Pin It

Nuova direzione, nuove polemiche, nuovi applausi. Il Napoli Teatro Festival Italia 2016 debutta il 15 giugno e si concluderà, dopo un intero mese, il 15 luglio, presentando numerosi spettacoli che caratterizzano la nuova direzione artistica. Franco Dragone, regista di fama mondiale, campano ma naturalizzato belga, riporta a Napoli l’internazionalizzazione artistica che un festival di tale portata necessita da tempo. NTFI 2016 diventa un contenitore di numerose tipologie di spettacolo: punte di diamante internazionali, nomi importanti del teatro italiano, maestranze e produzioni campane. Festival eterogeneo che attira un pubblico diverso e diversificato, almeno quest’anno, attratto dai nomi internazionali, da Jaco Van Dormael a Shiro Takatani, da Shirin Neshat a Françoise Bloch, Joël Pommerat, Brett Bailey, Omar Abusaada, fino a  Robert Lepage

e via via altri che accompagnano gli artisti e gli autori italiani e campani. Il debutto di questo Festival è stato caratterizzato da due grandi produzioni che hanno occupato il palcoscenico del Teatro Politeama di Napoli, quest’ultimo aperto al pubblico, purtroppo, solo in occasione del periodo festivaliero: parliamo dello spettacolo KISS & CRY, nato da un’idea di Michèle Anne de Mey e Jaco Van Dormael, in scena il 15 e 16 giugno, e ST/LL, del giapponese Shiro Takatani, in scena il 20 e 21 giugno. Entrambi sembrano sovrapporre ed unire due elementi comuni: una narrazione di base, sonora nel caso di KISS & CRY, perché raccontata attraverso le parole e le musiche, corporea quella di ST/LL, affidata al silenzio delle parole ed ai movimenti degli attori, e l’utilizzo del video, delle riprese in diretta, della presenza di immagini reali o create a priori, che diventano personaggi agenti all’interno dello spettacolo.
La narrazione poetica dello spettacolo KISS & CRY è evidenziata, sin dall’inizio, dalla semplicità del titolo che descrive, attraverso una sorta di ossimoro accattivante, il profondo significato della vita. Ed è proprio la vita a costituire il fulcro della narrazione, attraverso l’espediente della solitudine dolorosa e profondamente poetica, vissuta dalla protagonista di questa storia. Conoscere un ragazzo, durante l’adolescenza, all’interno di un treno atteso per tutta la vita, crea un percorso che si estende dal video alla scena reale. Questo spettacolo impone, infatti, un duplice meccanismo visivo: in primo luogo il pubblico è costretto, perché abituato, a seguire ciò che avviene sul palcoscenico, ma in un secondo momento riesce ad unificare la duplice visione video-palco, decidendo di osservare unicamente lo schermo. Cosa succede sulla scena di KISS & CRY? Definita vera e pura magia da un pubblico estasiato che regala una standing ovation di parecchi minuti, questa produzione  è frutto di un lavoro capillare, di un’osmosi continuativa, di una coordinazione al millesimo di secondo. Micro set cinematografici occupano l’intera area del palcoscenico, suddiviso lateralmente in veri e propri tavoli da lavoro. La storia è interpretata da due attori particolari, ossia il pollice e l’indice di due interpreti, dita nodose e allenatissime che mettono a nudo l’anima di ogni uomo e di ogni donna, delineando in silenzio la difficoltà di vivere. Gli autori si chiedono in quale luogo finiscano le persone che scompaiono dalla nostra vita e lo spettacolo regala la splendida metafora della spiaggia della gente perduta, creando dei micro set attraverso i più famosi e semplici effetti speciali cinematografici. La memoria diventa il luogo che non tradisce mai la solitudine, attraverso l’immagine simbolica di scatoline che contengono arti di bambola, pezzi di vita, stralci di ricordi. L’intero spettacolo è un’immensa opera pittorico-visiva che utilizza le tecniche cinematografiche dell’illusione ottica e della suggestione visiva, trasformando un microcosmo in microscopica storia universale a grandezza d’uomo. In sottofondo la voce narrante racconta la storia, mentre cameramen, tecnici, attori e le loro dita, tutti seguono le indicazioni del regista: tagli, dissolvenze, buio, inquadrature, luci, ombre. Il punto di riferimento è lo schermo, sia per lo staff che lavora incessantemente sul palco così come per il pubblico, ma la sensazione di rovesciamento della struttura convenzionale dello spettacolo teatrale è evidente. Se il pubblico è ormai abituato al rovesciamento della quarta parete, ossia a quelle prove diventano spettacolo, qui il processo è complicato e costruito attraverso incastri di spettacolo nello spettacolo, quello scenico, in carne ed ossa, e quello riprodotto per immagini sul video. I tempi della riproduzione sono, quindi, contemporaneamente diversi e sovrapponibili, e tutti questi elementi rendono questo spettacolo fruibile da un pubblico eterogeneo: drammaturgia, storia semplice, sentimenti, illusionismo e suggestione, video, cinema ed una splendida colonna sonora che culmina con la struggente versione di "Nothing Compares 2 U" di Jimmy Scott (per la visione del trailer dello spettacolo https://www.youtube.com/watch?v=t0Hp--nhQjI).
Il video è il grande protagonista anche dello spettacolo giapponese ST/LL, gioco di lettere per questo particolare titolo che potrebbe avere diversi significati, ma tutti coerenti all’interno dello stesso discorso: “silenzioso”, “immobile”, “ancora”. Analisi microcosmica, quasi morbosa, di tutto ciò che è immobile nella nostra vita, ciò che sopravvive nonostante tutto, che ci rende uomini in quanto tali. Gli oggetti della quotidianità, come le stoviglie, un tavolo, le sedie, incombono sulla scena, ortogonalmente rispetto ad un’installazione video posta in verticale sulla scena, come uno specchio artificiale. L’atmosfera cupa, ma non lugubre, sembra trascinare l’umanità nelle viscere di una città fantascientifica ed apocalittica. Il palcoscenico è ricoperto da alcuni centimetri d’acqua, mezzo di rifrazione dei fasci di luce e delle pulsioni luminose, quest’ultime sostenute da piccoli suoni prolungati che si depositano nelle orecchie e che diventano tappeto sonoro, durante lo svolgimento dell’intero spettacolo, ricordando le allucinazioni, il suono dei macchinari d’ospedale, le ossessioni mentali, i cortocircuiti mnemonici.  L’acqua caratterizza i movimenti degli attori, poiché, ad ogni passo, il riverbero visivo e sonoro risuona sul palcoscenico. La narrazione che ritroviamo nel precedente spettacolo è qui assente: stavolta la sceneggiatura è caratterizzata da movimenti che  raccontano, attraverso immagini e corpi, e descrivono una decadenza viscerale dell’umanità intera. L’immagine di apertura, ripresa da un drone calato sulla tavola attraverso cavi d’acciaio, è lentissima e si sofferma planando sulla superficie scura su cui si ergono le stoviglie, riprodotte in maxi dimensioni sullo schermo. La lente di ingrandimento, rappresentata dall’occhio del drone, elemento che proviene dall’altro, deus ex machina futuristico ed inquietante, sprofonda nelle viscere della routine di ogni uomo e di ogni famiglia, qui apparentemente reale, ma in effetti smembrata, insana, asettica. Lo studio sui movimenti e sul rapporto con la riproduzione video si associa alla poesia della cultura orientale, prevedendo l’inserimento di alcune frasi, pronunciate da un’attrice alla luce di una candela su fondo nero, immagine che addolcisce la  scenografia caratterizzata da line nette e da tagli di luce grigio-biancastra, introducendo una sorta di flashback sul racconto personale e sul ricordo.  Purtroppo, però, l’assenza di traduzione in italiano – eccetto una breve e fastidiosa traduzione simultanea a voce, ma solo per alcune frasi – non permette la comprensione delle battute in giapponese. Questa sezione dello spettacolo punta sull’illuminazione calda, ampia, che gioca su alcune scelte registiche particolari, come le lampadine calate dall’alto, come enormi gocce di pioggia, e le lettere di leggera carta bianca, in volo sul palcoscenico come farfalle spinte da enormi ventagli, elementi che ricordano BIANCO SU BIANCO della compagnia Finzi-Pasca. ST/LL appare, dunque, un lavoro di grande eleganza, precisione, bellezza visiva e concettuale, molto sofisticato, di grande impatto visivo e dall’ottimo cast,  ma certamente non adatto ad un pubblico poco teatrale o non appassionato del genere ( per la visione del trailer dello spettacolo https://www.youtube.com/watch?v=QXJOA0y2GC4).
Ritorneremo ancora sul Napoli Teatro Festival Italia 2016, analizzando alcuni degli spettacoli previsti a luglio, ma grazie al soggiorno in Sicilia ci occuperemo anche di due importanti eventi teatrali, presenti nell’isola: lo speciale sul lavoro di drammaturgia ed adattamento di FEDRA, la tragedia in scena presso il Teatro Greco di Siracusa, con la regia di  Carlo Cerciello, e l’imminente esperienza presso WRITE, Residenza di Drammaturgia Internazionale in provincia di Messina, nata da un’idea del drammaturgo siciliano  Tino Caspanello, con la collaborazione di Latitudini, Rete di Drammaturgia Siciliana.

NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA 2016
Teatro Politeama Napoli  
KISS & CRY                                                                                       
15-16 giugno 2016
IDEAZIONE/AN IDEA BY MICHÈLE ANNE DE MEY E JACO VAN DORMAEL
IN CREAZIONE COLLETTIVA/A JOINT CREATIVE PROJECT WITH GRÉGORY GROSJEAN, THOMAS GUNZIG, JULIEN LAMBERT, SYLVIE OLIVÉ, NICOLAS OLIVIER COREOGRAFIA E NANODANSE/CHOREOGRAPHY AND NANODANSE MICHÈLE ANNE DE MEY, GRÉGORY GROSJEAN
REGIA/DIRECTED BY JACO VAN DORMAEL
TESTI/TEXTS THOMAS GUNZIG
SCENEGGIATURA/SCRIPT THOMAS GUNZIG, JACO VAN DORMAEL
LUCI/LIGHT DESIGN NICOLAS OLIVIER
RIPRESE/IMAGES JULIEN LAMBERT
SCENE/SET DESIGN SYLVIE OLIVÉ
SOUND DESIGN DOMINIQUE WARNIER
NARRATORE/NARRATOR ANGELO BISON
PRODUZIONE/PRODUCTION CHARLEROI DANSES, CENTRE CHORÉGRAPHIQUE DE LA FÉDÉRATION WALLONIE-BRUXELLES
IN COPRODUZIONE CON/IN COPRODUCTION WITH LE MANÈGE.MONS – CENTRE DRAMATIQUE, LES THÉÂTRES DE LA VILLE DE LUXEMBOURG
CON IL SOSTEGNO DI/WITH THE SUPPORT OF MINISTÈRE DE LA COMMUNAUTÉ FRANÇAISE WALLONIE-BRUXELLES – SERVICE DE DANSE, DE WBI (WALLONIE BRUXELLES INTERNATIONAL)
date/dates 15, 16 giugno 2016
luogo/venue teatro politeama
durata/running time 1h 30min
lingua/language italiano/italian
paese/country belgio/belgium

ST/LL
20 – 21 giugno 2016
REGIA/DIRECTED BY SHIRO TAKATANI
CON/WITH YUKO HIRAI, MAYU TSURUTA, MISAKO YABUUCHI, OLIVIER BALZARINI
MUSICHE/MUSIC RYUICHI SAKAMOTO, MARIHIKO HARA, TAKUYAMINAMI
LUCI/LIGHT DESIGN YUKIKO YOSHIMOTO
CREAZIONE MULTIMEDIALE/MULTIMEDIAL CREATION KEN FURUDATE
TESTO/TEXT ALFRED BIRNBAUM
VOICE/VOICE MARIO VATTANI
CANZONE/SONG 60 CRADLES – REHOTNE SINTA
VOCE/VOICE YOKO KAWAKAMI
©THE FOUNDATION FOR RESEARCH AND PROMOTION OF AINU CULTURE PRODUCTION TOURNÉE RICHARDCASTELLI – EPIDEMIC
PRODUZIONE/PRODUCTION DUMB TYPE OFFICE
IN COPRODUZIONE CON/IN CO-PRODUCTION WITH LE VOLCAN – SCÈNE NATIONALE DU HAVRE (FRANCIA), BIWAKO HALL – CENTER FOR THE PERFORMING ARTS SHIGA (GIAPPONE), FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL – NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA
date/dates 20 giugno/june  h 21.00
21 giugno/june  h 19.00
luogo/venue teatro politeama
durata/running time 1h 10min
lingua/language italiano/italian
paese/country giappone/japan