La società moderna, con i suoi ritmi frenetici ed i suoi giudizi appuntiti, non si fa scrupoli ad emarginare chi è più fragile, chi ha un momento di debolezza o chi, più semplicemente, non rientra nei canoni imposti dal pensiero dominante, spesso influenzato da una morale bigotta, piuttosto che dalla paura del giudizio altrui su chi è diverso, dimenticando che, essendo ciascuno di noi unico ed irripetibile, in realtà siamo tutti diversi.
Questi soggetti finiscono dietro le quinte di una società che si vergogna ad avere a che fare con loro: vengono ghettizzati, anche all’interno di case di cura, che una volta si chiamavano manicomi.
Vi sono, poi, altri soggetti che si alienano volontariamente dalla mondanità, preferendo la solitudine alla vita in società, rivelatasi meschina, infelice e approfittatrice con loro.
In chiave ironica e con la giusta dose di comicità, pur senza tralasciare una riflessione più profonda, si è tentato di raccontare alcune storie di uomini e donne che riescono a riabilitarsi proprio davanti agli occhi di chi aveva deciso che per loro non c’era più posto in casa, in famiglia e, più in generale, nella società.