I libri del mese
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Il teatro possibile. Linee organizzative e tendenze del teatro italiano di Mimma Gallina
- Scritto da Luigi Maiorino
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Il teatro possibile. Linee organizzative e tendenze del teatro italiano
di Mimma Gallina
Franco Angeli - 2005
384 pagg. € 28,00
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Dopo la pubblicazione di “Organizzare Teatro”, ormai alla sua 5a ristampa, Mimma Gallina, che da anni si occupa di organizzazione teatrale, propone “Il teatro possibile”. Un testo da non considerarsi solo come un manuale di organizzazione perché vi sono in esso riferimenti storici, ad esempio il confronto con le compagnie di Molière, come scrive nel prefazio "…che la pratica teatrale attuale può servire a illuminare la storia del teatro, e viceversa". Nella prima parte l’autrice esplora le capitali teatrali italiane, una decina di città dove si concentra la maggior parte dell’attività produttiva. L’analisi non riguarda il passato, ma questi anni con una proiezione verso il futuro. È l’analisi di un fenomeno in continuo cambiamento dove è difficile poter prevedere gli sviluppi. L'autrice, inoltre, dedica alcuni capitoli al mondo legislativo (le circolari) che regolano il teatro italiano, continuando sulle attività di spettacolo dei centri sociali di Roma e Milano per soffermarsi sui circuiti teatrali che portano il teatro nei centri medi e piccoli. Tanti argomenti correlati da indicazioni operative, notizie, considerazioni e consigli. Il teatro possibile descrive sia i luogo dove si decide politicamente l’intero sistema e si distribuiscono le risorse economiche, sia quei luoghi dove il teatro vuole vivere lontano dalle leggi e dai regolamenti burocratici. Non vi è un schema ben preciso nell’analizzare le varie aree: "… perché il tema centrale, la grande domanda del libro, è la possibile evoluzione del teatro italiano: quali sono le sue potenzialità, e quali sono le capacità delle istituzioni di cogliere e valorizzare queste spinte innovative". In primo piano vi è anche la figura dell’organizzatore, che a partire dal dopoguerra è cambiata, in quanto non deve più solo dedicarsi alle esigenze della compagnia ma deve occuparsi anche della progettualità e deve confrontarsi con coloro che istituzionalmente hanno rapporti con i teatranti. In conclusione: "… fa appello a una “immaginazione organizzativa” che inventi soluzioni innovative e creative (...) Perché a questo punto è inutile ricordare che anche quello dell’organizzatore dev’essere un ruolo creativo".
Luigi Maiorino
Tiergartenstrasse 4 - un giardino per Ofelia di Pietro Floridia
- Scritto da Marcello Isidori
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Tiergartenstrasse 4 - un giardino per Ofelia
di Pietro Floridia
Filema Editore - Napoli 2006
109 pagg. € 10,00
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Edito in volume a più di un anno dal debutto sulle scene, questo dramma scritto da Pietro Floridia per raccontarci la faccia meno nota dell'orrore nazista, il cosiddetto olocausto "minore", che ha visto tra i protagonisti i disabili mentali, è la storia di un’amicizia tra due donne dai nomi simbolicamente Shakespeariani: Ofelia e Gertrude. Una storia minimale se non fosse per i ruoli delle due donne e se non si svolgesse in una realtà oscura e terribile come quella della Germania nazista del 1941. Si, perché Ofelia è un po’ matta. Ha problemi motori e di linguaggio e forse mentali. E’ una disabile, si direbbe oggi, e dopo la morte del padre in Polonia è rimasta sola con i suoi fiori che cura con incessante amore e con sorprendente abilità. Mentre Gertrud è un’infermiera, inviata dal coordinamento di Tiergartenstrasse 4 a Berlino, dove si era deciso di avviare la prima tappa del progetto di creazione di una razza ariana pura, con l’eliminazione di tutte le “vite inutili” dei disabili mentali. Il volume non presenta soltanto la drammaturgia ma anche la descrizione del lavoro fatto con le due attrici per la sua stesura. Un interessante testimonianza sulla pratica di scrittura scenica adottata dall'autore e dal gruppo del Teatro dell'Argine, arricchita dagli interventi delle due attrici Micaela Casalboni e Paola Roscioli.
Gli spettacoli di Odino di Franco Perrelli
- Scritto da Marcello Isidori
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Gli spettacoli di Odino
la storia di Eugenio Barba e dell'Odin Teatret
di Franco Perrelli
Edizioni di Pagina - Bari 2005
168 pagg. € 15,00
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Sono passati 40 anni dal giorno in cui Eugenio Barba, emigrante Salentino, reduce da un importante esperienza di collaborazione, durata circa tre anni, con l'allora giovane sconosciuto regista Jerzy Grotowski, fonda a Oslo l'Odin teatret preparandosi, con un gruppo di attori dilettanti, al debutto del primo di quella che sarebbe diventata una lunghissima serie di spettacoli che hanno fatto scuola in tutta Europa e nel mondo dagli anni settanta in poi. Franco Perrelli, docente al Dams di Torino, e storico osservatore della lunghissima carriera di Barba, celebra questa incredibile meta dei quarant'anni con questo saggio che ha il duplice obiettivo di raccontare, come fissa il sottotitolo, la storia di questo storico gruppo e del suo leader, e di raccontare, con un occhio da studioso e da spettatore allo stesso tempo, i principali spettacoli della compagnia. La struttura prevede un primo ed ultimo capitolo più orientati all'adempimento del primo scopo, con il racconto dei difficili inizi, del successivo trasferimento in Danimarca, del prepotente successo ottenuto in diversi paesi, dei metodi che sono divenuti modello per tanti gruppi di ricerca più giovani, della pluralità di iniziative ed interessi che da sempre caratterizzano l'attività della compagnia. I quattro capitoli centrali sono invece maggiormante dedicati al racconto degli spettacoli. Dall'esordio con "Ornitofilene" a "Kaspariana", da "Min fars hus" a "Come! and day will be ours", da "Le ceneri di Brecht" al recente "Il sogno di Andersen". Per ciascuno di essi l'autore traccia un analitico e dettagliato resoconto della "trama", delle suggestioni evocate nello spettatore, del lavoro attorale e registico, parallelamente alle diverse metodologie utilizzate nella realizzazione dell'opera. Tra resoconti ed analisi ex-post dell'autore, citazioni d'interventi di Barba e dei suoi attori, tra testimonianze di critici, studiosi e persino politici, il volume rappresenta in definitiva un prezioso contributo alla esigenza di conoscere ed apprezzare, nel senso più ampio del termine, i "segreti" della più longeva formazione teatrale dei nostri tempi, e di conseguenza un modo per comprendere le profonde ragioni di questa longevità. Il volume riporta l'elenco della ricca teatrografia del gruppo.
La bottega dei narratori a cura di Gerardo Guccini
- Scritto da Marcello Isidori
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La bottega dei narratori
Storie laboratori e metodi di Marco Baliani, Ascanio Celestini, Laura Curino, Marco Paolini, Gabriele Vacis.
a cura di Gerardo Guccini
Dino Audino Editore - Roma 2005
190 pagg. € 16,00
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Gerardo Guccini, docente di Storia del teatro e dello spettacolo al DAMS di Bologna, nonchè attento studioso e profondo conoscitore della teatro di narrazione, introduce questo particolare "manuale per narratori" con un suo saggio sulle poetiche e sui percorsi del "teatro narrazione" per poi lasciare la parola ai protagonisti di punta di questa forma di spettacolo che, segnatamente nell'ultimo decennio, è divenuta un vero e proprio genere frequentato da molti artisti del nostro teatro e caratterizzato da un consenso pressocchè unanime di critica e di pubblico. Di ciascuno dei cinque autorevoli "testimonial" citati nel sottotitolo il volume riporta la fedele cronaca di un laboratorio affiancato al lavoro "edito" e cioè scritto confrontato con quello "raccontato" di alcuni degli spettacoli più significativi di ogni autore/attore. Ecco ad esempio ampi stralci di "Tracce" di Marco Baliani, di "Signorine" di Laura Curino, de "Il castello di Verres" di Gabriele Vacis, di "Mappe dei tempi" e "Circo bidone" di Marco Paolini, de "L'estinzione del ginocchio" e di "Fabbrica" di Ascanio Celestini. Il saggio può essere letto sia come un vero e proprio manuale, sia come una raccolta di racconti, sia infine come un curioso osservatorio di vita e lavoro teatrale.