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La Corte del Castello Ursino di Catania lo scorso 21 luglio, nell’ambito della rassegna "Catania Summer Fest 2022", organizzata dall'Amministrazione comunale, ha ospitato la pièce “Mi chiamo Maris e vengo dal mare”, nell'adattamento, regia ed interpretazione di Chiaraluce Fiorito, progetto drammaturgico di Melania Manzoni. Si tratta di una storia vera, una delle tante che si ascoltano nei Tg, in tv e che coinvolgono tante giovani donne sfruttate e che fuggono per disperazione dal loro paese, dalle guerra e dalle violenze. Che fuggono da quella che non è vita, ma martirio e sofferenza, umiliazione e violenza fisica e psicologica. Il monologo, essenziale, crudo e che mette assieme sonorità africane e gestualità evocative ad una narrazione realistica e contemporanea, in soli 50 minuti, racconta, attraverso la protagonista, Chiaraluce Fiorito, la storia di Maris (ma potrebbe essere quella di Gledis, Precious, Fathou e molte altre), venduta, costretta a prostituirsi, rimasta incinta e poi messa su un

barcone e spedita in Italia, dove - grazie al sistema di accoglienza - si salva dallo sfruttamento. In Sicilia Maris scopre e matura il sentimento di una maternità conflittuale, fatta di slanci di amore viscerale, ma anche di profondo dissidio interiore.
Attraverso alcuni oggetti, una rete, una pignata (pentola antica che fa da barca e da punto centrale di una danza tribale da cui tutto parte) la Fiorito - con eleganza e pathos - racconta in scena una storia “simbolo” che abbraccia elementi, comuni a tante altre storie, come la guerra, la migrazione, il rapporto con la famiglia di origine e poi la figlia. Pubblico coinvolto in un viaggio disperato e la rappresentazione si caratterizza per due precise chiavi di lettura, una simbolica attraverso la danza e la gestualità e una intimista con parole dissacranti. Un vero e proprio racconto-cronaca crudo e disperato, un grido rivoluzionario e controcorrente.
La protagonista, autentica narratrice, racconta la storia ed apre un libro, invertendo i capitoli e le pagine, proponendo gesti, immagini, sofferenze e situazioni incapsulate in una rete da pesca che diventa pagine da sfogliare, l’ultima delle quali è l’inizio di una nuova storia. Maris infatti, alla fine, proprio dalla figlia, vedrà scaturire la catarsi e l’ultima provocazione verrà lanciata al pubblico invitandolo a dare un nome alla pagina di Maris. E nel finale, prima dei meritati applausi, gli spettatori si rendono conto che la storia ascoltata non è più solo di Maris, ma appartiene ormai a tutti i presenti.

“Mi chiamo Maris e vengo dal mare”
Adattamento, regia e interpretazione di Chiaraluce Fiorito
Progetto drammaturgico di Melania Manzoni
Improvvisazioni vocali e sonore di Giulia La Rosa
Si ringrazia il Circuito Latitudini e l’associazione Statale 114
Rassegna "Catania Summer Fest 2022" - Castello Ursino di Catania -21 luglio 2022

Foto: Dino Stornello