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Il Teatro Brancati di Catania, all’interno della stagione di prosa 2010-2011, ha ospitato nella sala dell’Abc lo spettacolo “Mi voleva Strehler” di Umberto Simonetta e Maurizio Micheli, con unico protagonista il disinvolto e simpaticissimo Maurizio Micheli. Strutturato in due agili atti, diretti da Luca Sandri, il lavoro è una sorta di teatro cabaret e che, dal 1978, mantiene immutate forza comica e satira e che ha totalizzato più di 1000 repliche. In scena un divertente Maurizio Micheli che, muovendosi in un impianto scenografico girevole che rappresenta i vari ambienti in cui si muove il protagonista (il palco di un teatrino scalcinato con un pubblico ignorante, il suo camerino e la stanza in cui dorme), veste i panni dello scalcinato attore Fabio Aldoresi, trapiantato a Milano e costretto ad esibirsi tutte le sere davanti ad un pubblico bifolco cantando “L'uselin de la comare” e che sogna, come tanti suoi colleghi, la svolta: diventare un attore famoso ed importante. Lo spettacolo è incentrato proprio sul pretesto di un fantomatico provino che l’attore di cabaret dovrà sostenere il giorno dopo davanti al grande regista Giorgio Strehler. Una occasione importante, da non perdere e che potrà aprire a Fabio Aldoresi le porte del grande teatro. Ed ecco che al pubblico in sala Aldoresi - Micheli racconta uno spaccato del teatro italiano, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta e lo spettacolo, in novanta minuti e su diversi piani, diventa una riflessione profonda sull’arte dell’attore, sulle sue abitudini, sulle sue trasformazioni, spesso dettate dalla necessità. Micheli fa tornare in mente al pubblico il teatro alternativo e l’impegno politico di Brecht, i tempi del ’68 e le imitazioni tutte italiane dei grandi innovatori di quell’epoca: il Living, Grotowski ecc. Tanto materiale, tante forme ed espressioni teatrali, legate a quegli anni e poi paragonate alla povera condizione reale del giovane attore Fabio Aldoresi. Il monologo di Maurizio Micheli, pur accusando a volte delle pause e dei rallentamenti nei ritmi, mantiene però freschezza ed attualità grazie alla verve, alla simpatia di Maurizio Micheli che regala una serata all’insegna della risata, ma anche dal sapore nostalgico in quanto fa rivivere, come per magia, un'epoca con i suoi sogni, i suoi miti, le sue musiche, senza, mai cadere nella trappola del rimpianto.