Tre atti unici sul tema mafia e legalità, scritti tra il 1993 e il 1996, a cui si unisce il commento dell'autore trent'anni dopo.
La MOTIVAZIONE - Ultimi atti di un processo, l'imputato prende la parola per esporre la sua motivazione dell'essere mafioso. La giuria abbandonerà l'aula. Il testo, che voleva essere una provocazione nata in seguito agli omicidi di mafia dei giudici Falcone e Borsellino, è stato rappresentato tra l'altro, in diverse scuole siciliane in occasione di incontri tra magistrati e studenti. È andato in scena anche a Mondello su richiesta del Coordinamento Antimafia di Palermo nel 1994 e nel 1995 al teatro Biondo di Palermo con l'organizzazione della Fondazione Falcone.
ANTIMAFIA, SI GRAZIE DUE ZOLLETTE - In un salotto borghese delle signore borghesi di una associazione borghese devono esaminare una nuova adepta. Trattasi di una associazione che si occupa di antimafia salottiera. In buona sostanza non si occupa di nulla che veramente sia legato all'impegno antimafia ma soltanto di quanto può essere inutile e superfluo. Testo provocatorio e graffiante che al suo debutto nel 1996 colpì particolarmente il folto pubblico presente al Teatro Tenda Zappalà di Palermo in occasione di una messinscena promossa dalla “fondazione Falcone”.
LONTANO LE URLA - È un monologo amaro di un personaggio deluso, distante, che ne ha per tutti, che non crede più negli uomini. Dichiara di voler abbandonare tutti al proprio destino, per rimanere muto ed impassibile osservatore. Soltanto alla fine del monologo svelerà la propria identità: la Giustizia. Il testo è andato in scena per la prima volta nel 1996 promosso dal coordinamento antimafia di Palermo. In quell'occasione, era presente tra il pubblico il presidente onorario dell'associazione Coordinamento Antimafia, il giudice Carlo Palermo che nel 1985 era scampato all'attentato di Pizzolungo. Il giudice rimase molto colpito dal testo tanto da richiederne una copia, che fu consegnata dall'autore.