e della necessità di formare il nuovo pubblico teatrale con le nuove generazioni. Tuttavia non sempre è chiaro cosa si stia facendo in Italia a questo proposito. Ci è sembrato allora molto interessante l'approccio di questo volume che pur essendo, come recita il titolo, una guida destinata principalmente agli addetti ai lavori, tuttavia trasmette delle idee di fondo che vanno molto al di là della semplice esigenza manualistica. Paolo Beneventi, coautore del volume insieme a David Conati, drammaturgo e musicista, fa l'animatore dal 1979 con i bambini, con insegnanti e operatori e con gli ospiti di comunità terapeutiche, e crediamo abbia pieno titolo per avvertire che questo "mestiere" non può essere realmente insegnato, nel senso di trasmettere una serie di decaloghi, regole, contenuti o anche semplici consigli a chi voglia impararlo a fare, ma che è necessario comprendere come, tutto ciò che dovrebbe fare l'animatore teatrale è per l'appunto di animare potenzialità, tendenze e risorse che i bambini (sia quelli veri, sia quelli adulti) hanno già dentro di se' e che la società tenta in tutti modi, spesso riuscendoci, a sopire. Leggendo il libro, allora, sembra proprio di seguire una serie di laboratori come uditori, pronti a colgiere nei metodi dell'animatore, quella sensibilità che gli permette di tirar fuori dai ragazzi la creatività e la teatralità che ciascuno di loro custodisce e spesso nasconde nel proprio essere. Ogni argomento, riguardante i vari aspetti di un possibile laboratorio, è sufficientemente approfondito e articolato, arricchito inoltre da testimonianze ed esperienze già vissute, da consigli pratici e da giochi ed esercizi specifici da riutilizzare con facilità. La trattazione spazia nel mondo dell'animazione teatrale in modo ampio, sviluppando le possibilità didattiche agli ambiti della creazione televisiva, cinematografica e della computer art. Una curiosità: troviamo molto intelligente la modalità di esposizione delle "note" al testo. Anzichè collocarle a piè di pagina come si fa di solito la pubblicazione le colloca infatti ai margini esterni di facciata, invitando in modo cortese il lettore a non trascurarle come si fa di solito.
Cassandrino al Teatro Fiano di Davide Marzattinocci
- Scritto da Marcello Isidori
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Cassandrino al Teatro Fiano
il teatro delle marionette a Roma nella prima metà dell'ottocento
di Davide Marzattinocci
Edizioni Junior - Bergamo 2006
248 pagg. € 16,80
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Interessante pubblicazione dei “Quaderni dell’Associazione Peppino Sarina” che accoglie ogni anno, a partire dal 2001, la tesi di laurea vincitrice del “Premio Dottor Burattino”. Istituito nel 1995 dal burattinaio Walter Broggini per onorare la memoria del fratello Riccardo, il concorso è riservato a tesi universitarie che si occupano del teatro di animazione. Il volume che presentiamo tratta di una maschera che, a differenza di quelle più note, fu legata a doppio filo alla vita del suo creatore/animatore Filippo Teoli (1771-1844), tanto da nascere e scomparire con lui, e con la breve ma folgorante esperienza di un teatrino di marionette situato a Roma, all’interno del Palazzetto Fiano, di proprietà del Cardinale Pietro Ottoboni. Il teatro iniziò infatti l’attività nel 1812 e la terminò, per essere trasformato in bottega, nel 1849. In quegli anni le commedie dei burattini con Cassandrino protagonista attirarono moltissimo pubblico entusiasta. Non solo il popolo si dilettava con la sottile satira dei testi del Teoli, ma soprattutto larghi settori della borghesia benestante e della compagine ecclesiastica, con significative presenze d’intellettuali ed artisti talvolta decisamente illustri come Gioacchino Belli, Giacomo Leopardi e persino Stendhal. Fu proprio nel periodo della prima metà del secolo XIX che i teatri di marionette a Roma conobbero una certa diffusione accanto a quelli storici dell’opera, della prosa e della danza. L’autore Davide Marzattinocci, laureatosi con questa tesi in Lettere e storia del teatro presso l’Università La Sapienza di Roma, che affianca all’attività di attore e regista quella di arteterapista, struttura il suo saggio in due parti: la prima offre una panoramica del mondo teatrale romano, in particolare quello di figura, nella prima metà dell’ottocento. Una panoramica caratterizzata dalla presenza di un serrato controllo burocratico e censorio da parte del potere ecclesiastico, ma anche dalla vivace presenza di un pubblico tanto vasto quanto eterogeneo. Nella seconda parte l’autore approfondisce la storia del Teatrino Fiano e di quella della maschera che ne fu incontrastato protagonista. Accanto ad ampi stralci di documenti dell’epoca, che dettagliano in modo talvolta eccessivamente nozionistico (è pur sempre una tesi), tutte le vicende artistiche, architettoniche, legali e contrattuali del Teatrino e del palazzetto, il volume presenta la teatrografia di tutte le produzioni, le testimonianze di alcuni spettatori illustri (già citati prima), le trame e le caratteristiche di alcune commedie rappresentate, non senza gustosi cenni agli interventi della censura, e una serie d’informazioni che forniscono un quadro affascinante e completo dei gusti e dei costumi del pubblico romano dell’epoca.
Il teatro possibile. Linee organizzative e tendenze del teatro italiano di Mimma Gallina
- Scritto da Luigi Maiorino
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Il teatro possibile. Linee organizzative e tendenze del teatro italiano
di Mimma Gallina
Franco Angeli - 2005
384 pagg. € 28,00
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Dopo la pubblicazione di “Organizzare Teatro”, ormai alla sua 5a ristampa, Mimma Gallina, che da anni si occupa di organizzazione teatrale, propone “Il teatro possibile”. Un testo da non considerarsi solo come un manuale di organizzazione perché vi sono in esso riferimenti storici, ad esempio il confronto con le compagnie di Molière, come scrive nel prefazio "…che la pratica teatrale attuale può servire a illuminare la storia del teatro, e viceversa". Nella prima parte l’autrice esplora le capitali teatrali italiane, una decina di città dove si concentra la maggior parte dell’attività produttiva. L’analisi non riguarda il passato, ma questi anni con una proiezione verso il futuro. È l’analisi di un fenomeno in continuo cambiamento dove è difficile poter prevedere gli sviluppi. L'autrice, inoltre, dedica alcuni capitoli al mondo legislativo (le circolari) che regolano il teatro italiano, continuando sulle attività di spettacolo dei centri sociali di Roma e Milano per soffermarsi sui circuiti teatrali che portano il teatro nei centri medi e piccoli. Tanti argomenti correlati da indicazioni operative, notizie, considerazioni e consigli. Il teatro possibile descrive sia i luogo dove si decide politicamente l’intero sistema e si distribuiscono le risorse economiche, sia quei luoghi dove il teatro vuole vivere lontano dalle leggi e dai regolamenti burocratici. Non vi è un schema ben preciso nell’analizzare le varie aree: "… perché il tema centrale, la grande domanda del libro, è la possibile evoluzione del teatro italiano: quali sono le sue potenzialità, e quali sono le capacità delle istituzioni di cogliere e valorizzare queste spinte innovative". In primo piano vi è anche la figura dell’organizzatore, che a partire dal dopoguerra è cambiata, in quanto non deve più solo dedicarsi alle esigenze della compagnia ma deve occuparsi anche della progettualità e deve confrontarsi con coloro che istituzionalmente hanno rapporti con i teatranti. In conclusione: "… fa appello a una “immaginazione organizzativa” che inventi soluzioni innovative e creative (...) Perché a questo punto è inutile ricordare che anche quello dell’organizzatore dev’essere un ruolo creativo".
Luigi Maiorino