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Riflettendo sulle sue tragedie e sulla sua modalità di creazione Vittorio Alfieri era solito dire che le sue erano tragedie al quinto atto, con ciò volendo significare che gli interessava confrontarsi a fondo col testo greco da cui prendeva spunto e quindi riattivarlo proprio nel luogo e nel momento esatto in cui il meccanismo tragico deflagrava in tutta la sua violenza. Qualcosa di molto simile accade in “Confessioni di sei personaggi”, lo spettacolo di Caroline Baglioni e di Michelangelo Bellani, che ha debuttato in prima nazionale, sabato 1 ottobre, a Castrovillari, nel contesto di “Primavera dei Teatri”. La regia è di Bellani, mentre in scena, insieme con Baglioni, c’è Stella Piccioni ed entrambe si rivelano attrici consapevoli, brave, intense. Nel testo di Pirandello (un classico centrale del teatro novecentesco) il punto di fuga è rappresentato da un possibile incesto: temuto, allusa, vissuto, evitato, rifiutato, aborrito, forse segretamente desiderato. Una scena ancestrale, tremenda, sepolta da millenni di storia e di cultura, che pure resta viva, inquietante, perturbante. Le due attrici on stage interpretano appunto due attrici (il filo del metateatro non solo non è tradito ma anzi è potenziato) le quali, poste di fronte alla

situazione costruita da Pirandello, la dissezionano ulteriormente, la decostruiscono, la interrogano, s’interrogano reciprocamente in riferimento ad essa e si lasciano interrogare senza sconti né pudori. Assumono invece diverse prospettive e provano nuovi ragionamenti e ipotesi interpretative. Si lasciano attraversare dalla potenzialità eversiva di quella vicenda e, nell’interrogarsi e lasciarsi interrogare, decostruiscono anche lo spazio e, per tramite di una telecamera che si scambiano tra loro e lasciano aperta, moltiplicano i piani e le prospettive di azione e visione. In questa moltiplicazione di piani e prospettive viene alla luce un’altra qualità interessante di questo lavoro: l’attenzione agli oggetti e ai particolari materiali (dai manichini alle scarpe di foggia e storia diverse, da una sedia a rotelle alla barbie, da una vecchia macchina da scrivere agli oggetti da cucito). Anche questo aspetto non appare gratuito, non sembra il segno di un estetismo fine a sé stesso, ma è più probabilmente un altro gancio, non banale (ma forse non del tutto chiarito), verso una riflessione - critica e creativa - sulla reificazione capitalistica dell’umano. Gli uomini le donne diventano oggetti e, in quanto tali, possono essere non riconosciuti come persone e usati, profanati nel mistero del nostro essere, il che è, o forse potrebbe essere anche, un'altra faccia, o la faccia contemporanea e inquietante, di quel terrore ancestrale e inconscio che Pirandello aveva saputo trovare nelle viscere del teatro. Uno spettacolo molto interessante e da non perdere.

Confessioni di sei personaggi prima nazionale, ispirato ai “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello. Di Caroline Baglioni e Michelangelo Bellani. Regia di Michelangelo Bellani. Con Caroline Baglioni, Stella Piccioni.
Luci di Gianni Staropoli, cura del movimento di Lucia Guarino, musiche originali di Francesco Federici, collaborazione drammaturgica di Alice Torriani, oggetti di scena di Leonardo Baglioni. Produzione Atto Due/Fontemaggiore, con il contributo del Teatro Stabile dell’Umbria, residenze artistiche Teatro Thesorieri/Strabismi Festival, Spazio Zut! /C.U.R.A.

Foto Angelo Maggio.