Pin It

Una commedia che si conclude sommessamente in tragedia, scritta dall’attore, cantante, drammaturgo e regista napoletano Roberto Del Gaudio – cofondatore del gruppo I virtuosi di San Martino – portata in scena da due attrici torinesi, “storiche”

diplomate della Scuola di Teatro del Teatro Stabile cittadino, allora diretta da Luca Ronconi, in collaborazione con un altro allievo di quella scuola, Sax Nicosia, da questa stagione anche direttore artistico del Teatro Baretti. Il campanello è una contemporanea tragicommedia da interno: due diverse giornate, a distanza di un anno, nel piccolo alloggio in cui vive Angela (Francesca Bracchino), costretta a letto da una malattia crudele. Nel primo, più lungo, atto la donna è accudita dalla sorella Damiana, nel secondo dalla pia volontaria di un’associazione cattolica per l’assistenza domiciliare ai più fragili (entrambe interpretate da Elisa Galvagno). E, se nella prima parte la commedia prevale sulla tragedia pur nella felice policromaticità di tematiche e tonalità; nella seconda il ritmo si assesta su un lucidamente sconsolato basso continuo, attraversato da un’amara e quasi non voluta ironia. 
Angela e Damiana sono orfane e il rapporto con i genitori, separati, non è stato semplice. La prima era attrice e ha un fidanzato carabiniere che ha perso il braccio in uno stupido incidente; la seconda, estrosa e piena di vita, s’immerge in Internet alla costante ricerca di avventure ed esperienze: incontri con partner occasionali – e piuttosto improbabili – e lavoretti per arrotondare moralmente discutibili… La visione del mondo e i valori delle due sorelle non potrebbero essere più diversi e, di conseguenza, le due non fanno altro che battibeccare, trascorrendo però dallo scherzo e dalla battuta all’offesa implicita e all’indignazione, allorché le tematiche discusse perdono oziosità per divenire, al contrario, ontologicamente essenziali. Amore e sesso, lavoro e realizzazione personale, raccomandazioni e indipendenza, caso e libero arbitrio, vita e scelta autonoma della morte: con arguta discrezione il testo introduce in dialoghi incalzanti e apparentemente “ordinari”, motivi ognora più densi e dirimenti, quale quello dell’eutanasia. L’abilità di Del Gaudio – intelligentemente replicata dalla regia di Nicosia e dall’impeccabilmente inventiva interpretazione di Bracchino e Galvagno – consiste proprio nella “naturalezza” con la quale progressivamente riempie le battute dei suoi personaggi di riflessioni, dubbi, prese d’atto e consapevolezze esistenziali, così da tramutare quella che avrebbe potuto essere un’innocua commedia da salotto in una problematica istantanea della condizione dell’uomo, non solo contemporaneo. La cieca aleatorietà del caso che costringe le nostre esistenze costantemente in bilico fra vita e morte ma, anche, la difficoltà della morte stessa e la disperata abitudine dell’umanità ad affidarsi a una religione in cui, razionalmente, sa di non poter credere. E, ancora, la solitudine e la fatica dell’amore, quello con il partner certo ma, in primo luogo, quello con i familiari… Il campanello diviene così una meditazione teatrale sul senso della vita, allo stesso tempo affettuosamente divertita e razionalmente commossa.   
  
Testo di Roberto Del Gaudio. Regia e scene di Sax Nicosia. Realizzazione scene di Franco Galvagno, Cristina Novo, Gianfranco Re. Costumi di Stefania Di Nardo. Luci di Sebastiano Peyronel. Con Francesca Bracchino, Elisa Galvagno. Prod: Dramelot; distribuzione Tedacà/Bellarte; in collaborazione con Piemonte Dal Vivo, nell’ambito del bando CortoCircuito.
Visto al Teatro Baretti di Torino il 14 dicembre 2023