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Tra danza, teatro di figura e drammaturgia, frutto di una residenza creativa in Svizzera, si è generato e sviluppato questo spettacolo di Anna Dego e Anna Stante, visto nella sua anteprima ante-palcoscenico al Museo di Villa Croce a Genova 

Ed è già questo suo itinere segno di una sospensione circolare del tempo che vuole farsi corpo scenico, senza neanche attendere un già dimenticato Godot beckettiano poiché, come le stesse artiste scrivono in una breve sinossi, oggi anche il tempo dell'attesa si è ormai frantumato in monadici “attimi presenti” senza ulteriore orizzonte.
Il metaforico qui è ora del teatro diventa così reale mimesi di un momento confuso che si esaurisce nel suo continuo 'cercarsi', nel suo continuo cercare sé stessi, come direbbe il filosofo Jean Soldini, che è un reiterato e quasi compulsivo perdersi per ritrovarsi.
Un tempo che non sembra più fluire in orizzontale nel bergsoniano fiume della vita ed è ormai tanto perduto da non poter più essere proustianamente 'ritrovato'.
Attraverso il surreale le artiste ricercano il reale esistenziale, o meglio quella “surrealtà” della “realtà” che trasforma le cose da assurde a incomprensibili perché ora indicibili, lasciando la nave del nostro sguardo il molo ormai deserto della sincerità per il vasto oceano del possibile
Il corpo, da continuamente decifrare negli enigmatici messaggi che con insistenza manda, diventa così, nelle intenzioni estetiche delle due artiste, l'unico punto di resistenza, esistenziale ed insieme esteticamente ed eticamente metafisico, probabile.
Anche per Anna Dego, diplomata alla scuola del Teatro Stabile di Genova, e per Anna Stante, diplomata alla Bottega Teatrale di Vittorio Gassman di Firenze, è un ritrovarsi dopo le esperienze 'insieme' dei loro inizi, e dopo un percorso artistico parallelo divenuto, con questo progetto, di nuovo convergente.
Del percorso artistico che caratterizza ciascuna di esse danno conto le loro biografie, tra teatro, cinema e anche televisione.
Ciò che conta in questo progetto, ma anche oltre, è una percepita e ritrovata consonanza di sguardo, di danza e di parola.
Un progetto interessante che è diventato ora uno spettacolo definitivo altrettanto intelligente, che ci auguriamo, e vuole essere più di una semplice 'segnalazione', possa trovare l'ascolto che merita nei circuiti, istituzionali o meno, del nostro teatro.
Questi i crediti: IL CORPO DEL TEMPO, di e con Anna Dego e Anna Stante, regia Anna Dego. Progetto sostenuto dalla Rete Danza Svizzera e da Teatro LaCucina – Olinda (Milano), Palazzo Capriolo (Brescia), Paola Gianoli direttrice artistica Festival Danza Poschiavo (Svizzera), Istituto per i beni marionettistici Grugliasco (Torino), Accademia dei Folli (Torino).