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Debutto Nazionale al Teatro Oscar, un teatro che da un po’ di tempo sta svolgendo un ottimo lavoro sul territorio presentando spettacoli originali e significativi dal punto di vista sociale e culturale. Un teatro che nasce dal desiderio e dall’impegno di un gruppo di amici: Giacomo Poretti, Luca Doninelli e Gabriele Allevi -Il nostro teatro vorrà essere come una sorellina, che chiederà sempre quando stiamo per uscire: “Dove stai andando?”. Mi sembra che stiano andando nella giusta direzione, spettacoli di qualità e testi significativi, come quest’ultimo a cura di Maurizio Donadoni. Donadoni ha alle spalle una lunga carriera, conosce il significato della scena teatrale e sa muoversi lasciando un segno negli occhi e nel cuore dello spettatore. Nel suo spettacolo si presenta in abito elegante con bastone e cappello, entra in scena con fare sicuro accennando le più belle canzoni del Novecento le scelte musicali sono sapientemente curate da Stefano Indino. Il racconto teatrale scorre con

semplicità e profonda verità, la regia di Paolo Bignamini riesce a creare un ambiente teatrale rigoroso e minimalista: ogni oggetto ha un profondo significato simbolico e conoscitivo. “Che si sappia così poco della storia di questo “inutile eroe”, grazie al cui sacrificio – con quello di tanti altri – oggi viviamo in libertà, è un peccato…”
Maurizio Donadoni, più volte si sofferma ad analizzare questo aspetto nel corso della narrazione, pochi sanno chi veramente era Giacomo Matteotti, poco si è scritto anche sulla moglie Velia Titta (sorella del famoso baritono Titta Ruffo), la donna che sfidò Mussolini. Cinque giorni dopo la misteriosa scomparsa del marito, quando ancora nulla si sapeva ma forti erano i sospetti sui mandanti, Velia, incontrò Mussolini a Palazzo Chigi: “Eccellenza, sono venuta a chiederle la salma di mio marito per vestirlo e seppellirlo”. Lo spettacolo mette in luce molti aspetti sulla moglie di Matteotti, sulla sua pazienza e il suo coraggio. In scena un solo uomo e tanti personaggi che Donadoni sa gestire con grande abilità. Il racconto procede con flashback e intuizioni, lampi nella mente. Le piccole e le grandi storie procedono illuminando il percorso narrativo fino alla fine. Ma sappiamo tutti che un finale vero e proprio non potrà mai esistere si può uccidere un uomo ma non le sue idee, quelle idee continueranno a brillare nel tempo. Adesso tocca a noi non abbandonarle.

Milano, Teatro Oscar 6 Febbraio 2022