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Eppur si muove, direbbe qualcuno, perché la gente di teatro non si rassegna. È nata, infatti, proprio in questi giorni difficili, una nuova realtà teatrale in Liguria, realtà artistica ma anche produttiva, che riunisce 19 compagnie regionali, tra le più attive e dinamiche, tra le più ricche di creatività e innovazioni, che animano questo territorio dalle grandi tradizioni. Si tratta del “Coordinamento delle Imprese teatrali della Liguria” presentato nel corso di una conferenza stampa cui hanno partecipato, con i 19 promotori, l'assessore alle politiche culturali e sociali della Regione, Ilaria Cavo, ed Angelo Pastore, Presidente dell'AGIS Liguria, che ha espresso l'appoggio della Associazione. Al di là degli elementi di condivisione artistica presenti nell'iniziativa e anche della efficacia di una collaborazione organizzativa e produttiva, nella difficoltà delle realtà “piccole” a difendersi e destreggiarsi nella complessità del sistema pubblico italiano e delle sue fonti e risorse, emerge a mio avviso un dato

interessante, quasi un indizio di mutazione genetica. Un dato che consegue alla consapevolezza espressa da molti dei promotori che solo presentandosi con il linguaggio dell'impresa, e con la conseguente struttura e modalità di relazione anche con la politica, queste realtà minori, solo dal punto di vista dimensionale però, avrebbero potuto avere adeguata udienza e conseguente equilibrato accesso ai fondi in vario modo stanziati e disponibili nei diversi canali.
Da questa consapevolezza, dunque, l'esigenza di fare squadra in senso organizzato e dunque di fare “massa” in senso economico, conquistando peso e sviluppando sinergie produttive in una logica molto più “aziendale” che artistica.
Infatti gli organizzatori hanno tenuto in primo luogo a sottolineare come, dall'aggregazione, nasca una realtà regionale terza per dimensioni (dopo il Teatro Carlo Felice e il Teatro Nazionale di Genova) con un fatturato complessivo di oltre 3,6 milioni di euro, per il 60% dal mercato tra l'altro, che dà lavoro a 400 tra artisti e tecnici e che ha prodotto, nel 2019 ultimo dato utile, 624 spettacoli dal vivo.
Da tutto ciò può conseguire la possibilità, insieme, di far meglio valere le istanze dei singoli, anche per quanto riguarda la distribuzione dei fondi. Infatti una delle prime richieste alla Istituzione regionale è stata quella di Istituire un Fondo Integrativo dedicato di emergenza, al pari di altre Regioni, allo scopo di fronteggiare le forti perdite di fatturato del 2020, che andrebbero dal 40% al 70% a seconda delle singole realtà. Un apposito ordine del giorno è stato portato in consiglio regionale.
Rimandiamo per quant'altro al comunicato stampa, che dettaglia anche le 19 compagnie associate, ma mi si permetta una notazione: è paradossale che in Italia si debba assumere esplicitamente un linguaggio ed un atteggiamento da impresa per farsi meglio ascoltare ed essere alla pari con altre realtà economiche e commerciali, quando in tutta Europa è naturalmente riconosciuto, senza eccessivi stravolgimenti, il valore anche di volano economico del teatro e della cultura in genere. Tant'è, auguriamo successo alla nuova iniziativa e ci auguriamo che non ne sia implicata la libertà creativa che sinora ha contraddistinto queste realtà, tutte di significativo valore.