I libri del mese
Per la segnalazione in questa rubrica inviare esclusivamente libri di teatro o drammaturgia a
Associazione Dramma.it - Via dei Monti di Pietralata 193/c 00157 Roma
Teatro di Fulvio Tomizza
- Scritto da Maria Dolores Pesce
- Visite: 1173
È uscito già da qualche tempo per la collana “ripercorsi” di Editoria e Spettacolo ma la sua attualità si è come rinnovata in questo presente storico che, per le note tragiche notizie di guerra, ci ha fatto riportare lo sguardo al cosiddetto secolo breve, che invece è forse fin troppo lungo nei suoi esiti, e a quel confine orientale dell'Italia europea che è tornato a mostrarsi minaccioso e anche oscuro. Un confine fatto di incomprensioni e tragiche contrapposizioni, etniche e linguistiche, che hanno scardinato il mito di una mitteleuropa confusa, forse, ma profondamente meticciata e fusa. Fulvio Tomizza, istriano che ha attraversato la vecchia Jugoslavia per radicarsi infine nella Trieste tornata testardamente italiana, è letterato la cui sensibilità quel confine ha rappresentato, anche perché da quel confine è stato, generazionalmente ed esistenzialmente attraversato. Riproporre il suo teatro, lui che è ricordato soprattutto come narratore e romanziere (di confine appunto), è frutto della volontà rimarchevole di recuperare quel tratto della sua letteratura che meglio si impasta di quelle storie, amalgamandosi quasi con la terra che le produce e le persone che quella terra hanno calpestato, nella concretezza della scena che rende nuovamente viva ogni narrazione. Una storia tra l'altro, la sua, che si lega e confonde con quella di uno dei primi teatri stabili italiani, lo Stabile di Trieste (ora del Friuli Venezia Giulia) fondato in quel 1954 in cui terminò l'occupazione della città. Un teatro dunque anch'esso di confine e consapevolmente custode di quel legame alla sua lingua e alla sua cultura che fa di ogni uomo una presenza consapevole. Il volume, curato da Paolo Quazzolo e aperto da un suo bel saggio che tratteggia con efficacia contesto storico e poetica drammaturgica, comprende sia testi editi e rappresentati che testi inediti o mai rappresentati, offrendo un quadro esauriente dell'attività del letterato istriano, scomparso nel 1999. Un testo interessante anche per la qualità di quelle scritture drammaturgiche, purtroppo spesso dimenticate come tante di quel periodo e che meriterebbero una rinnovata attenzione.
Teatro di Fulvio Tomizza
a cura di Paolo Quazzolo
Editoria e Spettacolo 2019
pagg. 488 € 25,00
Scrivere il monologo di Franca De Angelis
- Scritto da Marcello Isidori
- Visite: 1213
Di Franca De Angelis ci siamo già occupati, in passato, in questa stessa rubrica presentando due suoi ottimi lavori, un dramma ed un monologo, quest'ultimo portato tra i numerosi esempi utili che popolano questo nuovissimo manuale pubblicato, neanche a dirlo, da Dino Audino editore, che tratta una forma molto particolare di drammaturgia. Confesso di aver letto con molta curiosità questo volume poichè ho sempre considerato il monologo drammatico molto difficile da scrivere. Questo perchè, banalmente, una pluralità di personaggi che agiscono in scena, si prestano più facilmente alla creazione di un conflitto ed all'azione drammatica di quanto possa fare un unico personaggio con il suo corpo e la sua voce sola. Dopo un'introduzione storica ma anche strutturale e motivazionale sul monologo, per buona parte del manualetto l'autrice, drammaturga e sceneggiatrice oltre che docente di scrittura creativa, presenta con molta semplicità e chiarezza le principali regole della scrittura drammatica, che valgono dunque per qualsiasi testo teatrale, anche se esemplifica i concetti citando monologhi più o meno conosciuti. E' soprattutto nella seconda parte del volume che ci si addentra, più specificamente, nelle caratteristiche peculiari della drammaturgia per voce sola, come la contestualizzazione del presente agìto con la dimensione più narrativa, di ciò ch'è già avvenuto, come la presenza e rilevanza sulla scelta di interlocutori invisibili, come l'utilità di scrivere anche per il corpo dell'attore che non dovrebbe, cioè, soltanto parlare. Al di là dell'utilità di questo lavoro, senza dubbio molto apprezzabile, credo che le questioni su questa forma di drammaturgia, che negli ultimi decenni viene sempre più praticata, andrebbe approfondita ancora di più, magari con un secondo volume proprio firmato da Franca De Angelis.
Acquista il libro
Scrivere il monologo
Guida alla composizione di testi per voce sola
di Franca De Angelis
Dino Audino 2022
104 pagg. € 13,00
Avere una musa di fuoco di Piero Somaglino
- Scritto da Maria Dolores Pesce
- Visite: 1655
Romanzo o saggio storico? Forse nessuna delle due cose o forse tutte e due, mescolate con sapienza, ciascuna per e con la sua suggestione. Qualunque cosa sia questo libro di Piero Somaglino un po' ci riguarda perché spinge il suo sguardo dentro l'anima di un teatro senza definizioni, quell'anima eterna che però si inventa e re-inventa di momento in momento, di tempo in tempo e di luogo in luogo restando sempre se stessa. Teatro per ragazzi, teatro di figura, teatro di prosa con e senza musica, teatro delle marionette, cambia solo la materia, in senso propriamente concreto e fisico, dei suoi protagonisti su palcoscenici dalle svariate misure e architetture. L'importante, ce lo ricorda in postfazione Alfonso Cipolla, è che parli, come in effetti fa, di cose “vere e ben inventate” (si badi bene “e” e non “o”). Così Somaglino, in questo suo vivace racconto, si inventa un personaggio “Jean Got” che, giovane valligiano trapiantato nel mondo, raccoglie lacerti di tante esistenze reali, frequentate con passione e qui trasfigurate quasi in funzione di quel particolare stare nel mondo, così attento e ricco, talvolta doloroso ma sempre liberatorio, che il teatro consente a noi, come ha consentito a loro. La storia di un ragazzo è qui anche la storia dello sciogliersi e liberarsi della fantasia e della creatività di due storiche compagnie di burattini, rivali e insieme sodali, che si contendono le strade e le piazze, tra la vecchia Europa e le giovani Americhe, guardandosi, spiandosi e anche spudoratamente imitandosi.
Un libro interessante che consigliamo per le idee che porta e per i ricordi che sollecita, ma anche un libro che è capace di appassionare per la sola forza del suo andare raccontando, coerentemente chiuso dalla breve ma partecipata, e già citata, postfazione.
Ultima ma non ultima notazione: merita un apprezzamento specifico la qualità della scrittura, la sua 'politezza' come si diceva un tempo, che, nella apparente semplicità, ne fa il medium di una espressione ricca e profonda.
Avere una musa di fuoco
di Piero Somaglino
Edizioni Seb27 2021
pagg. 248 € 16,00
2011 – 2021 Dieci anni di teatro Fuori Luogo a cura di M.Giovannelli e F.Serrazanetti
- Scritto da Maria Dolores Pesce
- Visite: 1172
Non è agevole immaginare teatro alla periferia dei grandi circuiti culturali, la compagnia “Gli Scarti” ha avuto il coraggio di tentarlo e soprattutto l'intelligenza e la forza per riuscirvi. Così “Fuori Luogo”, e la sua stagione, è diventato un po' alla volta un evento attraente e attrattivo, capace in questi dieci anni di portare a La Spezia, in quel piccolo teatro-non teatro che è l'auditorium Dialma Ruggero (ricavato entro un edificio scolastico) e poi in altri spazi della città e da ultimo al rinato Teatro degli Impavidi, all'italiana, in quel di Sarzana, nomi di spicco del teatro di ricerca e di innovazione, da Danio Manfredini alle Albe, da Massimiliano Civica a Roberto Latini, per citare solo quelli che ci vengono subito alla mente e senza voler far torto a nessuno. Inoltre per quel luogo fuori-luogo sono spesso transitati nuovi fermenti della scena, traendo talora, da quel palcoscenico, slancio per una ulteriore crescita. Con tutti questi anche la Compagnia degli Scarti, con Renato Bandoli, Enrico Casale e Andrea Cerri, e la Compagnia Balletto Civile di Michela Lucenti che ha accompagnato questo percorso, sono riusciti a conquistarsi un posto nel panorama non solo locale. Questo bel libro ci racconta dunque una avventura difficile ma positiva, aprendo ad un futuro che speriamo ancora migliore. Un libro anche iconograficamente molto ben curato, ricco, dopo le premesse dei protagonisti, di numerosi interventi di critici, studiosi e artisti. Non solo la storia di un gruppo dunque ma anche uno sguardo su un momento molto particolare per il teatro italiano, afflitto da ultimo da questa persistente pandemia. Lo consigliamo a chi ama e studia il teatro e ci auguriamo possa alla prossima occasione contenere anche un mio pensiero specifico, di costante e fedele compagna di strada, che per una serie di motivi questa volta è mancato nonostante l'invito.
2011 – 2021 Dieci anni di teatro Fuori Luogo
a cura di Maddalena Giovannelli e Francesca Serrazanetti
Edizioni Scarti 2021
pagg. 248