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I pregiudizi, si sa, sono duri a morire. Restando solo al nostro settore, uno dei pregiudizi più resistenti anche oggi è quello secondo il quale il teatro di burattini e marionette, con connesso teatro ragazzi o fanciulli come si diceva un tempo, sta in una categoria inferiore rispetto al Teatro con la T maiuscola, quello istituzionale o destinato ai 'grandi' per intenderci, una retrocessione solo parzialmente riscattata, più di recente, dalla categoria del Teatro di Figura, che lo comprende naturalmente, ovvero dal movimento, peraltro qualche tempo fa più attivo di adesso, della cosiddetta animazione teatrale. Quelli che hanno avuto l'occasione e l'interesse a soffermarsi sull'evento citato che un tale teatro ricorda, arricchito da spettacoli, incontri e interessanti convegni, tutti rigorosamente in rete, avrebbero invece potuto scoprire come il teatro delle marionette e dei ragazzi, che hanno antenati, ascendenze e radici ben più profonde e lontane di quanto si è portati a credere, abbiano fortunatamente e fortunosamente costituito una sorta di veicolo

che ha traghettato fino alla nostra contemporaneità un certo modo di fare, sulla scena, e di essere, nelle comunità, teatro.
Con il doppio merito, credo difficilmente disconoscibile, da una parte di preservare il teatro nel suo complesso dalla normalizzazione 'digestiva', paventata tra gli altri da Artaud, quella da commedia borghese o pièce bien fait, e dall'altra di alimentare, come una fonte carsica che trova un suo sbocco, le diverse forme che ha assunto il teatro di ricerca o di innovazione, non solo italiano, nato e cresciuto all'ombra della crisi del cosiddetto teatro di 'regia'.
Sono state queste giornate, promosse da UN.I.MA. Italia, dal Comune di Parma e da Parma Capitale Italiana della Cultura, un assai interessante approfondimento di un tema che sta per fortuna assumendo sempre più rilievo anche, con un po' di ritardo, nel panorama italiano, con Istituzioni, festival ed eventi vari che hanno punteggiato la stagione passata e quella in corso.
Il tema di un teatro custode di un legame popolare ma non popolaresco, legato se si vuole all'infanzia ma aperto a tutti per la sua capacità di preservare ed arricchire orrizzonti estetici e artistici altrimenti e con grave perdita dimenticati. Un teatro curato e che cura la comunità nelle sue più diverse articolazioni e che feconda come un buon concime il suo terreno.
Quattro giornate molto intense che hanno visto molti protagonisti e che hanno alternato iniziative istituzionali dell'UNIMA Italia con il suo presidente Alfoso Cipolla, alcune in collaborazione con Assitej (il teatro ragazzi), con ANCT l'Associazione Nazionale Critici di Teatro in una interessante tavola rotonda proprio sul non facile rapporto tra critica e teatro dei Burattini, ovvero con UNESCO, a iniziative più propriamente artistiche, custodite a volte all'interno dei convegni e dei diversi dibattiti.
Non possiamo qui ricordare tutti i partecipanti, di grande competenza, e per questo rimandiamo ai comunicati stampa con i relativi calendari.

Immagine di Giuseppe Braghiroli