Siamo alla fine degli anni Ottanta, in Francia. Una scrittrice famosa, Marguerite Duras, ormai vecchia e con la mente a tratti annebbiata, riflette sulla sua condizione: si sente sola nonostante abbia un uomo e degli amici. Nella grande casa di campagna in cui vive, l'unica compagnia su cui può davvero contare è la bottiglia. Consapevole della pericolosità di questa dipendenza, cerca rifugio nelle sue passioni: scrivere e cucinare. Il dramma si sviluppa nella cucina della scrittrice nell'arco di una giornata. Marguerite ama il curry e ne fa un uso sapiente nei suoi piatti, molti dei quali appartengono alla tradizione culinaria del Vietnam, suo paese d'origine. La donna è ossessionata dall'idea di rimanerne sprovvista e lo cerca continuamente nel disordine della cucina. Il curry è la metafora della memoria che sta perdendo e delle memorie che vuole conservare. La mattina presto inizia i preparativi per un pranzo con alcuni vecchi amici. Arriva Madeleine, la sua nuova segretaria. Marguerite cucina, le parla di sé e del libro che sta scrivendo. Con il passare delle ore, tutti gli invitati, tranne uno, avvertono che non arriveranno. Arriva il postino a consegnare una raccomandata. Madeleine esce per una commissione, ma non rientra. L'unico invitato pranza con Marguerite la quale gli confida le sue preoccupazioni riguardo la possibile intenzione di Madeleine di derubarla. Squilla il telefono: Madeleine è stata trovata morta nelle vicinanze. Arriva il commissario di polizia per interrogare la scrittrice. Marguerite, durante l’interrogatorio, è stranamente sollevata dalla notizia della morte della ragazza. La sua mente aveva visto giusto, non è del tutto persa. Il commissario arresterà il postino, organizzatore, con la complicità di Madeleine, del furto che non sono riusciti a perpetrare. Il dramma si conclude con l'arresto dell'assassino.