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In principio era “Favola” di e con Filippo Timi, apparso nel 2011 al Franco Parenti di Milano (via Pier Lombardo 14) con Lucia Mascino e Luca Pignedoli. Un enorme successo di pubblico e critica, un film dirittamente ispirato e tanta voglia di conoscere qualcosa in più di quel mondo tutto patinato e dolorosamente triste. Timi torna sullo stesso palcoscenico nei panni di Mrs Fairytale insieme a Emiliano Coltorti (fino al 14 gennaio) tra vestiti di plastica e misteriose presente. A Capodanno la casalinga anni Cinquanta è sola in casa, suo marito non c’è e forse non ci sarà più. Le resta una cagnolina impagliata con cui sfogarsi, le telefonate alla mamma e un’onda di solitudine sanguinante che si riversa su di lei. Non valgono le mille candele, la casa decorata a festa, la finzione di una vita perfetta e

sorridente: quel vuoto interiore non tace. Poi si materializza un misterioso uomo invisibile eppure pieno di attenzioni. Già, proprio la cura di cui quell’anima malinconica ha disperato bisogno e che non riesce a trovare dentro di sé.
Che fare ora? Forse il suicidio è il finale più appropriato per questo melodramma laccato e improbabile, ma resta l’amarezza nell’animo per una storia talmente surreale da profumare di realtà vera.
La recitazione di Timi è eccessiva, agrodolce, caricaturale. Il contrasto tra cotanta femminilità di trucco, parrucco e decoro con la mascolinità di gesti e azioni sortisce il curioso effetto di distaccare la vicenda interiore dal tempo e dallo spazio, conferendole una sorta di valore generale. Sembra non esserci via di uscita una volta imboccata la strada per il paese delle meraviglie, se si percorre questo viaggio a compensazione della realtà gretta. L’apparire muore di fronte al vacuo essere, il calore di un affetto che non c’è non trova surrogati e svanisce nella notte più lunga dell’anno, proprio quando tutti fingono di essere felici. Dramma agrodolce per le feste.