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Il Teatro Rossini di Pesaro si è trasformato in una milonga ieri sera, ospitando il Balletto di Roma, compagnia leader nella danza italiana, nata 50 anni fa dal sodalizio artistico di due icone della danza italiana: Franca  Bartolomei (prima ballerina e coreografa dei maggiori enti lirici italiani) e l’étoile Walter Zappolini (dal 1973 al 1988 direttore della scuola di ballo del Teatro dell’Opera di Roma).

Regia e coreografia  di “Contemporary tango” (questo il nome dello spettacolo) sono affidate a  Milena Zullo, i costumi a Giuseppina Maurizi, le luci ad Emanuele De Maria. Maître de ballet è Piero Rocchetti. Le musiche sono quelle di Lucio Demare, Anibal Troilo, Juan D’arienzo, Osvaldo Pugliese, Francisco Canaro,  Angel Villoldo, oltre che dell’indimenticabile Astor Piazzolla.

Attraverso l’utilizzo del linguaggio contemporaneo, l’opera  racconta il tango sociale (quello che si balla in contesti sociali e per puro divertimento, il cosiddetto tango salón o milonguero per distinguerlo da quello escenario, danzato sul palcoscenico per il pubblico), non vissuto come un ballo, con i suoi schemi e passi tipici ma come racconto di un mondo ed modo di sentire.

Ci troviamo in una sala da ballo dove una donna delle pulizie sistema le sedie per gli avventori che giungeranno di lì a poco.  La serata comincia: il tempo diviene Hora Zero, “il tempo dopo mezzanotte, un’ora di assoluta fine ed assoluto inizio”, come diceva Piazzolla: tutto è come  sospeso e può succedere: tanti sono gli incontri, gli abbracci (spezzati e riconquistati), le passioni, le gelosie, gli abbandoni, le fantasie, le solitudini: in una parola  la ricerca dell’amore e le sue delusioni.

La sensualità è vibrante ed emana da ambo i sessi: le coppie si spogliano in scena e gli uomini  danzano scalzi, a torso nudo. Le  donne calzano scarpe colorate con tacchi a spillo sui quali si cimenterà anche una coppia maschile: le scarpe appaiono come il simbolo delle varie identità mentre le tante e diverse anime sono raccontate come un album di fotografie da sfogliare.

“Il tango (“un pensiero triste che si balla, come sosteneva Enrique Santos Discépolo) non é maschio ma coppia: cinquanta per cento uomo e cinquanta donna”, anche se il passo più importante, l’ “otto” (che è come il cuore del tango) lo fa la donna.Nessuna danza popolare raggiunge lo stesso livello di comunicazione tra i corpi: emozione, energia, respirazione, abbraccio, palpitazione. Un circolo virtuoso che consente poi l’improvvisazione”-  sostiene Miguel Ángel Zotto, leggenda vivente di quest’arte. Immaginatevi ora questo mondo, estremamente popolare (comé noto, il ballo nacque nei bordelli della Gran Buenos Aires alla fine del XIX secolo) contaminato dalla purezza e dall’eleganza stilizzata del balletto: ne  risulta un mix esplosivo, veramente difficile da dimenticare, grazie alla bravura di dodici ballerini ed alla preziosa partecipazione  del famoso Kledi Kadiu che collabora col Balletto di Roma dal 2007. In Italia da circa venti anni, Kadiu, di origine albanese, ha ottenuto importanti  premi e riconoscimenti artistici nel nostro Paese ed è noto al grande pubblico anche per aver preso parte a molte trasmissioni televisive in prima serata.