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Per un teatro importante, e il Teatro della Tosse di Genova lo è sempre stato e non solo per il territorio di riferimento, cinquant'anni e più di vita vogliono dire cinquanta volte esordire, cinquanta volte inaugurare, cioè, appunto, cinquanta volte essere 'nuovo', non certo nel senso che ciò che è stato è perduto, ma bensì proprio perché continua ad essere, fedele a sé stesso in quanto diversamente trasfigurato. Compagno di strada, e mai 'fratello minore', nelle avventure del teatro che a Genova ha nel tempo trovato una casa 'burbera' ma accogliente, dello Stabile e ora Nazionale, non si è mai rassegnato ad una situazione subalterna, ad uno stato ancillare rispetto a quello, ma ha aperto e coperto sentieri nascosti e strade aperte che la 'Istituzione', forse proprio per il fatto di essere tale, non voleva o  poteva percorrere con continuità. Così, lo ricordiamo tutti ma vale sempre la pena sottolinearlo, il Teatro della Tosse, alimentato dall'arte e dalla passione di Tonino Conte, Emanuele Luzzati e

anche di Aldo Trionfo, almeno per un periodo, è diventato il punto di caduta in città del teatro di avanguardia, ora si direbbe di ricerca, e di tanto teatro internazionale che faceva fatica, dando spesso scandalo, a farsi accettare dal pubblico più tradizionale.
Infatti il Teatro della Tosse ha spesso saputo dare e fare scandalo, uno scandalo che però poteva e sapeva portarci, di volta in volta, esteticamente sempre un po' più in là, con gli spettacoli di Lindsay Kemp, e che insieme ci ha arricchito aprendoci gli orizzonti della danza di Carolyn Carlson ad esempio.
Tutto questo per fortuna, come detto, non è 'il' passato, e tantomeno ne è la nostalgia, ora nelle mani e nella passione dei tre direttori artistici (Emanuele Conte, Marina Petrillo e Amedeo Romeo in rigido ordine alfabetico) c'è il 'nuovo' Teatro della Tosse e la nuova stagione Gennaio-Maggio 2023 presentata l'11 gennaio scorso ai Teatri di Sant'Agostino, e fatta apposta per traghettarci fuori dalle secche del biennio di pandemia che molti danni ha causato.
E lì ritroviamo l'anima identitaria di un teatro che comunque non è mai stato fermo e uguale a sé stesso nella prassi ma sempre a sé stesso fedele nelle intenzioni.
Troviamo infatti tante compagnie giovani, insieme ad ormai classici dell'avanguardia come Rezza e Mastrella, ritroviamo Laura Sicignano (anche nel 'suo' Teatro del Ponente) con l'ultimo spettacolo, reincontriamo Elisabetta Granara e il suo Teatro Campestre da tempo assente, e anche il ritorno alla regia di Emanuele Conte con un lavoro che già suscita curiosità.
E poi ancora danza, con la Rassegna Resistere e Creare, e musica, tra importanti gruppi internazionali e il teatro canzone di Gian Piero Alloisio che dedica “Questa Meravigliosa Vita di Artisti” alla sorella, cantante prematuramente scomparsa.
Infine, ma non ultimo, il teatro ragazzi e famiglie, il tutto distribuito tra le due sale di Sant'Agostino che danno 'luce' ad una buona fetta di centro storico, la sala Agorà, la Claque ed il Teatro del Ponente a Voltri, ultima propaggine della città verso ovest.
Ci scusiamo con quelli (tanti) che non abbiamo menzionato, ma lo spazio è tiranno, e per loro rimandiamo al comunicato stampa della Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse.
Ci auguriamo che gli esiti confermino le aspettative.