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A cuore aperto è in scena fino al 21 dicembre al Teatro dell'Orologio di Roma per la regia di Patrizio Cigliano prodotto da Doppia Effe Compagnia di Prosa Mariano Rigillo e La Compagnia Arcadinoè. Con Alessandra Fallucchi, Patrizio Cigliano e la partecipazione straordinaria "in voce" di Arnoldo Foà e Maria Rosaria Omaggio nella versione a monologo e con Marta Paglioni, Veronica Milaneschi e Alessandro Loi nella versione a dialogo. Aiuto Regia: Italo Coretti, Francesco Trifilio, Irma Carolina Di Monte, Stefano Masala; Grafica: Simona Barbarito; Luci di Camilla Piccioni; Foto e Foyer : Pino Le Pera.

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La stampa:
"... 70 anni di felicità, una storia d'amore in cui il tempo, fugace, è abbattuto dall'intensità dei sentimenti e dalla pasione dei ricordi. Da non perdere". (Il Tempo)
"...Cigliano incanta scegliendo registri alati e drammatici per raccontare la storia degli ottantenni Giuseppe e Maria, ...per avere una visione più ampia della vita. " (Repubblica)
"... Quanto amore tra quei due vecchi coniugi. Il testo ha una struttura singolare: due monologhi incrociati e affiancati per restituire, insieme, una sola verità. Impegnatissimi, i due ottimi attori, già di solida esperienza". (L'Unità)
"...Attimi e sguardi d'amore lunghi come una vita". (Messaggero)
"...il bravo attore si riconosce così. Commozione pura. Vera chicca di Cigliano, l'autore-regista-attore under 35 più premiato d'Italia". (Corriere dello sport)

Di cosa parla:

Un uomo e una donna anziani si fissano in uno spazio indefinito. La musica è pulsante, come il battito di un cuore. Ma con il crescendo ritmico di quel battito qualcosa cambia e proprio nell’ultimo minuto da passare insieme, scocca uno sguardo. E’ un minuto intenso e in quello sguardo scorre velocemente tutta una vita. Tutto un Amore. Memoria. A Cuore Aperto è una storia senza tempo, senza luogo, senza convenzioni. E’ la storia d’amore di tutti. Di tutti coloro che la cercano da sempre. Di tutti quelli che non l’ hanno ancora trovata. Di coloro che sono felici perché hanno accanto il compagno di una vita, la compagna di sempre. A Cuore Aperto è tutto quello che in uno sguardo di pochi attimi, due persone che si amano, che si sono amate, possono dirsi, senza il bisogno di usare parole. Non è una storia “trasgressiva”. Non è una storia scandalistica. Non ruba dalla cronaca quotidiana. Non c’è violenza, né fisica né mentale. Non è una storia “estrema”. E’ una storia d’amore. Una bella storia d’amore, che come quasi tutte le storie d’amore, finisce male. Ma stavolta non perché ci si è traditi, né perché si è stanchi. Semplicemente perché la vita finisce, e prima che accada è bello poter fare un bilancio di una bella storia d’amore e rendersi conto che ne è valsa davvero la pena. La pena di sopportare anche le piccole insofferenze quotidiane che la convivenza inevitabilmente genera, perché in fondo non era affatto una pena. Era la vita. La serena e turbolenta vita di una coppia. È la storia di una vita insieme, attraverso una buona parte del secolo appena finito. E’ il resoconto di un amore profondo, sincero, goliardico, difficile, meraviglioso. E’ la lotta per la vita, per la memoria, per la freschezza di un amore che non è invecchiato con gli anni. Perché se il corpo ha una data di fine, il sentimento resta nelle cose, negli odori, nelle canzoni, finché tutto - ma proprio tutto - sarà finito, e finché non resterà neanche una persona a garantirne la memoria. E’ un testo evocativo, poetico, sicuramente molto letterario, forse per uscire dal pantano di certa drammaturgia “spicciola”, forse un po’ troppo “di strada”. La trasposizione in forma di monologo dell’originale testo dialogato ha un forte intento poetico, e rappresenta una specie di “studio” per la versione che verrà riproposta in seguito, con doppio cast. A Cuore Aperto fa piangere perché è una bella storia d’amore senza tempo, senza luogo e perché tutti noi vorremmo avere una storia – almeno una! – che sia senza tempo e senza luogo.
Patrizio Cigliano