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Si svolgerà, dal 4 al 19 maggio, la seconda edizione di Presente Indicativo il festival internazionale di teatro, promosso

dal Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa, che quest’anno ha come sottotitolo Milano Porta Europa: Milano diventa, per due settimane, il centro della scena europea, motore di una riflessione critica sull’Europa e sul suo futuro. Europa da
intendersi come orizzonte culturale, esteso ben al di là dei confini fisici e politici che tradizionalmente
la definiscono: crocevia di artisti, geografia policroma e frastagliata di linguaggi, esperienze, sguardi.
È un terreno sul quale fiorisce un’idea di teatro dalla doppia vettorialità: attento a valorizzare una
magnifica tradizione nazionale, sia nel repertorio sia nelle espressioni delle nuove generazioni, ma
capace di non esaurirsi in essa, aprendosi a un instancabile processo di contaminazione, esplorazione,
ricerca e scambio in uno scenario internazionale dai grandi fermenti artistici. Si passa, così, dal talento
drammaturgico di Alexander Zeldin (Regno Unito) e Pascal Rambert (Francia, artista associato
al Piccolo) a quello visionario di Łukasz Twarkowski (Polonia), dallo sguardo d’oltre oceano di
Mariano Pensotti (Argentina) e Marco Layera (Cile) per tornare a osservare le contraddizioni del
Vecchio Continente con Pablo Messiez (argentino, naturalizzato spagnolo), Marta Górnicka
(Polonia), Caroline Guiela Nguyen (Francia) e Tiago Rodrigues (Portogallo) – questi ultimi due
artisti associati al Piccolo –, fino allo spettacolo che un maestro come Patrice Chéreau (Francia)
ha affidato a una delle sue attrici più amate, Dominique Blanc. E ancora, in scena, il talento tutto
italiano – ma con più di un riconoscimento presso il pubblico e la stampa esteri – di Davide
Carnevali, Marco D’Agostin (artisti associati), Fanny & Alexander, Filippo Andreatta e il
collettivo Office for a Human Theatre.
Gli spettacoli disegnano rotte che attraversano i palcoscenici del Piccolo per spingersi oltre, aprendosi
alla città, raccontando il festival, prima e durante, grazie a un calendario policentrico e capillare di
appuntamenti, una sorta di viatico per uno spericolato, appassionante pellegrinaggio teatrale, una festa
del Teatro e dell’Europa, per tutti.
I numeri_ Sedici artiste e artisti della scena europea (e non solo), sedici spettacoli per sedici giorni.
Due sono le produzioni del Piccolo e tre le coproduzioni, di cui due internazionali.
Sei spettacoli debuttano in prima nazionale e uno in prima assoluta.
Otto, con l’Italia, i Paesi rappresentati (Francia, Polonia, Portogallo, Spagna, ma anche Argentina,
Cile, Regno Unito); undici, con l’italiano, le lingue che risuoneranno (bielorusso, cinese, francese,
inglese, lettone, polacco, portoghese, spagnolo, ucraino, vietnamita).Il programma_ Sono le ultime recite di Durante (sabato 4 e domenica 5 maggio, al Teatro
Grassi), nuova produzione del Piccolo, diretta da Pascal Rambert, che, allungandosi nel mese di
maggio, danno l’avvio alla programmazione di Presente Indicativo – Milano Porta Europa. Artista
associato al Piccolo, il regista francese porta in scena, proseguendo la sua riflessione sul teatro, il
secondo atto del trittico aperto nella scorsa Stagione con Prima.
Negli stessi giorni, sabato 4 e domenica 5 maggio, al Teatro Strehler, va in scena la prima
milanese di SAIGON, spettacolo culto di Caroline Guiela Nguyen, acclamata regista francese,
artista associata al Piccolo e neodirettrice, dal 2023, del Teatro nazionale di Strasburgo.
Con la sua compagnia, Les Hommes Approximatifs, porta in scena storie intime, di famiglia, amore,
amicizia ed esilio, che brulicano, vivaci e chiassose, in un unico luogo, un ristorante che la nostalgia
ha bloccato in uno spazio-tempo teso tra la Francia di oggi e la Saigon degli anni ’50.
Ancora il 4 e 5 maggio, al Teatro Studio Melato, prende il via una ‘personale’ di Marco
D’Agostin, anche lui artista associato al Piccolo, premio Ubu come miglior performer under 35
nel 2018 e Premio Speciale Riccione per l’Innovazione Drammaturgica, nel 2023. L’artista porta in
scena, ogni giorno in successione, First Love, lo spettacolo in cui rende omaggio al suo primo
amore, lo sci di fondo, e Gli anni, coproduzione del Piccolo Teatro, vincitore di due Premi Ubu
2023 come migliore spettacolo di danza dell’anno e miglior performer a Marta Ciappina, ispirato
all’omonimo libro di Annie Ernaux. Lunedì 6 e martedì 7 maggio, è la volta di Avalanche, Premio
Ubu come migliore spettacolo di danza 2018, che vede Marco D’Agostin e Teresa Silva avvinti in
una danza di sopravvivenza, all’alba di un nuovo pianeta prima (o dopo) che una valanga travolga
tutto.
Il festival esce dalle sale del Piccolo, nell’ottica di un’esondazione teatrale nella città e, negli stessi
giorni inaugurali (4 e 5 maggio) si sposta nello spazio ASSAB ONE, a Cimiano. In un edificio
industriale che per quarant’anni ha ospitato la GEA, Grafiche Editoriali Ambrosiane, viene allestito
Frankenstein, la prima volta al Piccolo di Filippo Andreatta. La nuova produzione del suo Office
for a Human Theatre, presentato da Threes Productions e Piccolo Teatro, affronta un classico della
letteratura occidentale, invitando a fare i conti con ciò che siamo soliti omettere alla vista e
consideriamo mostruoso.
La rete di intersezioni cittadine che viene tessuta durante il festival porta al Teatro Franco Parenti
(7 e 8 maggio), Entrelinhas di Tiago Rodrigues, artista associato al Piccolo e attuale direttore del
Festival di Avignone. Con una performance che gli è valsa la candidatura come miglior attore da
parte della rivista Time Out, Tónan Quito accompagna il pubblico in una profonda riflessione
sull’arte dell’interpretazione e sulla potenza del teatro, intrecciando la vicenda di un carcerato, che
scrive i suoi messaggi alla madre tra le righe di un’edizione dell’Edipo re di Sofocle, e quella di un
attore che non ha potuto portare in scena il monologo promessogli dallo stesso Rodrigues.
Al Teatro Grassi, dall’8 al 10 maggio, in prima nazionale, va in scena La voluntad de creer.
Lo dirige Pablo Messiez, argentino, naturalizzato spagnolo, al suo debutto assoluto in Italia con un
lavoro che, in Spagna, ha ricevuto il premio come migliore spettacolo teatrale del 2023. Ispirandosi
al film Ordet di Carl Theodor Dreyer – tratto a sua volta dal dramma di Kaj Munk –, il regista conduce
un’indagine sul rapporto tra volontà e fede, ponendolo alla base del patto con il pubblico che rende
possibile la finzione scenica. Ritenendo che l’assenza dello spettatore svuoti di senso il rito del teatro,
Messiez ha scelto di costruire questo spettacolo aprendo le prove agli spettatori, fin dall’inizio, perché
anche nel processo creativo, l’azione è possibile solo condividendo la volontà di crederci.In The Confessions, che il Piccolo coproduce all’interno di una imponente cordata internazionale e
che presenta in prima italiana al Teatro Strehler, dal 9 all’11 maggio, la vita di una donna, dal
1943 al 2021, si fa affresco di un’epoca e delle sue trasformazioni. Alexander Zeldin, drammaturgo
e regista inglese, utilizza le ore di conversazione con la madre – e con altre donne sue coetanee – per
dipingere il ritratto di una ragazza della classe operaia che, dopo un matrimonio a diciotto anni e un
tentativo di omicidio, lascia la sua isola per ricominciare una nuova vita nella Londra degli anni
Ottanta. Attraversando i cambiamenti sociali, gli amori di Alice diventano il filo conduttore di un
processo di emancipazione, personale e collettivo, in cui ciascuno può riconoscersi.
Al Teatro Studio Melato, dal 10 al 12 maggio, torna Mariano Pensotti, del quale nella scorsa
edizione del festival il pubblico milanese aveva applaudito Los Años. Con La Obra, anche questa
una coproduzione del Piccolo Teatro con Wiener Festwochen, dove lo spettacolo ha debuttato,
Athens Epidaurus Festival e Festival d’Automne à Paris, in prima italiana, il regista argentino dà
vita a una travolgente commedia nella commedia che cerca, nel presente, le tracce della violenza del
passato. Lo fa con una mise en abyme speculare e vertiginosa, spettacolare nel suo impianto scenico,
che invita il pubblico a districarsi tra gli incessanti ribaltamenti della verità nel suo contrario e
viceversa.
Con La Douleur, in scena nella sala storica di via Rovello, per una sola eccezionale serata,
nuovamente in collaborazione con il Teatro Franco Parenti, il 14 maggio, giorno della sua
fondazione, il Piccolo rende omaggio a Patrice Chéreau, regista indissolubilmente legato alla sua
storia, a dieci anni dalla scomparsa. Nel 2008, con la complicità del coreografo Thierry Thieû Niang,
Chéreau scelse la stupefacente Dominique Blanc – una delle attrici francesi più acclamate dal
pubblico e dalla critica, vincitrice di quattro Premi César, della Coppa Volpi al Festival del Cinema
di Venezia e di quattro Premi Molière, di cui uno proprio per questo spettacolo – come interprete del
romanzo autobiografico di Marguerite Duras, nato dal diario tenuto dalla scrittrice, militante nelle
fila della Resistenza e moglie di un uomo deportato, negli anni terribili della Seconda guerra
mondiale.
Al Teatro Studio Melato, il 14 e 15 maggio, il regista cileno Marco Layera porta una riflessione
sul potere rivoluzionario della tenerezza. In La posibilidad de la ternura, prima italiana, un gruppo
di sette ragazzi cileni tra i 13 e i 17 anni decide di resistere al mandato culturale che li vuole aggressivi
e autoritari. Attraverso un processo di creazione collettiva, i giovani, guidati da Layera e da Carolina
de la Maza (Teatro La Re-Sentida), costruiscono le fondamenta della propria mascolinità,
aprendosi, per la prima volta, al dialogo con l’altro e alla libera espressione dell’affetto. Lo spettacolo,
che ha debuttato in autunno alla Ruhrtriennale, fa parte di un dittico il cui primo capitolo, Paisajes
para no colorear (2018), era declinato al femminile.
Łukasz Twarkowski, figura di punta della scena teatrale europea, firma lo spettacolo Rohtko, in
prima nazionale al Teatro Strehler dal 16 al 18 maggio. Creatore di performance multimediali che
si situano all’intersezione tra teatro e arti visive, il regista polacco solleva domande sulla relazione
tra originale e copia, tra reale e virtuale, tra mediazione e rappresentazione. Ispirandosi a una storia
vera, che si muove tra gli anni Sessanta e il presente, – un dipinto di Mark Rothko venduto per oltre
otto milioni di dollari e rivelatosi un falso, creato nel proprio garage da un insegnante di matematica
–, all’interno di una messa in scena spettacolare, cinematografica, Twarkowski compone un’opera
monumentale sul valore dell’arte.Marta Górnicka, che nella scorsa edizione del festival, aveva inondato la circonferenza della sala di
via Rivoli con la marea vocale, potente e suggestiva, del suo Still Life. A Chorus for Animals, People
and all other Lives, dà ora vita a una nuova opera corale intessuta delle voci di 21 donne tra i 10 e i
71 anni: ucraine e bielorusse che, fuggite da guerra e persecuzioni, ora vivono in Polonia. In
MOTHERS - A SONG FOR WARTIME, in prima nazionale, nuovamente al Teatro Studio
Melato, il 18 e 19 maggio, la regista, fondatrice del Political Voice Institute al Maxim Gorki Theater
di Berlino, trasforma il canto in un’accusa, un appello, una supplica, un avvertimento, nella speranza
e nell’attesa di un tempo autenticamente nuovo.
Fanny & Alexander, reduce dal successo della Trilogia della città di K., torna al Teatro Studio
Melato, il 18 e 19 maggio, con Nina, omaggio a una delle personalità più importanti del Novecento:
Nina Simone. Grazie alla tecnica dell’eterodirezione – la trasmissione, tramite auricolari indossati in
scena dall’interprete, di una traccia audio – il pluripremiato soprano Claron McFadden abita ed è
abitata dalla voce della cantante, registrata durante interviste e discorsi pubblici, per restituire al
pubblico la potenza dello spirito creativo di Nina Simone, il valore delle sue battaglie e le sue più
intime fragilità.
Limited Edition_ Seconda proposta performativa italiana all’interno del progetto UNLOCK THE
CITY!, cofinanziato dall’Unione Europea, Limited Edition. Urban Theatre for the Future / Milano
di Davide Carnevali, artista associato al Piccolo, unisce la fruizione teatrale a quella museale:
un’esperienza site specific, in cui spettatori e spettatrici attraversano i paesaggi e gli spazi della zona
Sud-Est della città, tra Porto di Mare e Corvetto, per una visita in forma di spettacolo. Avvalendosi
della collaborazione del Politecnico di Milano, Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, Limited
Edition, produzione del Piccolo, in prima nazionale (dal 10 al 12 maggio) riflette sulle profonde
trasformazioni urbanistiche e architettoniche che interessano la periferia milanese, a partire
dall’integrazione delle aree verdi nei centri urbani.
La performance si inserisce anche nell’ambito delle iniziative del Festival dello Sviluppo Sostenibile
2024 promosso da ASviS, ribadendo l’attenzione del Piccolo intorno al tema della sostenibilità, che
vede in Limited Edition un nuovo momento di riflessione nell’articolato attraversamento che il
Piccolo sta conducendo nella progettualità europea e che si amplifica, nell’ambito del festival, con
una declinazione sociale e un’azione fortemente inclusiva, prevedendo, per la maggior parte degli
spettacoli, una sovratitolazione, sia in italiano sia in inglese, allo scopo di favorire la partecipazione
di un pubblico di non udenti.14 MAGGIO. UNA FESTA PER IL PICCOLO_ Martedì 14 maggio 2024 il Piccolo Teatro di
Milano festeggia il suo 77° compleanno. La giornata prende il via al Teatro Strehler, con le repliche
straordinarie di Benvenuti al Piccolo! Nel paese di Teatro, format di visite guidate teatralizzate a
cura di Michele Dell’Utri. In compagnia degli attori Monica Buzoianu e Alberto Pirazzini, i
giovanissimi spettatori e le giovanissime spettatrici esplorano gli spazi della grande sala di largo
Greppi, alla scoperta dei laboratori e dei luoghi nascosti dietro le quinte, là dove nasce la magia del
teatro. A cura dell’Ufficio Promozione Pubblico e Proposte Culturali del Piccolo Teatro di Milano,
le visite guidate al Teatro Strehler – e questa volta anche al Teatro Grassi – proseguono con
un’edizione speciale di Benvenuti al Piccolo!, rivolta a tutta la comunità, per raccontare quanto la
vita dello stabile milanese sia intimamente intrecciata alla storia della sua città.
Il pomeriggio si apre con uno speciale Walk_Talk, itinerario volto a collegare tra loro Accademia e
Pinacoteca di Brera, Teatro alla Scala e Teatro Grassi, poli di una vera e propria “cittadella della
cultura”, nel cuore di Milano. Al termine del percorso, nel Chiostro Nina Vinchi di via Rovello 2, il
pubblico potrà ascoltare letture di pagine di Giorgio Strehler – dedicate al senso profondo di
un’Europa dei popoli e della cultura – affidate a protagonisti della storia del Piccolo; le parole del
regista si intrecciano a testimonianze dei padri fondatori dell’Unione Europea, affidate a un’allieva
della Scuola di Teatro “Luca Ronconi”.
Le celebrazioni si concludono con il simbolico ritorno – a dieci anni dalla scomparsa – di un altro
artista intimamente legato alla storia del Piccolo, Patrice Chéreau. Sullo stesso palcoscenico per cui
il regista francese firmò tre diverse produzioni tra il 1970 e il 1972, trova ora spazio La Douleur,
spettacolo tratto da Marguerite Duras, con Dominique Blanc. A ottant’anni dalla pubblicazione del
Manifesto di Ventotene e quarant’anni dopo la costituzione, a Parigi, del Théâtre de l’Europe – voluto
da Giorgio Strehler e Jack Lang – il sogno continua: Milano Porta Europa.
Il festival e la città
Il festival Presente Indicativo – Milano Porta Europa guarda per definizione e vocazione a un
orizzonte internazionale, ma senza mai trascurare il radicamento nel territorio e la necessità che ogni
azione culturale ha di dialogare profondamente con esso. Sulla scorta di questa consapevolezza, la
sua programmazione si innesta sulla rete di relazioni e sinergie che il Piccolo ha stretto, nel tempo, e
continua a stringere con le istituzioni della città di Milano, con gli altri teatri, con le realtà culturali
metropolitane. L’intenzione, ribadendo una convinzione tenacemente manifestata nelle ultime
Stagioni, è quella di uscire dalle proprie sale e spingere l’esperienza teatrale, lungo un asse spazio-
temporale, non solo al di là del momento della rappresentazione – come suggerisce il ventaglio di
proposte di Oltre la scena – ma anche oltre la sua centralità fisica, esondando nella città, con la
proposta di un palinsesto di appuntamenti, sia in preparazione del festival (Aspettando il festival) sia
incastonati nelle due settimane di maggio (come le Masterclass, i Walk_Talk o le escursioni
cinematografiche di Sguardi paralleli, all’interno di Oltre la scena Festival), che attraversano in
modo capillare i Municipi, al di là del perimetro 20121, contagiando la quotidianità dei suoi spettatori
o di tutti coloro che ancora spettatori non sono.Aspettando il festival
Con il supporto di Intesa Sanpaolo, in attesa e in preparazione del festival, il Piccolo Teatro di
Milano organizza un ciclo di undici incontri nei Municipi, nelle università, nelle biblioteche, nelle
librerie e nei centri di aggregazione sociale dei quartieri, già recentemente attraversati dalle lezioni di
Teatro dietro l’angolo e dalle tappe di lettura integrale del testo che aveva accompagnato il pubblico
fino al debutto di Ho paura torero. Si immagina, quindi, nelle settimane precedenti il mese di maggio,
un percorso di presentazione e racconto del festival, di approfondimento dei temi che animano la
rassegna, attraverso il prezioso strumento della lettura: dei testi dai quali gli spettacoli sono tratti, ai
quali si ispirano o che ad essi si sono legati nel processo di creazione artistica.
Oltre la scena Festival
Farsi promotori di un Teatro d’Europa, di un “presente indicativo” della scena internazionale,
significa, prima di tutto, interrogarsi sulla sua identità, sull’esistenza di un terreno comune,
sull’humus culturale, sociale, d’immaginario, da cui gemmano le sue diverse – e talvolta
imprevedibili – varietà espressive. Per questo, accanto agli spettacoli, si snoda una programmazione
parallela: un’agenda di incontri che consentano agli spettatori di conoscere da vicino i protagonisti
del festival, mettendone a fuoco le fisionomie, i percorsi, i diversi approcci alla scena. Appuntamenti
che aiutino il pubblico a orientarsi con maggior agilità nella proposta artistica, ma che allarghino
anche il discorso e la prospettiva “oltre la scena”, a scandagliare il tempo in cui viviamo, tentando di
tracciarne alcune possibili coordinate. A costellare il festival, tra uno spettacolo e l’altro, sono
conversazioni con gli artisti (Parole in pubblico), presentazioni di libri e appuntamenti dedicati al
mondo dell’editoria (Segnalibro), proiezioni di film in alcune sale cinematografiche della città per
scoprire, in parallelo agli spettacoli, di che cosa si nutre oggi l’immaginario condiviso tra scena e
grande schermo (Sguardi paralleli). E ancora: percorsi itineranti e teatralizzati attraverso la città
(Walk_Talk), workshop, masterclass, lezioni aperte a cura delle compagnie e aperti al pubblico
(Masterclass).
Senza dimenticare che la dimensione di un festival è anche un momento di scambio, di contatto diretto
tra pubblico, artisti e operatori, a cui fa da habitat e incubatore il piazzale dello Strehler, attraverso
diverse incursioni live, tra musica e bar (laPiazza).

OLTRE LA SCENA | PAROLE IN PUBBLICO
Spazio Assab One - domenica 5 maggio, ore 18.00
Incontro con Filippo Andreatta e Francesca Rigato e anteprima del libro Frankenstein
modera Graziano Graziani
Teatro Franco Parenti - martedì 7 maggio, al termine dello spettacolo
Incontro con Tonan Quito
modera Graziano Graziani
Teatro Grassi - giovedì 9 maggio, al termine dello spettacolo
Incontro con Pablo Messiez
modera Graziano Graziani
Sagrato del Teatro Strehler - venerdì 10 maggio, ore 18.00
Incontro con Alexander Zeldin
modera Graziano GrazianiTeatro Studio Melato - mercoledì 15 maggio, al termine dello spettacolo
Incontro con la compagnia Teatro La Re-Sentida
modera Graziano Graziani
Sagrato del Teatro Strehler - sabato 18 maggio, ore 17.00
Incontro con Łukasz Twarkowski
modera Graziano Graziani
Teatro Studio Melato - sabato 18 maggio, al termine dello spettacolo
Incontro con Marta Gòrnicka
modera Graziano Graziani
OLTRE LA SCENA | SEGNALIBRO
Teatro Studio Melato - lunedì 6 maggio, al termine dello spettacolo
Marco D'Agostin e Alessandro Iachino
Incontro e presentazione del libro Anni, lettere e valanghe di Marco D’Agostin (il Saggiatore, 2024)
modera Graziano Graziani
Teatro Studio Melato - sabato 11 maggio, al termine dello spettacolo
Mariano Pensotti e Davide Carnevali
Incontro e presentazione del libro Teatro di Mariano Pensotti (il Saggiatore, 2024)
modera Graziano Graziani
Teatro Grassi - martedì 14 maggio, al termine dello spettacolo
Dominique Blanc e Claudio Longhi
Incontro e presentazione libro Chantiers, je di Dominique Blanc (Actes Sud Editions, 2023)

Per informazioni visitare il sito piccoloteatro.org

I biglietti e gli abbonamenti del festival sono in vendita presso la biglietteria del Teatro Strehler, la biglietteria telefonica (02 21126116) e su piccoloteatro.org