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Una scittura scenica, questa di Marco Taddei su commissione e produzione del Teatro Nazionale di Genova, che vuole essere un viaggio che guarda all'anima profonda del centro storico della Superba, da sempre crocevia di genti, razze, lingue e

linguaggi spuri che si mescolano ma faticano a veramente amalgamarsi dentro una città chiusa che quasi li rinchiude come una enclave un po' estranea, ma più che un vero e proprio squarcio di vita, tende ad essere una volonterosa ma  leggera incisione della sua superficie, come sappiamo ricca di umanità ma anche di disperazione e complessità.
Così l'approccio chiaramente e programmaticamente poetico della drammaturgia, che inevitabilmente riporta alla visionarietà di Fabrizio De André, non mostra del poeta/cantautore a tutti noto le radici più profonde, capaci di trasfigurare un episodio ed una esistenza in un accesso universale alla condizione umana, in sorta di archetipo.
È in effetti uno sguardo più favolistico, con un lieto fine forse troppo facile, che lirico, che disperde talora la drammaturgia stessa nella sintassi, qualche volta più simile ad una commedia musicale, di un musical dalle belle superfici patinate e figurative, ma in un certo senso più adatto ad una Guida Turistica della città, di cui mostra luoghi comuni e maschere anche ormai usurate e deformate dalla cronaca e dalla storia che comunque procede, piuttosto che ad un melodramma tra tragedia e commedia.
Certamente la regia di Aleph Viola è ricca di soluzioni originali, come la mescolanza anche alienante della ripresa in video di ciò che accade dal vivo, oppure la tendenziale e coinvolgente tracimazione della narrazione nella platea che così si fa curiosa, per una resa spettacolare che è piacevole ma non risolve pienamente alcune mancanze della scrittura.
Gli attori, di cui va apprezzata la capacità di sintetizzare insieme storie e professionalità di diversa provenienza, si impegnano con buoni risultati ma non sempre danno l'impressione di realizzare nella maschera, poiché tali appaiono alcuni dei diversi personaggi (la prostituta, la tossicodipendente, il musicista di strada, il senza-tetto e il cittadino presunto borghese), una interpretazione profondamente originale.
Uno spettacolo efficace nelle luci e nei suoni, sempre apprezzabile ma da cui ci si poteva aspettare di più.
Alla Sala Mercato di Genova Sampierdarena dal 17 al 29 Ottobre. Una sala piuttosto piena anche all'ultima replica ha applaudito con convinzione in parte partecipando alla sorprendente trasformazione del palco in discoteca,  così accogliendo l'invito del regista.

Via della Maddalena di Marco Taddei, regia Aleph Viola con Fabio Barone, Elsa Bossi, Sebastiano Bronzato, Federico Gatti, Paolo Li Volsi, Deniz Özdoğan, Carolina Rapillo, Roberto Serpi, Marco Taddei, Irene Villa, musiche Francesco Bacci, Raffaele Rebaudengo, scene e costumi Ruben Esposito, disegno luci Aldo Mantovani. Produzione Teatro Nazionale di Genova.

Foto Federico Pitto