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Il re Lear ha riempito più volte la carriera dell’87enne Giorgio Albertazzi ma stavolta il percorso interpretativo va più a fondo. Il maestro e attore del teatro italiano si affianca all’innovativo regista Antonio Latella, direttore artistico dell’atteso cartellone del Nuovo Teatro Nuovo di Napoli.

Dall’unione di due grandi nasce LEAR, in scena nella città partenopea fino al 27 ottobre. Il tema della cosiddetta “mappa corporea” di Albertazzi, che analizza se stesso e la sua carriera, affronta il re shakespeariano come simbolo del viaggio nella vita scenica. L’allestimento colpisce subito il pubblico. Chi conosce Latella ne pregusta le scelte, chi non  ha mai visto uno suo spettacolo vede il concetto di palco stravolto.
Non visivamente ma concettualmente. La prova diventa spettacolo, accogliendo un pubblico come sempre confusionario nel momento della ricerca del posto in platea. Un tavolo di legno, di quelli da “mensa di muratori” o da piano da carpentiere. Il maestro al centro, a lato il conte , alle estremità le attrici-figlie e gli attori-figli: tutti loro conversano scherzando mentre osservano e commentano il pubblico che si siede incuriosito. Una scelta che lo stesso Latella aveva presentato nella sua TRILOGIA DELLA VILLEGGIATURA: i personaggi scrutano il pubblico sin dall’inizio. Il verde predomina sulla scena, colorando in varie tonalità gli abiti moderni dei protagonisti. La prova ha inizio e mentre Albertazzi interrompe ripetutamente i suoi artisti, chiedendo una migliore interpretazione della battuta, scivolano piccoli momenti comici che immergono pian piano lo spettatore nella conoscenza dei personaggi. Senza accorgersene il pubblico si trova davanti il maestro e contemporaneamente re Lear- Albertazzi e il matto, che entra ed esce dalle varie interpretazioni sconvolgendo il pubblico che mormora. Gli stessi attori si ritrovano invischiati nella storia di Lear, lo considerano prima il padre poi il maestro, mescolano i loro nomi di personaggi a quelli reali.
L’interrogativo su chi siamo  e su cosa è più prezioso per noi ritorna continuamente. Lear-Albertazzi stavolta non vuole morire e lo dice.  Shakespeare viene smembrato: le parole risaltano, le frasi si sottolineano.
Non solo evoluzione scenica contemporanea ma anche testuale. Albertazzi  invoca l’attenzione alla parola e sembra che il teatro di questi tempi ne evochi il ritorno. Volano fogli su fogli e  i due bravissimi attori , EDMUND, figlio illegittimo di Gloucester- Rosario Tedesco ed  EDGAR, figlio di Gloucester - Giuseppe Lanino,  sfogano la loro ira con i copioni sbattuti sul tavolo-prigione, mentre la tempesta piove fogli bianchi.
Albertazzi scende tra il pubblico e si siede. Osserva i suoi figli artistici permettendo al  suo personaggio  di compiere l’ esilio sulle poltrone della platea. E quando la figlia Cordelia, l’attrice latelliana  Elisabetta Valgoi, già applaudita nella lunga performance di 5 ore de LA TRILOGIA DELLA VILLEGGIATURA, scende in platea e dice  “ andiamo papà”, la commozione è alle stelle. Tra performance recitative particolari e  intense, e analisi del testo shakespeariano, le tematiche vengono attualizzate, rese patrimonio del pubblico pur essendo fortemente legate al “personaggio” Albertazzi. La sua interpretazione, solo in apparenza un testamento, spinge alla profondità di comprensione e alla seria valutazione di concetti e parole. Lear esce di scena tra gli applausi del pubblico, il tavolo si smembra diventando parte delle tavole del palcoscenico, i figli-allievi-attori poggiano sul proscenio il grosso copione. Per il maestro quello è il prezioso regno.  Non ci sarà buio finale per questo spettacolo che illumina per tutto il tempo non solo il palcoscenico ma soprattutto la platea. Per 4 lunghi minuti si innalza l’applauso ai tre maestri di questo lavoro: Shakespeare, Albertazzi, Latella.

Teatro di Roma e Nuovo Teatro Nuovo
Lear
da William Shakespeare
traduzione Ken Ponzio
adattamento Antonio Latella, Ken Ponzio
con
Giorgio Albertazzi, LEAR, re di Bretagna / MATTO di Lear
Silvia Ajelli, GONERIL, figlia più anziana di Lear
Evita Ciri, REGAN, figlia di Lear
Giuseppe Lanino, EDGAR, figlio di Gloucester, poi Povero Tom
Angelo Montella, Conte di GLOUCESTER
Annibale Pavone, Conte di KENT
Rosario Tedesco, EDMUND, figlio illegittimo di Gloucester
Elisabetta Valgoi, CORDELIA, figlia più giovane di Lear
scene e costumi Fabio Sonnino
realizzazione costumi Cinzia Virguti
realizzazione scena Marco Di Napoli
foto di scena Brunella Giolivo
tecnico luci Carmine Pierri
fonico Angelo Longo
sarta di scena Paola Solimando
assistente alla regia Alessandra Limentani
regista assistente Tommaso Tuzzoli
regia Antonio Latella