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Ci sono, nel teatro contemporaneo, spettacoli che ripongono la loro principale qualità estetica nella più rigorosa pulizia del segno registico. Ovviamente questa pulizia, questa estrema semplicità non è una scelta facile: presuppone densità concettuale, un’ottima drammaturgia, un gran lavoro di scavo sul testo e sulla costruzione dei personaggi e forse, ancor di più, presuppone degli attori maturi e di perfetta consapevolezza. È stato coraggioso Fabrizio Falco, regista residente al Biondo, a provarci proponendo Closer, testo di Patrick Marber, visto in Sala Strelher al Biondo dal 19 al 30 gennaio. In scena, oltre allo stesso Falco (nel ruolo di Dan), ci sono altri tre giovani attori, ovvero Paola Francesca Frasca (Alice), Davide Cirri (Larry) ed Eletta Del Castillo (Anna). Un coraggio che va notato anche perché questo testo di Marber è stato alla base dell’omonimo film del 2004, diretto da Mike Nichols e interpretato da Julia Roberts, Jude Law, Natalie Portmann, Clive Owen. Due coppie, marito e moglie

l’una, Larry e Anna (medico di successo lui, fotografa colta e affettivamente inquieta lei), partner gli altri due, Alice e Dan (lei giovanissima e fascinosa stripper americana appena trasferitasi a Londra, lui giornalista spiantato, addetto ai necrologi ma con ambizioni da scrittore), finiscono con l’incrociarsi, attrarsi irresistibilmente, innamorarsi, ma anche tradirsi e ferirsi reciprocamente: Dan con Anna, dopo il fuoco dell’incontro e della convivenza con Alice, e Larry che, prima di recuperare la relazione con la moglie, ha un flirt (interessato, malevolo) con Alice. Che cosa è interessante di questo testo? Che cosa può esserci d’interessante per scommettere una nuova produzione? L’incrociarsi feroce di desideri e parole, di amore e sesso, di storie personali, di fragilità e ambizioni, di presente e proiezioni di futuro. E, in questo incrociarsi vitale, il baluginare doloroso della verità difficile, mediocre, inconfessabile, spesso inaccettabile. Tutto bene allora in questo spettacolo? No. Suscitano perplessità due aspetti di esso: la tenuta complessiva degli attori che, pur bravi e di solida ed evidente formazione, non riescono a gestire sempre credibilmente la verità umana dei personaggi: una verità che dev’essere tormentata e adulta, perché diversamente tutta la piece sarebbe una, se non proprio sordida, abbastanza inutile storia di corna. In questo gruppo si distingue, ed è giusto notarlo, Paola Francesca Frasca che sa dare molte sfumature, se non mistero, al suo personaggio. Altro aspetto che non convince è lo stare e il muoversi degli attori sulla scena. Questa, ideata da Luca Mannino, è un tondo bianco ton sur ton con il resto del palco, totalmente spoglia, di fascino autentico. Una scelta che forse sarebbe dovuta servire a sbalzare ulteriormente la complessità di ciascun personaggio, mentre invece, nella concretezza della messinscena, accade altro: il frequente spostarsi degli attori ai lati della scena o il loro frequente entrare e uscire, appaiono eccessivi e nulla aggiungono al dinamismo interno (e interiore) dell’azione teatrale.

CLOSER
Palermo, Teatro Biondo, Sala Strehler, dal 19 al 30 gennaio. di Patrick Marber, traduzione di Marco M. Casazza. Regia di Fabrizio Falco, scene di Luca Mannino, luci di Marco Santoro, musiche di Sergio Beercock. Personaggi e interpreti (in ordine di entrata): Alice, Paola Francesca Frasca, Dan, Fabrizio Falco, Larry, Davide Cirri, Anna, Eletta Del Castillo. Produzione Teatro Biondo Palermo.

Foto Rosellina Garbo.