I libri del mese
Per la segnalazione in questa rubrica inviare esclusivamente libri di teatro o drammaturgia a
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Fra memoria e gioco: rinunciare all'assenza a cura di Ginaluca De Col
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Renata Molinari, studiosa di teatro ma direi, essendo stata a lungo dramaturg, un pensiero e una vita 'dentro' il teatro, ritornata nella sua Bagnacavallo, sorgente anch'essa di teatro prossima a Ravenna, ha inventato qualcosa che assomiglia ad un bagaglio che, tanto pieno è di cose e di noi, fatichiamo a svuotare fino in fondo. Parlo de “La Bottega dello sguardo”, biblioteca e archivio che rifuggendo ogni museo si aggroviglia ancora alla vita che il teatro sempre custodisce. E non è paradossale che una persona che della parola ha fatto lo strumento privilegiato della sua indagine sul mondo abbia battezzato quel luogo in quel modo.
Non lo è perché la parola di Renata Molinari è stata in buona parte, quella privilegiata intendo, una parola drammaturgica e il teatro etimologicamente è appunto il luogo del vedere (theatron da theaomai), quindi costruire la parola (in teatro) è anche il frutto di una fecondazione che parte da uno sguardo (quello degli occhi e soprattutto quello della mente e del cuore) e finisce per realizzarsi elaborato in un altro speculare 'vedere', il vedere che è il partecipare dello spettatore. Infatti questa “Bottega dello sguardo” non si chiude in se stessa ma produce e diffonde parole, che la riguardino direttamente o non la riguardino affatto. Queste nuove parole sono i suoi “Quaderni”, editi da Poliniani Editore in una versione, non solo nella sua raffinata grafica, molto curata e di grande efficacia.
Qui vogliamo rapidamente presentare, ad esempio se non ad esergo, il Quaderno n. 3, dal suggestivo titolo “Fra memoria e gioco: rinunciare all'assenza”, che ripercorre e ripropone un progetto della Bottega stessa dedicato all'infanzia. È un testo breve, supera di poco le cinquanta pagine, ma è di grande consistenza intellettuale e individua nelle due funzioni del titolo il mezzo più efficace di “esplorare, con la lente del teatro, il mondo dell'infanzia”.
Un mondo, quello degli infanti, che viene tra l'altro definito nella tragedia greca senza voce (àphona pròsopa) e senza udito (kophà pròsopa), capace di coagulare suggestioni e disvelare sensazioni che gli adulti faticano a ritrovare in sé dalla memoria dell'infanzia, quella che erano e quella che con fatica o spesso disinteresse osservano. Un bel libro, agile ma profondo in cui il teatro è il luogo quasi di un esperire anche ciò che non lo coinvolge direttamente e dunque consigliabile anche a chi il teatro non lo pratica o non lo frequenta.
I QUADERNI DELLA BOTTEGA DELLO SGUARDO N. 3
Fra memoria e gioco: rinunciare all'assenza
Conversazioni di Renata M.Molinari e Giusi Quarenghi.
A cura di Ginaluca De Col.
Poliniani Editore, luglio 2022.
pagg. 55 € 12,00

Abitare la battaglia di Sergio Lo Gatto
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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All'interno del più generale processo di trasferimento dell'informazione dal suo tradizionale supporto cartaceo allo spazio virtuale del web, innescato magari da problematiche di carattere economico ma poi più effettivamente motivato da un cambiamento linguistico/sistemico che tutti ci riguarda, questo volume affronta un aspetto specifico, quello della critica teatrale che forse più di altri ne espone i segni della rivoluzione anche concettuale. Questo, credo, perché Sergio Lo Gatto, che lo cura e lo affronta con una non comune attenzione e profondità, individua una inaspettata sovrapponibilità nelle linee di evoluzione del teatro, come fenomeno sociale ed artistico insieme, e degli strumenti della critica che lo riguardano, nella loro tendenza ad affrancarsi dagli aspetti più tradizionali ed istituzionali (della critica e del teatro intendo) per inseguire le innovazioni del cosiddetto “teatro di ricerca”, riuscendo contemporaneamente a promuoverle. L'argomento ci riguarda da vicino, essendo quello di Dramma.it dal 2001 uno dei primi spazi e comunità virtuali dedicati alla drammaturgia contemporanea, e le argomentazioni appaiono utili a portare avanti una riflessione difficile ma da condividere, anzi ormai direi necessaria visto che sono più di vent'anni che il fenomeno è nato e viste le sue attuali dimensioni anche relative. In particolare a partire dalla cosiddetta interattività, propria più degli ambiti 'social' connessi che della stampa web in quanto tale, che secondo l'autore è uno degli elementi che più ha contribuito alla evoluzione del linguaggio della critica teatrale, anche nelle sue ricadute 'operative' sul mondo del teatro nella sua complessità, con interferenze potenziali talora sulla stesse politiche produttive o di finanziamento. Tra l'altro avuto riguardo anche alle sovrapposizioni e agli intrecci tra le diverse realtà del web, e le loro diverse forme (dal blog singolo a strutture redazionali), che non sempre favoriscono una selezione in merito, sensibilità ed efficacia. Da questa problematica di fondo il testo si addentra in altri cruciali snodi che, dal piano linguistico, vanno a riguardare tra gli altri il tema della “autorità e autorevolezza” degli operatori, stante la praticamente universale accessibilità al mezzo, nelle loro relazioni con la tradizionale critica militante se non addirittura accademica, il cui ruolo rimane comunque culturalmente essenziale. Un libro accurato, dal titolo assai intrigante e corredato da un apparato bibliografico robusto, che ricerca e seleziona con efficacia le sue fonti tracciando un quadro che, 'privilegiando i 'problemi', non offre soluzioni e risposte facili ma, bensì, adeguati strumenti per tentare entrambe. Utile dunque al critico di rivista e di rete, nella loro comunque conservata e positiva interscambiabilità, ma utile anche a chi il teatro lo fa e a chi il teatro vuole continuare a frequentare.
Abitare la battaglia
Critica Teatrale e Comunità Virtuali
di Sergio Lo Gatto
Bulzoni Editore 2022
pagg. 196 € 19,00

Il ministero della solitudine a cura di M.Parise F.Sinisi
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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È un titolo che sembra essere preso di peso dall'Orwell di “1984”, a segnare subito un sentiero interpretativo su cui incamminarsi. Eppure scopriamo, in esso, un po' alla volta che forse esiste qualcosa di ancora più tragico e angosciante dell'essere continuamente sorvegliati da un “Grande Fratello”, ed è la condizione di non essere in alcun modo 'visti' da qualcuno poiché nessuno sembra accorgersi di noi. È la paradossale condizione della nostra attualità, affollata di occhi che ci guardano, e in cui guardiamo, senza mai abbandonarci, algoritmi e schemi tra gli innumerevoli schemi mentali (maschere si scriveva un tempo) che popolano il pianeta, che ci guardano però senza vederci quali noi vorremmo e spereremmo di essere, cioè individui (singolari e unici, con un'essenza che forse abbiamo – o ci hanno fatto – solo dimenticare). Al centro di questo interessante volume sta, infatti, il testo dello spettacolo che “lacasadargilla” ha scritto e portato in scena, con la collaborazione di Fabrizio Sinisi per la drammaturgia delle parole e di Marta Ciappina per la drammaturgia del movimento, e che ha esordito a Vignola, nell'ambito del modenese VIE Festival, nell'ottobre scorso. Curato anche da Maddalena Parise, affianca al testo, tra premessa, vademecum e glossario, una sorta di sinossi che ne illumina il procedere scenico e tre saggi (dei drammaturghi, di Sinisi e di Ciappina rispettivamente) che indagano le ragioni estetiche e quelle etiche e storiche che strutturano il testo stesso. Una sorta di lampo improvviso su una condizione tanto diffusa da passare quasi inosservata. Cinque esistenze che vivono a cavallo tra realtà (se una realtà ancora esiste) e sogno ovvero virtualità e che nello scarto perdono ogni giorno sé stessi per ricominciare da capo, con l'angoscia di non riuscirci. Un libro che apre una riflessione interessante intorno ad un testo che ha comunque una sua intrinseca forza non solo drammaturgica ma anche letteraria. Consigliato a chi ha già visto lo spettacolo e anche a chi ancora non l'ha visto. Tra l'altro va detto, a conclusione storica, che il “Ministero della Solitudine” fu effettivamente costituito nel 2018 dal governo britannico.
Il ministero della solitudine
a cura di Maddalena Parise/lacasadargilla/Frabrizio Sinisi
Luca Sossella Editore 2022
pagg. 153 € 14,00

Realismo globale di Milo Rau
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Che il Teatro sia o possa essere non solo aristotelica mimesi/rappresentazione ma soprattutto uno strumento per cambiare il mondo è oggetto di una riflessione antica che nella modernità si è fatta spesso più consapevole. Come l'alchimista sanguinetiano, il facitore di teatro combina in maniera singolare gli elementi della rappresentazione per produrre una materia estetica nuova da cui sprigionare un'energia che travalica, con la quarta parete, i confini della scena per entrare di diritto tra le forze in campo, dentro le dinamiche attraverso e quali il mondo 'si fa' e si evolve. Milo Rau è forse l'artista che più di ogni altro progetta di organizzare ed utilizzare con più consapevolezza questo strumento/teatro, rendendo in qualche modo esplicite le leggi, o meglio le regole implicite, che lo strutturano. Cerca cioè di abbinare la riflessione estetica con la fattiva operatività, in una reciproca condivisione ed influenza di cui il cosiddetto “Manifesto di Gent” (coevo alla assunzione della direzione del teatro di quella città) è espressione dialettica. Da questo “Manifesto”, che chiude il volume di cui trattiamo, citiamo in proposito due illuminanti affermazioni: <<Il primo passo verso il “teatro di città del futuro” è quindi trasformare le regole implicite in regole esplicite>>, la prima, <<Non si tratta soltanto di rappresentare il mondo. Si tratta di cambiarlo>>, la seconda. Il libro dunque raccoglie ed anticipa le ragioni di queste conclusioni, attraverso una raccolta di conversazioni sul teatro con critici e studiosi, e con la riproposizione di alcuni testi e discorsi, chiusa appunto con il citato “Manifesto di Gent”. La pubblicazione, infine, è introdotta da una partecipata prefazione/presentazione di Marco Martinelli ed Ermanna Montanari che riconoscono in Milo Rau alcuni degli elementi del loro essere nel teatro, con alcuni punti che si possono percepire sovrapponibili con momenti del loro, più liricamente motivato, “Teatro Politttttttico”. Un volume che è una sorta di autopresentazione di uno degli autori più noti e anche controversi del teatro mondiale di oggi.
Realismo globale
di Milo Rau
Cue press 2019
pagg. 108 € 24,99