I libri del mese
Per la segnalazione in questa rubrica inviare esclusivamente libri di teatro o drammaturgia a
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Regia parola utopia a cura di R.Carlotto O.Ponte di Pino
- Scritto da Marcello Isidori
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A partire dalle tre giornate di studio per Luca Ronconi, organizzate dal Centro teatrale Santa Cristina alla fine di agosto del 2017, i curatori hanno raccolto gli atti di quel convegno arricchendoli di altri importanti contributi per realizzare questo prezioso volume dedicato al lavoro del grande Maestro scomparso. Numerosissimi, interessanti, talvolta originali e comunque firmati da personalità dello spettacolo che hanno conosciuto e lavorato a vario titolo con il regista piemontese, sono i contributi e le interviste capaci di fornire un quadro ampio e sfaccettato del mondo ronconiano. Il volume è diviso in tre parti, come le giornate del convegno, incentrate ciascuna sulle tre parole chiave individuate per contemplare il vasto mondo poetico e artistico di Ronconi. Si parte dal termine più apparentemente scontato, regia, ma sviscerando, a più voci, contenuti che scontati non sono affatto, a cominciare dal cosiddetto "non-metodo" che denota la caratteristica principale dell'approccio registico di Ronconi. Parola è il secondo termine da cui si trae lo spunto per altre testimonianze importanti, che mettono in evidenza un altro aspetto originale del lavoro del Maestro: la chirurgica attenzione al testo e il profondo rispetto dei suoi contenuti. Ronconi non ha mai fatto a meno della parola come punto di partenza dei suoi lavori dimostrando come, per essere rivoluzionari e innovativi come hanno provato ad essere tanti artisti nel teatro dei decenni scorsi, non sia necessario rivoltare o rinunciare del tutto al testo drammatico. Infine utopia, parola che ha molto a che fare con l'anima, l'ispirazione e il motore di tanti spettacoli del Maestro oltre che con due progetti "impossibili" come il Laboratorio di Prato degli anni 80 e il Centro teatrale Santa Cristina che rappresenta, a tutt'oggi, una fondamentale eredità concreta del lavoro ronoconiano.
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Regia parola utopia
il teatro infinito di Luca Ronconi
a cura di Roberta Carlotto e OlivieroPonte di Pino
Quodlibet 2021
365 pagg. € 22,00
Lo psicopompo di Dario De Luca
- Scritto da Marcello Isidori
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Presentiamo il secondo volume della nuova collana teatrale "La scena di Ildegarda" della casa editrice "Edizioni Erranti" di Cosenza, dopo esserci occupati del primo volume. Questa pubblicazione, seguendo la razio di questa originale collana, presenta ai lettori il recente testo di Dario De Luca, affiancandolo al breve saggio di Donata Chiricò, insegnante di estetica del linguaggio presso l'Università della Calabria, dal titolo "L'ascolto, un compagno naturalmente crudele" che sfrutta i ricchi spunti offerti dalla drammaturgia per addentrarsi in tematiche riguardanti l'esistenza, la nascita e la morte. Dario De Luca, noto in particolare come fondatore, insieme a Saverio La Ruina, della compagnia Scena Verticale e del Festival Primavera dei teatri di Castrovillari, oltre che valdissimo drammaturgo, autore e regista, mette in scena una tematica scottante come l'eutanasia, caricandola di nuovo senso e punti di vista inediti, ed esasperandone le implicazioni esistenziali mettendo in conflitto una madre e un figlio con ruoli complementari, generando uno sconvolgente corto circuito di domande, emozioni e sentimenti. Nella prefazione di Lorenzo Donati la drammaturgia viene presentata in relazione alla messa in scena presso il festival di Castrovillari e ad altri testi dello stesso autore. Molto interessanti anche le note "sparse e confuse" dell'autore che, oltre a fornirci scorci sul suo pensiero in merito alle implicazioni esistenziali del testo, consegnano al lettore altri originali spunti di riflessione. Il volume riporta anche la versione in lingua inglese della drammaturgia ed è impreziosito dalle belle foto di scena di Angelo Maggio.
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Lo psicopompo
di Dario De Luca
Edizioni Erranti 2021
78 pagg. € 10,00
Ingarbujè di Stefano Braschi
- Scritto da Maria Dolores Pesce
- Visite: 2162
Capita che per qualcuno la mente, esteticamente intesa, sia una sorta di confine, un limes poroso attraverso il quale esercitare la creatività e l'arte in un continuo andirivieni tra il di qua e il di là, tra il dentro e il fuori, per un onirico oscillare tra esperienza e immaginazione. Così infatti può essere mappata, come un viaggio che ancora non si è concluso, la raccolta di scritti di Stefano Braschi, curata da una brava e coinvolta Laura Bevione, equilibrata miscellanea tra drammaturgia e racconto, tra ricordo esistenziale e lirica, in cui anche il dato biografico decanta e si distilla in suggestivi suggerimenti metaforici, talora spiazzanti, sulla condizione umana e sull'esistenza che questo strano animale, non a caso rivisitato nell'equofilosofo “Cavallo Pinto”, conduce sulla frontiera, non del tutto conosciuta, di questo pianeta.
Un apparente garbuglio, come suggerisce il titolo, ma sapientemente organizzato e mai abbandonato a se stesso in una andamento temporale che, tra il trapassato remoto ed un futuro che guarda indietro, da lineare si fa circuito che ritorna al principio, all'eguale che in fondo dimostriamo di essere, nonostante i molti sforzi profusi. Stefano Braschi è attore, regista e ora anche drammaturgo e scrittore, oltre che avvocato mancato come ci tiene a precisare. Dal Teatro dell'Arca di Forlì, sua città natale, si è trasferito a Milano dove ha fondato ed amministra “Elsinor Centro di Produzione Teatrale”. È il suo primo libro ed è un esordio interessante.
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Ingarbujè. Matassa organizzata di pensieri tra vita e sogno
Stefano Braschi
Robin 2021
296 pagg. € 14,00
Tà-kài-Tà di Enzo Moscato
- Scritto da Marcello Isidori
- Visite: 1385
Editoria & Spettacolo pubblica questa drammaturgia di Enzo Moscato scritta dieci anni fa che ha debuttato al Teatro Nuovo di Napoli nel 2012, interpretata da Isa Danieli e dallo stesso Moscato. L'opera, come recita il sottotitolo "Eduardo per Eduardo", è una dedica teatrale al grande autore-attore napoletano ma, allo stesso tempo, è molte altre cose tutte insieme. Prima di tutto è più dediche in una dedica in quanto lo stesso titolo ci rivela come l'Eduardo del testo di Moscato rende omaggio a Pier Paolo Pasolini, che egli definì, dopo la sua tragica morte, un uomo buono, e che proprio a causa di questa fine improvvisa e brutale, non potè realizzare il film che stava scrivendo per Eduardo stesso dal titolo, per l'appunto, Tà kài tà. E' inoltre una dedica a Luisella, la figlia bambina che scomparve a soli dieci anni, e che celebra il padre nell'ultima parte della drammaturgia con un breve monologo. Il testo è inoltre un incontro tra poesia e biografia, tra tecniche drammaturgiche diverse, brevi dialoghi, monologhi, narrazione. E' un incontro tra linguaggi diversi, l'italiano poetico e letterario e la lingua napoletana. Anche se la drammaturgia è articolata in quattro parti mi è sembrato che la struttura consti in realtà di due parti ben distinte: la prima ci parla soprattutto, tra dialoghi, brevi scene e monologhi, dell'opera di Eduardo e, in generale, del teatro. La seconda, a mio parere la più toccante, è il racconto a due voci, ma di un solo personaggio, della propria vita. "Voglio solo aprirmi, spalancarmi, dilatarmi e defenseless, dicessene gli inglesi, cioè senza difese e opposizioni, a che voi transiate in me, in questa massa 'e nebbia che mi spinge dall'altrove". Mantenendosi fedele a questa premessa Eduardo racconta la sua fanciullezza e giovinezza, gli esordi in teatro, il rapporto con i fratelli e quello con il padre, oltre al ricordo commosso di Pasolini. Preziosa e approfondita la lunga introduzione di Antonia Lezza. Il volume è completato da un glossario e dalla nota biografica di Moscato.
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Tà-kài-Tà
di Enzo Moscato
a cura di Antonia Lezza
Editoria & Spettacolo 2020
130 pagg. € 12,00