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Concludiamo la nona edizione del Premio Fersen con grande soddisfazione per il successo qualitativo e numerico conseguito dalla nuova sezione dedicata agli allestimenti scenici di opere di autori italiani emergenti e quindi a quei registi e quelle Compagnie che li hanno prodotti. Fondato nel 2003 per rendere omaggio alla memoria di Alessandro Fersen e, contemporaneamente, incoraggiare i nostri depressi – compresa me stessa - drammaturghi, il Premio nasceva con l’intento di sfatare la diffusa dicerìa secondo cui i nostri autori viventi producevano una drammaturgia di tradizione non più in grado di rappresentare i fermenti della società di oggi. Pertanto, fin dall’inizio, io e la giuria presieduta da Ugo Ronfani decidemmo di adottare un criterio di selezione teso a premiare l’eccellenza privilegiando tuttavia quei testi che maggiormente esprimevano una drammaturgia per il tempo presente. Negli anni ci hanno inviato loro opere drammaturghi di vasta esperienza fra cui: Rocco D’Onghia, Maria Inversi, Aldo Selleri, Graziella Pizzorno, Francesco Randazzo, Patrizia Monaco, Roberta Cortese, Stefania Porrino, Ubaldo Soddu.., e autori allora emergenti e oggi rappresentati in molti dei principali teatri della penisola fra cui: Massimo Sgorbani, Rolando Tarquini, Manlio Marinelli, Giovanni Franci, Carla Di Donato, Paolo Bignami... Le loro opere, per la vastità e attualità delle tematiche trattate, anche le più scottanti, oltre che per la qualità, stanno a testimoniare indiscutibilmente come la nostra  drammaturgia sia perfettamente in grado di competere, senza complessi d’inferiorità, con la tanto celebrata drammaturgia straniera. Basterebbe solo che registi e Compagnie le dedicassero maggiore attenzione e che infine fosse inserita organicamente nei cartelloni dei teatri, non solo una tantum in qualche rassegna ad hoc a fine stagione.In proposito, la nuova sezione del Premio vorrebbe appunto essere d’incitamento perché ciò avvenga con sempre maggior frequenza ovunque In italia .

Per la sezione drammaturgia i testi vincitori della nona edizione sono:
Il Generale di Emanuele Aldrovandi
Un curioso Generale, una sorta di dottor Stranamore declinato sul versante pessimistico/nichilista,  deve difendere il suo Paese dall’attacco di una potenza nemica. Il Nostro emana ordini che sono l’esatto contrario di ogni logica finendo per perdere la guerra e anche la vita. Un testo incalzante e paradossale dal sapore ‘acido’ che allude  a una certa prassi politica che a volte mostra di agire in una direzione contraria al più elementare buonsenso, nonché banale tornaconto. 

Hamletelia di Caroline Pagani
Ofelia è morta e ora può dar libero sfogo ai suoi risentimenti contro Amleto, sua madre e persino William (Shakespeare), colpevoli di averla rappresentata come una vittima con tendenze suicide e non come un’eroina, quale  lei sente di essere stata e quindi di aver meritato di essere rappresentata. Un’ironica e originale confessione teatrale che, con perfida grazia, sottolinea l’incapacità degli uomini di capire i veri sentimenti delle donne.

Gentili risorse di Gabriella Olivieri
Ovvero ‘riflessione corporea sul concetto odierno di curriculum’. Due giovani, nelle vesti di più personaggi, si dedicano all’ardua compilazione dei loro curricula da inviare alle aziende in vista di un improbabile posto di lavoro. In un susseguirsi di battute surreali, i personaggi confessano senza pudori e reticenze le loro emozioni e le loro invincibili frustrazioni.

Per la sezione regia  gli allestimenti scenici vincitori sono:
Invidiatemi come io ho invidiato voi di Tindaro Granata
regia di Tindaro Granata
Prodotto da BIBOteatro in collaborazione con Proxima Res, Granata racconta un orrendo fatto di cronaca nera accaduto in un paese della Sicilia in cui una bimba di tre anni muore a causa delle violenze subite dall’amante della madre che si rivelerà un turpe pedofilo. Il tema della pedofilia fa da sfondo alla vicenda mentre, in un ben ritmato movimento scenico, vengono a galla connivenze, complicità, paure, affettività morbosa... Nel cast: Tindaro Granata, Mariangela Granelli, Emiliano Masala, Paolo Li Volsi, Francesca Porrini, Bianca Pesce, Giorgia Senisi.

Il Tiglio. Foto di famiglia senza madre di Tommaso Urselli
regia di Massimiliano  Speziani
Un giovane disabile psichico e un padre non più in grado di aiutarlo si trovano ad un bivio cruciale della loro esistenza perché c’è in atto l’internamento del ragazzo in una struttura protetta. I due sanno che dovranno staccarsi l’uno dall’altro mentre una dottoressa tenta invano di facilitare questo distacco. Massimiliano Speziani,  con la sua essenziale regia, offre una lettura del testo che va aldilà delle parole dette e si basa su una ben orchestrata gestualità. La pièce rimanda a quel senso di impotenza della famiglia che spesso non è in grado di sostenere e nemmeno di attutire i duri colpi che a volte la vita infligge a qualcuno dei suoi componenti. Interpreti: Massimiliano Speziani, Francesca Perilli, Filippo Gessi

Alice-88 tasti nella storia di Sonia Colombo
Regia di Sonia Colombo
Messo in scena dalla Compagnia Note di Quinta,  lo spettacolo racconta la vita della celebre pianista Alice Herz Sommer, praghese di origini ebraiche, che subì la barbarie nazista e, dopo, la dittatura comunista, ma si salvò grazie all’amore per la musica. In un equilibrato mix di narrazione, musica dal vivo e  flash back, la protagonista attraversa i momenti più terribili della sua  esistenza, quando, internata nel lager di Theriesenstadt, ebbe salva la vita solo grazie alla sua eccellenza di musicista.  Sonia Colombo interpreta Alice Herz mentre le musiciste - Laura Faoro al flauto, Laura Stella al violoncello e Letizia Rampani al pianoforte - interpretano gli altri personaggi. La musica dal vivo sottolinea i passaggi emozionali più significativi della commedia.

Giovedì, 26 settembre, in Milano, presso il Teatro Libero in via Savona 10, ha luogo la premiazione dei vincitori e sarà presentato in anteprima il nono volume antologico ‘Premio Fersen’ edito da: Edizioni Corsare di Giuliana Fanti.