Pin It

Il SUQ Festival, creatura di oltre venticinque anni della passione di Carla Peirolero, che anima ad ogni inizio estate prima il centro storico e ora il Porto Antico di Genova, è sempre sembrato a molti, e in fondo lo è stato, una scommessa per la sua

straordinaria capacità di legare le diverse culture e mescolare con grande ottimismo le varie 'umanità' che, si può dire da sempre, popolano e animano Genova.
Ma non solo, anche per la sua attrattività rispetto alle tante iniziative che il teatro sviluppa, in Italia e all'estero, intorno ai temi scottanti che danno la vera identità a questa iniziativa, dai migranti alla emarginazione prima economica e poi culturale che lambisce e talora sommerge sempre più vasti strati della popolazione. Soprattutto oggi, quando da più parti si sottolinea come le politiche di accoglienza ed integrazione possano constituire, non un costo, ma al contrario un'incentivo alla crescita anche economica della comunità che le promuove. Una scommessa finora vinta, grazie all'impegno e appunto alla passione della Fondatrice e degli organizzatori tutti, ma una scommessa che, lo temevano in molti, sembrava anche potersi scontrare con sensibilità ed egemonie non sempre favorevoli.
E qualcosa in effetti è successo se Carla Peirolero è stata costretta a rivolgersi alla sua comunità, e non solo, per denunciare dalle colonne di Repubblica un taglio consistente dei già pochi fondi che il Comune assegna con il Bando “Genova città dei Festival” a SUQ Festival.
Un taglio che rischia di produrre ferite difficilmente rimarginabili sul corpo di questo evento ormai di risonanza nazionale e non solo.
Honi soit qui mal y pense, direbbe qualcuno, ma in un momento in cui molte risorse vengono spese dal Comune per iniziative molto di immagine per attrarre turismo, stupisce che si taglino 4.000 euro necessari ad una manifestazione assai nota e sentita.
Chissà, forse c'è turismo e turismo e ci sono ospiti di serie A e ospiti di serie B. Quanto meno non sembra quella del Comune una iniziativa molto lungimirante.
In ogni caso la solidarietà mia e della nostra rivista a Carla Peirolero e a tutti gli amici di SUQ, con l'augurio che chi deve sappia tornare sui suoi passi.
.
.