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I risultati dei due bandi sono stati disastrosi. In particolare quello che doveva salvaguardare la storicità di alcuni consolidati festival, di fatto li ha esclusi o penalizzati. Il bando citava  “ Festival di particolare interesse per la vita culturale della Città”, quindi si ritiene che la storicità, la consolidata direzione artistica, la qualità del progetto, il riscontro sulla stampa e i media e l’affluenza del pubblico, fossero elementi determinanti, invece sono stati valutati quasi nulla dando maggior peso a punti ideologici e parametri lontani dalle scelte artistiche operate in questi anni da manifestazioni di successo.
Confrontando i due bandi (per le manifestazioni storiche ricorrenti e per quelle dell’Estate Romana), si nota che sono identici. Una forte contraddizione in termini, come è possibile applicare lo stesso metodo di giudizio?
Quale è la distinzione tra una manifestazione storica e una recente manifestazione estiva?
Certamente qualcosa non è stato valutato, errori che hanno fatto sì che manifestazioni che rappresentano una grande fascia di pubblico siano state escluse dal finanziamento e le altre fortemente penalizzate. Il meccanismo perverso di questo bando ha determinato che su 34 associazioni ammesse, le prime 13 classificate si sono aggiudicate tutto l’esiguo finanziamento.
Una dubbia scelta politica di un Assessore che è andato via, lasciandoci solo confusione e scelte mancate. Si nota anche che alcune tra le vincitrici sono evidentemente iniziative valide ma sicuramente non di consolidata tradizione.
Questo è il frutto di una gestione inesperta e miope ma il vero problema è ridare dignità e un ruolo centrale al settore culturale di Roma, ribadire che la cultura a Roma d'estate e d'inverno è strategica per la città. Noi siamo stanchi di rincorrere bandi, corsi e ricorsi, avvocati e sentenze. Noi siamo un risorsa per la città e non un problema da risolvere ogni estate.
Le Associazioni se pur colpite in tutte le loro attività con ritardi decisionali di assegnazione fondi e vergognosi ritardi sui saldi, possono ancora vantare un portato di oltre due milioni di spettatori e un indotto davvero importante dal punto di vista squisitamente economico. Decine di uffici stampa e numeri mediatici di forte importanza. Siamo stanchi di vedere grandi enti che in un regime di monopolio di fatto decidono le politiche culturali della città (Zetema, Parco della Musica, Opera, Stabile di Roma) organizzando tutto, piccoli e grandi eventi e godendo di grandi risorse economiche, in sleale concorrenza con associazioni, imprese che sono state in grado e lo sono ancora di creare eventi diffusi sul territorio. Non bisogna inventare nessun superpolo culturale, bisogna mettere a sistema le forze che sono in campo da decenni, utilizzare le loro capacità, intelligenze, e creatività per costruire una politica culturale degna di una città come Roma.
Chiediamo quindi con forza che nell’immediato si esca dalla palude con decisioni politiche forti, sia di prospettiva e di politica culturale, sia di rifinanziamento soprattutto del Bando per le "manifestazioni di particolare interesse” in modo di salvaguardare l’esistenza e il rilancio di tutte quelle realtà che hanno saputo in tanti anni sopravvivere rinnovandosi e mantenendo un rapporto con un pubblico vasto e appassionato.
Questo era l’intento originario e ispiratore di questo Bando triennale che si è trasformato nei fatti in una trappola infernale proprio per le manifestazioni che intendeva tutelare.