I libri del mese
Per la segnalazione in questa rubrica inviare esclusivamente libri di teatro o drammaturgia a
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Cornelia Battistini o del fighettismo di Massimiliano Perrotta
- Scritto da Marcello Isidori
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Cornelia Battistini o del fighettismo
di Massimiliano Perrotta
La Cantinella - 2006
pagg. 30 € 5,00
Librettino dalla forma povera ma per nulla privo di contenuti interessanti, questa mini pubblicazione di Massimiliano Perrotta, giovane autore, regista e documentarista Catanese, affianca il breve monologo "Cornelia Battistini" una "fighetta pentita" che racconta, con una struttura narrativa purtroppo un po' monca, la sua storia d'amore perduto, al minisaggio sulla cosiddetta peste del nostro tempo, e cioè il fighettismo, un modalità di comportamento ormai divenuta, secondo l'autore, vero e proprio modello culturale predominante della nostra società. La cantinella, che pubblica prevalentemente testi e saggi teatrali, è la casa editrice dell'Istituto di storia dello spettacolo siciliano.
Fuochi di veglia di Fausto Sesso
- Scritto da Marcello Isidori
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Fuochi di veglia
di Fausto Sesso
Zona - 2006
pagg. 225 € 14,00
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La casa editrice Zona ci propone due drammaturgie di Fausto Sesso, autore di origine campana che vive a Bergamo, scritte in collaborazione con Angelo d'Ambrosio (Fuori dalle mura) e con Iole Fuccella (Fuochi di veglia che da il titolo al volume). Si tratta di un vero e proprio dittico, caratterizzato da un'unica tematica, di cui la seconda pièce rappresenta lo sviluppo, potremmo dire quasi l'approdo, della prima. "Fuori dalle mura", dramma ambientato nell'Italia meridionale del XIV secolo, racconta la storia di Chiara, una ragazza del popolo con una sorprendente, e probabilmente un po' anacronistica, vivacità intellettuale che assiste nella piazza del paese all'esibizione di Pietro, un giullare con trascorsi da eretico. Per Chiara, una sorta di femminista ante litteram, si apre un orizzonte nuovo fatto di conoscenza, consapevolezza ed impegno "politico". In "Fuochi di veglia" la protagonista del XXI secolo è Sara, femminista post litteram, giovane donna in carriera, single per scelta. Il dramma è un lungo dialogo, sempre molto animato e sorretto da una buona sospensione drammatica, con l'anziana nonna di Sara, una donna all'antica, che per quanto vecchia e malandata non ne vuol sapere di lasciare la cascina di campagna in cui è sempre vissuta. Il tema centrale che unisce i lavori è la fine del mondo, quella che Pasolini diceva si verificasse ogni qualche millennio, e che qui è rappresentata nel passaggio dalla cultura contadina, fatta di affetti e forti legami sociali, di ruoli ben definiti e difficili da mutare, di profonda spiritualità e religiosità e anche di ritualismo e superstizione, alla cultura contemporanea, dove ad una maggior emancipazione e consapevolezza di se' fa da contraltare una desolante aridità affettiva e spirituale.
Orlando furioso di Ariosto Sanguineti per Luca Ronconi di Claudio Longhi
- Scritto da Marcello Isidori
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Orlando furioso di Ariosto Sanguineti per Luca Ronconi
di Claudio Longhi
Edizioni Ets - 2006
pagg. 194 € 14,00
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Sesta pubblicazione di “Narrare la scena - esercizi di analisi dello spettacolo”, una collana di monografie dedicate a spettacoli teatrali che hanno fatto la storia del teatro italiano e non solo degli ultimi anni, questo saggio di Claudio Longhi, ricercatore in Discipline dello spettacolo al Dams di Bologna, regista, e per molti anni assistente alla regia di Luca Ronconi, analizza e descrive la nascita e gli esiti di uno degli eventi teatrali più noti anche al pubblico meno esperto di teatro. Era l’estate del 1969 quando al festival dei due mondi di Spoleto accade qualcosa che spiazzò non poco le aspettative del pubblico e della critica in un contesto, oltretutto, già in parte avvezzo ai superamenti delle convenzioni drammaturgiche e performative che caratterizzavano molti degli spettacoli rappresentati in quegli anni. E proprio dal quadro di quegli anni, ricco di fermenti e d’inquietudini creative, che parte l’analisi di Longhi mostrando al lettore il fertile terreno in cui mosse i primi passi il progetto di Ronconi e Sanguineti, di portare in scena il poema di Lodovico Ariosto per soddisfare un’esigenza comune all’uomo di lettere incline al teatro e all’uomo di teatro incline alle lettere. L’esigenza, che prese lo spunto anche dall’ultimo romanzo sanguinetiano “Il gioco dell’oca”, era quella di sperimentare una forma rappresentativa che mettesse alla prova e di conseguenza rivelasse i meccanismi cognitivi e di fruizione del pubblico davanti ad una performance teatrale. Massimo rispetto del contenuto (Ronconi ha sempre confermato la sua fedeltà ai testi portati in scena) ma attenzione rivolta soprattutto alla forma rappresentativa. Il volume dedica un intero capitolo al corposo lavoro di Sanguineti sul “travestimento ariostesco” caratterizzato dalla esaltazione della pluralità e contemporaneità narrativa insita nella struttura del poema. Il capitolo successivo racconta invece il lavoro del regista, dalla giustapposizione del materiale testuale in funzione della rappresentazione al lavoro con i numerosi attori, agli scenografi e, in una parola, al montaggio dello spettacolo definitivo. Come oggi sappiamo, ma l’appassionante lettura di questo saggio serve a riscoprirlo con maggiori dettagli ed utilissimi approfondimenti teorici, l’opera risultò un ‘esperienza, probabilmente unica e mai più eguagliata, di spettacolo vissuto più che visto dallo spettatore che si trovò letteralmente circondato dall’azione, ed immerso nelle storie agite e raccontate dai numerosi personaggi, con la possibiltà di scegliere i “filoni” e dunque di costruirsi un proprio personale percorso di fruizione. L’ultimo capitolo documenta il lavoro realizzato alcuni anni dopo per tradurre lo spettacolo nel linguaggio televisivo andando a costituire un opera diversa ed autonoma rispetto all’originale teatrale, trasmessa dalla Rai in sei puntate nel 1975. La pubblicazione è arricchita da alcune critiche dell’epoca (tra cui un gustoso ed originale intervento di Gianni Rodari sulla versione televisiva dello spettacolo), da foto di scena e bozzetti originali delle complesse scenografie, dalla biografia di Luca Ronconi e da una nutrita bibliografia.
Cicoria a cura di Simone Soriani
- Scritto da Marcello Isidori
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Cicoria
del teatro di Ascanio Celestini e Gaetano Ventriglia
a cura di Simone Soriani
Titivillus edizioni - 2006
pagg. 211 € 14,00
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Crocevia e punto di partenza allo stesso tempo di due percorsi artistici differenti ma egualmente interessanti, "Cicoria, in fondo al mondo, Pasolini" è lo spettacolo costruito insieme da Ascanio Celestini e Gaetano Ventriglia in un 1998 che appare più lontano di quello che in realtà è realmente. Il valore di questo lavoro, considerato dai critici all'epoca del suo debutto innovativo e originale, viene in questa pubblicazione preso in considerazione soprattutto nel suo rappresentare incontro di due prospettive poetiche e drammaturgiche, affabulatoria quella di Celestini, sognatrice quella di Ventriglia, che hanno caratterizzato i due percorsi successivi dei due autori-attori. Il punto di contatto tra i due autori, è quel Pasolini che appare nel titolo, che nel testo non viene mai esplicitamente citato, ma di cui viene sottilmente evocato, in questo spettacolo, l'oggetto di osservazione ed ispirazione. Il saggio, curato da Simone Soriani, ricercatore di studi italianistici all'università di Pisa, dove collabora con la cattedra di drammaturgia, è un mosaico di mini saggi, brevi articoli, interviste che fa da cornice al testo della drammaturgia. I saggi sono firmati dallo stesso Soriani e da Gerardo Guccini, Concetta D'Angeli e Attilio Scarpellini. Interessante la sezione composta dai critici e da coloro che in modi e misure diverse hanno avuto a che fare con lo spettacolo (Andrea Porcheddu, Antonio Audino, Andrea Mancini, Vincenzo Maria Oreggia, Dario Marconcini, Andrea Cosentino, Francesca Pompeo, Giovanni Balzaretti). A loro è stato chiesto di scrivere quello che ricordavano, a seconda del loro differente ruolo, e di conseguenza, differente punto di osservazione, dell'esperienza fatta di questo spettacolo. L'ordine di questi tasselli è stabilito, nella parte che precede la pubblicazione del testo di "Cicoria", in funzione di una evocazione dei contenuti e del senso artistico e tematico dello spettacolo mentre nella seconda parte, si da ampio spazio alle conseguenze che questo spettacolo ha avuto, col senno di poi, nella carriera dei due artisti.