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Il Teatro della Cooperativa di Milano presenta i prossimi spettacoli in scena

EVENTO SPECIALE

4 maggio

RADIO CLANDESTINA
Roma, le Fosse Ardeatine, La Memoria
uno spettacolo di e con Ascanio Celestini
a partire dal testo di Alessandro Portelli L’Ordine è già stato eseguito
produzione Fabbrica srl

In linea con il tema della Memoria Storica Ascanio Celestini sarà in scena al Teatro della Cooperativa per un evento speciale sabato 4 maggio con Radio Clandestina, in cui ricorderà la tragedia delle Fosse Ardeatine, uno degli episodi più drammatici dell’occupazione nazista.
Una donna si avvicina e chiede a qualcuno di leggerle i cartelli sui quali è scritto fittasi e vendesi. La donna è analfabeta. Qualcuno le risponde che “al giorno d’oggi voi siete una rarità, ma durante la guerra c’era tanta gente che non sapeva leggere. E tanti andavano al cinema Iris di Porta Pia da mio nonno Giulio per farsi leggere i proclami dei tedeschi sui giornali”.
Il 25 marzo del ’44 se ne fanno leggere uno che annuncia la morte di 320 persone: è l’eccidio delle Fosse Ardeatine. “Questa dell’Ardeatine è una storia che uno potrebbe raccontarla in un minuto o in una settimana”. È una storia che comincia alla fine dell’ottocento, quando Roma diventa capitale e continua negli anni in cui si costruiscono le borgate, continua con la guerra in Africa e in Spagna, con le leggi razziste del ’38, con la seconda guerra, fino al bombardamento di San Lorenzo, fino
all’8 settembre. È la storia dell’occupazione che non finisce con la liberazione di Roma. È la storia degli uomini sepolti da tonnellate di terra in una cava sull’Ardeatina e delle donne che li vanno a cercare, delle mogli che lavorano negli anni ’50 e dei figli e dei nipoti che quella storia ancora la raccontano.
Il 23 marzo 1944 i Gruppi d’Azione Patriottica attaccano una colonna tedesca di polizia in Via Rasella.
Il 24 marzo per rappresaglia i nazisti uccideranno 335 persone in una cava sulla via Ardeatina.
Il 25 marzo sui giornali di Roma compaiono le parole dei nazisti che annunciano tanto l’azione dei partigiani quanto l’eccidio che seguì.

Questa sembra una storia che inizia un giorno e termina due giorni dopo, che si consuma in poche ore. Ma nel libro L’ordine è già stato eseguito di Alessandro Portelli, vincitore del Premio Viareggio, questa storia di poche ore viene inserita nella storia dei 9 mesi di occupazione nazista a Roma, e poi in quella dei 5 anni della guerra, dei 20 anni del fascismo: nella storia orale di Roma che diventa
capitale e inizia velocemente a cambiare. “Il libro si fonda su circa 200 interviste a singole persone” a testimoniare che questa non è la storia di quei tre giorni, ma qualcosa di vivo e ancora riconoscibile nella memoria di una intera città.

Biglietto unico 20 €

10 | 19 maggio

NAUFRAGHI SENZA VOLTO
lettura teatrale e regia Renato Sarti
tratta dal libro Naufraghi senza volto di Cristina Cattaneo (Raffaello Cortina Editore)
con Laura Curino e Renato Sarti
video e immagini Mattia Colombo, Jacopo Loiodice, Valentina Cicogna
musiche Carlo Boccadoro
produzione Teatro della Cooperativa
INSERITO IN INVITO A TEATRO

Naufraghi senza volto dal libro di Cristina Cattaneo, il reading di Renato Sarti con Laura Curino e lo stesso Sarti, dopo il debutto al Piccolo Teatro Grassi lo scorso giugno, torna in scena nella sala di via Hermada dal 10 al 19 maggio per ridare un’identità alle vittime dei naufragi del Mediterraneo.
Ci sono persone che non hanno diritti né da vive né da morte. Perché nel caso di tragedie come quella delle Torri Gemelle o del disastro aereo di Linate si fa l’impossibile per identificare le vittime, mentre per i migranti in mare no? Esistono forse esseri umani di serie A e di serie B?
Nonostante tutto quello che continua a succedere, non si pensa mai alla sofferenza di chi ha una persona cara, che ha intrapreso un viaggio alla ricerca di un futuro migliore e non sa se ce l’abbia fatta, se stia bene, se lo rivedrà mai.  
Si chiama ambiguous loss, perdita ambigua, il sentimento che provano i parenti delle persone scomparse, un lutto che non si riesce a elaborare, perché non c’è la presenza di un corpo a confermarne la morte. Se si aggiungono vuoti normativi e inadempienze delle istituzioni (o mancanza di volontà!) come l’Unione Europea, la possibilità di avere una risposta si fa ancora più remota; al dolore si aggiunge la rabbia e il problema diventa anche sociale.  
È questo il contesto in cui opera il Labanof, Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università degli Studi di Milano, diretto da Cristina Cattaneo, antropologa, medico legale e autrice di Naufraghi senza volto, libro vincitore di diversi premi fra i quali il Premio Galileo 2019 e tradotto in numerose lingue, tra cui il giapponese. 
Questa autentica crociata, coordinata dall’Ufficio del Commissario Straordinario del Governo per le Persone Scomparse, dalla Marina Militare e coadiuvata anche da diverse università e organizzazioni di volontariato, è raccontata nel libro attraverso i naufragi dell’ottobre 2013 e del 18 aprile 2015.  
In quest’ultimo caso, la nave affondò con circa novecento persone a bordo e l’equipe del Labanof effettuò sui cinquecentosessantasei corpi recuperati le analisi autoptiche, la catalogazione dei vestiti e degli oggetti ritrovati e mise i risultati al servizio dei familiari dei dispersi, per permettere loro il riconoscimento delle vittime.  
Il Labanof è riuscito a realizzare un piccolo miracolo: «restituire una storia, un’identità e perfino la dignità» alle vittime senza nome dei naufragi del Mediterraneo. Ora è fondamentale che la politica faccia la sua parte e il paradigma Labanof diventi prassi a livello nazionale ed europeo.

21 | 26 maggio

Storie di noi            ’
Il Capitolo del decalogo della civiltà
prima milanese
di Beatrice Monroy
con Giuseppe Provinzano
e la partecipazione (in voice off) di
Dario Aita, Emmanuele Aita, Ninni Bruschetta, Filippo Luna, Lucia Sardo, Manuela Ventura
regia Giuseppe Provinzano
luci Gabriele Gugliara
soluzioni sceniche Valentina Greco
videomapping Simone Scarpello-PixelShapes
drammaturgia sonora Sergio Beercock
oggetti di scena Sebastiano Zafonte
assistente alla regia Diana Turdo
tutor Turi Benintende
produzione Babel
con e il sostegno della Fondazione Giovanni Falcone
in collaborazione con Spazio Franco
                    
In Storie di noi-II Capitolo del decalogo della civiltà, al Teatro della Cooperativa in prima milanese dal 21 al 26 maggio, scritto da Beatrice Monroy, il palermitano Giuseppe Provinzano ricorda le Stragi di Capaci e Via D’Amelio e racconta l’impatto che ebbero sulle vite delle persone comuni.
In scena un uomo solo, un uomo che ha paura, che si guarda attorno con circospezione, un uomo che chiameremo Tony: sembra un parcheggiatore abusivo, o forse un venditore ambulante o una sentinella, sicuramente è un uomo che ne ha “viste tante” e che sa qualcosa, ma... Tony non si rivela, non ci dice nulla di lui, non sappiamo nemmeno se si chiami davvero Tony, nasconde il suo segreto in questi 57 minuti in cui piuttosto ci racconta di quei 57 giorni che hanno diviso la Strage di Capaci con quella di Via D’Amelio, da un punto di vista inedito: quello dei palermitani comuni! 
Nessuna cronaca, nessuna inchiesta, nessuna (ennesima) interpretazione dei 2 Grandi giudici, ma il racconto dell’impatto che quelle 2 bombe hanno avuto nelle vite di cittadini comuni: quello nelle vite di quei ragazzini delle periferie che vivevano molto vicini ai carnefici (come il regista Giuseppe Provinzano) e non capivano molto di quanto stesse accadendo, quello di quei cittadini di Palermo che hanno provato a reagire da subito (come l'autrice Beatrice Monroy), quello di una sposa che aspettava da tempo il 23 maggio o quello di chi il 19 luglio era a Mondello…

Poi c'é Tony: un uomo rimasto come ragazzino, che interpreta i vari personaggi, che animano la drammaturgia, che racconta e interagisce con la drammaturgia sonora e che lo rimandano al passato e lo mettono di fronte al suo segreto: chi è? Da che parte sta? É una vittima o un carnefice? È uno di quegli uomini che ha voltato le spalle per quieto vivere, o ha chiuso gli occhi per connivenza? È tra quelli che ha avuto quel sussulto che ha rianimato una città per spogliarla di quell’aurea nera che l’ammantava da troppo tempo? È (un) pentito o è (un) complice? Qual è il segreto che si porta dentro?

 

TEATRO DELLA COOPERATIVA
via privata Hermada 8 – Milano – info e prenotazioni - Tel. 02 6420761 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.teatrodellacooperativa.it

BIGLIETTERIA
da martedì a venerdì 15.00 – 19.00
sabato 18.00 – 20.00 (nei giorni di replica)
domenica 15.00 – 16.30 (nei giorni di replica)
Il ritiro dei biglietti potrà essere effettuato fino a 30 minuti prima dell’inizio dello spettacolo.
I biglietti sono acquistabili anche online sul circuito Vivaticket.

ORARI SPETTACOLI
martedì, mercoledì, venerdì e sabato ore 20:00 - giovedì ore 19:30 - domenica ore 17:00 

BIGLIETTI
intero 18 € - riduzioni convenzionati 15 € - under 27 10 € - over 65 9 €
giovedì biglietto unico 10 €
diritto di prenotazione 1 € (non applicato agli abbonamenti e ai biglietti acquistati online)

ALTRE RIDUZIONI
gruppi (10 o più) 12 €
Vieni a Teatro/Agis 12 € (martedì-mercoledì-domenica) 15€ (venerdì-sabato)
A Teatro in bicicletta 8 € mostrando in cassa un dispositivo di protezione (caschetto o luce segnaletica led)
scuole di teatro 10 € con tessera della scuola
precari, disoccupati e cassintegrati 9 €
disabili 9 € + accompagnatore (se obbligatorio) omaggio
Abitare e UniAbita 9 €

COME RAGGIUNGERCI
MM3 Maciachini / MM2 Lanza + tram 4 (fermata Niguarda Centro)
MM5 Ca’ Granda + autobus 42, 52
autobus 42, 51, 52, 83, 166, 172, BikeMi 313 (V.le F. Testi), 315 (Ca’ Granda), 322 (M5 Ca’ Granda)