Data pubblicazione
27-11-2024 22:07:00
Io volevo fare l'attrice
Antonio Caruso
Una donna racconta, forse a se stessa o forse ad altri, della sua precoce volontà di “fare” l'attrice. Volontà espressa già a quattro anni. Il suo racconto - tra il serio ed il faceto – si riempie di strani e bizzarri personaggi incontrati lungo il cammino nei suoi primi anni di vita: una variopinta signora vista al mercato e poi Concita, una prostituta che sogna l'amore, ma anche una pescivendola sicula, una bambinaia Adelaide Fiorenza Mario che ha tre nomi perché mamma avrebbe voluto tre figli e infine Rosy Nevrosi, una donna in preda ad una crisi di nervi mentre cerca di rispettare gli orari per l'appuntamento con il suo uomo... Nel vedere tutti questi personaggi la protagonista avrà il dubbio che, in fondo, si tratti della stessa persona che muta pelle. Questi incontri però finiranno per essere benzina nel motore del suo voler essere attrice, in opposizione alla volontà dei suoi genitori e contro anche l'idea stessa del recitare, sviluppata osservando gli attori attraverso la televisione. Sarà così che passerà dal “voler fare l'attrice” a “essere attrice” Un viaggio nella contrapposizione finzione o realtà a cui segue una sola risposta: verità. Spettacolo che parla di sogni e di volontà, e testo che chiude la tetralogia dell'attore secondo Antonio Caruso. Iniziata nel 2012 con “Apologia di reato” (realizzato alla Sala Lomax) e proseguita con “Il Diavolo e l'Ipocrita” del 2013 (non ancora rappresentato), e con “Essere o non essere umano” del 2014 (rappresentato ai Magazzini Sonori), e andato in scena poi nel 2016 con il titolo “Il fruscìo del tempo”.
commedia
italiano
2020
1
Da 31 a 60 minuti
1
1
2
2
no
si