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La Sala Verga” di Catania, nell’ambito della stagione di prosa 2023/2024 dello “Stabile” etneo, , ha ospitato dal 2 al 7 gennaio 2024,  “Agosto a Osage County” del  poliedrico e pluripremiato attore e drammaturgo americano Tracy Letts, per la regia di

Filippo Dini, una rappresentazione forte, dinamica, mai scontata e che tiene incollato il pubblico alla poltrona per quasi tre ore, grazie ad una messa in scena di ottima fattura e ad un cast di alto livello. Lo spettacolo in due atti, prodotto dal Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, con la traduzione del testo di Monica Capuani, offre una analisi cruda, grottesca, ironica, sulle complicate dinamiche familiari, sui contrasti generazionali, sui rimpianti, sui conflitti e sulla rabbia interiore. Dramaturg e aiuto regia Carlo Orlando, scene di Gregorio Zurla, costumi di Alessio Rosati, luci di Pasquale Mari, musiche di Aleph Viola, suono di Claudio Tortorici. Straordinari interpreti in scena Anna Bonaiuto, Manuela Mandracchia, Filippo Dini, Fabrizio Contri, Orietta Notari, Andrea Di Casa, Fulvio Pepe, Stefania Medri, Valeria Angelozzi, Edoardo Sorgente, Caterina Tieghi, Valentina Spaletta Tavella. La pièce, che ha ricevuto nel 2008 il Premio Pulitzer e da cui è stato tratto il celebre film “I segreti di Osage County” con Meryl Streep e Julia Roberts, è ricca di momenti aspri, grotteschi e ci mostra una famiglia disgregata, allucinante e dei personaggi inquieti, controversi, contraddistinti da una autentica crudeltà. L’autore ha preso ispirazione dal titolo omonimo di una poesia di Howard Starks, che suggerisce cura e calore familiare, il contrario di quanto – da subito – si può vedere in scena. Si tratta di un dramma familiare intenso, spietato, imprevedibile, caratterizzato da un contesto come l’afosa estate delle Grandi Pianure dell’Oklahoma che si specchia nel contesto interiore dei protagonisti. Nella contea di Osage, in Oklahoma, vivono in una grande casa, dove si svolge la vicenda, Violet segnata dalla malattia e dipendente da psicofarmaci (resa da una straordinaria Anna Bonaiuto, sempre manipolatrice e tagliente nelle sue battute) e suo marito Beverly Weston (interpretato da Fabrizio Contri, nei panni anche dello sceriffo del luogo), poeta alcolizzato. Un giorno l’uomo scompare misteriosamente e la famiglia, all’improvviso, si riunisce riportando a galla vecchi ricordi spiacevoli. Il ritrovamento del cadavere e il funerale di Beverly danno il via a una emozionante e divertente resa dei conti, con confessioni, amare verità e gelide realtà. Nei due atti si susseguono liti, scontri, vendette, frustrazioni, perversioni e rancori antichi e mai sopiti. Nella grande famiglia regna la madre Violet, malata di cancro alla bocca, senza filtri a e dipendente dai medicinali, che non fa altro che confrontarsi violentemente con tutti i suoi familiari e soprattutto con le sue figlie Barbara (una bravissima Manuela Mandracchia), abbandonata per una donna più giovane dal superficiale marito Bill (un convincente Filippo Dini), Ivy  (resa con brio da Stefania Medri) e Karen (Valeria Angelozzi). In questo inferno di delusioni, rancori, ripicche c’è poi la cattiveria di Mattie Fae, la sorella di Violet (Orietta Notari), la perversione e l’assenza di morale del compagno (Fulvio Pepe) della insoddisfatta Karen, che tenta di stuprare Jean (l’irruenta Caterina Tieghi) figlia quindicenne  di Barbara e Bill. Gli unici personaggi positivi della storia sono i due cugini innamorati Ivy e Charlie piccolo (interpretato da Edoardo Sorgente), il marito di Mattie Fae, Charlie (Andrea di Casa) che si ribella, ad un certo punto, alla disumanità, alla travolgente cattiveria della famiglia ed infine c’è la governante Johnna, discendente del popolo Cheyenne e nativa di quell’arido deserto (Valentina Spaletta Tavella) che, in un appassionante finale, tiene tra le sue braccia Violet, sola in una stanza vuota come lo spazio che si immagina intorno e dentro di lei. Un vero e proprio inferno familiare quello di casa Weston dove regna un odio travolgente, ingigantito dalla degenerazione di ogni singola personalità che la abita, incrementato dai fallimenti personali, dalle invidie e dalle delusioni di una vita intera, dove la rabbia e l’aggressione sembrano essere gli unici linguaggi possibili per comunicare.
La travolgente messa in scena regala anche dei sorrisi, anche se grotteschi ed amari e la regia di Filippo Dini confeziona uno spettacolo, ma con dialoghi velocissimi ed agile nelle sue parti, grazie a cambi di scena rapidi, ritmi recitativi serrati e sostenuti, senza tempi morti. La pièce ad un certo punto offre anche un momento di musical in occasione del brano cantato da Edoardo Sorgente e che strappa l’applauso a scena aperta. La scenografia di Gregorio Zurla è realizzata con pareti che gli stessi attori muovono, creando le stanze della casa dove si svolge il dramma. Scene che scorrono in continuazione e che diventano parte del dramma, in una casa di più ambienti e su due livelli, con particolari quali carta da parati a righe, televisore, cucina piastrellata che si scompongono e ricompongono.

Un pubblico sempre attento, che non si lascia intimorire dalla lunghezza della pièce e che, al termine, tributa un reiterato e caloroso applauso all’intera compagnia e ad uno spettacolo assolutamente da vedere.

Agosto a Osage County
di Tracy Letts
Traduzione Monica Capuani
con Anna Bonaiuto, Manuela Mandracchia, Filippo Dini, Fabrizio Contri, Orietta Notari, Andrea Di Casa, Fulvio Pepe, Stefania Medri, Valeria Angelozzi, Edoardo Sorgente, Caterina Tieghi, Valentina Spaletta Tavella
Regia Filippo Dini
Dramaturg e aiuto regia Carlo Orlando
Scene Gregorio Zurla
Costumi Alessio Rosati
Luci Pasquale Mari
Musiche Aleph Viola
Suono Claudio Tortorici
Assistente regia Eleonora Bentivoglio
Assistente costumi Rosa Mariotti
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
Coordinamento del progetto video a cura dell’Area Partecipazione, Comunicazione e Sviluppo del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale.
Sala Verga di Catania - Stagione 2023/2024 Teatro Stabile di Catania - 2-7 gennaio 2024

Foto Luigi De Palma