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Impossibile mettere piede a Napoli e non fare un salto anche al Rione Sanità. Un invito teatrale post vacanze ci permette di rivedere il quartiere attraverso i colori  di un cielo umido e di un sole pre- autunnale. Un caso, visto il clima ancora estivo di questa Napoli settembrina. Quest’anno ci sarà un motivo in più per ritrovarsi al Rione Sanità. Il 12 settembre il Nuovo Teatro Sanità ci invita alla conferenza stampa di apertura della prima stagione teatrale ufficiale. Il teatro, di cui abbiamo già parlato nei mesi scorsi, cresciuto e affermatosi all’interno di una chiesa sconsacrata “sott’o ponte”, così come gli abitanti di Piazzetta San Vincenzo chiamano questo specifico luogo, quest’anno ci offre un parterre ricchissimo di lavori e personaggi. Così come ricca appare la platea durante la conferenza stampa. Diciamo la verità: l’accoglienza di questo luogo e delle persone che lavorano e credono in questo teatro ha sempre un’aura positiva. La sensazione è quella di trovarsi “in famiglia”, poiché i vari rappresentanti del mondo teatrale, compresi i critici e i tecnici, sono seduti insieme agli artisti, ai direttori artistici, ai registi, in un luogo di grande e aperta comunicazione culturale e sociale. Il cartellone presentato è ampio e nonostante affiorino alcune tematiche predominanti, la consapevolezza della molteplicità delle produzioni proposte confonde un po’. Cerchiamo, quindi, di apprendere la maggior parte di notizie possibili e di captare quali spettacoli possano colpire subito il nostro interesse, senza ovviamente denigrare gli altri. Ma, si sa, il palcoscenico può ribaltare improvvisamente le aspettative e quindi attendiamo di vedere con i nostri occhi. La stagione avrà inizio il 27 settembre con Lenuccia una partigiana del Sud, progetto e regia di Aniello Mallardo, per Vodisca Teatro in collaborazione con Teatro in Fabula. Spettacolo dedicato a Maddalena Cerasuolo partigiana napoletana legata ai luoghi del Rione Sanità, in occasione dei 70 anni dalle Quattro Giornate di Napoli. L’atteso Giulio Cavalli arriva il 5 ottobre in unica data con L’innocenza di Giulio: il riferimento a Giulio Andreotti e la presenza in video di Giancarlo Caselli, il giudice del processo Andreotti riportano sulla scena napoletana l’attore- drammaturgo che nel 2009 denunciò l’Italia corrotta sul palcoscenico del NTFI. Ancora una volta il circo in scena: Il Meraviglioso Circo dei fratelli Boldoni di Mario Gelardi, regia Carlo Caracciolo. Stavolta, però, la donna cannone pesa 45 kg e il lanciatore di coltelli è ipermetrope. Gea Martire è la protagonista di Mulignane, regia di Antonio Capuano, da un racconto di Francesca Prisco: “mulignane” è la parola napoletana per indicare i lividi violacei, ed è una donna a raccontarlo. Ancora una grande presenza femminile con Cristina Donadio: Transformations ci introduce nell’universo di Anne Sexton poetessa suicida che ottenne il Premio Pulitzer. Con Enrico, l’ultimo, Pirandello e il suo Enrico IV arrivano in un Ospedale Psichiatrico Giudiziario. Liberamente tratto da Pirandello attraverso la regia di Rosario Lerro. Roberto Azzuro, in scena con un altro spettacolo anche al Teatro Civico 14 di Caserta ( così come molti spettacoli del cartellone del ntS’), presenta il suo Eduà II,  da “Eduardo II” di Cristopher Marlowe. Raccionepeccui  di Giuseppe Bertolucci riporta la vicenda di una donna meridionale e dell’emarginazione omosessuale. Mario Gelardi sposta invece a Napoli l’Hotel Splendid  di Jean Genet, adattamento di “Splendid’s”, opera postuma, rappresentata una sola volta in Italia ma non a teatro. Immancabile la presenza di Manlio Santanelli in coppia con il regista Riccardo De Luca: Due signore, prima assoluta di un testo inedito mai rappresentato. Con l’arrivo del 2014, a gennaio troveremo in scena Josè Saramago: lo spettacolo di Luca Di Tommaso, Piuttosto la morte, è tratto dal romanzo “Le intermittenze della morte”. Grande rispetto per la scrittura di Saramago e in scena il violoncello del maestro Soldatini e le maschere che ricordano i Familie Flöz. Lello Serao presenta Garage. La comunità di quartiere, lo stupro di una ragazzina diciassettenne, la lingua contemporanea, il pubblico e il privato, questi i temi principali della produzione di Libera Scena Ensemble in collaborazione con la cooperativa Le Nuvole.  Roberto Russo in scena con Tonino Napoli: zero a zero, invita i presenti a non farsi influenzare da deviazioni calcistiche. Il titolo non è Torino-Napoli! Parliamo proprio di Tonino Napoli, nome e cognome, colui che aspetta un attacco kamikaze sul suo balcone: la mediocrità e l’attesa.  Francesca Rondinella, con il regista Raffaele De Martino, dà il suo nome allo spettacolo: MescaFrancesca. Le mescolanze (Mesca) musicali da varietà immaginario ci vengono accennate, lasciandoci curiosi di ascoltare e vedere.  Con Massimo Sgorbani l’obesità come elemento identificatore di una società malata ritorna in scena: forse è uno dei temi che nell’ultimo anno abbiamo ritrovato frequentemente, violento angosciante e rabbioso, sui palcoscenici contemporanei. Angelo della gravità, tratto dalla notizia statunitense di alcuni anni fa, in cui si parlava dell’obesità di un detenuto del braccio della morte che a causa del suo peso avrebbe spezzato la corda del boia. Distruzione morale, fisica e deterioramento sociale all’interno di un monologo. Noi  di Ramona Tripodi ci riporta a Napoli, esattamente nella piazza della stazione centrale. Un uomo e una donna che vivono ai margini: “nella terra degli invisibili un pagliaccio ed una regina danzano”. Mario Gelardi e Fabio Rocco Oliva affrontano il delicato tema dei trapianti: esperienze personali o legate a persone conosciute creano un delicato lavoro a quattro mani. Con Tina Femiano e Carmen Femiano rimaniamo in Campania: Semenzella, donna vulcanica che si fa portavoce del canto di un popolo. Le discariche e Terzigno nel 2010 fanno da sfondo per un ensemble live che accompagnerà le due attrici. Ancora un personaggio femminile protagonista di Lousie Bourgeois: falli, ragni e ghigliottine, lavoro di Luca De Bei. La figura emblematica dell’artista, dei suoi turbamenti, delle sue sculture. Una donna affascinante, emozionante, totale. Tratto dal romanzo “Scimmie”, vincitore della III edizione del Concorso Letterario Nazionale “Giri di parole”di Navarra editore, in scena “Di carne”, liberamente ispirato al giornalista Giancarlo Siani. In primavera arriva Fabrizio Bancale con  Quell’ultima parata, con il suo personaggio Mario Seghesio e il sogno di giocare a calcio nell’Andrea Doria, e Ciro Pellegrino con Via D’Amelio, 19, definito un “Re-wind” sulla strage di via D’Amelio e sulla vita di Paolo Borsellino.  Lo stesso Pellegrino afferma di voler riportare in scena i veri uomini, per non dimenticare mai. Origini, emigrazione, distacchi: la magia di una “vita – viaggio” con un sottofondo orientale, tanto amato dal pubblico occidentale. Questo è Con le scarpe di Mizan di Daniele Marino. Immancabile Federico Garcia Lorca grazie alla regia di Marcella Vitiello:  Il Teatrino di Don Cristobal, per la prima volta in scena nel 1931, è una farsa guignolesca, dal nome della marionetta Guignol. Ricordiamo che i lavori Con le scarpe di Mizan,  Il Teatrino di Don Cristobal, fanno parte del progetto “Piccola residenza per le compagnie under 35”, insieme agli spettacoli …Piuttosto la morte, Angelo della gravità, Noi. Giovani compagnie ricevono l’ospitalità del teatro per un’intera settimana.  Il progetto che caratterizza la stagione del ntS’ è  di certo Le nuove Resistenze, scambio culturale tra i giovani di Napoli e gli studenti dell’ITCS di Casalecchio di Reno ( Bo): scambi non solo artistici ma soprattutto incontri e confronti anche con i parenti delle vittime della camorra. Da questo progetto nascono gli spettacoli La giusta parte. Testimoni e storie dell’antimafia, lavoro di Mario Gelardi e Carlo Caracciolo con la partecipazione di attori del sud e studenti del nord, e il lavoro bolognese Mafia stop, pop! ,  oltre  a Di carne (già citato) e Di sangue, tratto dal romanzo “L’osso di dio” di Cristina Zagaria. Importanti progetti anche Ironia, il tuo nome è donna,  in occasione della settimana della festa della donna, e Napoli Queer a cura di Claudio Finelli, in occasione dei 30 anni della fondazione dell’Arcigay Napoli e del 17 maggio, giornata della lotta all’omotransfobia. Ancora a maggio Unica voce,  12 scrittori per 12 monologhi inediti a cura di Mario Gelardi e di Caracò Editore. Per chi non ne avesse ancora abbastanza a Natale Happy Christmas Sanità, un contenitore musicale pop a cura di Claudio Finelli.

Foto di Rosaria Piscopo / Carmine Luino 2013