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Liberamente tratto dalla guida “L’arte spiegata ai truzzi” di Paola Guagliumi, è stato proposto il 20 e 21 gennaio al Piccolo Teatro della Città di Catania, all’interno dell’odierna stagione di prosa, l’atto unico “Guanti bianchi” di Edoardo Erba. Con in

scena il simpatico e coinvolgente Paolo Triestino, la pièce prodotta da Diaghilev, nei circa ottanta minuti di durata, si rivela al pubblico come un piacevole viaggio che attraversa due millenni di storia dell’arte, da Pitocrito a Mirò, da Michelangelo a Fontana, da Kessel il Vecchio a Edvard Munch.  Lo spettacolo, diretto dallo stesso Triestino, si avvale della scena essenziale (le casse da imballo delle opere d’arte e uno schermo dove proiettare l’unicità, la profondità, la bellezza delle opere d’arte) firmata da Francesco Montanaro, del misurato gioco luci di Giuseppe Magagnini, delle musiche di Natalia Paviolo, dei costumi di Traart e delle brillanti animazioni di Valeriano Spirito.
Con garbo e bravura Paolo Triestino veste i panni di Antonio, nativo di Colleferro e di professione “movimentatore” di opere d’arte. “L’arte, infatti, spiega subito Antonio, mica se sposta, se movimenta”.
Antonio si presenta al pubblico, parla della sua vita, del suo paese. E’ un uomo semplice, ingenuo e racconta di Colleferro, nato intorno a una fabbrica di  esplosivi, della sua famiglia di cassamortari e del suo incontro con lo zio Cesare, un movimentatore di opere d’arte decisivo nella sua vita. E parla soprattutto della sua gioventù a Colleferro, della  passione per le foto, del suo matrimonio e dell’entrata nell’universo dei “guanti bianchi”, ovvero di coloro che si occupano di trasportare in giro per il mondo le opere più preziose e pesanti.
Ma come fa Antonio, uomo semplice, grezzo, con la sola terza media, a distinguere un Caravaggio da un Carracci, un Pollock da un Fontana e soprattutto poi a spiegare la loro bellezza agli altri, al pubblico? Lo fa con i suoi guanti bianchi e la sua semplicità, raccontandoci come le ha trasportate, ci fa capire le opere d’arte con profondità, infatti in tutta la vita ha avuto tempo di guardarsele e le spiega meglio dei professori. Dialogando amichevolmente con il pubblico commenta le immagini proiettate dei capolavori, riuscendo a coinvolgere lo spettatore, anche quello più a digiuno di arte. E da Colleferro, con i racconti di Antonio (attraverso  la statua dell’atleta Apoxyomenos di Lisippo, l’astrattismo di Mirò e Pollock, la disperazione dell’urlo di Munch) si viaggia, si va a Parigi, Berlino, Vienna, in America ed il suo è un racconto profondo, divertente e soprattutto attualissimo e come in una vera lezione di storia dell’arte parlano tutti, come vecchi amici, papi, pittori, scultori.
Per lo spettatore un viaggio formativo e intrigante nel tempo e nella bellezza delle opere d’arte. Alla fine poi Antonio, per una distrazione, si fa rubare un furgone carico di opere d’arte e deve lasciare il suo amato lavoro tornando a coltivare le verdure del suo orto, nella sua Colleferro che, però, non è più quella di una volta, dove  lui è cresciuto con l’odore di “pino di plastica” nelle narici degli insetticidi (DDT) della Bombrini Parodi Delfino Oggi ci sono solo volti sconosciuti e tanta indifferenza come quella davanti all’atroce delitto del giovane Willy Monteiro, ucciso di botte proprio nella sua Colleferro.
Interpretata con ironia e tanta poesia da Paolo Triestino la pièce riscuote i consensi del pubblico grazie alla storia ed allo spessore, all’umanità del personaggio di Antonio che sul palco fa di tutto per fare amare l’arte antica e contemporanea, con semplicità, convinto che per restare umani occorre riscoprire cosa è la bellezza che,  sicuramente, può riempire di senso le nostre vite così distratte ed indifferenti.

Guanti bianchi
di Edoardo Erba (liberamente ispirato a “L’arte spiegata ai truzzi” di Paola Guagliumi) 
con Paolo Triestino
Scena di Francesco Montanaro 
Regia di Paolo Triestino
Musiche di Natalia Paviolo 
Luci di Giuseppe Magagnini 
Costumi traart  
Animazioni di Valeriano Spirito
Produzione Diaghilev
Stagione di prosa Piccolo Teatro della Città - Catania - 20 e 21 gennaio 2024

Foto Stefano Sarghini