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STAGIONE 2023-24

Teatro Binario 7

SII REALISTA, CHIEDI L’IMPOSSIBILE

Più che maggiorenne, il teatro Binario 7 di Monza si prepara ad accogliere di nuovo il pubblico in sala per una stagione tutta da vivere. Lo farà intanto a partire dalle 20.30 di oggi, sabato 16 settembre, per la presentazione ufficiale della stagione 2023-24: la 19esima, che si presenta forte della conferma, da parte di Regione Lombardia, di essere uno dei "soggetti che svolgono attività di rilevanza regionale nei settori della promozione educativa culturale e dello spettacolo". Un riconoscimento che si aggiunge a quello rappresentato dall’ingresso, da parte de La Danza Immobile (per il triennio 2022-2024) tra gli organismi di programmazione teatrale selezionati dal Fus, il Fondo unico per lo Spettacolo, promosso dal Ministero della Cultura.

Questa sera sul palco, con il direttore artistico Corrado Accordino, il sindaco di Monza Paolo Pilotto, l’assessora alla Cultura Arianna Bettin, i curatori di Binario Arte Simona Bartolena e Armando Fettolini e alcuni protagonisti della stagione. 

“Sii realista, chiedi l’impossibile” è il titolo scelto per questa nuova stagione, che punta a coinvolgere un numero sempre maggiore di spettatori: lo farà, ancora una volta, con quel carico di emozioni, di riflessioni e di bellezza che da sempre contraddistingue l’attività del polo artistico e culturale di via Turati. In tempi difficili come quelli che stiamo vivendo sta (anche) al teatro offrire al pubblico una chiave di lettura per decodificare il malessere e le difficoltà del presente. Sta al teatro farsi portavoce dei bisogni e dei desideri del nostro presente. Sta al teatro affascinare e far (ri)scoprire tutta la fragile magia della vita. E il Binario 7 lo farà, quest’anno, sicuro del ruolo civile e sociale di primo piano che le arti possono, e devono oggi più che mai, svolgere per promuovere lo sviluppo e la crescita della società.

Per la stagione 2023-24 si confermano le rassegne Teatro+Tempo Presente, costituita da sedici spettacoli, e Teatro+Tempo Famiglie, dedicata ai più piccoli: conta otto spettacoli e arriva quest’anno alla dodicesima stagione. Spazio poi agli otto appuntamenti di Terra. Musica, voci e paesaggi sonori, la proposta musicale definita dal maestro Roberto Porroni tra grandi classici dal respiro internazionale e rivisitazioni da scoprire. Si conferma anche Teatro+Tempo Eventi, dedicata al capodanno e agli appuntamenti fuori stagione. Non ci si ferma qui: torna la prosa de L’altro Binario, con le sue nuove proposte e i nuovi linguaggi, esplorati quest’anno attraverso quattordici spettacoli. Spazio poi all’arte, con Binario Arte e un programma di mostre e iniziative che si snoderà negli spazi di via Turati per l’intera stagione. 

Torna anche quest’anno PoesiaPresente con Ring Rap Poetry Slam, una rassegna in cui poesia performativa, rap e pugilato faranno ring intorno alla poesia: tre appuntamenti tra febbraio e aprile in cui poetə-slammer e rapper si sfideranno a suon di versi e barre improvvisate su parole chiave, temi e generi proposti dal pubblico.

Diventa più strutturato anche Binario Danza, con due appuntamenti già in cartellone, e prenderà corpo con l’anno nuovo anche Binario Cinema attraverso una rassegna tutta da scoprire.

C’è ancora dell’altro: si arricchisce il palinsesto di Radio Binario 7 e i corsi proposti dalla Scuola di teatro Binario 7, frequentata ormai da settecento allievi, quest’anno sono più di trenta e adatti a tutte le età, dai più piccoli agli over 60. Ai corsi si affiancano poi numerosi laboratori, dedicati a chi ha già dimestichezza con il teatro, e diversi seminari. 

Si conferma poi l’attenzione al sociale. Lavori in corso per la realizzazione di TikiCatering: La Danza Immbile Ets e la cooperativa sociale Novo Millennio hanno ricevuto il sostegno di Fondazione Cariplo e di Fondazione della Comunità di Monza e Brianza (bando Emblematici provinciali 2022) per avviare nel bar del teatro un servizio di catering gestito da persone con disabilità.


TEATRO+TEMPO PRESENTE: LA STAGIONE

Ricco il calendario della prosa di Teatro+Tempo Presente, che porta con sé quattro nuove produzioni della Compagnia Teatro Binario 7, scandite lungo tutta la stagione. La prima sarà in scena già a ottobre e proprio a lei sarà affidato il compito di aprire la stagione: Il matrimonio era ieri (dal 6 all’8 ottobre 2023) è una satira esilarante, cinica e veloce, che ribalta e capovolge tutti i luoghi comuni sul matrimonio e sull’amore - perché, a volte, guardare le cose al contrario è l’unico modo per capirle. Un testo di Giuseppe della Misericordia con la regia di Valentina Paiano e un cast costituito da alcuni degli storici allievi della Scuola di Teatro Binario 7. 

Regia di Corrado Accordino per 1984 (dal 29 febbraio al 3 marzo 2023), dal capolavoro di George Orwell: un romanzo, commenta Accordino, più attuale che mai, più preveggente che mai. Perché “oggi la limitazione della vita privata è evidente. Nessuno è mai solo. Tutti siamo monitorati, schedati, ripresi da telecamere per strada, registrati dai telefonini o dai satelliti. Viviamo nella costante minaccia di una catastrofe imminente, politica, geologica o terroristica. Il potere di controllo e di seduzione che i media esercitano sulle nostre paure e sui nostri desideri è evidente a chiunque si soffermi a rifletterci”.  

Valentina Paiano firmerà due regie: Us (il 24 marzo 2024), nuovo spettacolo dedicato ai giovani appartenenti alla fascia young adult, tratto dal romanzo di Michele Cocchi, e Oceano Mare (dal 16 al 19 maggio 2024). Uno spettacolo, quest’ultimo, che vuole dire del mare, delle sue storie, dei suoi limiti, della sua fine e dei suoi occhi, delle sue fragilità, delle sue paura, dei suoi amori e delle sue passioni, delle sue vendette, delle sue stanze senza chiavi dove entrare a incontrare la vita. Dal romanzo di Alessandro Baricco, in scena la poesia, i personaggi e soprattutto la presenza muta e inesorabile del mare.

Le quattro nuove produzioni della Compagnia Teatro Binario 7 scandiranno un cartellone dal forte impegno sociale e civile. Ci sarà l’occasione di riflettere, anche con ironia, sulle dinamiche della società con Giusto (il 21 e il 22 ottobre), un monologo scritto da Rosario Lisma nel 2020, in piena pandemia: la storia surreale, buffa e dolente di una diversità nel mondo contemporaneo e, anche, un invito a superare le certezze che ci proteggono e i limiti che da soli ci siamo dati. Una produzione Fondazione Luzzati Teatro della Tosse. 

Ispirato all’omonimo libro di Michele Bertola, Persone fuori dal Comune (dal 12 al 14 gennaio 2024), vuole invece restituire l’umanità, le fragilità e i punti di forza del mondo che si nasconde dietro le mura dei “Comuni”: prendono allora vita sul palco, interpretate da Silvia Giulia Mendola, quattro storie di uomini e donne che sono riusciti a trasformarsi e a trasformare il loro lavoro quotidiano. Regia di Corrado Accordino e adattamento di Michela Tilli. 

In Una relazione per un’accademia (il 16 e il 17 marzo 2024), dal testo di Franz Kafka (di cui nel 2024 si celebrerà il centenario dalla morte), Tommaso Ragno per Argot Produzioni porta in scena la storia di Pietro il Rosso, una scimmia catturata e portata in Europa a bordo di una nave che presto capisce di potersi garantire un minimo di libertà imitando gli uomini. Uomini - meglio: studiosi, meglio ancora: antropologi - a cui racconterà la sua storia con una vena di malinconia e di rabbia, oltre che di accusa, mostrandosi tuttavia tanto calma quanto riflessiva e ironica.

Paolo Nani fonderà teatro e arte visiva in Piccoli miracoli (il 17 e il 18 febbraio 2024) interpretando un disegnatore solitario chiuso nel piccolo mondo del suo studio che, nonostante gli sforzi, non riesce a isolarsi completamente dalla realtà circostante:i rumori che provengono dall’esterno e dalla casa accanto disturbano la sua concentrazione e influenzano il contenuto dei suoi disegni.

Protagonista di un destino che sembra irrealizzabile è un ragazzo sovrappeso, dall’animo delicato, che vive in una catapecchia di provincia soffocante quando invece sogna di danzare: regia di Ludovica D’Auria e Alberto Fumagalli per La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza (il 4 e il 5 novembre 2023), una produzione Les Moustaches, Società per Attori e Accademia Perduta Romagna Teatri. 

Dal singolare si passa al plurale, pur continuando a parlare di società e di relazioni: succede con Family. A modern musical comedy (il 4 e il 5 maggio), una produzione Elsinor in cui Gipo Gurrado, che ne ha curato i testi, le musiche e la regia, da un insospettabile angolo di osservazione offre una riflessione senza sconti sul nostro tempo con al centro una famiglia, una “family” come tante altre. Ma l’umanità messa in musica è anche quella di Anime salve. Ladri, assassini e un tipo strano (il 20 e il 21 gennaio 2024): un concerto spettacolo su Fabrizio De Andrè. Quello messo a punto da Carlo Roncaglia (una produzione dell’Accademia dei Folli) è appunto “un grande viaggio attraverso personaggi, situazioni, storie che indagano tra le pieghe più recondite dell’umanità”, tra figure femminili, emarginati, oppressi e la grande tematica della morte.

Un primo stacco dalla realtà, e una riflessione sul tema della morte e dell’aldilà, arriva con Sulla morte senza esagerare (il 6 e il 7 aprile 2024): ideazione e regia di Riccardo Pippa per la produzione Teatro Franco Parenti e Teatro dei Gordi che rende omaggio alla poetessa polacca Wisława Szymborska affrontando il tema in chiave ironica attraverso un uso non convenzionale di maschere contemporanee: figure familiari, presenti, che parlano, senza parole, di incontri, ultimi istanti, partenze, ritorni, occasioni mancate, veglie e addii.

Un ulteriore allontanamento dal mondo reale sarà portato in scena grazie alle atmosfere oniriche e magiche di Sogno di una notte di mezza estate (il 20 e 21 aprile 2024): adattamento e regia di Silvia Giulia Mendola per la produzione Pianoinbilico e Geco.B Eventi dedicata alla celebre commedia di William Shakespeare in cui i nove attori lavoreranno in squadra e ognuno di loro, come in un sogno, con il corpo e con la voce  potrà rappresentare ogni cosa -  personaggi, sedie, somari, fate, ma anche strumenti e musica.
 
Il ritorno alla realtà e al teatro sociale sarà prepotente per affrontare insieme tematiche più che mai attuali: Valeria Perdonò porterà in scena il suo Amorosi assassini. Facciamo finta di niente, dai (il 25 e il 26 novembre 2023) per parlare di violenza di genere. Lo farà da donna, con il sorriso dell’ironia: mentre un uomo che la accompagnerà al pianoforte, discuterà delle storie di altre donne e dialogando con il pubblico tra documenti e musica, cronaca e poesia e attualità.

Tre donne del popolo, accomunate dallo stesso nome e da un unico destino, sono le protagoniste di Letizia va alla guerra. La suora, la sposa e la puttana (il 16 e il 17 dicembre 2023): porteranno in scena uno spaccato drammatico della storia d’Italia del Novecento, tra momenti di comicità e attimi di commozione. La storia più recente sarà invece protagonista dell’elegia per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino Nel tempo che ci resta (il 3 e il 4 febbraio 2024): testo e regia di César Brie per lo spettacolo che si presenta come un atto di amore e di gratitudine nei confronti di chi ha dedicato e oggi continua a dedicare la propria vita alla collettività e a una concreta testimonianza di coerenza, etica e giustizia.
 
Per un teatro  presente

Il teatro è il luogo dove il pensiero si fa carne e parola e immagine. Se noi siamo i pensieri che abitiamo, il teatro è il condominio dell’esistenza. Il palazzo dei sogni dove poter tornare bambini e giocare alla fantasia, diventare uomo o donna o animale fantastico, essere nei nostri panni o in quelli di chiunque altro, il luogo della piccola scatola nera che diviene l’infinito intorno a noi, dove essere personaggi o immagini, gesto o poesia, il luogo dove ridere insieme, emozionarci senza vergogna, nasconderci dietro una bugia, innamorarci di uno sconosciuto, affrontare le più intime paure, sfidare l’ansia, mascherarci da pirati o da eroi, diventare donne che cambiano il presente, uomini che affrontano la storia, il luogo dove possiamo sognare, volare, commuoverci, vedere la vita che si mostra in tutta la sua feroce possibilità di farci il bene e il male.

Non c’è vita senza dialogo, lo sapeva Omero, lo sapeva Shakespeare, lo sapeva Dante, ma sembra che noi, a volte, nella nostra ignorante sapienza, lo dimentichiamo. Oggi preferiamo la polemica al dialogo, l’affronto all’ascolto, il dominio all’accoglienza. Per fortuna il teatro - e l’arte in ogni sua forma, arresta questa caduta libera e ci pone dei segnali d’allarme. Il teatro - e l’arte in ogni sua espressione, non deve essere un cartello indicatore sul futuro, ma senz’altro un punto di vista diverso dove far oscillare le nostre certezze.

Il teatro è un luogo, ma è anche un tempo. Il tempo che decidiamo di regalarci per imparare qualcosa di più sulle nostre facce e la forma del nostro cuore (o le sembianze che sta assumendo). Nella brutale efficienza dei sistemi moderni, spesso perdiamo i confini del nostro corpo e della nostra lucidità; in teatro possiamo guardare gli occhi di qualcuno e vederne ancora il loro colore naturale.
Corrado Accordino

TEATRO+TEMPO PRESENTE
ideata da Corrado Accordino in collaborazione con Elio De Capitani

dal 6 all’8 ottobre 2023
IL MATRIMONIO ERA IERI

di Giuseppe Della Misericordia 
regia Valentina Paiano
con Cristina Cantori, Anna Cenci, Massimo Dentico, Dario Marvulli, Nicolas Montemagno, Carlo Ortis, Matilde Perego, Maria Giovanna Stomeo
produzione Compagnia Teatro Binario 7

*nuova produzione

Stefano arriva al suo matrimonio con un giorno di ritardo. È pronto ad affrontare la rabbia della sposa, invece fa una scoperta sconvolgente: il matrimonio è stato celebrato senza di lui.
Non appena lo sposo arriva, parla con tutti: la migliore amica della sposa, la madre, la sorella il testimone, il prete e persino il figurante che è stato coinvolto per prendere il suo posto. Ognuno di loro gli fornisce la propria versione dei fatti, spiegandogli perché sia stato giusto sposarsi così.
Una satira esilarante, cinica e veloce, nella quale tutti i luoghi comuni sul matrimonio e sull’amore sono capovolti. A volte guardare le cose al contrario è l’unico modo per capirle.

il 21 e il 22 ottobre 2023
GIUSTO

di e con Rosario Lisma
aiuto regia Alessia Donadio
illustrazioni Gregorio Giannotta
costumi Daniela De Blasio
produzione Fondazione Luzzati Teatro della Tosse
Giusto è un impiegato intelligente, mite e timido in un mondo grottesco di spietato cinismo. I suoi colleghi d’ufficio, all’Inps di Milano, sono crudeli. Giusto non si riconosce in questo mondo falso. Nato su uno scoglio in mezzo al mare, si sente straniero e solo. Abita in un appartamento al nord e racconta la vita di un migrante. Giusto ha un solo grande, impossibile sogno: baciare Gigliola, detta la Balena, la figlia del suo potentissimo capo. Ci riuscirà? 

Rosario Lisma racconta momenti di vita di questo timido personaggio con espressioni da pupo siciliano, un volto espressivo e occhi incantati. Ad accompagnarlo sul palco i personaggi che popolano il suo mondo surreale, evocati attraverso le illustrazioni suggestive di Gregorio Giannotta, artista ironico e poetico, noto per le sue creature fiabesche.
Note di regia di Rosario Lisma
Giusto è un testo che ho scritto alla fine del primo lockdown e che parla di noi, della nostra società contemporanea arrabbiata e individualista, ancora di più dopo questa tragedia sanitaria ed economica. Presto mi sono accorto di quanto fosse illusoria la speranza di uscire tutti migliori da questo trauma. So che può sembrare un pensiero troppo cupo, ma vedo meno solidarietà e comprensione in giro, più avidità e narcisismo. Per fortuna ci sono l’arte del teatro e l’ironia che mi sorreggono per riuscire a dirlo.

il 4 e il 5 novembre 2023
LA DIFFICILISSIMA STORIA DELLA VITA DI CICCIO SPERANZA

un testo di Alberto Fumagalli
con Damiano Spitalieri, Alberto Gandolfo e Federico Bizzarri
costumi Giulio Morini 
aiuto regia Tommaso Ferrero
regia Ludovica D’Auria e Alberto Fumagalli
produzione Società per Attori, Accademia Perduta Teatri, Les Moustaches
Ciccio Speranza è un ragazzo grasso, ma leggero - con un’anima talmente delicata che potrebbe sembrare quella di una graziosa principessa nordeuropea. Ciccio Speranza vive in una vecchia catapecchia di provincia dove si sente soffocare: come una fragile libellula rosa in una teca di plexiglass opaco. Ciccio Speranza ha un sogno troppo grande per poter rimanere in un cassetto di legno marcio: vuole danzare.
In una sperduta provincia di un’Italia sperduta, la sperduta famiglia Speranza vive da generazioni le stesse lunghissime giornate. Sebastiano è il padre di Ciccio, violento e grave come un tamburo di pelle di capra in un concerto di ottavini. Dennis è il fratello di Ciccio, con un’apertura mentale di uno che va a Bangkok e spacca tutto perché non sanno fare pasta, patate e cozze.
Solo, nella sua fragilità, Ciccio vuole scappare da quel luogo che mai ha sentito casa. Attraverso il suo gutturale linguaggio, il suo corpo grassissimo e il suo sogno impacciato, in tutù rosa Ciccio non smetterà mai di danzare, raccontandoci la sua vita così come la desidera.
Ciccio appartiene a un mondo lontano, non ha possibilità alcuna di esaudire il suo sogno. Il suo destino è segnato, il suo carattere è condizionato, la sua vita è soffocata. Ma perché rattrappire i propri istinti? Solo perchè la cicogna ci ha fatto cadere lontano dalla terra promessa? Perché sentirsi schiacciati da una famiglia che non vuole conoscere il mondo che sta oltre il proprio campo di fagioli?
Note sul progetto
Ciccio è pieno di sogni, a volte decisamente fuori dalla sua portata, ma ha il diritto di provarci e di vivere la vita che vuole. Attraverso un linguaggio inventato, poetico e ironico nel suo impasto di dialetti (la lingua per noi è un fatto prettamente sonoro non concettuale) evochiamo una famiglia di provincia schiacciata dalla sua marginalità sociale, da un immobilismo drammatico e contemporaneo. La storia di Ciccio è colma di disagio, giovinezza, identità e voglia di libertà. Il teatro ci permetterà di superare i pesantissimi limiti che ingabbiano l’esistenza di Ciccio Speranza inserendo il sogno, il fantastico, l’inarrivabile. Attraverso un tutù rosa, Ciccio volerà come una farfallaccia, passando da una dimensione pesante e terrena a una leggera e sognante. Saremo così pronti a catapultarci, in carpiati salti emotivi, dentro una commedia nera tra barbabietole e muggiti stonati. Una storia sporca di fango, un sogno malconcio e bistrattato che non si arrende.

il 25 e il 26 novembre 2023
AMOROSI ASSASSINI. Facciamo finta di niente, dai…
di e con Valeria Perdonò
accompagnamento al pianoforte dal vivo
art director Federica Restani
produzione Ars Creazione e Spettacolo
Come possono in una stessa frase convivere le parole “amore” e “assassino”? Possono.  Purtroppo possono, perché la violenza sulle donne spesso viene confusa col troppo amore di un uomo verso una donna, e diventa, ogni giorno di più, protagonista delle nostre vite e delle più crudeli vicende di cronaca. Non perché prima non ci fossero così tanti episodi come negli ultimi anni: solo, perché finalmente se ne parla. In scena una donna che parla di donne con un uomo e insieme al pubblico. Una donna che pensa alle donne e a sé stessa. Fogli e un pianoforte, documenti e musica, cronaca e poesia, l’attualità col sorriso dell’ironia. La storia di Francesca Baleani fa da filo conduttore insieme a citazioni, canzoni e riflessioni. Da Esiodo alla Merini, da De Andrè a Gaber passando per Daniele Silvestri, Aristotele, Berkoff, il Trio Lescano senza lasciare indietro Lucio Dalla. Per dare una voce in più. Per non fare finta di niente, o almeno provarci. Per aprire una piccola riflessione sulla violenza sulle donne, sull'amore, o sulle donne e basta. 
Note di regia a cura di Valeria Perdonò
Qualche anno fa il Telefono Rosa di Mantova mi chiese di occuparmi della questione: parlarne a teatro, recitare, raccontare, commentare. Ma io non sapevo da dove partire. Erano (e sono) troppi i casi. Tra tutti esiste però un comune denominatore: mariti, compagni o ex amanti che uccidono, e famiglie che spesso sotterrano e nascondono. Cominciai a leggere resoconti di omicidi, a guardare video-interviste, ad analizzare i dati, e poi mi capitò tra le mani “Amorosi assassini”, un saggio in cui vengono riportati episodi di violenza sulle donne avvenuti nel 2006. Da allora non ho più smesso di leggere, scrivere, parlare della questione “femmina“. Tra tutte le storie citate nel libro, però, una mi ha colpito in particolare: quella di Francesca Baleani, perché era l’unica che aveva un lieto fine, se così si può dire. Francesca è stata quasi uccisa dal suo ex marito, ma si è salvata per miracolo ed è riuscita a ricominciare una nuova vita. Per questo ho deciso di scrivere un monologo proprio partendo dalla sua storia, dalle sue stesse parole così piene di disperazione e, nonostante tutto, di lucidità e profonda ironia, con un meraviglioso attaccamento alla vita. La sua storia, inoltre, si è consumata in un ceto sociale benestante: il suo ex marito era il direttore del Teatro di Macerata, particolarmente in vista in città. Mi è sembrato importante usare proprio questo esempio per far cadere il luogo comune secondo cui certe violenze avvengano in contesti ai margini della società. Sono partita da questa storia e mi sono interrogata sulla faccenda in generale, su tutte le implicazioni che questo tipo di violenza determina, su cosa sia "violenza sulle donne" oggi, sul sessismo nel linguaggio e nei comportamenti sociali. Sono partita da una storia vera e mi sono chiesta: come si fa a raccontare una storia del genere? Quanto è importante raccontare, oggi? Che valore può ancora avere il teatro in questo? Ricordare per conoscere. Per andare avanti e non far finta di non vedere, di non sapere.

il 16 e il 17 dicembre 2023
LETIZIA VA ALLA GUERRA. La suora, la sposa, la puttana

con Agnese Fallongo e Tiziano Caputo
drammaturgia Agnese Fallongo
accompagnamento musicale dal vivo Tiziano Caputo
coordinamento creativo Raffaele Latagliata
ideazione e regia Adriano Evangelisti
produzione Teatro de Gli Incamminati in collaborazione con ARS Creazione e Spettacolo

* Gli attori premiano il teatro - Premio Teatrale - Migliore novità “Letizia va alla Guerra
la suora, la sposa e la puttana” e Migliore attrice giovane 2019 Agnese Fallongo

* Rassegna Teatrale "Frammenti al Femminile" 2016, 3°premio miglior spettacolo
2016 TeatroCittà, Roma

* Premio Ecce Dominae 2015 - Rassegna Teatrale “Donne di guerra”: Premio miglior
attrice e Premio speciale della critica, Teatro Manhattan, Roma

Tre grandi donne, due guerre mondiali, un sottile fil rouge ad unirle: uno stesso nome, un unico destino. Un racconto tragicomico, di tenerezza e verità.
Tre donne del popolo, irrimediabilmente travolte dalla guerra nel loro quotidiano, si ritrovano a sconvolgere le proprie vite e a compiere, in nome dell’amore, piccoli grandi atti di coraggio. La prima Letizia è una giovane sposa, partita dalla Sicilia per il fronte carnico durante la Prima Guerra Mondiale nella speranza di ritrovare suo marito Michele.
La seconda Letizia, invece, è un’orfanella cresciuta a Littoria (Latina) dalle suore e riconosciuta dalla zia solo dopo aver raggiunto la maggiore età. Arriva a Roma in concomitanza con l'entrata in guerra dell’Italia nel secondo conflitto mondiale.
Infine Suor Letizia, un’anziana sorella dalle origini venete e dai modi bruschi che, presi i voti in tarda età, si rivelerà essere il sorprendente trait d’union dei destini di queste donne tanto lontane quanto unite.
Un omaggio alle vite preziose di persone “comuni”, che, pur senza esserne protagoniste, hanno fatto la Storia. Impreziosito da musiche e canzoni popolari eseguite dal vivo, prende vita un brillante, triplo "soliloquio dialogato", che, pur nel suo retrogusto amaro, accompagna lo spettatore in un viaggio ironico e scanzonato. Uno spettacolo delicato che racconta uno spaccato drammatico della storia d'Italia; capace, tuttavia, di alternare momenti di pura comicità ad attimi di commozione, in un susseguirsi di situazioni dal ritmo incalzante in cui spesso una lacrima lascia il posto al sorriso.

dal 12 al 14 gennaio 2024
PERSONE FUORI DAL COMUNE
dal libro Persone fuori dal comune di Michele Bertola, Rubbettino editore
con Silvia Giulia Mendola
musica dal vivo Michele Fagnani
regia Corrado Accordino
adattamento Michela Tilli
aiuto regia Valentina Paiano
assistente alla regia Sara Veneziani
produzione PianoinBilico
“Cambiare la pubblica amministrazione è difficile, ma non impossibile. 
Deprimente come ogni altra sconfitta, quando non riesci. 
Emozionante più di ogni altra vittoria, quando riesci. 
Perché è una vittoria di tutti e tutte per tutti e tutte.”
Fabrizio Barca nella prefazione di Persone fuori dal comune

Un ispettore di ragioneria generale alle soglie della pensione racconta alla nuova arrivata, Cecilia, il senso del proprio lavoro. Ma invece dei dettagli tecnici e normativi, racconta delle persone che ha incontrato da ispettore, dei loro fallimenti e dei loro successi. Michele Bertola nel suo libro ci accompagna in una cavalcata attraverso storie di donne e uomini immaginari ma in carne e ossa, che producono pubblici servizi nel punto del sistema più vicino a tutti noi: i Comuni. Sono storie profondamente umane, di vittorie e sconfitte.
Ispirato al libro di Michele Bertola, lo spettacolo vuole restituire l’umanità, le fragilità e i punti di forza del mondo che si cela dietro le mura dei “Comuni”. Quattro storie di uomini e donne che sono riusciti a trasformarsi e a trasformare il loro lavoro quotidiano. Vite in apparenza ordinarie, il più delle volte facilmente etichettate da luoghi comuni, nascosti dietro montagne di protocolli e burocrazie, che hanno in realtà svolto un ruolo determinante per il bene di tutti; non effimero e trascendente, ma concreto e reale, quello che migliora la qualità della vita di tutti. Nonostante tutto e tutti. E a questi uomini e a queste donne lo spettacolo dà testimonianza, mostrando i molti colori che si nascondono dietro l’apparente grigiore dei Palazzi.

il 20 e il 21 gennaio 2024
ANIME SALVE. Ladri, assassini e un tipo strano

con
Carlo Roncaglia
Andrea Cauduro, corde
Enrico De Lotto, basso elettrico
Matteo Castellan, fisarmonica
Matteo Pagliardi, batteria
Fabio Marianelli, percussioni
arrangiamenti originali Accademia dei Folli
scenografia Cecilia Chiaro
luci e fonica Fabio Bonfanti, Loris Spanu
testo e regia Carlo Roncaglia
produzione Accademia dei Folli
Un nuovo capitolo: un altro viaggio nell'universo poetico e musicale del grande Faber. Uno spettacolo in cui i nuovi arrangiamenti originali, cuciti sulle canzoni del cantautore genovese, tessono una trama finissima in mirabile equilibrio tra il racconto popolare e la poesia.

Un concerto/spettacolo su Fabrizio De André è un grande viaggio attraverso personaggi, situazioni, storie che indagano tra le pieghe più recondite dell’umanità. Uno spettacolo scritto e pensato a capitoli e aree tematiche, che ripercorrono il pensiero e l'opera di un artista straordinario. Le figure femminili, gli emarginati, gli oppressi, la morte. Ogni brano racchiude uno sguardo, un punto di vista, e ogni capitolo è una speciale dichiarazione d'amore verso l'uomo. Ma se volessimo “ridurre” a una parola, a un concetto solo, l'opera di De André, allora, senza dubbio, questa parola, questo concetto sarebbe libertà.  

Forse non è mai troppo né troppo tardi per riascoltare le canzoni di Fabrizio De André. È cosa rara ritrovare in altri autori una simile coerenza artistica, un tale approfondimento poetico e una eguale intensità compositiva. Le radici “popolari” dell’intera opera di De André si rivelano tutt’altro che un limite: diventano anzi uno spazio di ricerca sonora dai risvolti sorprendenti. Una simile profondità la si ritrova nei contenuti, incredibilmente attuali, di quelle che spesso sono molto più che “canzoni”.

il 3 e il 4 febbraio 2024
NEL TEMPO CHE CI RESTA. 
Elegia per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

testo e regia César Brie
con César Brie, Marco Colombo Bolla, Elena D’Agnolo, Rossella Guidotti, Donato Nubile
assistenti alla regia Adele Di Bella e Francesco Severgnini
scene a cura della Compagnia
tappeto Giancarlo Gentilucci
assistente scene e costumi Camilla Gaetani
luci Stefano Colonna
musiche Pablo Brie | Variazioni su temi di Verdi 
arrangiamenti musicali Matìas Wilson
produzione Campo Teatrale / Teatro dell’Elfo
si ringrazia per i costumi Teatro dell'Elfo

Un cantiere abbandonato a Villagrazia, il luogo dal quale partì Paolo Borsellino per andare incontro alla morte. In questo cantiere un uomo fa rotolare per terra delle arance. Tra le lamiere appaiono quattro figure che il profumo delle arance ha tolto dalle ombre. Si chiedono dove sono, quale sia la terra in cui si trovano. Si riconoscono. 
Sono le anime di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e Agnese Piraino Leto. L’uomo che ha lanciato le arance si presenta. È Tommaso Buscetta, il pentito di mafia. Le anime delle due coppie e del pentito, si raccontano in questo cantiere abbandonato.

I personaggi di quest’opera sono cinque e sono tutti morti. Agnese, la moglie di Paolo, è stata l’ultima ad andarsene. Per vent’anni aveva cercato inutilmente la verità. Prima di lei se n’era andato il pentito che aveva fornito a Giovanni e a Paolo le chiavi per capire la mafia dall’interno. Dieci anni prima della sua uscita di scena, nell’arco di due mesi, in quella sciagurata estate del ‘92, erano stati uccisi Giovanni e Francesca, e poi Paolo. Si ritrovano da morti, in un cantiere abbandonato, tra resti di macerie e lo sfondo del mare, per raccontarsi e raccontarci cosa è successo prima e cosa è accaduto dopo. I morti non serbano rancore: ricordano con precisione, intrecciano fatti, accadimenti, segnali, indizi. Avevano visto e previsto tutto, anche la cattiveria e il tradimento. 

La lotta alla mafia, le vittime, i tradimenti, i pensieri, le vicende personali e pubbliche, la trattativa, l’isolamento, le menzogne, il senso di dovere e l’amore si intrecciano in questa ricostruzione di quanto è accaduto e di quanto continuerà ad accadere. Così i morti ricompongono la mappa devastata di un paese che amavano, ma che non accettavano. E proprio perché lo amavano e non lo accettavano, cercavano di cambiarlo. Ed è proprio l’amore che viene emerge da questa scena: malconcio, pieno di polvere e detriti, ma amore.

il 17 e il 18 febbraio 2024
PICCOLI MIRACOLI

produzione Agidi
di e con Paolo Nani
drammaturgia    Gitta Malling
scene e costumi Julie Forchhammer
sound design Erik S. Christoffersen e Jens Roselund Petersen            
costumi Lene Beck Nielsen                
assistente alla regia Clara Luna M. Nani
regia Frede Gulbrandsen                

"Il significato della vita è così semplice che può essere difficile da capire"

Piccoli miracoli è la più recente creazione di Paolo Nani, che in questo spettacolo sperimenta un linguaggio scenico originale, dove teatro e arte visiva  si fondono. Il protagonista è un personaggio solitario: un disegnatore che sembra essersi chiuso per sempre all'interno del suo piccolo mondo, costituito unicamente dal suo studio. Tuttavia non può isolarsi completamente dalla realtà circostante, perché i rumori che provengono dall'esterno e dalla casa accanto disturbano la sua concentrazione e influenzano il contenuto dei suoi disegni.

L’interazione continua tra la concreta fisicità dell’attore che agisce dal vivo sul palcoscenico e l'universo disegnato permette al protagonista di raccontare la storia della sua vita, che lentamente si dipana: le semplici linee, tracciate da Paolo Nani, diventano forme e figure, che si trasformano costantemente in modi sorprendenti davanti agli occhi degli spettatori. I disegni che via via si formano vengono infatti proiettati in tempo reale su un grande schermo, che costituisce l'elemento scenografico principale dello spettacolo. Le immagini prendono lentamente vita e interagiscono, si intrecciano in maniera indissolubile con il linguaggio del corpo, espressivo e senza parole, che contraddistingue da sempre l’arte di Paolo Nani, con il suo umorismo giocoso, con la semplicità e con la poesia sempre presenti in ogni sua creazione. 

La scena è completata da un vero e proprio paesaggio sonoro: una serie di brani musicali originali, che sottolineano i mutamenti emotivi e che vengono intersecati da effetti sonori e musicali spesso in forte contrasto tra loro.

dal 29 febbraio al 3 marzo 2024
1984

di George Orwell
regia Corrado Accordino
cast in via di definizione
produzione Compagnia Teatro Binario 7

*nuova produzione
Note di regia a cura di Corrado Accordino
La dittatura del pensiero unico, massificato, unificato, regolamentato da leggi politiche totalitarie. Nel testo di Orwell il nemico era riconoscibile, ma oggi chi è il Grande Fratello? Un programma televisivo, un gioco in scatola, un esperimento sociale? Un testo, quello di Orwell, più attuale che mai, più preveggente che mai. Oggi la limitazione della vita privata è evidente. Nessuno è mai solo. Tutti siamo monitorati, schedati, ripresi da telecamere per strada, registrati dai telefonini o dai satelliti. Viviamo nella costante minaccia di una catastrofe imminente, politica, geologica o terroristica. Il potere di controllo e di seduzione che i media esercitano sulle nostre paure e sui nostri desideri è evidente a chiunque si soffermi a rifletterci. Non siamo vittime solo del Grande Dittatore, sempre presente anche se con un volto e un nome differenti, ma anche dei dittatori del consumo, del gusto, delle mode, del linguaggio. Siamo manipolati da tutto ciò che vediamo e ascoltiamo. Trovo straordinario, poetico, e allo stesso tempo inquietante che l’unico luogo in cui Winston trovi la libertà di esprimersi sia su un diario cartaceo. Un’immagine dal forte significato metaforico. La carta ospita il pensiero libero di chi ha una visione del mondo diversa dalla massa. Non i social, non i media, non gli altoparlanti del mondo contemporaneo, ma la carta e la penna sono l’unica via d’uscita del pensiero libero. Nel romanzo gli uomini, privati di sogni e dignità personale, credono a tutto quello che viene loro detto. Fino a credere a quegli slogan aberranti che troneggiano ovunque: ‘la guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza’. E mi chiedo, al giorno d’oggi, dal romanzo al teatro fino alla vita reale, quante di queste massime perverse non siano, in maniera più o meno evidente, adottate, volute, e strategicamente manipolate. Viviamo in un mondo in cui tutti urlano contro tutti, anni di rabbia e furore, dove il nemico lo si può creare urlando invettive a cui ci si accoda, come un gregge malato e virale. Il virus dei tempi moderni è l’adeguamento al pensiero collettivo. Trovare nel nostro mondo, come in quello distopico di Orwell, lo spazio per difendere la propria voce indipendente, la propria natura, anche scomoda a volte, contraria e personale, è sempre più un’utopia. In scena vari personaggi, raccontati nel loro annientamento esistenziale, svuotati di coscienza, ma utili al progredire del sistema, al proliferare del consumismo e del lavoro. Personaggi privi di una vita intima e privata. E poi il senso della ribellione, il coraggio di non fare la ‘cosa giusta’.  L’occhio osservatore del Grande Fratello sarà presente ovunque come un monito onnisciente. Gli schermi, in ogni loro formato, già presenti in tutte le nostre ore del giorno, saranno sempre accesi e sempre in ascolto. In una grande orgia di immagini fuori controllo e ipnotiche, come quelle che, in maniera inconscia o ingenua, subiamo quotidianamente. Il passato è già futuro.

il 16 e il 17 marzo 2024
UNA RELAZIONE PER UN’ACCADEMIA

di Franz Kafka
interpretato e diretto da Tommaso Ragno
scenografie Katia Titolo
aiuto regia Maria Castelletto
disegno luci Giuseppe Amatulli
produzione Argot Produzioni in collaborazione con Pierfrancesco Pisani – Isabella Borettini per Infinito Teatro e Argot Produzioni

Si chiama Pietro il Rosso ed è la scimmia a cui Franz Kafka dà voce nel 1917 con un racconto breve pubblicato su una rivista. Pietro viene catturato mentre è con il suo branco. Due pallottole lo feriscono: una al volto, non gravemente ma a sufficienza per fargli affibbiare il soprannome di “il rosso”, e l’altra all’anca, che lo rende zoppo. Dopo la prigionia, chiuso in una cassa mentre raggiunge l’Europa su una nave, Pietro capisce, ha un’illuminazione: può imitare molto bene gli uomini e può, quindi, in questo modo garantirsi la libertà -  o, meglio: una forma di libertà, che lo porterà a esibirsi nei teatri. Dopo quasi cinque anni, gli antropologi che lo invitano all’accademia per ascoltare la sua storia, si trovano davanti una scimmia-uomo calma, riflessiva, ironica, che racconta il suo percorso tra malinconia, rabbia e accuse.

il 6 e il 7 aprile 2024
SULLA MORTE SENZA ESAGERARE

ideazione e regia Riccardo Pippa
di e con Giovanni Longhin, Andrea Panigatti, Sandro Pivotti, Matteo Vitanza
scene, maschere e costumi Ilaria Ariemme
produzione Teatro Franco Parenti - Teatro dei Gordi
Sulla soglia tra l’aldiquà e l’aldilà, dove le anime prendono definitivo congedo dai corpi, c’è la Morte. I vivi la temono, la fuggono, la negano, la cercano, la sfidano, la invocano. E quanti ritardi nel suo lavoro, quanti imprevisti, tentativi maldestri, colpi a vuoto e anime rispedite al mittente. Ma poi, che ne sa la Morte di cosa significhi morire?
Sulla morte senza esagerare, in omaggio alla poetessa polacca Wisława Szymborska, affronta il tema in chiave ironica attraverso un uso non convenzionale di maschere contemporanee: figure familiari, presenti, che parlano senza parole di incontri, ultimi istanti, partenze, ritorni, occasioni mancate, veglie e addii.

il 24 marzo 2024
US. The game

tratto dall’omonimo romanzo Us di Michele Cocchi
drammaturgia e regia Valentina Paiano
cast in definizione
produzione Compagnia Teatro Binario 7

Tommaso ha 16 anni e da 18 mesi non esce di casa: quasi, non esce dalla sua stanza. È quello che gli psicologi chiamano, dal giapponese, hikikomori - letteralmente: “chi si è ritirato, chi sta in disparte”. Da un giorno all’altro, ha abbandonato tutto e si è messo a giocare ai videogame.
“Us”, il videogioco che scandisce le sue giornate, progressivamente diventa uno spazio altro segnato da attriti e scelte, ripensamenti e perdite. Una realtà virtuale in cui artificialmente si rivivono i grandi conflitti del Novecento, dalla ex Jugoslavia al Sudafrica di Mandela, dove si è vittima o carnefice, chiamati a vestire i panni dei guerriglieri o di manutengoli nazisti. Il gioco forma squadre da tre giocatori che non si conoscono e le impegna in 100 campagne in un anno, una al giorno. Ogni giorno i tre avranno qualcuno da salvare e qualcuno da eliminare. Ma la Storia può essere feroce: comportarsi da eroi non sempre è possibile, ammesso che eroe sia chi esegue gli ordini.
Note di regia a cura di Valentina Paiano
L’ambientazione del gioco ci permette di riflettere e di raccontare fatti importanti che hanno caratterizzato il ‘900: un espediente arguto, che consente al giovane di osservare un’umanità variegata, di volta in volta sofferente o cinica. Il Novecento è stato il secolo del capitalismo, del liberismo, della ricerca della massima libertà di espressione dell’io. Ma ora è arrivato il momento di dare il via a una nuova epoca, incentrata sulla riscoperta del valore dell’altro e del pianeta. Studiare la storia e, anche se solo per gioco, dover essere protagonisti di eventi e fatti che hanno cambiato la percezione del giusto e dello sbagliato, permette ai giovani di guardare alla costruzione del loro nuovo mondo con maggiore attenzione e consapevolezza. La storia di Tommaso, ragazzo auto-recluso, apre spazi di riflessione sul rapporto con il mondo e con le tappe di una ricerca del sé che prevede inevitabili scontri con l’ambiente circostante. La scelta del ritiro, infatti, è per Tommaso un atto estremo: l’esito di un obbligo mai pronunciato eppure vissuto come tale, la sola via per sfuggire alle aspettative sociali. Per noi artisti rappresenta un pretesto per tematizzare le sfilacciature emotive e i vuoti relazionali che definiscono la società odierna. 

il 20 e il 21 aprile 2024
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

di William Shakespeare
adattamento teatrale e regia Silvia Giulia Mendola 
con Livia Castiglioni, Angelo Di Figlia, Ermes Frattini, Silvia Giulia Mendola, Dario Merlini, Erica Sani, Matteo Sartini e Francesca Ziggiotti
danzatrice Elisa Bertoli 
scene e costumi Mina Marea 
grafica Carlo Sabbatucci
produzione PIANOINBILICO e Geco.B Eventi
Un fitto bosco di equivoci e malintesi, un re e una regina in discordia, creature magiche e giovani innamorati: ecco gli ingredienti di questa commedia frizzante, ricca di poesia e delicatezza, allo stesso tempo elegante e inquietante. Le visioni notturne e il sovrapporsi di atmosfere che galleggiano tra il sonno e la veglia sono caratteristiche che attraversano l’intera opera e che permettono al pubblico di fare un tuffo nel fantastico, un'incursione nell’ambiguo immaginario della mente umana. Sarà rievocata una foresta: una foresta metallica fatta di tubi innocenti e di piani differenti. Gli otto attori lavoreranno in squadra e tutti potranno essere tutto, come in un sogno: personaggi, sedie, somari, fate, ma anche strumenti e musica con i loro corpi econ  le loro voci. Alla danza sarà affidato il ruolo di evocare la magia e la viola, il fiore utilizzato per gli incantesimi, diventa un personaggio - Viola, che si esprimerà unicamente con il linguaggio della danza. Come dirà Puck: “Benvenuti signore e signori! Siamo qui questa notte per risvegliare nei vostri animi lo spirito dell'allegria. Perché dove c'è teatro c’è vita, dove c’è teatro c’è gioia”.

il 4 e 5 maggio 2024
FAMILY. A modern musical comedy

regia, libretto, testi e musiche Gipo Gurrado
coreografie e movimenti scenici Maja Delak
con Andrea Lietti, Giovanni Longhin, Ilaria Longo, Nicola Lorusso, Roberto Marinelli, Marco Rizzo, Elena Scalet, Paola Tintinelli
scene e costumi Marina Conti
responsabile tecnica Ornella Banfi
audio Stefano Giungato Hindie Hub
produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale
con il contributo di NEXT-Laboratorio delle Idee

Al centro del racconto c’è una famiglia, una “family” come tante altre. 
Il plot, scarno ed essenziale, si concentra su un gruppo di persone che vive, cambia e invecchia sul filo di un legame unico e inesorabile. Fin qui nulla di nuovo. Se non fosse per un inedito e insospettabile angolo di osservazione, accogliente e morbido, che offre l’occasione per avere, almeno per una volta, uno sguardo libero, candido e disincantato sulla famiglia e sui suoi componenti. La drammaturgia si sviluppa lungo una serie di canzoni, alcune corali e scritte per coinvolgere più personaggi, altre ideate come veri e propri monologhi cantati. Le scene sono costruite attraverso momenti coreografici ideati in collaborazione con Maja Delak.

Pur riconducendo lo spettacolo nel filone del “musical”, la qualità dell’interpretazione delle canzoni è molto lontana dall’estetica e dalla modalità di esecuzione che l’immaginario collettivo collega a questo genere.

Note di regia a cura di Gipo Gurrado
Ci sono tantissimi spettacoli teatrali che parlano della famiglia. E altrettanti romanzi. Per non parlare di film: una marea. E comunque anche un sacco di racconti brevi e, a contarle, chissà quante poesie. Inoltre, saranno sicuramente centinaia gli aforismi e migliaia le canzoni. Tutte con al centro una famiglia. E dietro ognuna di queste opere c’è sicuramente un autore convinto di aver aggiunto un tassello importante per comprendere le dinamiche e i meccanismi di questo fondamentale nucleo sociale. Non è questo il mio caso. Sul più bello io sono uscito col cane.

dal 16 al 19 maggio 2024
OCEANO MARE

dal romanzo di Alessandro Baricco
regia Valentina Paiano
cast in via di definizione
produzione Compagnia Teatro Binario 7
*nuova produzione
“Se il mare non lo si può più benedire, forse, lo si può ancora dire”. Dire il mare. Perché è quello che ci resta. Perché davanti a lui noi, senza croci, senza vecchi, senza magia, dobbiamo pur averla un’arma, qualcosa, per non morire in silenzio, e basta.”
Così anche noi vorremmo dire del mare, delle sue storie, dei suoi limiti, della sua fine e dei suoi occhi, delle sue fragilità, delle sue paura, dei suoi amori e delle sue passioni, delle sue vendette, delle sue stanze senza chiavi dove entrare a incontrare la vita.  Dal romanzo “Oceano Mare” di Alessandro Baricco, lo spettacolo vuole portare in scena la poesia, i personaggi e, soprattutto, la presenza muta e nello stesso tempo inesorabile del mare.

L’ALTRO BINARIO

il 13 e il 14 ottobre 2023
PICCOLI CRIMINI CONDOMINIALI

di Giuseppe Della Misericordia
con Ussi Alzati e Barbara Bertato
regia Teo Guadalupi

L’improvvisa dipartita di un anziano vicino di casa scatena in due cugine il senso di rivalsa che da sempre covano contro lo Stato, contro i vicini e forse anche contro loro stesse.

Perché non far sparire il corpo dell’uomo e continuare a incassare la sua pensione? Sembra la
scelta più giusta: le due donne decidono di prendersi con cinica leggerezza quello che pensano di meritare e, visto che ci sono, cercano anche di ricostruirsi una vita più felice. In fondo basta poco: qualche altro vicino da far sparire e qualche altra pensione da incassare.

Note dell’autore
In questa commedia viene portato all’esasperazione un sentimento tipicamente italiano: sentirsi fregati dallo Stato. Le due protagoniste hanno l’occasione, per una volta, di fregare lo Stato e ne approfittano in modo grottesco: fino a perdere il controllo e, inevitabilmente, a diventare vittime di loro stesse. D’altronde le due non sono quasi mai d’accordo tra di loro e di fronte a ogni decisione tentano comicamente la via del voto, ritrovandosi perennemente con due mani alzate e due voti contrari e inconciliabili.

Note di regia a cura di Teo Guadalupi
A volte succedono cose strane. A volte incontri dei vecchi amici che non vedevi da tempo. A volte succede che la classica frase, quasi di circostanza, “che stai facendo di bello?” si trasformi in un invito a salire a bordo di una nave apparentemente fragile, una bagnarola che invece, incredibilmente, si rivela un transatlantico. A volte succede che ti fanno leggere un testo e che mentre lo stai leggendo stai già pensando a come metterlo in scena. A volte succede che le tue idee sono le stesse che avevano in mente l’autore e le attrici. A volte succede che tutto prende forma. E quella forma è la forma perfetta, perché è proprio come avresti voluto che fosse. A volte. E a volte no. Preferiamo lasciarvi col dubbio. No spoiler: del resto, stiamo pur sempre parlando di un noir.

il 27 ottobre 2023
VA’ GINA!

scritto e interpretato da Luisa Bigiarini e Federica D'Angelo 
supervisione artistica Walter Leonardi


Cosa significa essere una donna oggi?
Per saperlo dobbiamo ripartire dalle origini: dai primordiali insegnamenti che sono stati tramandati di madre in figlia, fino ad arrivare alle madri delle nostre bisnonne, alle madri delle nostre nonne, alle madri delle nostre madri: si parla quindi di patriarcato.

Con il pretesto di un corso per fornire gli strumenti per diventare “donne perfette”, Biagiarini e D’Angelo - nello spettacolo Gina&Gina - percorrono tutti i temi considerati femminili: la manutenzione del proprio corpo come atto d'amore verso loro stesse, il miglior comportamento da tenere al primo appuntamento, l'innominabile ciclo mestruale e l'approccio al sesso. 

Ogni regola dettata viene però presto contraddetta in un gioco di continui smascheramenti dell'ipocrisia del patriarcato. Le regole vengono sbeffeggiate, ribaltate, ironizzate dalle due performer e il patriarcato viene trattato come i vecchi giullari di corte e gli attuali stand-up più graffianti trattano il potere. 

“Perché il patriarcato è esigente! Ad un certo punto tu donna ti accorgi che tu, si proprio tu, hai qualcosa che tutti vogliono! E il patriarcato ti dice che la devi proteggere, la devi preservare, che è un giardino delicato, che devi stare attenta! C'è davvero molta pressione su di noi. Ma non sarebbe più facile se potessimo lasciare a casa la nostra vagina ogni tanto?”.

Uno spettacolo, un atto di coscienza, un atto politico, una denuncia. 
Due attrici, due comiche, due donne. 

il 3 novembre 2023
PIERO L’ITALIANÒ

di e con Simone Severgnini
musicisti Tommaso Severgnini, Dimitri Pugliese
movimenti coreografici Maria Cristina Stucchi
produzione Il Giardino delle Ore
Lo spettacolo è una spietata riflessione sul ruolo dell’artista e sul suo tormento. Oggi è difficile spiegare cosa significhi veramente essere un’artista. Cosa comporti avere sempre un moto interiore, sentirsi inadeguati rispetto al mondo in cui si vive, cercare negli abissi della profondità umana un pizzico di bellezza a cui potersi aggrappare e tentare di mostrarla al mondo. 
Piero Ciampi racconta quanto sia complicata la condizione dell’artista e quanto sia lontana dall’idea di uomo di successo che viene fatta passare dalla narrazione contemporanea. Uno spettacolo multidisciplinare in cui musica dal vivo e teatro si fondono per dar vita a un affresco surreale che conduce lo spettatore dentro al cuore di una delle figure più folli e controverse del panorama del cantautorato italiano: Piero Ciampi. Piero l’Italiano, Piero l’artista. Poeta in musica di una Livorno e di un’Italia dove qualcuno ancora riconosceva il ruolo dell’artista, e dove era possibile farsi ascoltare anche per un genio così diverso come Piero. Piero che beveva, Piero che amava, Piero che soffriva, Piero che insultava, Piero che cantava e continua a cantare. Tanto sincero da fare paura, tanto vero da non poter essere accettato. Solo. Ma sempre abbastanza ironico da ridere dell’inaccettabile. Della vita no, perché quella non fa ridere: “La morte mi fa ridere, la vita no!”.
Due musicisti e un attore in una scena di suoni, fumo, scarpe e vetri, interi e rotti. E li vedi lì con un bicchiere in mano e sai che avran da fare ancora con il vento. Lui sa che avrà a che fare ancora con il vento.

il 17 novembre 2023
VOLO. Il primo passo è staccarsi

disegno luci Agostino Nardella
piano sonoro Brizzolara - Davide Eusebietti
fotografie Giorgio Sottile, Luisa Romussi, Emanuele Percivalle
produzione Tecnologia Filosofica / Morenica-Cantiere Canavesano 
con il sostegno di Regione Piemonte / TAP / La grande invasione / La casa delle donne di Ivrea
in collaborazione con Progetto Violetta - La forza delle donne / Comune di Burolo / Spazio Baobab
Un ringraziamento speciale a Danio Manfredini, Raffaella Tomellini, Renato Cravero

* Premio SRLSY_yours e Premio Binario 7 al Milano OFF Fringe Festival 2022

"La nostra vita è veramente nostra. Nessuno può venire a dirci come dovremmo viverla" 
Daisaku Ikeda

Uscire da una situazione di costrizione, oltrepassare la linea di pericolo di un confine blindato e opprimente, svincolarsi dal rapporto vittima-carnefice. Il primo passo è staccarsi: abbandonare relazioni invivibili e pericolose per ricominciare a volare. In molti casi però la donna non riesce a compiere questo primo, importantissimo passo: così, se va bene, trascorre tutta la vita isolata, in un guscio di menzogna, attivando strategie di sopravvivenza per proteggersi da una violenza latente che potrebbe sfogarsi in qualsiasi momento. Pur di non rompere quell’equilibrio precario, pur di non sgretolare quell’idea di famiglia che rende rispettabili, "nella norma”. Ma se poi va male, ne sono piene le cronache.

Lo spettacolo fa intravvedere la possibilità di allontanarsi prima che il peggio possa accadere: lo fa dal punto di vista di una donna che ci riesce, che scappa dalla propria prigione e che con pazienza si ricostruisce una vita. Ne nasce un racconto toccante, che si inoltra nella durezza del tema pur cercando con coraggio di strappare qualche sorriso. 

Articolato in otto quadri che raccontano un tempo presente, agito e vissuto dalla protagonista, Volo è il percorso di una libertà conquistata passo dopo passo.  I quadri si snodano tra luoghi fisici e luoghi dell’anima, tra luoghi reali e luoghi del mito. Il pavimento della scena è ricoperto di foglie e la donna si disegna gli spazi del proprio labirinto, in una sorta di Dogville d’appartamento che muta con il racconto di sé, capace di segnare conquiste e perdite, di rivelare un’identità che sorprende con i suoi continui spostamenti di referente, allenandolo a spostare l’attenzione e a riconoscersi, senza giudizio, nelle diverse situazioni vissute.

il primo dicembre 2023
ANIMALI DOMESTICI

un progetto ideato e diretto da Antonio Mingarelli
drammaturgia di Caroline Baglioni 
con Christian La Rosa e Alice Raffaelli
luci Gianni Staropoli
scene e costumi Eleonora Rossi
produzione Teatri Della Plebe
in collaborazione con Amat / Armunia Residenze / Proxima Res 
* Vincitore del Festival Inventaria e del bando Fools Torino

3 Febbraio 2018. Macerata. Mattina. Un giovane di 28 anni, Luca Traini, spara alcuni colpi di pistola nel centro cittadino da una vettura in movimento. Nella sparatoria, rimangono ferite sei persone: tutti immigrati. Trani poi scende dall’auto con il tricolore legato al collo, davanti al monumento ai Caduti fa un saluto romano e grida "Viva l'Italia". Finalmente si arrende alle forze dell'ordine. Nella sua casa vengono rinvenuti una copia del “Mein Kampf” e una bandiera con la croce celtica. 

Da questo evento sbalzato agli onori delle cronache arriva lo spunto per raccontare due vicende umane che corrono parallele nel corso di una stessa giornata, dove violenza e smarrimento, paure pubbliche e solitudini private, si mescolano inscindibilmente e finiscono per convergere in un tragico finale. Due capitoli di un diario privato. Il tragitto di un ventottenne dalle prime luci dell’alba all’attuazione dell’atto terroristico: le tappe di un film immaginato nei minimi particolari come in un rituale “purificatorio”. Il percorso di una ragazza nel vuoto assordante di una scuola dei giorni nostri, sorpresa da un blackout che ferma lo scorrere del tempo, fino al momento della resa dei conti. Le due solitudini si incontrano in una mattina italiana.

Il progetto rilegge la storia italiana come storia di violenza e di innocenza. Una saga in più episodi dalle vicende fondative del Risorgimento passando per gli anni del Terrorismo, fino ad arrivare ai nostri giorni. Il racconto della violenza nel nostro Paese è stato soprattutto un racconto scritto da giovani. 

il 22 dicembre 2023
1985. UN RACCONTO DI NATALE

di Massimiliano Loizzi e Patrizia Gandini
diretto e interpretato da Massimiliano Loizzi
produzione Mercanti di Storie
“Era la vigilia di natale del 1985, l'anno della grande nevicata. Mia mamma era morta tanto per cominciare e le cose non è che andassero troppo bene.”
Un inaspettato pacco recapitato il giorno della vigilia di Natale, come richiesto espressamente dal mittente ma trent'anni dopo, sconvolgerà la già tumultuosa vita del protagonista di questo tragicomico racconto di Natale.
Rivivono così i ricordi di un'infanzia vissuta al sud nei “favolosi” anni Ottanta che s'intrecciano, si inseguono e raccontano il presente di un uomo alle prese con il suo passato.
Una favola moderna, un'aspra critica sociale: l'allegra e triste storia di un uomo e il difficile mestiere di vivere, nel giorno più magico e malinconico dell'anno. Un racconto a tratti autobiografico, una storia assolutamente vera perché inventata da capo a piedi.
In bilico fra satira e poesia, attraverso il racconto di una vita sospesa fra gli anni '80 e l'oggi, Loizzi propone una metafora del Paese e un'aspra critica alla società apparentemente immobile.

il 26 gennaio 2024
LA MERCE PIÙ PREZIOSA
di Jean-Claude Grumberg
traduzione, adattamento e regia Beno Mazzone
con Giada Costa e Giuseppe Vignieri
luci Fiorenza Dado

Un modo diverso per raccontare la Shoah, mostrandone il versante di amorosa speranza piuttosto che quello dell'orrore. "La merce più preziosa" non è altro che un fagottino di bimba lanciato dal finestrino di uno di quei treni della morte che trasportavano gli ebrei verso i campi di concentramento nell'inverno del 1943: estremo tentativo di un padre di salvare uno dei suoi due gemelli con cui la sorte gli era stata prodiga - al contrario quanto di quanto era accaduto alla misera coppia di taglialegna senza figli che ritrova il fagottino.
Note di regia a cura di Beno Mazzone
La drammaturgia di Grumberg riesce a colpire spettatori di ogni età e mi ha permesso, con le sue tante storie, già create sulla scena del Teatro Libero, di esplorare una visione poetica che ho sempre condiviso per il suo modo semplice, ironico e profondo di affrontare i temi della nostra società. Naturalmente le sue origini, la sua formazione, la storia della sua famiglia che ha vissuto l’olocausto, sono quasi sempre presente nelle sue opere, con un tratto tragicomico, che sposa il tragico e il comico in un grottesco che mette a nudo i sentimenti umani con una dialettica cruda ma amorevole tra il bene ed il male. I fatti raccontati da Grumberg, in questa storia, fanno riferimento al vissuto di una famiglia francese deportata nell’inverno del ’43. Un teatro di narrazione che ho voluto realizzare a tre voci, due maschili e una femminile. Voci narranti i cui corpi diverranno di volta in volta i personaggi narrati. Il senso de La merce più preziosa è racchiuso nelle parole dello stesso autore: “Ecco la sola cosa che merita di esistere nelle storie come nella vita vera. L’amore, l’amore che si dà ai bambini, ai propri e a quelli degli altri”.

il 9 febbraio 2024
LA CODISTA

di e con Marleen Scholten
dramaturg Dafne Niglio
luci Emanuele Cavalcanti
produzione Acteursgroep WUNDERBAUM, Associazione TRAK
residenza OTSE Officine Theatrikes Salento Ellada
in collaborazione con il Regno dei Paesi Bassi
con il sostegno del Centro di Residenza della Toscana
un ringraziamento a Giovanni Cafaro, Paolo Aniello, Pietro Valenti, Paolo Mastromo, Bas Ernst, Umberto Angelini, Zona K-Milano, NTGent
* Per il testo La codista ha vinto il Premio nazionale drammaturgico “Antonio Conti”
* Lo spettacolo è stato selezionato in Olanda per il Theaterfestival 2022 come uno dei dieci migliori spettacoli dell’anno

Parzialmente basato sulla storia vera di Giovanni Cafaro, un milanese che aveva perso il suo lavoro e si era inventato il lavoro del ‘codista’, uno che si mette in coda per altre persone a pagamento, l’attrice Marleen Scholten costruisce un nuovo testo sul tema dell’attesa. 

In questi tempi in cui corriamo sempre, siamo sempre presenti e attivi, cerchiamo di non perdere mai nessuna occasione, Scholten riflette sull’idea di fermarsi.  Di mettersi in coda, di aspettare. Per gli altri in questo caso. Nella coda si trovano il caos, le incomprensioni, la rabbia, le domande, la disperazione, la noia, il sollievo e semplicemente il rapporto tra esseri umani fermi in uno spazio con un solo obiettivo comune: aspettare il loro turno. 

La codista è una riflessione trasparente, comica e politica sulla questione dell’identità, il valore del lavoro e la paura dell’attesa.  Magari la risposta non si trova sempre il minuto dopo. Insieme al suo pubblico la codista aspetterà il suo turno.

il 23 febbraio 2024
GRANDI NUMERI 

di e con Lorenzo Maragoni
assistente alla regia Lucia Raffaella Mariani
musiche originali e sound design Giovanni Frison
una co-produzione Teatro Metastasio / TrentoSpettacoli
con il sostegno di Fondazione Caritro, Provincia Autonoma di Trento

*debutto
Ci stiamo conoscendo. Tramite gli algoritmi e i big data, la comprensione dei nostri comportamenti, delle nostre scelte e dei nostri gusti non è mai stata così profonda. In quello che è stato già chiamato il Secolo della solitudine, ci sentiamo visti, e capiti. Prima funzione dell’arte, poi funzione della terapia, oggi la conoscenza è diventata questione di avere abbastanza dati. Ma quando ci saremo conosciuti del tutto, ci sentiremo ancora liberi? Ci innamoreremo ancora? Saremo ancora capaci di scrivere una poesia?
Grandi numeri è un esperimento collettivo: una micro-comunità, chiamata pubblico, fatta di piccoli numeri, si ritrova di fronte a un evento dal vivo. Questo fatto, nell’epoca in cui tutta la nostra attenzione passa dagli schermi, è un evento epocale. Se lo spettacolo può essere sempre simile a sé stesso, siamo praticamente certi che queste esatte persone, insieme, non si ritroveranno più. 
Allora, chi siamo? Come ci chiamiamo, da dove veniamo, quanti anni abbiamo? E ancora: quali canzoni ci piacciono, di che generazione sentiamo di fare parte? Facciamo parte di maggioranze o di minoranze? Ci piace o ci infastidisce sentirci simili agli altri? 

Grandi numeri unisce la stand-up comedy, la slam poetry e il rapporto con il pubblico tramite sondaggi per riscoprire, al di fuori del flusso di dati e di algoritmi, cosa voglia dire incontrarsi dal vivo tra sconosciuti, vivere un’esperienza collettiva che ci porti a sentirci al tempo stesso tanto parte di un gruppo, quanto unici.
Quando ci saremo conosciuti del tutto, quando saremo diventati dati, che cosa rimarrà di imprevedibile, di inclassificabile? Avrà a che vedere con l’amore? Avrà a che vedere con la poesia?

l’8 marzo 2024
CHI NON LAVORA, NON

di Amedeo Romeo e Paolo Trotti
da un’idea di Simona Migliori
con Amedeo Romeo
regia Paolo Trotti
produzione Teatro Linguaggicreativi

Giovanni ha cinquant'anni e ha comprato a rate una meravigliosa vasca da bagno per Ciuffetto, l'amatissima moglie. Ogni mese, per un anno, dovrà pagare un decimo del suo stipendio per estinguere le rate. Ma un giorno Giovanni perde il lavoro, perde la casa e perde ogni punto di riferimento. Gli rimangono un debito, una vasca da bagno e poche speranze.

Un attore solo sulla scena affronta i fantasmi di una società allo sbando, aggrappato alla futilità di un oggetto di lusso che, perduta la sua funzione, diviene simbolo del fallimento personale e di un modello di vita. Giovanni parla di noi, del nostro presente, delle nostre illusioni e del bisogno di ricostruirsi. E allora al centro della scena una vasca da bagno piena d’acqua. Acqua che avvolge, che affoga, che allevia, che soffoca. Acqua in cui il protagonista si immerge e contro cui combatte, metafora della fatica di vivere. Acqua che riflette, in cui Giovanni si specchia e non si riconosce più come uomo, come colui che deve provvedere ai bisogni della famiglia. Specchio della vergogna, della perdita di dignità, specchio in cui Giovanni vede il proprio declino. Ma l’acqua è anche il luogo della nascita, di un bambino, di una speranza. Acqua che spinge Giovanni, lo infrange come un’onda fuori dalla disperazione e lo riporta alla vita.

Appeso sopra la vasca un vestito a fiori, leggero, modesto. È la moglie di Giovanni, Ciuffetto, a cui l’attore dà vita attraverso il dialogo e la relazione. Il vestito è l’intimità della casa, la vita privata oltre il lavoro. Quel focolare domestico, quel piccolo fuoco che la perdita del lavoro, e di nuovo l’acqua, prova a spegnere.
E poi c’è il dentro e il fuori, il tempo del racconto e il tempo in diretta, il tempo che abitiamo, due intermezzi brillanti a pubblico in cui vediamo le somiglianze tra il 1930 e il 2015: consumismo, oggetti-status symbol, comprare a rate, crisi economica che ci pervade, crisi dell’uomo e della sua dignità, l’avanzare di partiti che smuovono le masse sull’onda della disperazione. Sono passati novent’anni eppure sembra che non sia cambiato niente.
Allora questa speranza finale, il bambino che nasce, ciò che ci salverà, è anche una nuova politica, il bisogno di rinnovare il sistema, di cambiare davvero. Acqua che pulisce.

il 22 marzo 2024
PAOLO SORRENTINO VIENI DEVO DIRTI UNA COSA

uno spettacolo di e con Giuseppe Scoditti
scritto da Giuseppe Scoditti e Gabriele Gerets Albanese
regia di Gabriele Gerets Albanese
produzione Teatri di Bari
Paolo Sorrentino vieni devo dirti una cosa è il tentativo disperato di un uomo disposto a tutto pur di incontrare il suo mito. Riesce a farlo grazie a uno spettacolo durante il quale gli dice tutto quello che ha sempre pensato ma che non ha mai osato dirgli, per poi arrivare a consegnargli una sceneggiatura per quello che vorrebbe fosse il loro primo film insieme: “Il Giovane Sergio Endrigo”.
Il racconto, pur partendo dal mondo dello spettacolo, diventa una storia universale sulla forza dei sogni e sulla difficoltà, soprattutto per le nuove generazioni, di realizzare i propri obiettivi e le proprie ambizioni. Tra diversi linguaggi che spaziano dal cinema alla stand up, dalla performance e al teatro di prosa, Scoditti esplora la realtà attraverso la satira: raccontando i paradossi della contemporaneità fa divertire e riflettere.
In un tempo in cui “se non ce la fai allora forse diciamo non è che tu forse vali un granché”, lo spettacolo racconta quella condizione di insicurezza continua rispetto al futuro con cui, nostro malgrado, ci ingozziamo tutti i giorni.

il 12 aprile 2024
GAVROCHE

liberamente ispirato al personaggio de “I Miserabili” di Victor Hugo
con Marco Rizzo, Erica Meucci
drammaturgia e regia Michele Mariniello
movimenti scenici Sara Drago, Erica Meucci 
costruzione scene Silvia Cremaschi 
produzione Servomuto Compagnia Teatrale
con il sostegno di Teatri d’Imbarco, Teatro della Limonaia
Il piccolo Gavroche, monello di strada e piccolo rivoluzionario, rompe la “linea del male” con la sua famiglia di malavitosi. Con allegria, in un’esplosione di vita, rompe anche con una scuola che lo ingabbia, con la catena degli obblighi e delle attese altrui. Le petit Gavroche di Victor Hugo moriva sulle barricate, nei moti parigini del 1832: ballando tra le fucilate, bambino scanzonato che viveva alla giornata, incarnava la tematica della libertà, e allo stesso tempo, quella della morte nella rivoluzione. 
Questo Gavroche parte invece dall’idea che la rivoluzione sia cambiamento e che la morte somigli all’offuscamento di quel monello che è la nostra vocazione, che avviene quando si capisce che davanti alle barricate ci si fa male - e allora ci si rintana nei doveri e negli obblighi dell’età adulta. Sul palco un Gavroche che non è un bambino: è un adulto dei giorni nostri. Sta nel suo ufficetto, avvolto nel lento trascorrere di un tempo ormai scaduto, vuoto, frenetico e sempre uguale che non può che culminare in un burnout. In quel momento riappare la sua anima, o meglio: la sua vocazione, una creatura silenziosa, dalla pelle blu, smarrita ormai da tempo. Sì, ma quando? E perché? Gavroche riavvolge il nastro e ripercorre tutta la sua vita, un viaggio di riconnessione interiore con i suoi sogni e il suo io bambino, alla ricerca di quel momento di smarrimento. Da lì bisogna ripartire. Un atto rivoluzionario di ricerca di sé stessi in cui chiunque si può specchiare, con la consapevolezza che non è mai troppo tardi.
Note di regia a cura di Michele Mariniello
Ci sono tre livelli diversi di narrazione all’interno dello spettacolo. Il primo è il mondo di un Gavroche adulto, lontano anni luce dal monello di strada di Hugo. Quello nauseato dalla vita, dal proprio lavoro, dalla “griglia grigia” a cui - per aspettative o necessità altrui - deve sottostare: un lavoro d’ufficio, comodo, soffocante, totalizzante e che poco ha a che vedere con l’indole eccentrica del protagonista. La narrazione viene portata avanti dalle azioni ripetitive che Gavroche svolge in un tempo che passa e che si differenzia in stagioni diverse fra loro, ma fondamentalmente tutte uguali. Fino a quando non accade qualcosa di stravolgente: l’incontro col suo daymon, la sua vocazione o anima, che dir si voglia. Perché se trascurato il nostro daymon non può che tornare a bussare e a scalciare. Sotto qualsiasi forma. E quando irrompe sulla scena, con la sua pelle blu, senza parlare, creatura purissima ed eterea, lo spazio si stravolge, e porta Gavroche in un mondo poetico e giocoso.

il 19 aprile 2024
PUSKÀS CHI?

scritto da Gianfelice Facchetti e Fabio Zulli
drammaturgia Gianfelice Facchetti e Fabio Zulli
regia Gianfelice Facchetti
coaching Paolo Antonio Simion
musiche Andrea Inchierchia
primo spettatore Pablo Solari
produzione Teatro degli Incamminati

Una storia vera? “Non so, io tendenzialmente dimentico tutto”. A partire dai ricordi di Ferenc Puskàs ecco un racconto che parla di memoria e rinascita.

Negli anni Cinquanta il fuoriclasse ungherese diventa una leggenda: non solo per i tifosi di calcio, ma per l’intera nazione. Quando i russi reprimono la rivoluzione ungherese dell'ottobre ’56, Puskàs sceglie di non tornare in patria: per il governo diventa un traditore, ma non per il suo popolo - e questo nonostante le autorità ungheresi facciano il possibile per cancellarne la memoria, spacciandolo addirittura per morto.

Ma la storia di Puskàs è solo all’inizio: nella sua “seconda” vita in Spagna al Real Madrid vince tre Coppe dei Campioni e un Intercontinentale. Ma il morbo di Alzheimer lo emargina nuovamente, portandolo alla morte povero e dimentico di sé. Dal suo ricovero all'ospedale di Budapest inizia il monologo: un viaggio nei ricordi della vita di Puskas e del suo medico curante Gabriel Tulipan.  Una patologia che il dottor Tulipan ipotizza essere una “strategia messa in atto dall'organismo che sceglie di dimenticare per conservarsi più a lungo”.

Una riflessione esistenziale: cosa rimane di un uomo che non ha ricordi? 
I racconti di Puskàs restituiscono lo spaccato sociale dell’Ungheria del dopoguerra e la forza di un uomo che voleva solo essere libero.

il 9 e il 10 maggio 2024
PIENA COME UN UOVO

di Lisa Lampanelli
traduzione Monica Capuani
con Denise Brambillasca, Gaia Carmagnani, Ilaria Longo, Valentina Sichetti
regia Luigi Aquilino
aiuto regia Eugenio Fea Bosia
produzione Compagnia Caterpillar

*debutto

Anoressia, bulimia e binge eating: se ne parlerà in maniera ironica e dissacrante nello spettacolo dell’autrice statunitense che Compagnia Caterpillar poterà per la prima volta in scena in Italia con lo scopo di esorcizzare e di trasformare attraverso l'ironia e qualche risata il rapporto con il cibo e con il corpo.

In scena allora una bulimica, una mangiatrice compulsiva, una ragazza sovrappeso sicura di sé e una ragazza cronicamente magra. Quattro corpi, quattro storie di donne riunite con arguzia distintiva e intuizione irriverente, per dipingere un ritratto aspramente spiritoso e in definitiva toccante della follia di questo mondo.

Mentre la commedia vola veloce e furiosa - e la messa in scena include frigoriferi giganti e momenti di gioco - lo spettacolo sonda in modo toccante le lotte con l'immagine del corpo.

Note a cura di Compagnia Caterpillar
Priorità per la nostra compagnia, per noi in quanto giovani che cercano di autodeterminarsi in un presente sempre confuso e caotico, è sempre stata quella di interrogare il nostro tempo e le sue fragilità per cercare di trovare, in un dialogo con il pubblico, forse qualche risposta per la sopravvivenza dell'essere umano. Nel nostro lavoro con i ragazzi (in particolare dai 14 ai 19 anni) siamo entrati ancora di più in contatto con le pressioni sempre più asfissianti che questo tempo ci impone: pressioni diverse a seconda dell’età, del genere e della sessualità. Abbiamo visto come i nostri corpi siano i più pubblicizzati, "socializzati", affamati campi di battaglia. E come tali, oggi, finalmente, li rivendichiamo. Basti pensare al movimento "body positivity" nato come lotta per la riappropriazione del proprio corpo. Una lotta ancora ben lontana dal potersi dire conclusa. Così abbiamo scelto di parlare di cibo e del rapporto che stabiliamo con lui: di amore e odio, instabile, a volte tossico. Un rapporto, però, che può essere cambiato, riscoperto e salvato.

TEATRO+TEMPO EVENTI

SPECIALE CAPODANNO | 31 dicembre 2022

L’ANNO SABBATICO
di Valeria Cavalli
regia di Alberto Oliva
con Monica Faggiani, Arturo di Tullio e Flavia Marchionni
produzione Teatro de gli Incamminati

Nel XVII e XVIII secolo si chiamava Grand Tour ed era un viaggio di formazione che i giovani nobili anglosassoni facevano nell’Europa continentale. Ai giorni nostri è l’anno sabbatico, un periodo dedicato ad accrescere la propria autonomia e autostima ed esplorare il mondo acquisendo gli strumenti e la sicurezza per affrontarlo.

Ed è proprio il caso di Elisa, il cui anno sabbatico post maturità è durato ben quindici mesi: finalmente è attesa al suo ritorno a casa dai genitori impazienti di conoscere non solo le sue esperienze, ma anche le decisioni in merito al suo futuro. Ma quella che doveva essere un’allegra cena di benvenuto sarà la scintilla che farà scattare sentimenti mai esplicitati, rancori sopiti e sottili ipocrisie fino ad arrivare a svelare scomode verità. In un continuo rimbalzare di colpe, responsabilità, silenzi e meschinità, lo spettacolo corre come un set di tennis dal quale però nessuno esce vincitore.

Con toni ironici, pungenti e dissacranti i protagonisti mettono in luce l’ipocrisia e le falsità che spesso si nascondono nelle cosiddette "famiglie perfette" che corrispondono a certi canoni dettati da quel perbenismo che pare faccia parte dell’arredamento di molte case italiane.

IL MATRIMONIO ERA IERI
di Giuseppe Della Misericordia 
regia Valentina Paiano
con Cristina Cantori, Anna Cenci, Massimo Dentico, Dario Marvulli, Nicolas Montemagno, Carlo Ortis, Matilde Perego, Maria Giovanna Stomeo
produzione Compagnia Teatro Binario 7

*nuova produzione

BINARIO DANZA

il 24 novembre 2023
SULLA RIVA DELLA NOTTE

di e con Cristina Bucci & guests

Attraverso la poetica del corpo si esplora il momento del disequilibrio e della caduta come passaggio evolutivo dell’essere umano.
Una serie di domande esistenziali e di tentativi di risposte abbattono la distanza tra performer e spettatore, facendoli sentire parte dello stesso gioco.
La ‘riva della notte’ è uno spazio immaginario, da cui ci si affaccia verso l’immensità, oscura e inconoscibile. Sulla scena viene ritratto un momento di crisi, in cui il senso di solitudine e di confusione scavano nell’anima fino a svelare tesori nascosti. Nell’ora più buia in cui ci si ripiega su sé stessi, soli contro tutto, emerge una luce sottile che piano piano si fa strada, fino a irrompere come una nuova alba.  

il 15 dicembre 2023
sLEGATE. Il Podcast danzato
con N.hU.DA - Naked Human Dance
Non è solo la musica a fare da sottofondo ai movimenti danzati e ad accompagnarne e giustificarne l’intensità. È un podcast, una voce narrante, un racconto che non basta a sé stesso, che non si accontenta di un'unica versione dei fatti, che non si fida di ciò che ascolta, perché vuole vedere. Perché ha bisogno di corpi, di movimenti, di silenzio, di frastuono, di verità. Un unico linguaggio verbale. Molteplici linguaggi corporei che trovano espressione negli stili contemporaneo, modern e contaminato.

DOCUCOMEDY
Compagnia Caterpillar

l’11 novembre 2023
il 7 dicembre 2023
l’11 gennaio 2024
il 15 febbraio 2024

da un'idea di Luigi Aquilino
con (a rotazione) Luigi Aquilino, Denise Brambillasca, Gaia Carmagnani,  Eugenio Fea Bosia, Ilaria Longo, Valentina Sichetti, Daniele Vagnozzi
produzione Compagnia Caterpillar

*debutto

Sei a una cena tra amici ma non sai cosa dire? Ti mancano gli argomenti ma non sai dove cercarli perché internet è inaffidabile e le enciclopedie piene di polvere?

Compagnia Caterpillar ha prodotto dei divertenti documentari in pillole che ti racconteranno tutto ciò che non serve sapere per fare bella figura davanti ad uno spritz!

Ti  sei mai chiesto se si può piangere sotto la doccia?
O perché abbassiamo la musica mentre parcheggiamo? 
Le grandi domande che non ci siamo mai fatti, a cui neanche Piero e Alberto Angela avrebbero mai pensato di arrivare, e di cui non troveremo risposta nemmeno sull’ultimo numero di Focus, verranno messe in scena da Docucomedy!

Prendendo spunto dall’immaginario del mondo dei giornali e della tv d’informazione, gli attori e le attrici vestiranno i panni di presentatori, inviati, traduttori, intervistatori e abitanti del posto, testimoni dell’accaduto e studiosi. Una serata di cabaret divulgativo in cui saranno parodiati tutti i cliché dei documentari che siamo abituati a vedere. E, attenzione: per quanto assurdi e bizzarri, tutti gli argomenti trattati durante l'evento saranno veri. Davvero.

RING RAP POETRY SLAM_EXTREME_EDIZIONE 2024
Torneo di poesia improvvisata e di freestyle

il 22 febbraio: round 1 in sala Picasso
il 20 marzo: round 2 in sala Picasso
il 18 aprile: round finale in sala Chaplin

a cura di Mille Gru / PoesiaPresente – Scuola di Poesia
in collaborazione con Teatro Binario 7
partner LIPS Lega Italiana Poetry Slam & Poetry Slam Lombardia
direzione artistica/MC: Dome Bulfaro
regia Enrico Roveris
suono Mattia Marangi
grafica Marta SOS
interviste Federica Guglielmini

Poesia interattiva portata alla creatività più estrema: questo è Ring Rap Poetry Slam. Entusiasmo, energia, divertimento, profondità, spirito giovane e tanto talento artistico, da condividere con un pubblico di tutte le età. Con RRPS e con il torneo di IMPROslam, il nuovo campionato nazionale di improvvisazione poetica della LIPS, Lega Italiana Poetry Slam, nato proprio con l’edizione 2023 al Teatro Binario 7, grazie a Dome Bulfaro e Mille Gru, tre mondi artistici/sportivi quali sono la poesia performativa, l’hip hop e il pugilato, fanno ring intorno alla poesia dove poetə-slammer e rapper si sfidano a suon di versi e barre improvvisate su parole chiave, temi e generi proposti dal pubblico, per creare tre spettacoli unici nel loro genere.

In ognuna delle tre serate:
- grandə poetə del Poetry Slam internazionale con una loro performance;
- poetə vs rapper, che mostrano con le loro performance improvvisate un modo inedito e coinvolgente di fare arte e ricerca poetica;
- il pubblico, protagonista assoluto, chiamato a proporre parole e temi chiave, a decidere i vincitori dei due round eliminatori e il vincitore assoluto nel round finale e, anche, a fare qualcosa di mai visto;
- DJ set e MC per una serata dalla carica esplosiva indimenticabile.
La scenografia è l’icona dello spettacolo: un ring circolare inscritto in un quadrato. Ring Rap Poetry Slam si presenta come un mix di match, interviste, riflessioni su poesia, rap e boxe, per esplorarne affinità, differenze e stereotipi da sconfiggere. I poetry slam sono gare di poesia dove si sfidano ad alta voce poeti-slammer. Ogni round dura tre minuti. Il pubblico è coinvolto in modo interattivo attraverso la votazione delle performance da parte di una giuria di più persone estratte a caso nel pubblico o attraverso votazioni di tutto il pubblico.

BINARIO ARTE

Binario Arte arriva al suo terzo anno con una nuova serie di proposte, come sempre curate da Simona Bartolena e Armando Fettolini. Come di consueto le mostre del progetto saranno quattro: una collettiva che "invaderà" l'intero edificio, un'importante mostra storica, un'esposizione dedicata agli artisti under25 e una mostra speciale, diversa di anno in anno.

La collettiva, che verrà inaugurata in ottobre, quest'anno verterà su un tema molto particolare, suggerito da un libro: Cantautori di frontiera, di Filippo Sala. Il saggio di Sala racconta di quattro cantautori italiani, quattro cardini della musica d'autore: Battiato, de André, Guccini e Zucchero. Bartolena e Fettolini hanno chiesto ad alcuni artisti di scegliere uno dei quattro musicisti e di interpretarne la ricerca a proprio modo. Ne è nata una mostra eterogenea ed eclettica, che darà occasione di leggere l'opera dei quattro cantautori da punti di vista inaspettati e certamente interessanti. All'inaugurazione Filippo Sala presenterà il suo libro al pubblico del Binario7.

La mostra storica, invece, proseguirà sulla strada delle due precedenti, indagano un decennio spesso frainteso o sminuito: gli anni '80. Una nutrita serie di opere firmate dai principali artisti del tempo presenterà il periodo storico da prospettive differenti, per ricordarsi che gli '80 non sono stati solo edonismo e "Milano da bere", ma anche molto altro. Delle altre due mostre, che si terranno nella tarda primavera, è ancora troppo presto per svelare qualcosa.

Come di consueto, le mostre saranno accompagnate da una serie di incontri, conferenze e approfondimenti, quest'anno dedicati anche alle scuole. Il progetto Binario Arte, infatti, si apre anche al contesto scolastico, con incontri mattutini specificamente pensati.

Riprendono anche i Dialoghi dell'arte, ormai appuntamento tradizionale per il pubblico del Binario 7. Come sempre Simona Bartolena e Alessandro Pazzi metteranno in dialogo arte e letteratura, in un intreccio di parole e di immagini. 

Infine l'arte invaderà anche la programmazione radiofonica del Binario 7, con una serie di incontri (tra il serio e il faceto) condotti da Simona Bartolena e Greg Bonalumi dedicati ai grandi nomi della storia dell'arte.

Binario Arte comincia, dunque, questa nuova stagione con rinnovato entusiasmo.

I DIALOGHI DELL’ARTE

Pittura e letteratura: due modi espressivi che spesso si sono incontrati, in una vicendevole seduzione e contaminazione. Il tema letterario ha sempre affascinato gli artisti, ma talvolta anche l’influenza delle arti visive è stata determinante per la creatività degli scrittori.

Prosegue, dopo il successo delle scorse edizioni, il format, proposto da Simona Bartolena e Alessandro Pazzi, che gioca sul rapporto tra i due universi, accostando la lettura di brani tratti dalle più celebri opere dei letterati di tutti i tempi a percorsi iconografici storico-artistici a essi ispirati o che, al contrario, ne hanno costituito una fonte di ispirazione. In una conduzione a due voci, alternando i punti di vista, le serate – pensate per un pubblico sia di neofiti, che di appassionati e di addetti ai lavori – propongono un modo nuovo, interessante e, soprattutto, molto piacevole, di indagare la storia dell’arte e della letteratura di tutti i tempi.

Calendario appuntamenti
sala Picasso, ingresso libero

il primo febbraio 2024
Kafka e il suo universo

il 7 marzo 2024
Boccaccio: l’arte e il Decamerone 

il 4 aprile 2024
Virginia Woolf: una stanza tutta per sé

il 2 maggio 2024
Ibsen e la pittura del Nord Europa

TERRA 
Musica, voci e paesaggi sonori

direzione artistica di Roberto Porroni

Buona musica! 

Mi preparo a questa terza stagione di direzione artistica dei concerti al teatro Binario 7 con un rinnovato impegno e un forte entusiasmo che nascono dalla fiducia che la direzione del teatro mi ha accordato e dal successo di pubblico decretato dalle scorse edizioni.
I concerti saranno sempre otto, a cadenza mensile, e manterranno l’impostazione tematica che il pubblico e la critica hanno apprezzato nel corso delle precedenti stagioni.
La particolarità dei repertori, la presenza di grandi solisti e la curiosità delle proposte contraddistinguono, come sempre, i diversi appuntamenti musicali. Prenderanno il via con una esibizione dell’Ensemble Duomo, che proporrà musiche note e, anche, preziose riscoperte di Ennio Morricone. Poi in calendario un inedito spettacolo multidisciplinare con musica, danza e poesia di Astor Piazzolla: un grande evento per il territorio.
Il Gruppo Umami ci condurrà nell’atmosfera natalizia con le musiche andine, mentre il nuovo anno si aprirà con lo straordinario Spectrum Saxophone Quartett di Vienna, che rinnova la felice collaborazione con le istituzioni austriache.
Tornerà a grande richiesta il trio Classic and/in jazz, che accosterà in maniera originale le musiche barocche al repertorio jazzistico, mentre il mese di marzo consentirà l’incontro con una cultura musicale poco conosciuta ma di grande bellezza, quale la musica armena.
Il concerto di aprile ci farà scoprire strumenti affascinanti e inconsueti come l’handpan (una percussione “melodica”) in un viaggio nella musica etnica europea di qualità, prima della chiusura che mi vedrà protagonista con la violoncellista Marcella Schiavelli in un programma di calda matrice latina che accosta Piazzolla, Rota e De Falla.
Una stagione ricca di emozioni in musica che spero di condividere con molti di voi.
Roberto Porroni

il 28 ottobre 2023
TUTTO MORRICONE

con Ensemble Duomo
Roberto Porroni, chitarra
Roberto Ficili, violino
Pier Filippo Barbano, flauto
Antonio Leofreddi, viola
Marcella Schiavelli, violoncello

Alcune delle più belle pagine di Ennio Morricone - da C’era una volta in America a The Mission, a Il buono il brutto e il cattivo - accanto a una suite di brani poco noti del grande maestro romano che testimoniano una volta di più il suo genio creativo.

il 18 novembre 2023
PIAZZOLLA RITROVATO.
The rough dancer and the cyclical night 
con Cuartet
Roberto Porroni, chitarra
Adalberto Ferrari, clarinetto e sax
Marija Drincic, violoncello
Marco Ricci, contrabbasso
Elda Olivieri, attrice
duo di ballerini di tango *cast in definizione

Prima assoluta della riscoperta di un grande spettacolo realizzato da Astor Piazzolla a New York nel 1987 con musica, danza e poesia. La partitura, andata perduta, è stata ricostruita da Roberto Porroni, abbinata come nell’opera originale a liriche di Jorge Luis Borges. Un vero evento musicale che consente di riscoprire musiche “nascoste” di straordinaria bellezza del grande maestro argentino, il “rivoluzionario” del tango.

il 2 dicembre 2023
FELIZ NAVIDAD
Musiche natalizie dal Sud America 
con
Miguel Angel Acosta, voce e chitarra
Ugo Guizzardi,     voce, fiati, corde e percussioni
Angelo Palma,     voce, fiati, corde e percussioni
Massimo Rosada, voce, fiati, corde e percussioni
Antonio Oggianu, voce e chitarra basso

Come tutte le culture indigene del “nuovo mondo”, le popolazioni della cordigliera andina iniziarono a costruire e suonare strumenti nel tentativo di armonizzare le energie umane con le misteriose forze di una natura imponente: lo hanno fatto per cercare il contatto, il ponte fra le leggi che governano il pianeta e gli esseri umani. I canti natalizi di queste popolazioni testimoniano una intensa fede in accordo con il creato. 

il 27 gennaio 2024
SPECTRUM SAXOPHONQUARTETT 
con
Stephanie Schoiswhol, sassofono
Florian Bauer, sassofono
Daniel Dundus, sassofono
Severin Neubauer, sassofono

* Concerto realizzato in collaborazione con il Forum austriaco di cultura a Milano e il Ministero degli affari esteri austriaco.

Uno straordinario quartetto di giovani saxofonisti che spazia dal Barocco al contemporaneo alla musica popolare di qualità. L’energia e il dinamismo sono le qualità che contraddistinguono questo gruppo emergente nel panorama internazionale. Musiche di Bach, Ligeti, Bozza, Gershwin.

il 10 febbraio 2024
CLASSIC & JAZZ
con
Max De Aloe, armonica cromatica
Roberto Porroni, chitarra
Tommy Bradascio, batteria 

Come suonano Haendel e Bach in jazz? Un fil rouge che accomuna periodi e stili lontani proposto da musicisti di diversa estrazione in un singolare accostamento strumentale. Il tutto con un tributo alla grande stagione musicale americana impersonata da Cole Porter e Burt Bacharach e ai successi che hanno dato loro notorietà mondiale. Musiche di Bach, Haendel, Jobim, Bacharach.

il 23 marzo 2024
LA MUSICA ARMENA

con
Ani Martirosyan, pianoforte
Nobuko Murakoshi, violino

Il ricco retaggio culturale della musica popolare armena ha avuto un influsso importante sulla tradizione classica che si è andata creando nel XX secolo, dietro l’impulso instancabile di Padre Komitas, il “padre” della musica classica armena, che ha avuto straordinari eredi quali Bagdasarian e Khachaturian proposti nel concerto odierno. La scoperta/riscoperta di una cultura affascinante capace di dare emozioni profonde.

13 aprile 2024
VIE
Viaggio nelle musiche dal mondo

Eliana Zunino, voce e bodhran e harmonium
Katia Zunino, arpa e voce        
Loris Lombardo, percussioni etniche e handpan/hang

Musiche da Irlanda, Scozia, Svezia, Francia, Italia, Turchia.
Dalla Bretagna, all’Irlanda, dalla Turchia alla Svezia: ogni brano è una storia, una figura mitologica, un dipinto, una leggenda, un archetipo universale. Arpa, voci e la magia dell’handpan, strumento a percussione “melodico” di cui Loris Lombardo è massimo virtuoso a livello mondiale.

11 maggio 2024
L’ANIMA LATINA

Marcella Schiavelli, violoncello
Roberto Porroni, chitarra

Musiche di Piazzolla, Rota, De Falla.
Un singolare abbinamento tra violoncello e chitarra rilegge un Piazzolla “intimo” e poco conosciuto, che esplora stati d’animo, e il raffinato De Falla delle Canzoni popolari spagnole, con il suo viaggio tra le differenti culture musicali delle regioni della penisola iberica. Accanto, le melodie affascinanti di Rota legate al connubio artistico con Federico Fellini.

TEATRO+TEMPO FAMIGLIE

Signori e Signore, 
Bambini e Bambine, 
benvenuti!

Per la rassegna Teatro + Tempo Famiglie quest’anno abbiamo pensato di trasformare i palchi delle sale teatrali del Binario 7 in un regno sconfinato dove i personaggi si susseguiranno senza soluzione di continuità. Racconteranno bizzarre storie, epiche avventure, buffi aneddoti. Usando la magia e la forza dell’immaginazione ci trasporteranno in mondi incantanti e storie che parlano al cuore. 

Eh sì! Perché quest’anno, le famiglie potranno accomodarsi anche nella platea della sala Picasso, la sorella giovane della Sala Chaplin, per ascoltare da vicino e immergersi nell’incanto di grandi racconti e piccoli calzini. 
Da soli però non bastiamo, perdonateci! Abbiamo proprio bisogno di voi e della vostra immaginazione perché spesso ciò che si vede va al di là di ciò che si guarda realmente: immaginate quindi la gentilezza dentro ad un burbero e avido vecchio; un piccolo principe imparare a viaggiare tra pianeti e personaggi stravaganti; una pesciolina tutta d’oro insegnare a due amici come giocare insieme; una Pippi assolutamente fuori dagli schemi; un baule magico e dei calzini canterini; un artista in decadenza ritrovare l’arte e la bellezza; due amici trasformare tutto lo spazio intorno a sé solo con l’aiuto di alcune sedie. 

Cosa aspettate! Spazi sconfinati, moltitudini di personaggi e grandi storie vi aspettano! Prendete per mano i grandi e venite a teatro con tutta la vostra famiglia. Con la vostra presenza, il Binario 7 diventerà uno splendido giardino in continuo cambiamento, dove qualcosa di inaspettato può sempre fiorire. 

il 29 ottobre 2023
DORA LA PESCIOLINA D’ORO

regia Sergio Manfio, Laura Fintina
di Sergio Manfio
con Tullia Dalle Carbonare e Simone Babetto
produzione Gruppo Alcuni
età consigliata: dai 3 agli 8 anni

Che cosa accadrebbe se nella famosa fiaba di Aleksandr Puškin le parti si scambiassero? Se, dopo aver catturato il pesciolino d’oro, il vecchio pescatore Ivan raccontasse l’accaduto a sua figlia Anna Polina e a suo fratello Dimitri?
E, allora: in cosa potrebbero differenziarsi i desideri di un ragazzo rispetto a quelli di una ragazza, se si trovassero di fronte a una pesciolina d’oro che può esaudire al massimo tre desideri? 
Riguarderanno inizialmente giocattoli sofisticati e dotati di automatismi che, alla lunga, si riveleranno poco coinvolgenti: ai ragazzi non resterà che spegnerli, per orientarsi su balocchi che si possano maneggiare e controllare. Nemmeno questo, però, si rivelerà sufficiente. Così, Anna Polina chiederà a suo fratello Dimitri di giocare insieme a lui nella barca del loro papà, che racconterà una fiaba.

il 19 novembre 2023
PIPPI CALZELUNGHE

riduzione teatrale, traduzione e regia Pino Costalunga e Marinella Rolfart
con Alice Canovi, Matteo Erli, Annachiara Zanoli
scene, pupazzi e costumi Tjåsa Gusfor
produzione Fondazione Aida
età consigliata: a partire dai 4 anni

Sul palco le vicende di una bambina fuori dagli schemi e dei suoi amici, raccontate con piglio sbarazzino e spensierato. Dall’arrivo a Villa Villacolle ai giochi con Annika e Tommy, lo spettacolo restituisce un quadro esaustivo e divertente di uno dei personaggi più conosciuti e amati: Pippi Calzelunghe.
Scene, costumi e pupazzi sono stati realizzati da Tjåsa Gusfor, una delle più importanti scenografe svedesi, che ha ricreato il micro-mondo di Pippi miniaturizzandone la casa: i veri protagonisti sono i pupazzi, che prendono vita mossi dagli attori in scena. 
Lo spettacolo nel suo complesso rimane fedele al testo originale e restituisce quel sapore dolce e amaro tipico di Pippi: una bambina assolutamente fuori dall’ordinario a cui tutto è concesso: Pippi è libera da impegni, doveri e regole. 

il 3 dicembre 2023
IL MIO PICCOLO PRINCIPE
Ovvero “Il Piccolo Principe” raccontato da un giocattolo

testo Fabrizio Tassi
con Alberto Viscardi 
regia Maurizio Brandalese 
tecnica Alessandro Boraso 
musiche Luca Bettolini e Maurizio Brandalese
età consigliata: dai 5 agli 11 anni
Un giocattolo. Un aviatore di nome Tonio. Un piccolo principe che vive in un pianeta appena più grande di lui e che un giorno arriva sulla Terra alla ricerca di un amico.
Questa è una storia che contiene tante storie, divertenti e commoventi, un po’ matte e un po’ magiche. È il racconto di un pierrot trasformista e poeta, che vive dentro un’enorme scatola di giocattoli. Ci sono un re spassoso e uno strano vanitoso, un Arlecchino-ubriacone e un lampionaio schiavo del lavoro. Ci sono anche un fiore fragile e bellissimo, unico nell’universo, e una volpe che conosce il segreto dell’amicizia. 
Dall’incontro del giocattolo-pierrot con gli altri personaggi nasce una storia che insegna ai grandi come tornare bambini e che spiega ai bambini quanto siano potenti la fantasia e l’amore. I racconti, a volte, cambiano le persone: il nostro giocattolo si trasformerà, canterà, rotolerà e inventerà e alla fine imparerà che l’essenziale è invisibile agli occhi. 
Note
Lo spettacolo si propone di accompagnare bambini e ragazzi in un difficile percorso di riconoscimento del proprio “piccolo principe” racchiuso nell’animo. Cercheremo di far riassaporare il valore dell’incontro e del vivere sulla propria pelle le situazioni degli altri cercando di riappropriarci di quel valore che è l’amicizia che va al di là dell’“aver bisogno di”. 

il 16 dicembre 2023
IL CANTO DI NATALE
liberamente tratto da Il canto di Natale di Charles Dickens
di e con Angelo Ciccognani e Fabio Paroni

età consigliata: dai 4 anni

Tutti conoscono la storia dell’avido e cinico Scrooge, che una notte di Natale riceve la visita di tre fantasmi: lo spingono a riflettere e, alla fine, a redimersi. In questo adattamento “Il Canto di Natale” viene ritrovato da Angelo e Fabio, due anonimi inservienti che stanno sistemando il palcoscenico prima di una rappresentazione. I due hanno sempre avuto una segreta passione per il mondo del teatro: aprono il libro per gioco e iniziano a raccontare la storia riprendendo i passaggi fondamentali, scambiandosi i ruoli, utilizzando costumi e oggetti che si trovano sul palco.
Anche per loro questo sarà un viaggio che porterà a un cambiamento. Angelo con il suo scetticismo riprende le caratteristiche tipiche di Scrooge e, come l’arcigno protagonista, sarà messo alla prova dagli eventi, mentre Fabio scoprirà di possedere un innato talento per la regia e imparerà a farne tesoro.

il 28 gennaio 2024
BALLOON ADVENTURES

di e con Andrea Meroni e Fabio Lucignano
scenografie Riccardo Pirovano e Marta Fumagalli
costumi Barbara Crimella e Antonella Vino

età consigliata: dai 6 anni
* Vincitore del Premio assegnato da Stockholm Fringe Festival in occasione del Milano Off 2022
* Compagnia finalista Inbox Verde 2023
* Menzione della giuria di qualità presieduta da Mario Bianchi ad Inbox Verde 2023: “Ballon Adventure” per la capacità dei due clown di creare anche sul palco con onestà e coerenza attraverso dei semplici palloncini un immaginario multiforme riconoscibile in cui i bambini si immergono con entusiasmo. 

Cosa succede quando un palloncino prende il volo? Tutti alzano gli occhi al cielo, qualche bambino piange, ma non c'è più nulla da fare.  Ma se questo palloncino fosse scappato dalla mano di due clown?
Due aviatori, piloti di mongolfiera, impavidi e coraggiosi, intraprendono un viaggio per inseguirlo. Arriveranno a Balloonia, dove si ritrovano i sogni sfuggiti di mano, quelli scoppiati e quelli ormai sgonfi.

Riusciranno a riportarli a terra?

Uno spettacolo dolceamaro con una narrazione che si mantiene leggera, eterea e sognante.
Poetico senza perdere di comicità, comico senza perdere la poetica.

Cosa significa inseguire un sogno, se non vivere? Lo spettacolo vuol essere un inno alla vita, un inno al viaggio o meglio "alla stessa ragione del viaggio, viaggiare". 

l’11 febbraio 2024
IL GRAN VENTRILOQUINI

di e con Max Pederzoli 
consulenza artistica Mario Gumina, Andrea Fidelio e Romina Ranzato 
produzione Madame Rebiné 
con il sostegno di Barabao Teatro, Carichi Sospesi e Accademia Perduta/Romagna Teatri

età consigliata: dai 6 anni
“Questo non è un testo di presentazione dello spettacolo bensì una lettera di aiuto. Io, Gianni Calzino, insieme al mio collega Klaus il clown, siamo qui a scrivere questa lettera per chiedere al pubblico di aiutarci a convincere il gran Ventriloquini a rinnovare il suo repertorio. Non ne possiamo più! Ci ha stufato! A-I-U-T-O!”.
In scena la storia del gran Ventriloquini, un artista in decadenza capace solo di raccontare brutte barzellette, che grazie allo stimolo dei suoi pupazzi riuscirà a rinnovarsi e a stare al passo coi tempi. Una produzione neo-classica in cui il virtuosismo si accompagna alla risata e diventa un veicolo per parlare dell’amicizia e dell’importanza del dialogo democratico all’interno di un gruppo.

il 25 febbraio 2024
BEAT SOCKS

di e con Stefano Locati 
produzione Teatro del Cacao
Il Teatro di strada è una forma d’arte in cui il pubblico si pone allo stesso livello dell’ attore e viceversa. In cui quest’ultimo si mette a nudo.
In Beat Socks ci si ferma prima. L’attore resta in mutande!
Non ci sono filtri, ma solo tanto imbarazzo.
È uno spettacolo adatto a ogni genere di pubblico, in cui la magia e la clowneria conducono al teatro di figura. Uno spettacolo nello spettacolo. Pupazzi che cantano, ballano sulle note delle più famosi canzoni internazionali.
Un teatro che si costruisce sotto gli occhi increduli dello spettatore. Con quinte, uscite laterali e palco. Tutto in meno di un metro di spazio. Perché lo spettacolo si svolge sopra una cassa, che diventa spazio scenico, stereo, baule magico, teatro dei burattini. Poi, il gran finale: una trasformazione che fa nascere Freddie Mercury al concerto di Wimbledon.
La colonna sonora rivisitata in chiave comica tra beat box e un basso (improbabile).

il 10 marzo 2024
SEGGIOLINE per diventare grandi

da un’idea di Michele Beltrami
di e con Michele Beltrami e Paola Cannizzaro
regia Michele Beltrami
consulenza drammaturgica Silvano Antonelli
assistente alla regia Karima Ranghetti
produzione Teatro Telaio
si ringrazia Giorgio Gabrielli
età consigliata: dai 4 anni

Lui è molto ordinato. Costruisce sedie per stare seduti, fermi, composti. Per stare come si deve stare. Per fare quello che si deve fare. Ma all’improvviso arriva Lei, che sembra volare di qua e di là, col suo sacchetto pieno di strane cose: oggetti e colori diversi come diverse sono le cose di cui è fatto il mondo. E queste cose servono a completare. A trasfigurare. A fare crescere e diventare grandi.
Un viaggio surreale tra due emozioni. Anzi: tra tante quante ne possono nascere dall'incontro di due persone che sembrano distanti tra loro ma forse, anche se non lo sanno, hanno bisogno l'una dell'altra.
È così che, con un po' di fantasia in mezzo a tutto quell’ordine e un po' di ordine in mezzo a tanta fantasia, i due personaggi inizieranno a trasformare le sedie che hanno intorno e a trasformarsi, a scoprire che l'altro non è così lontano da noi. Che qualcosa che “Lui” o “Lei” hanno è un pezzo di ciò che a noi manca. Di ciò di cui sentiamo nostalgia. Perché il mondo è pieno di cose, di sorprese, di incontri inaspettati. È un giardino. A volte vorremmo che tutto rimanesse uguale e invece dobbiamo cambiare, a volte vorremmo che tutto cambiasse e invece ci viene chiesta l’attesa e la pazienza. Sempre, dove c’è un io e un tu, qualcosa di bello e inatteso fiorisce. O nasce.
È lì, proprio lì, che può cominciare il gioco e la festa. Che può nascere ciò che da soli non avremmo potuto immaginare. Che possono nascere nuovi sguardi e nuovi pensieri.
E i bambini del pubblico? E gli spettatori? Beh, anche loro sono seduti: fermi, zitti e composti. A guardare lo spettacolo. Ma potranno volare con la fantasia. Quella capace di immaginare il mondo non solo per quello che è ma per quello che potrebbe essere.

TEATRO+TEMPO RAGAZZI

A chi crede nella necessità che l’immaginazione abbia 
il suo posto nell’educazione;
a chi ha fiducia nella creatività infantile;
a chi sa quale valore di liberazione possa avere il teatro. 
da “La grammatica della fantasia”, di Gianni Rodari 

“Ho sciupato il tempo e ora il tempo sciupa me” (Shakespeare, Riccardo II, Atto V, Scena V).
Così parla Riccardo II, e continua poi descrivendo come il tempo ormai abbia fatto di lui il suo orologio. 

Quando ci chiedono perché le ragazze e i ragazzi debbano andare a teatro spesso, rispondiamo che a teatro il tempo è vissuto differentemente rispetto al tempo della vita. Questo succede perché sulla scena il tempo può essere sospeso. Perché ogni gesto e ogni parola, a ogni replica, trovano nuovo significato. Perché l’attore può interpretare ruoli che non riveste nella quotidianità, esplorando emozioni proprie di un personaggio piuttosto che di un altro.  

Entrare in teatro è un’esperienza che capovolge la prospettiva umana, pur attingendo a piene mani dalla vita. C’è vita ma soprattutto c’è arte: c’è un attore che agisce e racconta seguendo il battito del suo cuore, ma c’è anche un pubblico che desidera partecipare all’atto, che si appassiona alla trama e che soffre o gioisce con in empatia con ciò che accade in scena. La relazione tra attore, scena e pubblico genera un piccolo cambiamento: quante volte vediamo uscire dal teatro i bambine e bambini, e i ragazze e e ragazzi che ancora chiacchierano dell’accaduto: “Ma lui voleva veramente morire per lei?”, “Ma questa storia è vera?”. 

Il teatro, come l’arte tutta, ci insegna a osservare il mondo da un nuovo punto di vista, a conoscere nuove storie, a immedesimarci in esse e, perché no, rivedere un po’ di noi e a trovare nuove risposte a ciò che stiamo vivendo. 

Grazie a chi è venuto al Teatro Binario 7 la scorsa stagione. 
Grazie a tutte e tutti gli insegnanti che continuano a credere nel teatro.

Quest’anno ci attendono nuove storie e nuove avventure e non vediamo l’ora di vivere questo tempo con voi! 

il 30 ottobre 2023
DORA, LA PESCIOLINA D’ORO

di Sergio Manfio
regia Sergio Manfio e Laura Fintina
con Tullia Dalle Carbonare e Simone Babetto
età consigliata: dai 3 agli 8 anni
scuola dell’infanzia e primo ciclo della primaria

Che cosa accadrebbe se nella famosa fiaba di Aleksandr Puškin le parti si scambiassero? Se, dopo aver catturato il pesciolino d’oro, il vecchio pescatore Ivan raccontasse l’accaduto a sua figlia Anna Polina e a suo fratello Dimitri?
In che cosa potrebbero differenziarsi i desideri di un ragazzo rispetto a quelli di una ragazza, se si trovassero di fronte a una pesciolina d’oro che può esaudire al massimo tre desideri? I desideri riguarderanno inizialmente giocattoli sofisticati e dotati di automatismi che, alla lunga, si riveleranno poco coinvolgenti per due i ragazzi: trattandosi di giocattoli che “giocano da soli”, li renderanno semplici spettatori passivi e limiteranno la loro possibilità di compiere anche un semplice gesto che non sia quello di decidere di spegnerli. Ecco che allora il secondo desiderio si orienta verso un giocattolo che sia possibile maneggiare e controllare, per arrivare, infine, all’ultimo desiderio: Anna Polina chiederà a suo fratello Dimitri di giocare insieme a lui nella barca del padre Ivan, che racconterà loro una fiaba.

il 20 novembre 2023 
PIPPICALZELUNGHE

riduzione teatrale, traduzione e regia Pino Costalunga e Marinella Rolfart
con Alice Canovi, Matteo Erli, Annachiara Zanoli
scene, pupazzi e costumi Tjåsa Gusfor
produzione Fondazione Aida
a partire dai 4 anni
tarda infanzia e scuola primaria

Prendono vita sul palco le vicende di Pippi, bambina fuori dagli schemi, e dei suoi amici, attraverso i loro occhi sbarazzini e spensierati. Dall’arrivo a Villa Villacolle ai giochi con Annika e Tommy, lo spettacolo restituisce un quadro esaustivo e divertente di uno dei personaggi più amati.
Scene, costumi e pupazzi sono stati realizzate da Tjåsa Gusfor, una delle più importanti scenografe svedesi, che ha ricreato il micro mondo di Pippi Calzelughe con una sorta di miniaturizzazione fantastica della sua casa, dentro e fuori, dove sono i pupazzi (guidati dagli attori in scena non nascosti come nel teatro delle marionette) i veri protagonisti della scena.
L’attore-manipolatore con sguardo fisso sul pupazzo si muove a vista in una scenografia a misura di pupazzo, e di bambino, catturando così l’attenzione di chi lo guarda. Linguaggio verbale e di immagine, teatro di corpi e di figure in movimento: sono queste le tecniche utilizzate per descrivere e raccontare le vicende di Pippi.
Lo spettacolo nel suo complesso rimane fedele al testo originale e restituisce quel sapore dolce e amaro del personaggio: una bambina assolutamente fuori dall’ordinario a cui tutto è concesso anche perché libera da impegni, doveri e regole. 
Allestito nel 2007 in occasione del centenario della nascita dell’autrice, lo spettacolo è tra i più longevi e apprezzati di Fondazione Aida, centro di produzione teatrale di Verona.

il 4 dicembre 2023
IL MIO PICCOLO PRINCIPE. Ovvero “Il Piccolo Principe” raccontato da un giocattolo

testo Fabrizio Tassi
con Alberto Viscardi 
regia Maurizio Brandalese 
tecnica Alessandro Boraso 
musiche Luca Bettolini e Maurizio Brandalese
età consigliata: dai 5 agli 11 anni
scuola primaria
Un giocattolo. Un aviatore di nome Tonio. Un piccolo principe che vive in un pianeta appena più grande di lui e che un giorno arriva sulla Terra alla ricerca di un amico.
Questa è una storia che contiene tante storie, divertenti e commoventi, un po’ matte e un po’ magiche. È il racconto di un pierrot trasformista e poeta, che vive dentro un’enorme scatola di giocattoli. Ci sono un re spassoso e uno strano vanitoso, un Arlecchino-ubriacone e un lampionaio schiavo del lavoro. Ci sono anche un fiore fragile e bellissimo, unico nell’universo, e una volpe che conosce il segreto dell’amicizia. 
Dall’incontro del giocattolo-pierrot con gli altri personaggi, nasce una storia che insegna ai grandi come tornare bambini e che spiega ai bambini quanto siano potenti la fantasia e l’amore. I racconti, a volte, cambiano le persone, e il nostro giocattolo si trasformerà, canterà, rotolerà e inventerà e alla fine imparerà che l’essenziale è invisibile agli occhi. 
Note
Faremo un percorso per comprendere che le storie che ci appartengono, ci vedono protagonisti anche nel silenzio delle persone che ci circondano. Giocheremo a sentirci “abbandonati” per poi “riaddomesticarci” alla vita. Lo spettacolo si propone di accompagnare bambini e ragazzi in un difficile percorso di riconoscimento del proprio “piccolo principe” racchiuso nell’animo. Cercheremo di far riassaporare il valore dell’incontro e del vivere sulla propria pelle le situazioni degli altri cercando di riappropriarci di quel valore che è l’amicizia che va al di là dell’“aver bisogno di”. 

il 25 gennaio 2024
L’ULTIMO MONOLOGO. 
Un lungo abbraccio nelle tenebre di Auschwitz
con Nicola Lorusso, Sara Pagani, Alberto Viscardi
regia Maurizio Brandalese 
produzione Dedalus Teatro 

età consigliata: dai 12 ai 18 anni
classe 5 della scuola primaria e scuole secondarie di primo e di secondo

Un ragazzo e una ragazza che coltivano la passione per l’arte e lo spettacolo. Daniel ama i teatri e i kabarett berlinesi. Il suo sogno è di esibirsi in uno dei locali più famosi della città. Anna ama il canto. Sogna di calcare i più importanti palcoscenici tedeschi. I due, tra caso e destino, si incontrano e si innamorano. Ma, all’improvviso per motivi differenti, sono deportati nei campi di detenzione del Terzo Reich: Westerbork, Theresienstadt e infine Auschwitz.
La speranza di potersi rivedere li tiene in vita nonostante intorno regni il dolore e la morte.
Per resistere all’inferno dei campi di concentramento Daniel sceglie di sostituire al terrore la risata. Si può ridere ancora dopo aver visto i tuoi amici uccisi dalle SS? Si può ancora fare poesia? Si può ancora cantare? C’è chi pensava che non fosse possibile, ma dalle ceneri dei campi sono giunte a noi storie di bambini e bambine, ragazzi e ragazze, uomini e donne che di fronte alle violenze dei soldati hanno risposto con la dolcezza, il sorriso e l’arte.
Un lungo abbraccio è la speranza per Daniel e Anna di rivedersi lontano dal filo spinato che ostinatamente limitava la propria libertà e vivere nuovamente una vita d’amore insieme.

Note di regia a cura di Maurizio Brandalese
Dopo essere stato ad Auschwitz mi sono chiesto spesso se raccontare la memoria sia ancora possibile: se uno spettacolo sulla memoria è ancora possibile. Le riflessioni sono molteplici e, spesso, per chi ha visto i resti del più nominato campo di sterminio, le risposte portano sempre alla stessa conclusione. Seppur la difficoltà sia grande e spesso gli artisti fatichino a rievocare le immagini che permettano allo spettatore di guardare ciò che è stato nel modo più “giusto” possibile questa tragedia, non possiamo evitare di raccontare le storie che fanno da specchio al più grande sterminio mai organizzato dall’essere umano.  Mi stupisce sempre la contrapposizione tra le “fabbriche della morte” e l’umanità delle storie che riaffiorano dalle macerie. La cosa più importante resta quindi portare questi racconti e donarli alle nuove generazioni sperando che il seme della consapevolezza cresca in loro e si diffonda per evitare che non siano sprovveduti quando questo ricapiterà (Ucraina, Rotta Balcanica, Libia, Cina ecc.)  e che riescano a trovare il modo di generare pace nelle loro vicinanze e diffonderla poi nel resto del mondo. 

il 14 febbraio 2024
TIPPI E TOPPI. Due paesi, due lingue, una storia

ispirato all’omonimo libro illustrato di Hugh Cushing
di Lorenzo Bachini
con Lorenzo Bachini, Cinzia Corazzesi
regia Livio Valenti
scenografie e pupazzi Roberta Socci
produzione Nata Teatro
età consigliata: dai 6 ai 12 anni
scuola primarie e classi I° della secondaria di primo grado | spettacolo in italiano e in inglese

"There were two kids, there were two friends, their names were Tippi and Toppi”.
Due paesi vicini in cui si parlano lingue diverse fanno da sfondo a una storia semplice e delicata incentrata sull’amicizia e sul rispetto delle diversità.
Once upon a time, c’era una volta. Tippi e Toppi sono due bambini, abitano rispettivamente a Bibbi e a Poppi (due paesi immaginari ispirati al territorio casentinese), il primo parla esclusivamente in inglese e il secondo in italiano, ma, quasi per magia, si capiscono alla perfezione. Gli abitanti dei due paesi non approvano la loro amicizia e si guardano con diffidenza, tanto da iniziare una guerra all’ultimo stendardo! Come in epoca medievale, gli abitanti dei due paesi inizieranno così a costruire due torri facendo a gara a chi la costruisce più alta alla faccia dell’avversario.
Inizia allora una folle gara che coinvolge tutti gli abitanti e che sconvolge le vite dei due piccoli protagonisti: riusciranno Tippi e Toppi a restare uniti nonostante le avversità? E soprattutto, saranno in grado di far capire ai propri concittadini che a volte sono proprio le differenze a fare la differenza?

il 20 febbraio 2024
IL VIAGGIO DEI COMICI
con Alberto Viscardi, Maurizio Brandalese, Nicola Lorusso, Sara Pagani
regia Maurizio Brandalese 
produzione Scarrozzanti - Compagnia di teatro popolare 
età consigliata dai 13 anni

“Non c'è niente di più della commedia e dei commedianti che rappresenti dal vivo e con maggiore immediatezza quelli che siamo e che dovremmo essere”
Miguel Cervantes
Una conferenza e anche uno spettacolo che intende raccontare il viaggio dei comici della Commedia dell’arte dalla nascita, intorno alla metà del Cinquecento, fino alla rivoluzione del teatro moderno di Shakespeare, Molière e Goldoni. Gli attori sul palco vestiranno i panni dei tipi fissi della commedia dell’arte interpretando le maschere più o meno conosciute: Arlecchino, Zanni, Pantalone, il Capitano, il Dottore e gli Innamorati. 
In scena un anziano commediante tenta di “insegnare” i trucchi di un mestiere che ormai si è perso nel tempo: il rapporto con il pubblico, l’importanza dello spazio scenico, le regole dei lazzi comici. I giovani attori però sembrano seguire soltanto il successo e il lavoro come forma di occupazione e rifiutano l’idea di un teatro più popolare, poetico e al servizio della comunità. 
Così l’anziano maestro racconta dei viaggi alla conquista dell’Europa di alcune delle più famose compagnie di Commedia dell’arte, con attori spesso provenienti dal mondo dei ciarlatani e dei buffoni e, più frequentemente, anche da quello degli acrobati. Attori con grandi capacità di costruire gli scenari, cioè l’intreccio delle azioni, con destrezza fisica e una spiccata comicità spesso direttamente improvvisata sul palco. 

E, tra racconti sulla tradizione dei commedianti e scene teatrali con protagonisti i giovani attori, la trama si svilupperà accompagnando il pubblico nell’atmosfera teatrale post rinascimentale. 

il 26 febbraio 2024
IL MESSAGGERO DELLE STELLE.
Come evitai la guerra, salvai il mondo e divenni amico di Galileo Galilei

di Francesco Niccolini 
con Flavio Albanese
consulenza scientifica Marco Giliberti 
regia Marinella Anaclerio 
produzione Compagnia del Sole, Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani onlus, Accademia Perduta / Romagna Teatri (2022) 
in collaborazione con l'assessorato alla Cultura del Comune di Gioia del Colle (BA) 
età consigliata: dagli 11 anni
scuola secondaria di primo e secondo grado
Un cavaliere medievale, di più: un paladino di Carlo Magno, è lui il protagonista dello spettacolo. Non arriva in scena come un qualunque personaggio, lui precipita letteralmente dal cielo. Non è un paladino qualunque, è Astolfo d’Inghilterra, il più sorprendente, strano e pasticcione fra tutti i paladini di Carlo Magno. Precipita dal cielo perché da sempre lui viaggia su e giù dalla Luna: a lui il compito di riportare sulla Terra il senno di Orlando, che lo ha smarrito per amore della bella Angelica. Nel suo eterno viaggiare gli è successo qualcosa di inatteso, un incontro speciale, lassù sulla Luna, dove è conservato tutto ciò che sulla Terra viene perduto, incontra un gruppo di vecchietti vestiti con abiti antichi, impegnati – intorno a una grande tavola riccamente imbandita – a discutere. Sono loro ad accoglierlo e ad aprirlo ai misteri della conoscenza, tra ragione, follia, dubbi ed errori: chi sono questi anziani signori, lo scoprirà poco alla volta, con una serie di avventure e sorprese che lo porteranno a comprendere come è complicata e affascinante la strada della comprensione, della libertà di pensiero e della scienza. 

Tra rime surreali, un po’ di scienza e molta patafisica, l’incontro tra uno dei magici protagonisti dell’Orlando Furioso e Galileo, Copernico, Keplero, Newton e gli altri grandi scienziati del passato, si trasforma in una giostra di sorprese e scoperte, che farà di Astolfo un autentico “messaggero delle stelle”, almeno quanto lo è stato Galileo Galilei con il suo Sidereus Nuncius e la sua vita piena di sorprese, fin dopo la morte. 

il 5 marzo 2024
BUIOBÙ

liberamente tratto da Il gufo che aveva paura del buio di Jill Tomlinson
di e con Alessia Candido e Giulia Nicolosi
produzione BIBOteatro 
con il contributo di Residenza Carte Vive 2018, Regione Lombardia, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali - Direzione Spettacolo e Fondazione Cariplo

*Spettacolo vincitore del premio “Che cosa sono le nuvole” 2019 - Lucca Teatro Festival
*Spettacolo vincitore del premio “Enfanthéatre” 2022 - Aosta
età consigliata: dai 3 agli 8 anni
scuola dell’infanzia e primo ciclo della scuola primaria

Bubu è un piccolo gufo che, contrariamente alla sua natura, teme il buio. Grazie all’incoraggiamento della mamma e dei personaggi che incontrerà, scoprirà le mille sfumature del buio e a non avere più paura di essere ciò che effettivamente è: un uccello della notte. Bubu scoprirà che il buio non è solo nero come appare, ma è abbagliante, divertente, affascinante, gentile e, sotto la luce della luna, si alzerà finalmente in volo.

Note di regia 
Tutti noi, da piccoli, abbiamo avuto paura del buio. È qualcosa di arcaico, radicato profondamente nell’essere umano. Nella storia a cui ci siamo ispirate, “Il gufo che aveva paura del buio” di Jill Tomlinson, ad avere paura non è un bambino, ma un animale notturno. La paura diventa così ancora più forte e lampante proprio perché in contrasto con la natura del gufetto. Lui, di fatto, non si accetta. Siamo partite da qui per dare voce al nostro Bubu, un personaggio dolce e buffo in cui i bambini possono identificarsi. Grazie a lui potranno scoprire che il buio non è soltanto qualcosa di terribile, ma può essere anche gentile, divertente, meraviglioso. È quello che non conosciamo a spaventarci.
Nel nostro spettacolo la paura del buio diventa metafora dei nostri timori più profondi, ma che attraverso la conoscenza e l’esplorazione di sé si possono superare. La paura ha la stessa dignità di tutte le altre emozioni, bisogna solo imparare a gestirla, in questo modo si trasformerà in una risorsa aiutandoci a crescere, imparare cose nuove e scoprire risorse che non sapevamo di avere.

il 6 marzo 2024
BUM HA I PIEDI BRUCIATI

liberamente tratto dal romanzo Per questo mi chiamo Giovanni di Luigi Garlando
scritto, interpretato e diretto da Dario Leone 
con il patrocinio della Fondazione Falcone

età consigliata: dai 12 anni

Falcone era una persona allegra, ironica, innamorata della vita e della libertà. Da qui prende le mosse l’interpretazione di Dario Leone, in un crescendo di narrazione che mette in luce gli aspetti più intimi e quotidiani, gli entusiasmi, le intuizioni, le difficoltà dell’uomo prima che del magistrato, offrendo una chiave di lettura empatica, coinvolgente, rivolta a un pubblico di tutte le età: agli adulti, che ne hanno memoria e si troveranno a scoprire particolari sconosciuti, ai più giovani che potranno conoscere e rivivere i momenti che hanno portato a uno degli avvenimenti più drammatici nella storia del nostro paese.

La vicenda è narrata attraverso gli occhi di un giovane padre palermitano, un piccolo negoziante il cui vissuto personale, la nascita del figlio, il lavoro in negozio, l’impotenza e lo sconforto di fronte al dilagare della criminalità organizzata che lui vede diffondersi lenta e silenziosa, inevitabilmente si intreccia agli episodi più eclatanti della vita del magistrato. Bum è un orango di peluche, il giocattolo preferito del figlio: assieme a lui la storia si snoda alternando leggerezza e profondità, senza rinunciare a sorridere.

l’11 marzo 2024
SEGGIOLINE per diventare grandi
da un’idea di Michele Beltrami
di e con Michele Beltrami e Paola Cannizzaro
regia Michele Beltrami
consulenza drammaturgica Silvano Antonelli
assistente alla regia Karima Ranghetti
produzione Teatro Telaio
si ringrazia Giorgio Gabrielli
età consigliata: dai 4 anni

Lui è molto ordinato. Costruisce sedie per stare seduti, fermi, composti. Per stare come si deve stare. Per fare quello che si deve fare. Ma all’improvviso arriva Lei, che sembra volare di qua e di là, col suo sacchetto pieno di strane cose: oggetti e colori diversi come diverse sono le cose di cui è fatto il mondo. E queste cose servono a completare. A trasfigurare. A fare crescere e diventare grandi.
Un viaggio surreale tra due emozioni. Anzi: tra tante quante ne possono nascere dall'incontro di due persone che sembrano distanti tra loro ma forse, anche se non lo sanno, hanno bisogno l'una dell'altra.
È così che, con un po' di fantasia in mezzo a tutto quell’ordine e un po' di ordine in mezzo a tanta fantasia, i due personaggi inizieranno a trasformare le sedie che hanno intorno e a trasformarsi, a scoprire che l'altro non è così lontano da noi. Che qualcosa che “Lui” o “Lei” hanno è un pezzo di ciò che a noi manca. Di ciò di cui sentiamo nostalgia. Perché il mondo è pieno di cose, di sorprese, di incontri inaspettati. È un giardino. A volte vorremmo che tutto rimanesse uguale e invece dobbiamo cambiare, a volte vorremmo che tutto cambiasse e invece ci viene chiesta l’attesa e la pazienza. Sempre, dove c’è un io e un tu, qualcosa di bello e inatteso fiorisce. O nasce.
È lì, proprio lì, che può cominciare il gioco e la festa. Che può nascere ciò che da soli non avremmo potuto immaginare. Che possono nascere nuovi sguardi e nuovi pensieri.
E i bambini del pubblico? E gli spettatori? Beh, anche loro sono seduti: fermi, zitti e composti. A guardare lo spettacolo. Ma potranno volare con la fantasia. Quella capace di immaginare il mondo non solo per quello che è ma per quello che potrebbe essere.

il 25 marzo 2024
US. The game
tratto dall’omonimo romanzo Us di Michele Cocchi
drammaturgia e regia Valentina Paiano
cast in definizione
produzione Compagnia Teatro Binario 7
età consigliata: dagli 11 anni
scuola secondaria di primo e secondo grado
Tommaso ha 16 anni e da 18 mesi non esce di casa: quasi, non esce dalla sua stanza. È quello che gli psicologi chiamano, dal giapponese, hikikomori - letteralmente: “chi si è ritirato, chi sta in disparte”. Da un giorno all’altro, ha abbandonato tutto e si è messo a giocare ai videogame.
Us, il videogioco che scandisce le sue giornate, progressivamente diventa uno spazio altro, segnato da attriti e scelte, ripensamenti e perdite. Una realtà virtuale in cui artificialmente si rivivono i grandi conflitti del Novecento, dalla ex Jugoslavia al Sudafrica di Mandela, dove si è vittima o carnefice, chiamati a vestire i panni dei guerriglieri o di manutengoli nazisti. Il gioco forma squadre da tre giocatori e le impegna in 100 campagne in un anno, una al giorno. I tre non si conoscono, non possono parlare di sé, lo dicono le regole, ma si vince solo restando tutti in vita e in accordo.
Ogni giorno avranno qualcuno da salvare e qualcuno da eliminare. La Storia però può essere feroce e comportarsi da eroi non sempre è possibile, ammesso che eroe sia chi esegue gli ordini.
Note di regia
L’ambientazione del gioco di Us ci permette di riflettere e raccontare fatti importanti che hanno caratterizzato il ‘900, un espediente arguto, che consente al giovane di osservare un’umanità variegata, sofferente o cinica. Il Novecento è stato il secolo del capitalismo, del liberismo, della ricerca della massima libertà di espressione dell’Io. È arrivato il momento che inizi una nuova epoca, centrata sulla riscoperta del valore dell’Altro e del pianeta nel quale viviamo. Studiare la storia e, anche se solo per gioco, dover essere protagonisti di eventi e fatti che hanno cambiato la percezione del giusto e dello sbagliato, permette ai giovani di guardare alla costruzione del loro nuovo mondo con maggiore attenzione e consapevolezza umana… O almeno questo da artisti che parlano con loro è quello che auguriamo. La storia di Tommaso, ragazzo auto-recluso, apre spazi di riflessione sul rapporto col mondo e le tappe di una ricerca di sé che prevede inevitabili scontri con l’ambiente circostante. La scelta del ritiro, infatti, è per Tommaso un atto estremo, l’esito di un obbligo mai pronunciato eppure vissuto come tale, la sola via per sfuggire alle aspettative sociali. Per noi è un pretesto per tematizzare le sfilacciature emotive, i vuoti relazionali che definiscono la società odierna. 

l’11 aprile 2024
GAVROCHE

liberamente ispirato al personaggio de “I Miserabili” di Victor Hugo
con Marco Rizzo, Erica Meucci
drammaturgia e regia Michele Mariniello
movimenti scenici Sara Drago, Erica Meucci 
costruzione scene Silvia Cremaschi 
produzione Servomuto Compagnia Teatrale
con il sostegno di Teatri d’Imbarco, Teatro della Limonaia
Il piccolo Gavroche, monello di strada e piccolo rivoluzionario, rompe la “linea del male” con la sua famiglia di malavitosi. Con allegria, in un’esplosione di vita, rompe anche con una scuola che lo ingabbia, con la catena degli obblighi e delle attese altrui. Le petit Gavroche di Victor Hugo che moriva sulle barricate, nei moti parigini del 1832: ballando tra le fucilate, bambino scanzonato che vive alla giornata, incarnava la tematica della libertà, e allo stesso tempo quella della morte nella rivoluzione. 
Questo Gavroche parte invece dall’idea che la rivoluzione sia cambiamento e che la morte somigli all’offuscamento di quel monello che è la nostra vocazione, che avviene quando si capisce che davanti alle barricate ci si fa male e allora ci si rintana nei doveri e negli obblighi dell’età adulta. Sul palco un Gavroche che non è un bambino: è un adulto, dei giorni nostri. Sta nel suo ufficetto, avvolto nel lento trascorrere di un tempo ormai scaduto, vuoto, frenetico e sempre uguale che non può che culminare in un burnout. In quel momento riappare la sua anima, o meglio: la sua vocazione, una creatura silenziosa, dalla pelle blu, smarrita ormai da tempo. Sì, ma quando? E perché? Gavroche riavvolge il nastro e ripercorre tutta la sua vita, un viaggio di riconnessione interiore con i suoi sogni e il suo io bambino, alla ricerca di quel momento di smarrimento. Da lì bisogna ripartire. Un atto rivoluzionario di ricerca di sé stessi in cui chiunque si può specchiare, con la consapevolezza che non è mai troppo tardi.
Note di regia a cura di Michele Mariniello
Ci sono tre livelli diversi di narrazione all’interno dello spettacolo. Il primo è il mondo di un Gavroche adulto, lontano anni luce dal monello di strada di Hugo. Quello nauseato dalla vita, dal proprio lavoro, dalla “griglia grigia” a cui - per aspettative o necessità altrui - deve sottostare: un lavoro d’ufficio, comodo, soffocante, totalizzante e che poco ha a che vedere con l’indole eccentrica del protagonista. La narrazione viene portata avanti dalle azioni ripetitive che Gavroche svolge in un tempo che passa e che si differenzia in stagioni diverse fra loro, ma fondamentalmente tutte uguali. Fino a quando non accade qualcosa di stravolgente: l’incontro col suo daymon, la sua vocazione o anima, che dir si voglia. Perché se trascurato il nostro daymon non può che tornare a bussare e a scalciare. Sotto qualsiasi forma. E quando irrompe sulla scena, con la sua pelle blu, senza parlare, creatura purissima ed eterea, lo spazio si stravolge, e porta Gavroche in un mondo poetico e giocoso.

il 20 e il 21 aprile 2024
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

di William Shakespeare
adattamento teatrale e regia Silvia Giulia Mendola 
con Livia Castiglioni, Angelo Di Figlia, Ermes Frattini, Silvia Giulia Mendola, Dario Merlini, Erica Sani, Matteo Sartini e Francesca Ziggiotti
danzatrice Elisa Bertoli 
scene e costumi Mina Marea 
grafica Carlo Sabbatucci
produzione PIANOINBILICO e Geco.B Eventi
età consigliata: dai 14 anni
scuola secondaria di secondo grado
Un fitto bosco di equivoci e malintesi, un re e una regina in discordia, creature magiche e giovani innamorati: ecco gli ingredienti di questa commedia frizzante, ricca di poesia e delicatezza, allo stesso tempo elegante e inquietante. Le visioni notturne, il sovrapporsi di atmosfere che galleggiano tra il sonno e la veglia sono caratteristiche che attraversano quest’opera e che permettono al pubblico di fare un tuffo nel fantastico, un'incursione nell’ambiguo immaginario della mente umana. Sarà rievocata una foresta, una foresta metallica fatta di tubi innocenti e di piani differenti, gli otto attori lavoreranno in squadra, tutti possono essere tutto, come in un sogno, personaggi, sedie, somari, fate, ma anche strumenti, musica con i loro corpi e le loro voci. Alla danza sarà affidato il ruolo di evocare la magia e la viola, il fiore utilizzato per gli incantesimi, diventa un personaggio - Viola, che si esprimerà unicamente con il linguaggio della danza. Come dirà Puck: “Benvenuti signore e signori! Siamo qui questa notte per risvegliare nei vostri animi lo spirito dell'allegria. Perché dove c'è teatro c’è vita, dove c’è teatro c’è gioia”.

I DIALOGHI DELL’ARTE
La pittura incontra la letteratura

a cura di Simona Bartolena

età consigliata: dai 12 anni

6 febbraio | OMERO. L’Iliade e l’Odissea: dal testo all’immaginazione degli artisti
22 febbraio | BOCCACCIO. L’arte e il Decamerone: un viaggio nel Trecento, tra arte visiva e letteratura
14 marzo | MANZONI. I personaggi dei Promessi Sposi
10 aprile | CALVINO e l’arte del suo tempo

Due modi espressivi che spesso si sono incontrati, in una vicendevole seduzione e contaminazione. Il tema letterario ha sempre affascinato gli artisti, ma talvolta anche l’influenza delle arti visive è stata determinante per la creatività degli scrittori. Questo format gioca sul rapporto tra i due universi, accostando la lettura di brani tratti dalle più celebri opere dei letterati di tutti i tempi a percorsi iconografici storico-artistici a essi ispirati o che, al contrario, ne hanno costituito una fonte di ispirazione. In una conduzione a due voci, alternando i punti di vista, gli incontri propongono un modo interessante di indagare la storia dell’arte e della letteratura di tutti i tempi, offrendo suggerimenti per possibili approfondimenti e nuovi percorsi di apprendimento.

INCONTRI D’ARTE
MOSTRA ‘80

Gli anni ‘80 sono spesso interpretati come un decennio nettamente contrapposto a quello precedente: un periodo in cui l’impegno civico, politico e sociale degli anni Settanta si spegne nell’edonismo e nel divertimento effimero. Sebbene in questa affermazione ci sia una componente di verità, non è corretto limitare la lettura del decennio solo a questo punto di vista. Gli anni ‘80 sono stati molto di più.

La mostra, che segue quelle dedicate agli anni ‘60 e agli anni ‘70, intende raccontare il decennio in tutti i suoi aspetti, anche quelli meno noti, attraverso le opere dei grandi protagonisti della scena artistica italiana dell’epoca.

SCUOLA DI TEATRO BINARIO 7
direzione artistica Corrado Accordino e Alfredo Colina

In questi anni siamo cresciuti insieme e abbiamo imparato ad amare sempre più il teatro e le sue possibilità. La Scuola di Teatro Binario 7, insieme agli allievi e agli insegnanti, è diventata sempre più importante e significativa per il territorio. Ed è giunto il momento di fare un passaggio in più per tutti i maggiorenni che frequentano la nostra scuola. Per darvi maggiori strumenti di approfondimento, di studio e di divertimento, la scuola si strutturerà in tre anni di studio, per poi poter accedere ai percorsi laboratoriali tematici che vi porteranno sul palco più volte nel corso dell’anno accademico.

Corsi di avvicinamento per tutti gli allievi over 18 che si affacciano al mondo del teatro per la prima volta o che arrivano dal mondo adolescenti dopo almeno un anno di scuola.

Corso intermedio per chi ha un anno di esperienza nel teatro adulti o per chi ha frequentato almeno due anni nei vari corsi adolescenti.

Corso avanzato per chi ha almeno due anni di esperienza.

Dopodiché, si aprono gli orizzonti dei laboratori tematici, indirizzati a tutti coloro che hanno almeno tre anni di esperienza e che vogliono calcare più volte il palcoscenico mettendosi in gioco su opere edite o tematiche sempre nuove.

Aperti a tutti gli allievi, saranno proposti nei weekend seminari intensivi con professionisti di livello nazionale e internazionale, per migliorare la formazione e la crescita artistica. Prevediamo inoltre per tutti i ragazzi dai 18 ai 25 dei percorsi personalizzati indirizzati a coloro che vogliono preparare gli esami per le più importanti accademie di teatro.

Per finire, proseguirà il progetto della Compagnia della Scuola che, dopo una selezione su provino e un periodo di prove, porterà in scena, sul palco del Binario 7, un nuovo spettacolo.

Speriamo che questo nuovo modello vi possa dare gli strumenti adatti per vivere sempre al meglio il mondo magico e creativo del teatro.

Corrado Accordino

COMPAGNIA TEATRO BINARIO 7
 Compagnia di produzione e diffusione teatrale diretta da Corrado Accordino

La compagnia di produzione e diffusione teatrale diretta da Corrado Accordino nasce nel 1992 come La Danza Immobile, occupandosi fin da subito di produzione e diffusione di proposte teatrali sul territorio brianteo. Dal 2005 alla Compagnia viene affidata, con la collaborazione di Elio De Capitani, la gestione e la programmazione del Binario 7 di Monza. Assecondando una completa simbiosi poetica e di intenti con la sua sede operativa, negli ultimi anni la compagnia assume il nome di Compagnia Teatro Binario 7.

Tappe fondamentali
Anno 2023
La Danza Immobile ottiene da Regione Lombardia la conferma del riconoscimento di "soggetti che svolgono attività di rilevanza regionale nei settori della promozione educativa culturale e dello spettacolo"
Anno 2023 
La Danza Immobile vince il bando per l'organizzazione della rassegna teatrale del Comune di Bovisio Masciago per il biennio 2023-2024
Anno 2023
Il progetto Binario Arte viene sostenuto dalla Fondazione della Comunità di Monza e Brianza attraverso il bando “Cultura per tutti” dedicato alla promozione di attività culturali.
Anno 2023
La Danza Immobile vince il Bando Emblematici Provinciali promosso da Fondazione Cariplo e da Fondazione della Comunità di Monza e Brianza per il progetto “TikiCatering”, che porterà a riqualificare gli spazi del bar all’ultimo piano dell’edificio ed avviare una nuova attività di catering con il coinvolgimento di persone con disabilità.
Anno 2023
Lo spettacolo "La casa degli spiriti" si classifica primo al Concorso internazionale corti teatrali site-specific "Donne da Palcoscenico 2023"
Anno 2022 La Danza Immobile ha firmato con l’amministrazione comunale di Nova Milanese una convenzione di coprogettazione riservata agli enti di Terzo settore per la gestione delle attività artistiche del teatro comunale dal 2022 al 2026.
Anno 2022 Per il triennio 2022-2024 La Danza Immobile è entrata a far parte degli organismi di programmazione teatrale selezionati dal Fus, il Fondo unico per lo spettacolo, promosso dal Ministero della Cultura.
Anno 2021 La Danza Immobile vince il bando per l’organizzazione della rassegna teatrale del Comune di Bovisio Masciago.
Anno 2019 La Danza Immobile vince il bando per l’organizzazione della rassegna teatrale che si tiene a Lissone, a Palazzo Terragni.
Anno 2018 La Danza immobile vince il bando di Regione Lombardia per il finanziamento di progetti per “adeguamento strutturale e tecnologico di sale destinate ad attività di spettacolo e acquisto e installazione di apparecchiature digitali per la proiezione” – art. 42 c.1 lett.c l.r. 25/2016.
Anno 2018 La Danza Immobile ottiene da Regione Lombardia il riconoscimento di essere uno dei “soggetti che svolgono attività di rilevanza regionale nei settori della promozione educativa culturale e dello spettacolo” per il triennio 2018-20.
Anno 2018 Lo spettacolo Sognando la Kamchatka” è selezionato per “Next – Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo” edizione 2018, promosso da AGIS e Regione Lombardia.
Anno 2018 La danza immobile vince il bando Avviso Unico Cultura 2018 nell’ambito “Produzione teatrale - iniziative triennali” per il triennio 2018-2020.
Anno 2017 Lo spettacolo “Come sono diventato stupido” è selezionato per “Next – Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo” edizione 2017, promosso da AGIS e Regione Lombardia.
Anno 2017 A La Danza Immobile viene confermato il Certificato di Qualità ISO 9001:2008 per la gestione aziendale ed il Certificato BS OHSAS 18001:2007 per la sicurezza degli ambienti di lavoro.
Anno 2017 Il Comune di Nova Milanese proroga per le stagioni 2017/18 e 2018/19 il contratto per la gestione dell’auditorium comunale.
Anno 2017 Il Comune di Agrate Brianza affida a La Danza Immobile la progettazione e la realizzazione degli eventi estivi per l’anno 2018.
Anno 2017 La Danza Immobile, in collaborazione con l’associazione culturale T.L.L.T vince il bando triennale Fondazione Cariplo “Cultura Sostenibile” con il progetto “T.L.L.T. il teatro nel quartiere”.
Anno 2017 La Danza Immobile assume la gestione operativa del Teatro Libero di Milano.
Anno 2016 A La Danza Immobile viene confermato il Certificato di Qualità ISO 9001:2008 per la gestione aziendale ed il Certificato BS OHSAS 18001:2007 per la sicurezza degli ambienti di lavoro.
Anno 2016 La Danza Immobile vince il bando triennale Fondazione Cariplo “Patrimonio culturale per lo sviluppo” con il progetto “Binario 7 il Centro delle Arti". Riqualificazione funzionale e potenziamento delle attività dello spazio polifunzionale Urban Center di Monza”.
Anno 2016 Lo spettacolo “Uno che conoscevo” è selezionato per “Next – Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo” edizione 2016, promosso da AGIS e Regione Lombardia.
Anno 2016 L’associazione vince il bando INAIL ISI 2015 per Progetti di investimento o adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale.
Anno 2016 Dopo aver presentato un progetto all’amministrazione comunale in base al D. Lgs. 18 aprile 2016 n. 50 art. 153 “Finanza di progetto”, l’associazione viene dichiarata assegnataria della concessione per la gestione dell’intero edificio Urban Center “Binario 7” per dodici anni, dal 01/08/2016 al 31/07/2028.
Anno 2015 Lo spettacolo “I due Cyrano” è selezionato per “Next – Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo” edizione 2015, promosso da AGIS e Regione Lombardia.
Anno 2015 Il Comune di Nova Milanese affida alla nostra associazione la realizzazione della stagione teatrale negli spazi dell’auditorium comunale per l’anno 2016.
Anno 2015 La Danza Immobile stipula con Regione Lombardia una convenzione triennale, 2015 – 2017, per la “Realizzazione di attività di produzione teatrale”.

Anno 2015 Il Comune di Monza proroga il contratto in essere per la gestione del Teatro Binario 7 per la stagione 2015/2016.
Anno 2015 Lo spettacolo “All’asta la Villa Reale” è selezionato tra gli eventi dell’iniziativa “ph
performing Heritage” Distretto Culturale Evoluto 2015 organizzato dalla Provincia di Monza e Brianza con la collaborazione della Fondazione Cariplo.
Anno 2015 Il Comune di Agrate Brianza affida a La Danza Immobile la realizzazione delle stagioni teatrali negli spazi del Teatro Duse per gli anni 2015 e 2016 e della stagione di Teatro Ragazzi presso l’auditorium Mario Rigoni Stern per l’anno 2016.
Anno 2015 A La Danza Immobile viene confermato il Certificato di Qualità ISO 9001:2008 per la gestione aziendale ed il Certificato BS OHSAS 18001:2007 per la sicurezza degli ambienti di lavoro.
Anno 2014 Il Comune di Monza proroga il contratto in essere per la gestione del Teatro Binario 7 per la stagione 2014/2015.
Anno 2014 La Danza Immobile è selezionata per la realizzazione di un evento teatrale durante i festeggiamenti per la riapertura della Villa Reale di Monza.
Anno 2014 Lo spettacolo “La Danza Immobile” è selezionato per “Next – Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo” edizione 2014, promosso da AGIS e Regione Lombardia.
Anno 2014 Lo spettacolo “La Bella e la Bestia ovvero la storia d’Amore e Psiche” è selezionato tra gli eventi dell’iniziativa “ph performing Heritage” Distretto Culturale Evoluto 2014 organizzato dalla provincia di Monza e Brianza e la Fondazione Cariplo.
Anno 2014 A La Danza Immobile viene confermato il Certificato di Qualità ISO 9001:2008 per la gestione aziendale e il Certificato BS OHSAS 18001:2007 per la sicurezza degli ambienti di lavoro.
Anno 2014 Regione Lombardia conferma a La Danza Immobile il “Riconoscimento di rilevanza regionale dei soggetti che svolgono attività di spettacolo” per l’anno 2014.
Anno 2013 Regione Lombardia conferma la convenzione triennale, 2012 – 2014, per la “Realizzazione di attività di produzione teatrale”.
Anno 2013 Lo spettacolo “Mia moglie parla strano” è selezionato per “Next – Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo” edizione 2013, promosso da AGIS e da Regione Lombardia.
Anno 2013 Lo spettacolo “La Tragedia del Grande Inquisitore” è selezionato tra gli eventi dell’iniziativa “ph performing Heritage” Distretto Culturale Evoluto 2012 organizzato dalla provincia di Monza e Brianza con la collaborazione della Fondazione Cariplo.
Anno 2013 La Danza Immobile stipula direttamente con il Comune di Monza un contratto per la gestione del Teatro Binario 7 per la stagione 2013/2014.
Anno 2013 Corrado Accordino assume la co-direzione artistica del Teatro Libero di Milano.
Anno 2013 A La Danza Immobile viene confermato il Certificato di Qualità ISO 9001:2008 per la gestione aziendale ed il Certificato BS OHSAS 18001:2007 per la sicurezza degli ambienti di lavoro.
Anno 2013 Regione Lombardia conferma a La Danza Immobile il “Riconoscimento di rilevanza regionale dei soggetti che svolgono attività di spettacolo” per l’anno 2013.
Anno 2012 La Danza Immobile stipula con Regione Lombardia una convenzione triennale, 2012 – 2014, per la “Realizzazione di attività di produzione teatrale”.
Anno 2012 Lo spettacolo “Assalto ai Bambini” è selezionato per “Next – Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo” edizione 2012, promosso da AGIS e da Regione Lombardia.
Anno 2012 La Danza Immobile entra a far parte dell’Associazione Culturale “T.L.L.T. Teatro Libero Liberi Teatri” per la gestione del Teatro Libero di Milano.
Anno 2012 L’amministrazione comunale di Monza attraverso la società partecipata Scenaperta Spa proroga il contratto per la gestione del Teatro Binario 7 per la stagione 2012/2013.
Anno 2012 Lo spettacolo “I menù del Re” è selezionato tra gli eventi dell’iniziativa “ph performing Heritage” Distretto Culturale Evoluto 2012 organizzato dalla provincia di Monza e Brianza con la collaborazione della Fondazione Cariplo.
Anno 2012 La Danza Immobile ottiene il Certificato di Qualità ISO 9001:2008 per la gestione
aziendale e il Certificato BS OHSAS 18001:2007 per la sicurezza sul lavoro.
Anno 2012 Regione Lombardia attribuisce a La Danza Immobile il “Riconoscimento di rilevanza regionale dei soggetti che svolgono attività di spettacolo”.
Anno 2011 Fondazione Cariplo assegna a La Danza Immobile un contributo triennale, 2012 – 2014, per il progetto “Tre anni per ridurre le distanze” presentato per il bando “Promuovere la buona gestione nel campo della cultura”.
Anno 2011 L’amministrazione comunale di Monza attraverso la società partecipata Scenaperta Spa proroga il contratto per la gestione del Teatro Binario 7 per la stagione 2011/2012.
Anno 2011 Gli spettacoli “Il labirinto di Alice”, “Agorà” e “I Viaggi della seta” vengono selezionati tra gli eventi dell’iniziativa “ph performing Heritage” Distretto Culturale Evoluto 2011 organizzato dalla provincia di Monza e Brianza. “La Danza Immobile” viene inoltre individuata come referente organizzativo ed artistico per l’intero progetto.
Anno 2011 Lo spettacolo “Il raffreddore dei pesci rossi” viene selezionato per il Festival nazionale di teatro per i ragazzi di Vimercate “Una Città per gioco”.
Anno 2010 Regione Lombardia assegna a La Danza Immobile un contributo annuale per “Attività di compagnie teatrali a carattere permanente”.
Anno 2010 Lo spettacolo “Il raffreddore dei pesci rossi” viene selezionato per il Festival Nazionale di teatro per ragazzi di Padova.
Anno 2009 Lo spettacolo “La Ballata dei Suicidi” è selezionato per “Next – Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo” edizione 2009, promosso da AGIS e da Regione Lombardia.
Anno 2009 La Giunta Regionale della Lombardia assegna a La Danza Immobile un contributo per il progetto “Atelier – L’Arte del dialogo” c/o il Teatro Filodrammatici di Milano.
Anno 2008 Regione Lombardia assegna a La Danza Immobile un contributo annuale per “Attività di compagnie teatrali a carattere permanente”.
Anno 2008 L’Accademia dei Filodrammatici di Milano assegna a La Danza Immobile la gestione del Teatro Filodrammatici di Milano per le stagioni 2008/09, 2009/10 e 2010/11. Corrado Accordino assume la co-direzione artistica del teatro dal 2008 al 2012.
Anno 2006 La Provincia di Monza e Brianza affida a La Danza Immobile la progettazione e la
realizzazione dell’abbonamento itinerante “OpenTeatro” e della pubblicazione “Palcoscenici”.
Anno 2005 L’amministrazione comunale di Monza attraverso la società partecipata Scenaperta Spa assegna a La Danza Immobile la gestione del nuovo Teatro Binario7 per 6 stagioni.
Anno 2000 Dalla stagione 2000/01 e fino alla stagione 2003/04 La Danza Immobile progetta e realizza il cartellone Teatro + Tempo Presente negli spazi dello storico teatro Villoresi di piazza Carrobiolo a Monza (MB). Le prime due stagioni vengono realizzate in maniera completamente indipendente. Dalla terza stagione l’amministrazione comunale concede un piccolo contributo.
Anno 1992 L’associazione culturale “Il Laboratorio dell’Immaginario – La Danza Immobile” viene costituita con atto pubblico notarile.

CONTATTI

Direzione artistica
Corrado Accordino
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Ufficio scuole
Maurizio Brandalese
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Amministrazione
Gregory Bonalumi
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Responsabile di compagnia
Valentina Paiano
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Condirezione artistica Scuola di Teatro Binario 7
Alfredo Colina
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Segreteria Scuola di teatro Binario 7
Monia Cacciero
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Organizzazione
Caterina Mariani
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Comunicazione e marketing
Camilla Melotto
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Social media manager
Alice Beretta
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Accoglienza
Enzo Recalcati
Emanuele Filippini
Daniele Caloccia

Responsabile tecnico
Antonio Iodice
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Responsabile della biglietteria
Cristina Casero
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