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Ho letto diversi scritti sull'arte e sul bisogno di scrivere. Molti di questi, sobriamente dotti ed articolati. E mi chiedo: se chi legge non abbia bisogno oltre che di tante e belle parole anche che la scrittura lo abbracci, gli faccia una carezza con semplicità ed emozione ed umiltà? Il titolo di studio e la messinscena come la forma come l'estetica sono solo fronzoli. Citare i greci, i platonici, i poeti del passato come del presente; sentirsi mentre si scrive, per puro caso, migliori: certo, maestrare con un capitolo intero solo per decrivere il portone di una abbazia...farci quasi annusare l'aria di una stanza...è roba da gradi scrittori e guai se non ci fossero. La vera sfida però, l'autentico podio è riuscire a far sentire a casa propria il lettore tra le proprie pagine. Immaginare di contare lo sbattere delle ciglia, l'umido degli occhi, le mani sulla bocca in meraviglia. Che non sia più necessario usare la propria scrittura come del profuma ad un primo appuntamento.