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La Sala Futura di Catania, all’interno del cartellone di prosa 2023/2024 dello “Stabile” etneo, ha proposto dal 7 al 10 marzo l’intrigante e delicato atto unico “Giuditta e il Monsù”, tratto dal libro candidato al Premio Strega 2022, scritto dalla ragusana

Costanza DiQuattro, con la regia di Cinzia Maccagnano e le musiche di Mario Incudine.
La vicenda è ambientata ad Ibla, nel 1884, dove in una notte di maggio, a Palazzo Chiaramonte, avvengono due nascite, quella di Fortunato che viene abbandonato davanti al portone e quella di Giuditta, l'ultima femmina di quattro sorelle, figlia del marchese Romualdo e di sua moglie Ottavia. Protagonisti dell’intera storia sono la ribelle Giuditta e Fortunato (chiamato da lei Fofò), figlio del monsù (traduzione siciliana del francese Monsieur le Chief, appellativo con cui venivano chiamati i capocuochi nelle case francesi) che lavora al loro servizio. Tutto si svolge in una atmosfera visionaria, evocativa, tra cortili assolati, stanze in penombra, cucine e ricette tramandate e passioni ostinate. La vicinanza, la complicità, le condivisioni tra Giuditta e Fortunato fanno nascere tra loro due un travolgente amore che, però alla fine, emersa una triste e tragica verità, non potrà concretizzarsi. 
Con le piacevoli musiche di Mario Incudine (collaborato da Antonio Vasta), i colorati costumi di Riccardo Cappello, il funzionale gioco luci di Gaetano La Mela, la pièce -  in circa 90 minuti - si avvale di un impianto scenografico che vede protagonisti gli interpreti ed una magica scatola-cassapanca che diventa letto, tavolo, specchio o supporto per le grate di un convento. Lavoro ben diretto da Cinzia Maccagnano che costruisce un delicato affresco familiare, dosando passione giovanile, prelibatezze gastronomiche, leggerezza, amore e consapevolezza, dramma e commedia, per uno uno spettacolo coinvolgente che  alla fine raccoglie i numerosi applausi del pubblico. Di alto livello il cast guidato da un sempre apprezzabile Pietro Montandon (nei panni del marchese Romualdo) e poi negli altri ruoli Luana Toscano, Ornella Brunetto, Alessia D’Anna e Luigi Nicotra. 
Testo di ottima fattura quello della scrittrice e drammaturga ragusana Costanza DiQuattro che, attraverso la messa in scena di Cinzia Maccagnano, consente al pubblico di sfogliare in sala un album di famiglia, ricco di tanta gioventù, momenti irripetibili, segreti inconfessabili e mille malinconie e rimpianti, tra l’Ottocento e il Novecento, tra le strade di Ibla ed il Palazzo Chiaramonte.

L’autrice Costanza DiQuattro
Costanza DiQuattro, nata a Ragusa, nel 1986 è scrittrice e drammaturga. Dirige il teatro Donnafugata dal 2008. Dal 2019 scrive per il teatro. Conduce la rubrica “Dimore nella storia” sulle dimore storiche italiane per Rai 1. Con Baldini+Castoldi ha pubblicato “La mia casa di Montalbano” (2019), “Donnafugata” (2020, Premio Porta d’Oriente 2021), “Giuditta e il monsù” (2021) e “Arrocco siciliano” (2022, Premio Comisso 2023).

GIUDITTA E IL MONSÙ
di Costanza DiQuattro
Regia di Cinzia Maccagnano
con Pietro Montandon, Luana Toscano, Ornella Brunetto, Alessia D’Anna, Luigi Nicotra
Musiche di Mario Incudine
Collaborazione alle musiche e orchestrazione archi Antonio Vasta
Costumi di Riccardo Cappello
Luci di Gaetano La Mela
Assistente alla regia Marta Cirello
Produzione Teatro Stabile di Catania - Stagione di prosa 2023/2024 - Sala Futura – 7-10 marzo 2024

Foto di Antonio Parrinello