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Nelle periferie accadono piccoli miracoli. Così può succedere di trovare dirigenti scolastici e insegnanti che amano il teatro e che invitano compagnie teatrali in occasione della giornata mondiale del teatro, per uno spettacolo aperto al territorio. È accaduto nel piccolo paese in cui vivo, alla periferia di Milano. Ieri sera ho assistito allo spettacolo teatrale della compagnia La Ventana e ho visto come giovani attori siano in grado di creare un mondo, se amano quello che fanno e se sanno mettere a frutto gli insegnamenti ricevuti. Gli interpreti hanno tutti alle spalle anni di studio in accademie, università e master, come spesso accade ai ragazzi delle attuali generazioni. Si studia tanto e a lungo, perché si fa sempre fatica a trovare un lavoro e spesso bisogna inventarselo. La Compagnia nasce nel settembre 2016 per iniziativa di Alessandra Bulzomì e Agnese Troccoli. Partendo dalla comune esperienza formativa e dalla grande passione per il teatro che le lega, le due artiste hanno

ideato e fondato questa compagnia, che nel suo nome racchiude tutto lo spirito che la rappresenta. La parola “ventana” che significa “finestra”, designa l’apertura di uno sguardo fresco sul mondo ma è anche il suono di un vento caldo, rappresentativo dell’animo, della dedizione e dell’amore che muove i componenti della compagnia. “La Ventana” ha in repertorio spettacoli pensati in particolar modo per i ragazzi che partono dallo spirito educativo proprio delle due fondatrici. L’aspetto didattico è sempre accompagnato da un grande lavoro attoriale e sperimentale, affinché ogni messa in scena sia caratterizzata da un preciso valore artistico. Ci vuole coraggio ad andare a teatro, non è ironia...lasciare il cellulare spento per almeno un’ora, alzarsi dal divano, uscire di casa. Chi lo ha fatto ieri sera ha visto dei giovani attori (diplomati presso la scuola “Quelli di Grock”) raccontare e far rivivere storie di donne che hanno scelto di reagire alla vita, di non piegarsi di fronte alle difficoltà della vita. Tre personaggi in scena e tre mondi diversi. Carlo Morini (abilmente interpretato da un vivacissimo Alessandro Pavia) racconta la storia di una figlia, Alfonsina Strada, la prima donna che è salita in sella a una bicicletta correndo al passo degli uomini del tempo. E poi Franca Viola, la prima donna a rifiutare il matrimonio riparatore. Infine Flavia Carvalho, la tatuatrice brasiliana che copre le cicatrici di donne maltrattate. La regia e la drammaturgia sono curate dagli interpreti Alessandra Bulzomì, Alessandro Pavia, Chiara Pellegatta e Agnese Troccoli. Si parte da pochi elementi, essenziali; un cappello, un fiore all’occhiello, un vaso di vetro, per raccontare storie un po’ dimenticate. Tutti gli interpreti all’altezza del compito, hanno regalato al pubblico passione e immedesimazione. Non resta che augurare loro, una lunga vita teatrale e un buon “27 marzo” ogni giorno.

Cologno Monzese, Sala Teatro Via Toti, 27 marzo 2019