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Un testo, un drammaturgo ed una vicenda che resistono al tempo e che raccontano storie surreali in una periferia popolare degradata. L’attore, autore e regista catanese Savi Manna, all’interno della rassegna “AltreScene”, al Centro Zo di Catania, ha messo in scena la nuova edizione dell’intrigante e controverso testo "Lupo" - segnalato nel 1997 dalla giuria del “Premio Riccione per il Teatro” - di Carmelo Vassallo, drammaturgo catanese scomparso prematuramente nel 2010, con trascorsi calcistici nella città etnea e vissuto a lungo a Milano ed a Genova, collaborando tra gli altri con il Teatro della Tosse e il Teatro Porta Nuova. La produzione  di “Lupo” è di Leggende Metropolitane, con la coproduzione di Fabbricateatro. L’atto unico, in circa 70 minuti, propone una storia che coinvolge e che lascia il segno, ambientata nel quartiere catanese di San Cristoforo. In “Lupo" Carmelo Vassallo affronta temi quali l'omosessualità ed il suo tabù, raccontando l’incontro tra Cocimu, un ragazzo di

quindici anni, timido e assoggettato all’influenza soffocante della madre e un uomo di trenta, Lupo, duro e incontenibile nella sua prepotente vitalità. Da una partita a calcetto giocata e vinta nel bar sotto casa, tra lo studente e l’emarginato di un quartiere popolare di Catania nasce un sodalizio forte ed esclusivo. Tra giornate al mare e corse in Vespa, il cerchio si stringe e cresce in modo incontrollabile l’attrazione di Cocimu per Lupo che per lui stravede, lo chiama da sotto il balcone, lo aspetta, lo porta in giro con la sua vespa. Il rapporto del giovane nei confronti dell’amico più grande ha il suo epilogo con un triste e doloroso delirio criminale che porta Cocimu ad accoltellare a morte Lupo. E dalla sua finestra, 15 anni dopo i fatti, Cocimu, guardando la luna, ricorda e racconta, ancora una volta, la storia di Lupo che dal mare, nella notte, urla la sua rabbia, la sua solitudine, alla ricerca del suo amico Cocimu.
Protagonista in scena, con la forza devastante del dialetto e con una gestualità genuina, Savi Manna che da vita e voce ai due personaggi di Cocimu e Lupo, con il supporto di due musicisti, di video e della marionetta Cocimu, manovrata da Alfredo Guglielmino della Marionettistica Cartura. L'impianto scenografico in tre blocchi, assemblato da Bernardo Perrone, vede Savi Manna, con il suo musicale ed espressivo dialetto, alternarsi nei panni del misterioso e determinato Lupo e in quelli del timido ragazzo di buona famiglia Cocimu, che vive all'ombra di una madre possessiva. Il disegno luci è di Aldo Ciulla, i video sono curati da Sègoléne Le Contellec ed i costumi da Salvo Pappalardo.
Anche in questa nuova edizione, proposta dall’eclettico Savi Manna, con le incursioni musicali dal vivo di Davide Peri al sax e Andrea Marino al contrabbasso, con il supporto dei video (con le scorribande di Lupo e Cocimu, con il chiarore delle stelle o l'affascinante presenza del mare), si ritrovano le tipiche atmosfere catanesi, con l’odore dell'estate, del mare e dei ricci, luoghi come il Boschetto della Plaia, le partite a calcetto, i giri in due su una Vespa 50 special bianca, le differenze sociali, le inattese e pericolose attrazioni fatali.
Savi Manna, con la sottana nera di Cocimu e la sicurezza e il torso nudo di Lupo, è abile nel raccontare il claustrofobico universo dei due protagonisti, affidandosi alternativamente alle voci dell’uno e dell’altro, protagonisti di uno spaccato di una periferia degradata. Il dramma di Vassallo, nel nuovo progetto di Savì Manna, coinvolge lo spettatore nella dimensione dell’emarginazione o della follia pseudo normale di giovani sbandati o di studenti che vivono sotto la gonna della madre, che non possono sottrarsi alle dure leggi della quotidianità di un quartiere popolare dove ognuno non può far altro che essere se stesso e non può sfuggire al proprio ruolo o al proprio destino.
Lo spettacolo, che alla fine raccoglie gli applausi convinti del pubblico, mette in evidenza, ancora una volta, la forza espressiva e comunicativa del dialetto catanese, oltre a quel particolare odore di ricordi e di sensazioni forti, di strazianti ululati nella notte che resistono nel tempo. Ed a spettacolo concluso gli spettatori hanno quasi l'impressione di sentire ancora la voce, il forte richiamo, di Lupo, il suo "Auuuuuu" nella notte e di vedere, sul claustrofobico balcone il timido e confuso Cocimu.

“Lupo”
di Carmelo Vassallo
Con Savi Manna
Spettacolo primo segnalato al Premio Riccione 1997
Regia di Savì Manna
Scenografia di Bernardo Perrone
Musica dal vivo a cura di Davide Peri sax e Andrea Marino contrabbasso
La canzone “Io ti amo” è dei Magic Joint Quartet
Disegno luci di Aldo Ciulla
Video di Sègoléne Le Contellec
Costumi di Salvo Pappalardo
Marionettistica Cartura
Produzione Leggende Metropolitane, coproduzione Fabbricateatro.
Centro Zo di Catania - Rassegna AltreScene - 26 e 27 febbraio 2022