Data pubblicazione
19-09-2024 18:08:00
Apologia di reato
Antonio Caruso
In “Apologia di reato” l'attore è in scena, non per recitare ma per raccontare alla gente un proprio disagio, la difficoltà di dialogare realmente con il pubblico. Tenterà di portare a compimento il suo sfogo pur venendo interrotto sistematicamente da spettatori che, si sentiranno in diritto di esternare i propri pensieri, come se fossero i veri protagonisti. L'attore imparerà così, a proprie spese, a conoscere un variegato pubblico, composto da: una colorita coppia di persone perennemente affamata, un guitto desideroso di palcoscenico, un'attricetta in cerca di improbabili maestri, un giovane posteggiatore con il silenziatore, uno psicoterapeuta molto psico e poco terapeuta, un'ammiratrice senza speranze, un signore depresso, un'impresaria-influencer, una giovane rivoluzionaria in cerca di emozioni forti, un mestierante della scena ormai segnato dalle convinzioni. Il pubblico si arrogherà il diritto all'intervento e al disturbo, e soltanto dopo molte interruzioni, l'attore riuscirà a portare a compimento la propria personalissima ribellione. Un testo che, anche attraverso il sorriso, racconta di una professione in crisi, di una società ancora più in crisi e di una possibilità di re-esistenza sempre presente. “Ascolto il vostro respiro, ora calmo, ora nervoso, ora trattenuto, quando prendete posto nelle piccole sale teatrali, quelle da cinquanta massimo cento spettatori per intenderci; dove ogni movimento è controllato, amplificato. Dove si chiede quasi scusa per quel movimento sulla seggiola, che scatena piccoli rumori che sembrano piccoli pensieri che si affollano in testa. Per questo uno sceglie di essere attore, no?”
commedia
italiano
2012
1
Da 61 a 90 minuti
7
7
5
5
no
si