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“Il fatto è...” Inizia così il monologo di Paolo Briguglia, con una frase semplice, concreta, che parte da un fatto: il bisogno di libertà dell’essere umano. Una frase che sembra la conclusione di un discorso e invece siamo solo all’inizio. L’inizio di una Odissea contemporanea, l’Odissea di un ragazzo costretto a lasciare il suo paese, grazie al coraggio di una madre che ha saputo lasciarlo andare, un atto d’amore per salvargli la vita, lasciandogli in dono tre preziosi consigli: non drogarti, non uccidere, non rubare... Ci sono alcuni spettacoli che disegnano scenografie immaginarie, tutto è scritto nella bellezza della parola scenica e nella forza della recitazione. È il caso del monologo tratto dal libro di Fabio Geda, riduzione a firma dell’autore, nella commovente interpretazione di Paolo Briguglia. È la storia vera di Enaiatollah Akbari. Dopo la morte del padre, il piccolo vive nascosto per sfuggire a ricatti e soprusi, finché la madre decide di portarlo lontano. Ha così inizio un durissimo viaggio

dall’Afghanistan all’Italia. Un viaggio in posizione fetale, stipato in pochi centimetri, nella pancia di un camion, in un gommone in mare aperto. Una riflessione attualissima sulle immigrazioni. “Se nasci in Afghanistan, nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, può capitare che, anche se sei un bambino alto come una capra, e uno dei migliori a giocare a Buzul-bazi, qualcuno reclami la tua vita”.  Paolo Briguglia, con recitazione attenta alle sfumature dell’espressione e dei movimenti disegna paesaggi attraversando l’Iran, la Turchia e la Grecia. Un racconto epico esemplare che dà speranza: c’è speranza di sapere che esistono possibilità di salvarsi grazie anche all’aiuto di persone generose che conoscono parole antiche come ospitalità, accoglienza, rifugio. Parole che qualcuno vorrebbe cancellare dalla nostra storia comune, una storia fatta di sofferenza e migrazioni. Ben vengano lavori come questo che ci regalano nuovamente in senso dell’umanità. Il racconto procede fra ironia e dramma, tutto sul volto formidabile dell’attore-narratore. La regia Paolo Briguglia e Edoardo Natoli punta sull’essenzialità e sulla ricchezza della gestualità e sul disegno delle luci che mostra paesaggi reali e paesaggi immaginari, paesaggi geografici e luoghi dell’anima.  “Il fatto è” che gli uomini non dovrebbero mai dimenticare la legge fondamentale della natura umana. Quella del diritto alla migrazione è così che è nata la grande avventura dell’umanità, chi nega questo dato di fatto dovrebbe documentarsi perché le migrazioni sono antiche quanto l’umanità. Gli studi antropologici, archeologici, i poemi omerici, le testimonianze e le fonti storiche, dimostrano ampiamente che i movimenti di singoli e gruppi, gli scambi commerciali e culturali, hanno costruito la  storia  delle  civiltà   umane. Il fatto è che accogliere e accudire è sempre una questione di civiltà.

Milano, Teatro Franco Parenti, 31 gennaio 2020
Produzione BAM Teatro in collaborazione con Palermo Teatro Festival