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Torna “Life Festival” a Genova per una settimana circa dal 6 al 14 maggio, torna ad incuriosire ed interrogare una città e con essa una intera comunità sulle diversità, anzi, poiché diversità mi sembra una parola ormai politicamente abusata, sulla varietà e variabilità della vita e dei modi di essere vissuta intimamente, identitariamente ma soprattutto nella relazioni con gli altri, nella percezione cioè che gli altri hanno di noi e di quella che noi, attraverso i loro occhi, abbiamo di noi stessi. Ospite è ancora una volta il Teatro della Tosse che offre i suoi spazi e le sue sale ad una serie di performance drammaturgiche di notevole interesse, questa volta però affiancato da altre realtà culturali della città, quali “Circuito Cinema Genova”, “Altrove Cinema Teatro” e la “Biblioteca De Amicis, oltre naturalmente a quella galassia di realtà associative che si occupano e si preoccupano dei problemi di

genere ovvero delle cosiddette tematiche LGBTI, a partire da Arci Gay genovese e nazionale, ma non solo.
In effetti “Persone oltre il genere” è il titolo/riferimento della edizione di quest’anno ad indicare, credo, che queste tematiche non riguardano tanto o soltanto una minoranza più o meno attiva e partecipante della Società, quanto soprattutto la coscienza e l’identità di una maggioranza all’interno della quale quella minoranza prova a manifestarsi, e che in relazione a quelle tematiche può anch’essa approfondire la coscienza del proprio sé e migliorare la qualità della generale organizzazione e strutturazione della Società.
Quindi il tema della varietà e della identità non va riferita solo a quella specifica minoranza, forse più attiva perché più organizzata, ma a tutte le diversità che rendono le comunità caleidoscopi di esistenze molteplici ma al fondo delle quali si può riconoscere una essenza umana comune, quell’uno nietzchiano che proprio nel rapporto confronto con l’altro e con la storia trova il proprio forte fondamento. Così, oltre ogni forzatura, ogni “varietà” può mostrare la propria naturale “naturalezza”.
Questo mi sembra il messaggio di fondo dell’iniziativa, utilizzare le sensibilità specifiche per allargare gli orizzonti attraverso gli strumenti dell’arte e del teatro che, più di altri, sono in grado di rappresentare gli innumerevoli colori delle nostre vite. In sostanza le tematiche LGTBI non tanto in quanto tali ma come una sorta di “sonar” per percepire, individuare e capire le innumerevoli diversità ma anche ciò che unisce dentro e fuori di noi.
Tutto questo anche oltre le tonalità “politiche” che forse inevitabilmente coinvolgono oggi gli attori principali di questo processo e che hanno caratterizzato anche l’inaugurazione ufficiale dell’evento nel foyer della Tosse, alla presenza del Vice Sindaco di Genova Stefano Bernini (in rappresentanza dell’atteso Sindaco Marco Doria), del Presidente Nazionale di Arci Gay Gabriele Piazzoni, nonché, tra gli altri, del Direttore Artistico del Teatro della Tosse Amedeo Romeo e di Carla Peirolero animatrice del Festival e della Compagnia Suq anch’essa impegnata in analoghe tematiche. Ha introdotto le iniziative Domenico Lazzaro Direttore Artistico del Festival.
Festival che la sera stessa del 6 maggio si è aperto nel modo migliore con “MDLSX” dei Motus, che abbiamo già recensito in queste pagine, con la “scandalosa” Silvia Calderoni alla ricerca esplorazione della propria identità (a geometria variabile) all’interno delle trame drammaturgiche di Enrico Casagrande e Daniela Nicolò.
Seguiranno, per quanto riguarda gli eventi drammaturgici, “Peli” della Compagnia Quattroquinte, “Delirio di una Trans Populista” di Andrea Adriatico/Teatri di Vita dal premio Nonel Elfriede Jelinek e infine il 13 maggio “Variabili Umane” della Compagnia Atopos. Per l’insieme delle iniziative del Festival rimandiamo comunque al programma completo da noi pubblicato.
È, “Life Festival”, una iniziativa importante e interessante, che cresce e va superando anche i confini della città per assumere eco nazionale.