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“Tremate, tremate le streghe son tornate...” si gridava in anni molto più fecondi e 'moderni' di quelli purtroppo correnti, ma in realtà le “streghe” non se ne erano mai andate, o comunque da allora sono fortunatamente rimaste. Ottavia Fusco se lo

ricorda e soprattutto ce lo ricorda, recuperando nelle fiabe e attraverso di esse la presenza e anche se vogliamo l'utilità del 'male', quando non è manicheo, quale cartina al tornasole del bene, sua evidente effervescenza che mescola come in una soluzione chimica istinti e desideri, rimossi quando necessario o praticati quando c'è l'occasione, in sostanza una specie di 'innesco' che separa ciò che, come l'atomo, sembrerebbe inseparabile ma che quando si separa produce una grandissima e nuova energia.
Come discernere e rendere perspicuo l'uno (il bene) senza l'altro (il male)? Impossibile, come è scritto dall'origine nel divino disegno della creazione, ovvero di qualunque altra cosa sia successa all'inizio, e che ci ha formato e ci forma, una scrittura ante litteram dell'inconscio di cui le fiabe sono spesso formidabile telescopio o microscopio.
Questo spettacolo è un vero e proprio “recital”, termine ormai poco frequentato, di musica e parola che si sviluppa in cinque momenti in cui, finalmente protagoniste e non subordinate deuteragoniste all'ombra della Buona e Bella di turno, prendono la scena e il corpo di Ottavia Fusco, cinque famose 'cattive' (La regina Rossa di Alice, La fata malefica della Bella Addormentata, la Regina Cattiva di Biancaneve, le Sorellastre di Cenerentola e la Strega del Mare della Sirenetta) con l'aggiunta finale del Lupo Cattivo di Cappuccetto Rosso che diventa una lupa solitaria e sola che sbrana e divora 'per amore'.
Con moderna sensibilità e anche consapevolezza queste cattive magari si pentono un po' ma si giustificano, anzi rivendicano le loro azioni, spinte da quella frustrazione che il genere femminile ha dovuto per secoli sopportare e che quelle 'cattive sorelle' ci invitano a non tollerare più (noi donne) e a non provocare più (i maschi).
Un mosaico di testi ben scritti, frutto della creatività di cinque scrittrici contemporanee, cui la Fusco aggiunge una presenza scenica notevole ed una recitazione di qualità, nell'uso efficace di voce e canto, stimolata dalle musiche dal vivo (anch'esse originali di sei compositrici) della pianista in scena Orietta Caianiello, in un contesto scenografico ricco figurativamente, che ben valorizza gli abiti della premio Oscar Milena Canonero, e dai colori paradossalmente onomatopeici.
Uno spettacolo agile e piacevole, nel contesto coerente, per un recital, de “LACLAQUE” l'antro (!) cabaret del teatro della Tosse di Genova.
Una sola replica il 15 dicembre. Una sala in grande maggioranza al femminile e molti applausi convinti.

DALLA PARTE DELLE CATTIVE. Testi di Annalisa Comes, Stefania Aphel Barzini, Cinzia Della Ciana, Barbara Fiorio, Alessandra Vinotto. Musiche di Cinzia Pennesi, Carla Magnan e Carla Rebora che scrivono a quattro mani, Barbara Rettagliati, Rossella Spinosa, Roberta Vacca.  CANTATTRICE Ottavia Fusco Squitieri, PIANOFORTE Orietta Caianiello, MESSA IN SCENA Angelo Desideri. Gli abiti della Signora Fusco Squitieri sono di Milena Canonero. Una produzione Accademia Libellula.