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Due donne in scena e alle spalle l’evocativa scenografia di Alessandra Catella che diventa simbologia di un paradiso perduto, alberi, prati, sculture artistiche; una bellezza immobile e irraggiungibile, spettatrice di un amore. Elena e Diane si sono amate, hanno 25 anni di differenza, insieme ricordano e raccontano il loro amore. “Di cosa hanno parlato la prima volta? E l’ultima? In un gioco a due, ripercorrono i momenti vissuti insieme mettendo in pausa, riavvolgendo e rimontando ciò che ricordano per fare i conti con il passato. Due donne raccontano il loro amore sopravvissuto a mille prove, una su tutte quella del tempo che passa”. Nicola Russo, attore e drammaturgo, porta in scena una nuova immersione nei sentimenti e nelle emozioni più intime. E sceglie come compagne di strada Elena Russo Arman e Marit Nissen. Le due

attrici reggono, con bravura e originalità, il confronto con un testo di parola, dove l’azione scenica è ridotta al minimo e in cui la parola diventa azione, narrazione di un dolore e dimensione pura di memoria. La regia è essenziale, tutto si compie in uno spazio fisico dominato dai toni del grigio, uno spazio che rappresenta la memoria, che spesso si perde nella nebbia grigia: non sempre riusciamo a rivivere tutta la bellezza del passato, tutte le emozioni che abbiamo vissuto e a volte confondiamo o sostituiamo i ricordi. Il teatro di Nicola Russo che ha alle spalle una lunga esperienza di attore è “un teatro che all'azione preferisce il racconto e l'evocazione del passato, memoria di ciò che si è stati e fondamento di ciò che si è diventati e si diventerà” (come ben suggerisce Marcello Isidori in dramma.it nella rubrica dedicata alla pubblicazione delle opere del drammaturgo). La messa in scena in alcune parti risulta frammentata e dispersa, come spesso avviene nelle stanze della nostra mente quando ricordiamo a stento o dimentichiamo e cancelliamo, perché a volte i ricordi sono troppo dolorosi. Dal punto di vista registico si potrebbe osare di più e per far rivivere nella scena lo stesso coraggio che hanno avuto le due donne ad amarsi così a lungo sia pure nella differenza di età, di interessi, di sogni. Riportare nella poetica della rappresentazione, quello stupore, quell’emozione, quel segreto filo rosso che lega due anime, per rilanciare al massimo tutte le potenzialità del testo.  Come è possibile tenere viva la passione? Seguire i segreti di un trattato di anatomia comparata: tenere a mente ogni piccola parte che ci permetta di ricomporre il tutto, analizzare le cause della loro forma, della loro organizzazione strutturale e dei loro adattamenti e le modifiche nel corso del tempo. Che fare? Continuare a vivere e festeggiare ogni giorno un amore che ha saputo regalarci momenti di poesia e farlo, soprattutto nell’autunno della vita, è la sfida più grande.

Milano, Teatro Elfo Puccini, 14 giugno 2021

Foto Laila Pozzo