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Il rapporto tra drammaturgia, danza e arte performativa in genere è andato man mano a costituire una cifra essenziale del Teatro della Tosse soprattutto nelle sue più recenti evoluzioni. Torna così, con la naturalezza che le è propria, la seconda edizione di “Resistere e Creare”, rassegna di danza internazionale sotto il segno quest’anno della “Rivolta” che è in fondo una delle forme più alte della nostra resistenza all’esistere confuso di questa nostra contemporaneità e quindi una delle forme più alte di una moderna creatività.
Una rivolta che ha come suo primo obiettivo quello di occupare lo spazio (lo spazio del proprio esistere, lo spazio della propria “libertà”) e ha come strumento ineludibile ed

irriducibile il corpo con la sua capacità di articolare ogni discorso nella sapienza della danza.
Susanne Langer ha scritto nel suo libro Sentimento e forma che la danza “è la coscienza di un mondo che è al di là del momento e del luogo della esistenza animale dell’uomo, la prima concezione della vita come un tutto … la sfera delle forze nella danza è il mondo, e la danza è la partecipazione ad esso dello spirito umano”.
Di questa spinta la rassegna sembra dunque cogliere una suggestione, quella per la quale si può articolare il corpo, e il corpo danzante in particolare, come forma comunicante, esteticamente singolare ma insieme pubblica, come stilema cioè di un discorso che affonda la sua ragione nell’autenticità che precede l’individuazione e la dialettica sincopata della comunicazione pubblica e di una retorica ormai degenerata nella virtualità.
Oltre il cerchio magico che si apre al mondo, anzi dentro questo stesso cerchio per cercare e fare emergere i fondamenti della bellezza, un andare che è una ambizione forte ed un impegno difficile che si articolerà in 18 giorni di spettacoli, seminari, mostre e incontri che occuperanno interamente spazi e strutture del Teatro della Tosse.
Un grande impegno artistico, sotto la direzione rinnovata e anche innovativa di Michela Lucenti presente con i suoi due spettacoli shakespeariani Before Break e Killing Desdemona, e un grande impegno organizzativo che coinvolge, con la consueta passione, Emanuele Conte e Amedeo Romeo.
Per l’interessante cartellone, con una giusta dedica al Bardo nel quattrocentesimo della morte, rimando ai comunicati e al sito www.teatrodellatosse.it (segnalo soltanto la forte presenza internazionale a partire da Wim Vandekeybus) per una edizione che sono convinta rinnoverà, se non migliorerà, il successo della prima edizione.
Una eccezione merita, a mio avviso, la mostra fotografica Sottosopra di Patrizia Lanna dedicata al teatro danza per ragazzi con inabilità. Un progetto che nasce per iniziativa di Nicoletta Bernardini e Barbara Zampa la cui particolarità sta nel dimostrare quanto nella realtà sia labile il confine tra diversità e normalità nel momento in cui ciascuno è chiamato nella danza a portare il contributo della sua identità e quindi della sua specificità. Solo così il gruppo, sia questo costituito da supposti normali, che non sono tutti “uguali”, o supposti diversamente abili, non giudica od esclude ma si costituisce come una comunità che integra in cui tutti beneficiano del contributo di ciascuno, nessuno escluso.

Foto Danny Willems