Il dramma del mese
Vecchia sarai tu! di Antonella Questa e Francesco Brandi
- Scritto da Damiano Pignedoli
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Una vecchia di ottanta anni si ritrova in ospizio contro la propria volontà. Una caduta, qualche giorno in ospedale, il figlio lontano, una nuora avida, la nipote che non ha mai tempo… Quindi la soluzione migliore per tutti è la casa di riposo. Per tutti, tranne che per lei.
Scappare è l’unica soluzione, costi quel che costi.
VECCHIA SARAI TU! è uno spassoso trittico che verte su tre storie di donne, tre generazioni differenti, che vivono ognuna una surreale condizione di solitudine legata allo scorrere del tempo. C’è la solitudine coatta dell’ottantenne Armida, chiusa dentro un ospizio dal quale vuole fuggire per vivere “come le pare” il poco tempo che ancora le resta; sua nuora, la quarantacinquenne Sabine, vive invece nella disperata ricerca di congelare il tempo della sua giovinezza sfiorita e di sconfiggere l’invecchiamento che la incalza; Monica infine, la nipote di venticinque anni, tra precarietà lavorativa e sentimentale non riesce a godere fino in fondo della sua giovinezza – che fugge tuttavia – troppo preoccupata dal non trovare un posto dove immaginare il suo futuro.
Le donne, la loro età e l’invecchiamento al quale non hanno ancora diritto.
Un monologo comico per esorcizzare la paura di invecchiare e ricordarsi che “vecchia”… lo sarai anche tu!
Scritto a quattro mani da Antonella Questa e Francesco Brandi, il testo qui presentato è quello dello spettacolo omonimo che vede Brandi regista e la Questa interprete unica di tutti i personaggi della pièce.
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Antonella Questa, attrice di lunga esperienza in ambito teatrale, vive e lavora tra l’Italia e la Francia. È stata tra i protagonisti della “Fattoria dei Comici” di Serena Dandini, sia in teatro che in televisione, e dal 2007 è la direttrice artistica del Festival delle Arti Comiche di San Terenzo (SP). Traduce, inoltre, e promuove per l’Italia testi di drammaturgia contemporanea francese; mentre di recente ha lavorato nel cinema con Emiliano Cribari e Alessia Di Giovanni. Come autrice e regista ha scritto e diretto i cortometraggi comici L’OCCASIONE (premiato per il miglior montaggio e la migliore attrice al festival Il Ciuco di Vetro 2003 e come migliore opera prima al Round Festival 2003 di Rimini) e …MAMMA!!. Nel 2005 ha fondato la Compagnia LaQ-Prod (www.laq-prod.net) con cui produce spettacoli dove il linguaggio comico è utilizzato per raccontare temi scomodi e a volte dolorosi. Le produzioni attualmente in tournée sono: IL RAPPORTO DI LUGANO (2005), tratto dal libro omonimo di Susan George; DORA PRONOBIS (2007); STASERA OVULO, Premio Calandra 2009 come miglior spettacolo e migliore interprete; VECCHIA SARAI TU! che ha vinto il Premio Museo Cervi 2012 e tre Premi Calandra 2012 come migliore spettacolo, migliore attrice e migliore regia.
Francesco Brandi è regista e autore. Ha lavorato come aiuto regista con Cristina Pezzoli, Sergio Fantoni e Giancarlo Sepe; in seguito come regista con alcune delle maggiori compagnie teatrali italiane. Tra i suoi spettacoli principali: ASSEMBLEA CONDOMINIALE di Gerard Darier (2000); LA BIBBIA HA QUASI SEMPRE RAGIONE di e con Gioele Dix (2003); SOGNO DI UNA NOTTE D’ESTATE di William Shakespeare (2001) e IL CAMPIELLO di Carlo Goldoni (2002), prodotti dal Teatro Stabile della Sardegna. Ha collaborato alla scrittura di EDIPO.COM di Sergio Fantoni e Gioele Dix (edito da Ubulibri nel 2006); ha scritto e diretto diverse commedie, tra cui TUTTA COLPA DEGLI UOMINI e NIENTE PROGETTI PER IL FUTURO, testo vincitore del Premio Flaiano 2009 e interpretato da Giobbe Covatta ed Enzo Iacchetti. Dal 1990, lavora come regista e insegnante allo studio e alla ricerca nell’Arte dell’Improvvisazione Teatrale con le maggiori compagnie d’improvvisazione nazionali e internazionali.
A cura di Damiano Pignedoli
La foto di A. Questa è di Olivier Allard
Rotweiss kabarett di Andrea Taddei
- Scritto da Damiano Pignedoli
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Nel luglio del 1976 si consumava a Seveso (popoloso centro dell’hinterland milanese) uno dei disastri ambientali più gravi del Novecento, oggetto di studi negli anni a venire e documentato altresì come esempio negativo in trattati, saggi e direttive dell’Unione Europea.
Nel trentesimo anniversario del tragico incidente, l’associazione Musicamorfosi (www.musicamorfosi.it) – nata a Seveso e animata da un gruppo di persone che in questi anni, anche in collaborazione con Legambiente, ha promosso eventi capaci di coniugare socialità e cultura a partire dalla cura delle relazioni di chi abita il territorio – commissionò ad Andrea Taddei un testo in qualche modo commemorativo e che prevedesse inserti musicali.
Accettata la sfida dall’artista autore, quella tragedia divenne un rondò – un paradossale Kabarett in Quatto Quadri – per raccontare quel drammatico 10 luglio 1976 nel totale rispetto dei fatti, ma da un altro punto di vista: ambientandoli cioè in Svizzera, patria del colosso farmaceutico Hoffman-La Roche proprietario dell’impianto.
È in quel salotto borghese di Berna, dunque, tra immaginari cuscini rigonfi di banconote e pareti ricoperte di teste di cervo, che le due First Lady dell’azienda – la moglie del presidente e quella del direttore – s’incontrano tutte le mattine per seguire con distaccato cinismo l’evolversi del dramma.
Seveso non è mai citata: una scelta consapevole, perché quella catastrofe potrebbe capitare domani in un altro posto.
La drammaturgia prevede che la consorte del presidente dell’azienda, Hedda Waldvugel, e quella del direttore della fabbrica, Hinge von Zwaihl, siano interpretate da attori maschi. Le “signore” infatti, che solcano il proscenio con parrucche cotonate e modi dolcemente femminili, diventano brutalmente maschili quando è il momento di lesinare i risarcimenti per il danno procurato.
A queste s’aggiunge la cameriera di casa Waldvugel, Maria: moglie di Gennaro, un operaio impiegato nella fabbrica, la quale racconta nel dettaglio le produzioni pericolose dell’azienda utilizzando un linguaggio tecnico molto preciso che suscita la reazione infastidita delle “padrone”. Una patriota svizzera dal costume tipicamente “Rot Weiss” (rosso e bianco), inoltre, completa il quartetto di personaggi e detta i tempi della farsa.
Farsa che progressivamente delinea uno scenario di danni immani inferti al territorio, di animali morti in gran numero, di parecchie persone colpite da cloracne e altri malanni, il quale vale alfine la beffarda miseria di un lingotto d’oro. La pièce difatti si chiude con un finale amaro e duro, ma che vuole contunderci proprio per suscitare radicali domande e pensieri meno superficiali, maggiormente responsabili, in ognuno di noi: sempre troppo facili alle lusinghe speciose del denaro e dello sviluppo senza progresso. .
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Andrea Taddei è nato a San Giuliano Terme (Pisa) nel 1957. Formatosi negli ambiti della pittura e delle performing arts, è tra i fondatori di Padiglione Italia: gruppo tra i maggiori della “nuova ondata” dei primi anni ’80, del quale si ricordano la partecipazione alla Biennale Teatro di Venezia 1984 con il gioco drammatico LE PIANTE e l’azione VERDI SPONDE, lavoro per cui Taddei – autore e regista – riceve il Premio Opera Prima 1983. Seguiranno altri prestigiosi riconoscimenti: il Premio Francesca Alinovi 1992 per il suo allestimento di MOTEL di Jean-Claude van Itallie e, un anno dopo, il Premio Ubu per la scrittura drammaturgica degli spettacoli GLORIA e LE TENTAZIONI DI TONI (produzioni, rispettivamente, di Teatridithalia e CSS di Udine). Sempre come drammaturgo, sono da menzionare i suoi lavori PIGMALIONE (1989) e TEATRO DA GIARDINO (1999), di cui cura anche la regia per il CRST di Pontedera. Tre suoi atti unici vanno poi in scena prodotti dal Teatro Litta nel 2003, ovvero TRE PICCOLI SHAXSPEARE, mentre nel 2005 è la volta di una sua trascinante riscrittura rock del DON GIOVANNI di Molière realizzata per Palchettostage. L’anno seguente scrive ROTWEISS KABARETT - Una farsa per Seveso (1976-2006) di cui dirigerà nel 2007 la messinscena per l’associazione Musicamorfosi. È comunque impossibile citare qui il vasto novero di creazioni registiche, scenografiche e costumistiche – nonché come light designer – di una personalità capace di attraversare con naturalezza le sfere del teatro di prosa e quelle dell’opera musicale, i territori dell’arte visivo-performativa e quelli della drammaturgia contemporanea (sue le messinscene, per esempio, di ZOZÒS di Giuseppe Manfridi nel 1994 e CHI RUBA UN PIEDE È FORTUNATO IN AMORE di Dario Fo nel 2001 per Teatridithalia), lavorando spesso con figure storiche del teatro italiano. Un artista dunque dai talenti molteplici e dall’attività feconda, svolta tanto con realtà piccole e indipendenti quanto con teatri istituzionali rilevanti e di livello internazionale, tra cui gli Stabili di Catania, d’Abruzzo, di Genova, delle Marche, il CTB di Brescia, il Théâtre de la Place di Liegi e il Teatro alla Scala di Milano.
Crack machine di P. Mazzarelli e L. Musella
- Scritto da Damiano Pignedoli
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CRACK MACHINE propone nuovamente e sviluppa quel metodo di creazione integrale a due (dall’ideazione al testo sino allo spettacolo finale) già sperimentato dagli autori-attori Paolo Mazzarelli e Lino Musella nel paio di lavori precedenti intitolati DUE CANI e FIGLIDIUNBRUTTODIO. Ovvero, un gioco teatrale basato su quattro personaggi – due per ogni interprete – che, nella fattispecie, si ritrovano a condividere una storia dentro un carcere. La vicenda che li unisce prende spunto da quella vera di Jérôme Kerviel: ex trader della più importante banca francese, la Société Générale, accusato dai vertici della sua banca di essere l’unico responsabile del più grande buco della storia della finanza mondiale, pari a 4,9 miliardi di euro.
Il personaggio della pièce ispirato a Kerviel – ossia Geremia Cervello – finisce pertanto recluso in prigione dove, all’improvviso, si scopre minacciato e preso di mira dal suo stesso mondo: quello delle grandi banche, cuore pulsante e malato dei grandi potentati politico-finanziari. All’interno di una situazione così delineata, Cervello incontra le figure del giovane assassino Eros, della guardia carceraria Italo Capone e dell’importante avvocato Alberto La Parola.
Insieme, questi quattro personaggi ci offrono il loro sguardo sul presente, sulla faccia nera di un Potere micidiale e un po’ unto, sul senso e sul nonsenso del denaro. Insieme, danno vita ad una storia ad orologeria: una CRACK MACHINE, una macchina del CRACK che non potrà che portare ad un liberatorio crollo finale.
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Paolo Mazzarelli è nato a Milano. Come attore ha lavorato, tra gli altri, con Pippo Delbono, Fura dels Baus, ATIR/Serena Sinigaglia, César Brie, Davide Enia, Eimuntas Nekrošius (in creazioni quali IL GABBIANO e ANNA KARENINA), Peter Stein (I DEMÒNI), Andrea De Rosa (MACBETH), Egumteatro (IL GIOCATORE). Tra il 2001 e il 2007 ha realizzato quattro spettacoli come regista, drammaturgo e interprete, prodotti dal CSS di Udine e rappresentati in tutta Italia e all’estero: PASOLINI, PASOLINI! (Premio Speciale Scenario 2001 e Premio Enriquez alla drammaturgia 2005), GIULIO CESARE, MORTE PER ACQUA e FUOCO!
Lino Musella è nato a Napoli. Tra i suoi molti lavori come attore si ricordano quelli con Michela Lucenti/Balletto Civile, Valter Malosti, Serena Sinigaglia, Antonio Latella, Virginio Liberti e Annalisa Bianco (Egumteatro). Nel 2003 ha vinto la Borsa di Studio “Gianni Agus - Premio Hystrio”. Nel corso degli anni ha alternato l’attività di attore, regista (ha curato alcuni spettacoli per le compagnie Mercanti di storie e Manifattura Scalza), tecnico e disegnatore luci (PERCORSI DI LUCE di Francesco Capotorto).
La CompagniaMusellaMazzarelli esiste dal 2009 ed è caratterizzata da un processo lavorativo in cui ogni passaggio della creazione scenica – dall’individuazione del tema allo sviluppo della drammaturgia, dalla definizione dei personaggi alla messa in scena degli stessi, dalla scrittura alla tecnica, dai costumi alle luci – è condiviso dai due artisti. Il loro lavoro aspira a un teatro che pur rimanendo se stesso (in quanto antico o comunque classico) sappia parlare dell’oggi, della realtà che ci sta attorno, in modo diretto e spietato, divertito e onesto, profondo e semplice al tempo stesso. Dopo le messinscene DUE CANI - ovvero La tragica farsa di Sacco e Vanzetti, FIGLIDIUNBRUTTODIO (Premio In-box 2010) e CRACK MACHINE, nel dicembre 2012 ha debuttato LA SOCIETÀ - Tre atti di umana commedia: spettacolo prodotto dal Teatro Stabile delle Marche (in tournée dal prossimo autunno) e che apre la Compagnia alla collaborazione con altri due attori, in questo caso Fabio Monti e Laura Graziosi.
Per maggiori informazioni e notizie:
www.musellamazzarelli.it
facebook / Compagnia MusellaMazzarelli
www.stabilemarche.it
Presentazione a cura di Damiano Pignedoli
Foto di Andrea Delbò
Prima di andar via di Filippo Gili
- Scritto da Damiano Pignedoli
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Dirompe l’amore, in questa pièce che ho scritto. Rompendosi violentemente un sentimento, e più diabolicamente un’affettività. La famiglia ne esce con le ossa rotte, ma in piedi. Il tormento di un uomo solo mantiene salde le sue ossa, ma rimane a terra. È la storia di una notte drammatica, dove le colluttazioni che legano padri madri e figli, sembrano il rovescio di una vita intera, un istante sempre possibile nel mare magnum del silenzio. Tutto, tutto, girando sempre intorno a un Ego che non si dissolve mai: e nonostante l’impensabile, l’incredibile, l’ignoto, si presenti a cena...
Filippo Gili
“È possibile che lui, quell’uomo là, figlio e fratello taciturno, compia quel gesto definitivo, ostile, violento: la sua non è né una minaccia, né un gioco crudele e sterile. Il perché lo scopriremo gradualmente, seguendo questo aspro spaccato di famiglia in un interno che è PRIMA DI ANDAR VIA, scritto da Filippo Gili”.
Andrea Porcheddu (da “Myword.it/teatro”)
Da questo testo, una captante messinscena prodotta da Il Suonatore Jones e Argotstudio, diretta da Francesco Frangipane e interpretata da Giorgio Colangeli, Michela Martini, Vanessa Scalera, Aurora Peres e dall’autore stesso. Di nuovo in scena dal 12 febbraio al 3 marzo 2013 al Teatro Argot Studio di Roma (www.teatroargotstudio.com).
“PRIMA DI ANDAR VIA rappresenta la prima tappa di un intenso percorso drammaturgico e teatrale in cui si vogliono affrontare grandi temi universali, come la vita e la morte, il destino e il libero arbitrio.”
Dalle note di regia
“La storia, umanissima, complessa, struggente si ‘legge’ nei silenzi, negli sguardi, negli scatti improvvisi, nelle urla, nelle gocce di sudore e nelle lacrime […] senza ‘pseudo psicodrammi’ da reality show, tiene letteralmente sospesa la platea e coinvolge”.
Fulvio Pennacchio (da “SaltinAria.it”)
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Filippo Gili nasce a Roma nel 1966. Dopo il diploma all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, partecipa come attore a diversi spettacoli di Luca Ronconi: BESUCHER, GLI ULTIMI GIORNI DELL’UMANITÀ, LA PAZZA DI CHAILLOT, MISURA PER MISURA, STURM UND DRANG. Nel 1998 produce e dirige il lungometraggio, trasmesso da Raisat Cultura, CASA DI BAMBOLA (co-regia con Roberto Freddi). Dal 2000 in poi scrive sette sceneggiature, una delle quali diventerà il film – da lui stesso diretto – PRIMA DI ANDAR VIA (presente al Cinemed 2004 di Montpellier). A partire dal 2008, come regista teatrale mette in scena SOLO PER ATTENDERTI (le ultime lettere di Eleonora Duse a Gabriele D’Annunzio), TRE SORELLE di Anton Cechov, DONNE DI VAPORE, DONNE DI SPIRITO (atto unico di Paolo Puppa tratto da Carlo Goldoni), L’URLO DI MAZZINI (drammaturgia di suo pugno dalle memorie di Giuseppe Mazzini) e SPETTRI di Henrik Ibsen, spettacolo da cui trae il film L’ULTIMO RAGGIO DI LUCE (co-regia con Andres Arce Maldonado). Su commissione di Marco Bellocchio, per il Festival di Teatro Antico di Veleia 2012, scrive e dirige un ORESTE che contamina la tragedia classica euripidea con il film I PUGNI IN TASCA dello stesso Bellocchio. All’Argot di Roma, sta per andare in scena con A PORTE CHIUSE di Jean-Paul Sartre.
Presentazione a cura di Damiano Pignedoli